Racconti Erotici > Prime Esperienze > Luna di miele a Cuba (1a parte)
Prime Esperienze

Luna di miele a Cuba (1a parte)


di cuckold211
14.01.2019    |    14.491    |    3 9.5
"Dopo aver fatto la doccia, ci immergemmo nella jacuzzi e lì, tra le bollicine, prendemmo a baciarci appassionatamente, mentre le mani vagavano sui nostri..."
Nota dell'autore:
Un amico che ha preferito mantenere l'anonimato, mi ha fornito la traccia di questa storia da lui asserita realmente vissuta e mi ha autorizzato a svilupparla e pubblicarla.
Essa, quindi, non appartiene al mio vissuto.

**********************************************************************************************

"Evviva gli sposi... auguri... buon viaggio"
Questa l'ovazione che ci proveniva da amici e parenti a fine del banchetto nuziale, mentre salivamo a bordo del taxi che ci avrebbe condotto all'aeroporto.
Saremmo andati a Cuba, dove avremmo trascorso la nostra luna di miele.
Già in auto tenevo stretta la mano di quella che era appena diventata mia moglie, quasi temessi di perderla, che mi fosse strappata via e la guardavo.
La guardavo con gli occhi inteneriti dall'amore e lei, vedendosi osservata, mi chiese, atteggiando le labbra ad uno dei suoi smaglianti sorrisi:
"Che c'è? Ho qualcosa fuori posto? Perché mi osservi?"
"No, amore mio, non hai niente fuori posto. Sono felice... sono il più felice degli uomini, perché sei accanto a me e non più come temevo per il passato, con la spada di Damocle sul capo, per un possibile tuo ripensamento: finalmente sono tuo marito e tu la moglie più bella che potessi desiderare".
"Ma dai... - riprese lei - quanti complimenti!? Che figura ci facciamo con l'autista che ci ascolta?"
"Ma che figura, signora! - intervenne il taxista - In tutta la mia lunga carriera ho condotto tantissimi sposi all'aeroporto, ma mai ho sentito un marito che si rivolgeva alla novella sposa con tale enfasi. Suvvia, gli dia un bacio che se lo merita proprio!"
Arianna mi baciò con un trasporto diverso dal solito (forse per l'ostentata intimità?), o almeno così mi parve, poi, staccatasi, mostrò la propria felicità con una squillante risata ed
aggiunse:
"Contenti, entrambi? Cosa mi fate fare...!"
Giunti in aeroporto, caricai i bagagli su un carrello e ci dirigemmo al box per il check-in.
Arianna mi seguiva a fianco ed io non potevo non notare gli sguardi di ammirazione che altri maschi le rivolgevano: ne ero fiero.
Riandai un po' indietro nel tempo, a quando la conobbi.
Ero con mia sorella Giulia e l'amico Diego in un bowling, quando lei arrivò in compagnia di
altri ragazzi che, conoscendo Giulia, si avvicinarono e furono d'obbligo le presentazioni:
"Piacere, Arianna"... "Piacere, Giulia, mio fratello Davide e l'amico Diego... piacere"
Indossava una T-shirt, che nulla nascondeva della sua quarta di seno e capezzoli prominenti;
uno short in jeans, di quelli che tengono scoperta la parte finale di entrambe le natiche; piedi nudi e ben curati, calzati in zoccoletti con tacco basso: praticamente uno schianto, e, se alle qualità fisiche, si aggiungevano una certa solarità nel comportamento e risata squillante di chi vive con spensieratezza, avresti potuto definirla una "ninfa".
Diego si lanciò subito a corteggiarla, ma il loro flirt non durò a lungo; quando subentrai nelle grazie di quella, che avevo idealizzato al rango di "fata", mi venne di chiederle cosa non
aveva funzionato nel suo rapporto con Diego ed ella, con la genuinità che la distingueva, mi
riferì che lo trovava troppo possessivo, qualità che poteva andar bene in qualche
occasione, ma certamente non sempre, perché si palesava come gelosia vera e propria.
