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La vacanza a Creta 7: l'epilogo.


di cuckold211
01.03.2015    |    10.665    |    5 9.6
"Quella spiaggia appariva ai miei occhi come l'Eden; si, il Paradiso, dove esseri umani, mortali, adulti e bambini, esibivano i loro corpi quasi..."
Questo racconto è la parte conclusiva della mia vacanza a Creta, la cui lettura presuppone la conoscenza delle vicende narrate nei 6 episodi precedenti. Insisto nel precisare che quelli narrati sono fatti realmente accaduti e non di fantasia. Spero di non aver annoiato nessuno e buona lettura a tutti.





Dopo la notte "brava", rientrammo in albergo che albeggiava. Con quello che spuntava mancavano 4 giorni alla fine della nostra vacanza e potevamo, davvero, ritenerci soddisfatti di come l'avevamo trascorsa, perché, forse, al di là di ogni rosea aspettativa.
Prima di lasciarci, con Victor scambiammo i recapiti telefonici, visto che i nostri luoghi di residenza, in Italia, non distavano più di 25 km. l'uno dall'altro.
Appena in camera, stanchissimi, cademmo subito fra le braccia di Morfeo e ci svegliammo giusto in tempo per il pranzo.
Nel passare davanti alla reception, notai che c'era lo "spasimante" di mia moglie, il quale, con cortesia quasi mielosa, si profondeva in sorrisi e saluti, cui Loredana rispose con un malizioso "kalimera" ed uno sguardo ammaliante.
Le dissi di avviarsi al nostro tavolo, mentre chiedevo qualche informazione.
"Senti" gli dissi "sono quasi alla fine della vacanza e non sono riuscito a trovare una spiaggia per nudisti. Puoi indicarmene qualcuna tu?"
E lui, nel suo solito italiano appena abbozzato: "Sì, ci sono, ma... nascoste... non tutti conoscono... se signore non dispiace, io porto lì, oggi... 16,30, OK?"
Confermai e rimanemmo d'accordo d'incontrarci nella hall. Raggiunta mia moglie, la informai dell'appuntamento e lei, per tutta risposta, con il classico sorrisetto di chi la sa lunga, e a voce bassa per non farsi sentire da commensali vicini e/o camerieri, mi disse:
"Ma che porco, sei! Ti piace proprio fare la parte del cornuto, eh? Lo sai bene che a me il soggetto intriga e tu... prendi accordi proprio con lui? Se le cose si metteranno nella maniera giusta, sì, me lo scoperò davanti a te... te le sei proprio cercate le corna che ti metterò!"
Mi venne solo da dire: "E' per questo che ti amo, tesoro mio".
L'appetito c'era, avendo, tra l'altro saltato la colazione, ma mangiammo leggero in considerazione del pomeriggio al mare che ci aspettava.
Scansammo l'invito di Alberto e Patrizia: "Ci vediamo in spiaggia?"
"No, andiamo in escursione a "La Canea"; ritorneremo per cena e poi... a letto: dobbiamo recuperare il mancato riposo dei giorni scorsi". Avremmo, poi, appreso che quella sera erano tornati al locale dove suonava Victor; a Patrizia quel black era proprio entrato nel sangue, oltre che in ogni altro suo buco.
Rientrammo in camera e subito Loredana si diede alla cura del suo corpo: doccia, capelli, piedini, unghie... clisterino, onde essere pulita anche dentro per eventuali intromissioni. Tutta nuda, volle che le spalmassi il corpo di crema alle essenze orientali, ivi compresi i suoi intimi buchetti ed i piedini, che, al tatto, erano lisci come seta, privi di ogni ovvia callosità. Naturalmente mi venne da osservare:
"Ehi, ehi... hai proprio deciso di farlo impazzire?"