Ella, invece, viveva la sua esuberanza con libertà assoluta e con la civetteria delle ingenue.
Quante volte, nel periodo di fidanzamento, l'avevo sorpresa a lasciarsi corteggiare da
questo o quell'amico; quante volte mi ero eccitato a saperla a seno nudo sotto la maglietta,
con i capezzoli irti per le attenzioni che le venivano rivolte;
quante volte quella smorfiosetta riusciva ad irretire gli amici, mostrando con nonchalance le cosce fino agli slip o i glutei belli formosi.
Mi ero formata l'idea che quella ragazza avesse l'istinto dell'esibizionista e, poiché poteva permetterselo, non ne avevo fastidio, anzi...
Inoltre, quando facemmo l'amore per la prima volta, non la trovai vergine, e di questo non me ne feci un problema, né mi lasciai prendere dalla curiosità di sapere chi potesse averla deflorata.
Una sola cosa sapevo: ero entusiasta di quella donna, ne ero innamorato pazzo e mi sentivo inorgoglito quando notavo altri maschi prodigarsi per lei, quasi a voler godere della sua debordante sensualità.
Al matrimonio Diego mi aveva detto: "Rendila felice...tu puoi".
Parole profetiche: aveva immaginato dove sarei potuto arrivare?
Ora eravamo in volo verso Cuba, località scelta proprio per la licenziosità dei costumi, dove avremmo potuto cogliere a piene mani tutta la lussuria di cui saremmo stati capaci.
Il resort prenotato, con trattamento "all inclusive", aveva una pianta a L, con vista piscina/mare.
La nostra camera era posta al secondo piano e, già dal primo momento, mi resi conto che, se Arianna, uscita dal bagno, fosse rientrata in camera, come suo solito, completamente nuda, avrebbe potuto risultare visibile sia da camere adiacenti, che da chi si trovasse a stazionare in piscina, in quanto l'unico impedimento era dato dal tendaggio, a tener chiuso se la camera era inondata dal sole, ma certamente non in quel momento visto che fuori era nuvolo.
Guarda caso, ebbe a verificarsi proprio la circostanza appena ipotizzata.
Mia moglie in bagno per la doccia, io sul terrazzino a guardare verso le camere poste sul lato corto della L.
In una di esse notai un uomo completamente nudo disteso sul letto che, subito dopo, fu raggiunto dalla sua lei, altrettanto nuda. Lei si distese sul corpo di lui e presero ad amoreggiare senza curarsi più di tanto se qualcuno potesse, o meno, assistere alla loro performance sessuale.
Anzi... accortisi di dare spettacolo, lei alzò un braccio in segno di saluto, mettendo me a disagio perché li stavo spiando, piuttosto che esserne imbarazzati loro.
Mi accorsi che Arianna stava rientrando in camera dal bagno e, naturalmente, completamente nuda, al che le sfuggì:
"Ohiiii.... ma chiudi un po' lì! Vuoi che mi vedano nuda?"
Risposi: "Se così fosse, non sarebbe un bel vedere? Mica è qualcosa di cui vergognarsi?"
E lei: "Sai bene che anch'io la penso così, ma... qualcuno, vedendomi, potrebbe eccitarsi?"
"E allora? - ripresi - Proprio come han fatto quei due con me fino a poco fa. Vieni a vedere..."
La tirai per mano, nuda com'era, fuori al balcone. Le indicai dove guardare e i due di nuovo a sbracciarsi per attirare l'attenzione.
"Ma quelli stanno scopando?" esclamò incredula Arianna.
"E cosa, se no?" aggiunsi io, poi, mettendomela davanti, presi a scoparla a mia volta in chiara adesione allo spettacolo di quegli altri.