"Sì, amore; ormai sai bene quanto so essere puttana quando trovo il soggetto che mi intriga e ciò è successo la sera che tornai da Heraklion; ricordo, come adesso, il suo sguardo su di me, da imbambolato, con la bocca aperta: avrà forse capito che rientravo da una giornata passata a scopare? Non m'importa più di tanto, sai, cosa possa pensare di me, ora e come mi giudicherà, dopo. Voglio solo che si ricordi di me, di quell'italiana che lo ha stregato, ma gli ha anche donato tanto piacere anche se proprio non se l'aspettava. E poi... non ho te? Lo so, a te piace guardarmi mentre mi faccio scopare da un altro, ma questa volta sarà diverso, perché vedrai tua moglie mentre ti cornifica... sì, amore, non avertene a male, voglio che tu avverta quest'emozione, questa volta sarà diversa da tutte le altre, mi farò esplorare dalla sua lingua in ogni buco e tu... starai lì a guardarmi, sapendo che tua moglie, la madre dei tuoi figli, sta allegramente donando ad uno sconosciuto le sue intimità, promesse, sull'altare, solo a te. Insomma ti sta rendendo CORNUTO".
La guardai strabiliato; mai mi aveva parlato così; ero combattuto tra il serio ed il faceto; insomma rischiavo di perderla o intendeva solo esaltare al massimo l'erotismo che condividevamo? Guardò l'orologio e disse:
"Allora, andiamo... cornutello?"
Quella frase cancellò il dubbio, annullò ogni timore. La guardai nella sua "mise" da spiaggia e la trovai semplicemente irresistibile: un vestitino civettuolo la copriva dal seno a poco più giù dell'inguine; sotto un bikini, appena appena decente; ai piedi, meravigliosi, zoccoletti con tacco che esaltavano la sua figura e, nel contempo, le conferivano sobrietà. Come non andare fieri di una donna simile?
Nella hall il ragazzo (ci disse di chiamarsi Xanto) ci aspettava; andammo al parcheggio ed entrammo nella sua auto: io dietro, lei al suo fianco. Subito, nell'abitacolo, si diffuse l'odore di buono della femmina e Xanto, quando cercava di parlare, balbettava, anche perché aveva sotto gli occhi le cosce nude di Loredana.
Raggiungemmo una caletta, a quell'ora, semideserta. Stendemmo i nostri teli da mare al di sotto di un ombrellone che Xanto aveva pensato di portare. Poco distante, c'era una coppia di tedeschi completamente nudi, così come i loro bambini, una maschio ed una femmina. Loredana, toltosi il vestito si era seduta sul telo e Xanto si allontanò dicendo che sarebbe tornato a breve.
Guardai mia moglie con sguardo interrogativo:
"Cosa c'è, non ti va di metterti nuda? Siamo qui, perché è una spiaggia per nudisti!"
"Non lo so" rispose lei "ci sono i bambini".
Al che io, togliendomi il costume, esclamai:
"Non vedi con quale naturalezza i genitori sono nudi davanti ai figli? Evidentemente loro sono abituati alla nudità e non ne restano inibiti".
Detto fatto Loredana si convinse, e via sia il reggiseno che gli slip, per poi distendersi supina sul telo, con la testa al riparo dell'ombrellone e grossi occhiali da sole che le nascondevano quasi completamente il viso.
Quella spiaggia appariva ai miei occhi come l'Eden; si, il Paradiso, dove esseri umani, mortali, adulti e bambini, esibivano i loro corpi quasi ingenuamente, senza alcuna malizia, un quadretto idilliaco, la vera essenza della purezza.
Purtroppo nella mia mente la malizia c'era e come: il bellissimo corpo di mia moglie, completamente esposto agli sguardi di altri, così come, a mia volta, ammiravo il corpo nudo della tedesca che, in piedi, stava rivestendo i figli. Come potevo non ammirarla mentre, chinandosi, offriva alla vista il sedere tonico con la incastonata protuberanza della vulva? I seni, ballonzolanti per i movimenti continui, erano simili alle mammelle di una vacca; il tedesco aveva, a sua volta, riposto nel pantaloncino il membro semirigido, sottraendolo alla vista di mia moglie che, al riparo degli occhiali, certamente se lo era contemplato.
Nel momento in cui la tedesca si rivestiva, ritornò Xanto con delle bibite belle fresche. Meno male che ci aveva pensato lui: sebbene pomeriggio inoltrato, faceva molto caldo, ma non avremmo goduto ancora per molto la presenza del sole, perché da quelle parti tramonta prima che da noi. Xanto si liberò subito del suo costume, sfoderando un fallo proprio niente male e, tra l'altro, proprio sotto il naso di mia moglie, che si era seduta per bere. Placammo la sete, godendoci la nostra nudità serenamente, finché ci accorgemmo di essere rimasti soli.
Da subito doveva essersene accorta Loredana, perché mostrava capezzoli ritti come spuntoni e, spostatasi sul fianco dal lato di Xanto, cominciò a carezzargli il petto, portando via via la mano sempre più giù.
Il fallo di Xanto svettava in alto, congestionato, tumefatto e accadde: il giovane, abbandonata ogni remora, agguantò il corpo di mia moglie, sollevandola da terra. In piedi, se la posizionò, a testa in giù, con le cosce sulle spalle, in modo da avere i suoi buchetti a portata di lingua.
A sua volta, Loredana accolse subito in bocca quel cazzo superbo che le sbatteva sul viso: era un 69 all'impiedi quello cui stavo assistendo. Xanto sembrava un invasato; la sua lingua saettava da un orifizio all'altro velocemente, senza sosta, strappando alla mia lei continui mugolii, che sarebbero state grida se avesse avuto la bocca libera. Dopo diversi minuti in quella posizione, si riportarono sul telo e lì mia moglie ebbe un orgasmo squassante, seguito da quello di lui nella sua bocca.
Mi avvicinai per prendere parte anch'io al festino, ma fui bloccato dal bacio di Loredana, che colse l'occasione per trasferirmi in bocca parte dello sperma di Xanto, per poi dire:
"Ricordi? Devi solo guardare: questa sarà la festa delle tue "corna". Dai, facciamo il bagno" e corse come un'ondina verso il mare, ove s'immerse non senza richiedere la nostra compagnia.
Fu subito esaudita e lì, in acqua, cominciarono i giochi di toccate, strattonate, accavallamenti vari, tentativi di penetrazione che Loredana scansava con deliziosa malizia.
Stanca, si rifugiò sulla rena calda, distesa sul telo da mare. Xanto la seguì subito, come un cagnolino, e lì la penetrò.
Loredana lo accolse dentro di sé cingendogli i fianchi con le sue cosce, in evidente segno di possesso totale, che non ammetteva interferenze. Gli impose un ritmo lento di coito; gli occhi estatici, mi esternavano il piacere di cui era preda. Poi... fu lei stessa ad aumentare il ritmo, sbattendogli la fica sui testicoli, con movimenti frenetici che attestavano l'imminente esplosione del suo orgasmo, che, inesorabilmente, provocò anche quello di Xanto, che restò abbandonato sul suo corpo finché non smisero i fremiti di entrambi.
Il giovane si rituffò in mare, allontanandosi dalla riva in men che non si dica.
Steso di fianco a mia moglie, la coprivo di baci chiedendole:
"Amore, sei contenta? Ti è piaciuto?" e lei "Si, amore mio, è stato come avrei voluto fosse, ma manca ancora una cosa: sento la fica colarmi... da bravo cornuto, leccamela... desidero sentire quella lingua che conosco molto bene, che va incontro e sugge il piacere dentro di me".
La leccai fino a ripulirla del tutto e lì sarebbe stato il caso che una telecamera filmasse e immortalasse il momento: i sospiri di lei, i fremiti, lo struggimento del piacere, decuplicato dal contatto della lingua del proprio uomo, a totale accoglienza e celebrazione delle corna appena ricevute.
"Ora puoi prendermi" disse "affonda il tuo cazzo nello sperma lasciato da chi ti ha preceduto nella mia fica e goditi questa troia, come tu hai voluto che fossi".
In quel momento, Xanto ritornò dalla sua nuotata e, subito dopo, noi iniziammo la nostra.
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