"Ma cosa fai... sei impazzito? Dobbiamo farci cacciare dall'hotel per oltraggio al pudore?", così tra quel suo sorridere squillante di donna eccitata e quel suo sguardo allusivo e malizioso, rientrammo in camera dove la scopai con tutto l'ardore che mi sentivo in corpo.
"Fosse stato per me - dissi - avrei continuato a scoparti lì, sul balcone, sotto gli occhi di tutti"
Inutile dire che ci abbandonammo alla libidine più sfrenata, incuranti se potessero sentirci dalla camera adiacente.
Verso ora di cena, uscimmo, seguiti da una coppia matura, che occupava la stanza accanto alla nostra.
Erano anch'essi italiani e li sentimmo dire:
Lui - "Hai visto che bella ragazza!"
Lei - "Certo, sono giovani sposi in luna di miele! Hai sentito, prima, come ci davano dentro?"
Io ed Arianna ci guardavamo stupiti e, in parte, curiosi di sentire cosa ancora si dicessero.
Ancora lei - "Ricordi quando siamo stati anche noi freschi sposi?"
Lui - "E come potrei non ricordare la prima volta che mi hai cornificato con il bagnino!"
Lei - "Sì, ma è stata colpa tua: avevamo litigato".
Scappammo via, altrimenti avremmo corso il rischio di rider loro in faccia, poi, guardai Arianna con aria di quasi rimprovero:
"Dimmi: noi non litighiamo, vero?"
"Scemo, che sei!" disse lei, facendo seguire alle parole una di quelle sue risate fra il faceto e l'allusivo.
Dopo cena, facemmo un giro per prendere familiarità con la struttura ed i suoi servizi: i negozi, il parrucchiere, la farmacia, la palestra, la piscina coperta con annessa jacuzzi calda, la sauna/hammam e relativa SPA per massaggi.
Ci fermammo al bar per consumare un "Cuba libre" e guardarci intorno. Decisamente i camerieri, sia maschi che femmine, erano belli: forse per quel loro esotismo?
Poi... a letto; eravamo stanchi... a causa del fuso orario, non avevamo dormito per niente.
Ancora una mezz'ora di baci e carezze e, quindi,... Morfeo.
Il mattino dopo udii un bussare discreto alla porta; coprii mia moglie che, ovviamente, era nuda e, con indosso i soli boxer, aprii: era la colazione in camera, servita da un bel ragazzo dai modi fini e cortesi.
Mia moglie lo scrutò da capo a piedi, trattenendo il lenzuolo alla gola, e appena quello ebbe finito e si chiuse la porta alle spalle, corsi da Arianna e le strappai il lenzuolo di dosso.
"Porcellina - le dissi - così dovevi farti vedere da lui... hai visto che bel ragazzo e chissà come si sarà eccitato immaginando te nuda, sotto il lenzuolo"
"Ci risiamo - rispose lei - ma tu?... Non saresti geloso, se vedessi qualcuno eccitarsi per me? L'hai fatto anche ieri, a portarmi nuda sul terrazzino, senza preoccuparti per quanti potrebbero avermi vista. E se quelli che si eccitano a vedermi nuda, volessero scoparmi? Guarda che, in quel caso, non sarebbe certo necessario litigare, per regalarti un cornino: tieni in conto anche questo?"
Il suo discorso non faceva un grinza, ma ancora non sapeva che era proprio quello che, in realtà, desideravo: avevo una moglie troppo bella per me solo; non potevo averne l'esclusiva ed era giusto che rinunciassi al mio egoismo e condividerla con altri.
"Amore mio, delizia della mia vita, di cosa dovrei esser geloso? Vedere che uno sconosciuto ti desidera, è, per me, motivo di fierezza e, se a te piacesse concedergli questo tuo splendido corpo per, a tua volta, reclamare quel piacere che esso ha provocato facendoti ammirare, non trovi che impedirtelo sarebbe la più truce delle cattiverie? Quindi, vivi la tua vita in piena libertà, come hai fatto fino ad ieri, non sentirti in obbligo con me, solo ti pregherei, se puoi, rendermene partecipe, affinché non resti escluso dai tuoi momenti di felicità, di gioia, così da poterli vivere insieme. In questo ritienimi tuo complice: dopo, ad esempio, andrò in farmacia a comprare dei condom, cosicché, se e quando vorrai goderti una botta di allegria, non dovrai preoccuparti per le conseguenze".
"Mi chiedo se riuscirò mai ad amarti quanto meriti. Con questa confessione, che è anche una dichiarazione d'amore sconfinato per me, mi stai dicendo che non soffriresti a esser "cornuto", se l'eventuale tradimento non ti fosse nascosto e se, quel momento, oltre che dalla sottoscritta, potesse essere goduto anche da te? Amor mio, capisci quanto è bello questo nostro patto: vivere l'amore senza sotterfugi e, anzi, cominciare a goderne ancor prima che si realizzi la copula, è straordinario e ti sarò sempre grata per non aver inibito la mia indole da libertina. Lo sai che, quando quel cameriere è entrato in camera, sono stata tentata a scoprirmi, con il pretesto del bagno? Mi piaceva proprio tanto, ma non potevo rischiare di ferire il tuo onore, il tuo orgoglio, con un atteggiamento da sfrontata".
Cosa c'era ancora da dire? Ormai giocavamo a carte scoperte e la conseguenza più immediata fu quella di tuffarci l'uno nelle braccia dell'altra ed amarci con tutto l'ardore possibile, e... a finestre spalancate.
Dopo colazione lei volle andare a comprare un costume olimpionico, perché di mattina, voleva concedersi un'ora di palestra e di certo non vi poteva accedere in topless e perizoma, in base ai costumi da bagno portati da casa.
Lei andò via e, mentre ero in bagno a sbarbarmi, udii chiudersi la porta della camera accanto.
Poi la voce del marito "Tutto questo tempo in palestra? Non è che ti sei fatta scopare anche lì, mia dolce puttana?"
"Cornutone mio, oggi partiamo e proprio non potevo lasciare il mio spasimante a bocca asciutta o, meglio... a cazzo dritto... Avresti dovuto vederlo come ce l'aveva... così duro e lungo che gli fuoriusciva dalla tuta. Tocca... tocca la mia figa e controlla..."
"Ma sei tutta un lago... ti sei fatta sbrodare dentro?"
"Sì, cornutone mio, così potrai leccarmela come piace a te".
Quelle parole mi misero una fregola addosso e, nel contempo, mi scossero proprio tanto: quindi anche in palestra, dove Arianna aveva intenzione di andare, poteva imbattersi in un boy friend?
Mi vestii e, a maggior ragione, andai in farmacia.
Al ritorno in camera, trovai Arianna mezza nuda, intenta a provarsi il costume... uscì dal bagno e mi si mostrò:
"Ho preso questo... che dici... ti piace?"
Era da sballo: quel capo aveva qualcosa, nello stesso tempo, di sobrio, elegante, ma anche provocante.
Il corpo di mia moglie era completamente coperto, tranne che per la sgambatura sui fianchi, che ne esaltava il personale.
Il tessuto, color rosso corallo, la accendeva di sensualità, ed era così sottile da evidenziare ogni minima curva di quel corpo, quasi fosse una seconda pelle.
Mi venne quindi di dire:
"Tesoro, sei talmente bella che occorrerà che porti sempre con te i condom comprati".
Finalmente uscimmo da quella camera, che mi appariva sempre più come il "refugium peccatorum", cioè il posto che induce al vizio.
Andammo in giro tra l'evidente ammirazione di chi incrociavamo, sia nel resort che lungo la battigia, in spiaggia.
Ci fermammo al bar, ordinando un aperitivo, in considerazione dell'approssimarsi dell'ora per il pranzo.
Arianna era seduta di fronte a me, che davo le spalle al banco di mescita.
Aveva una minigonna che esponeva a profusione le sue bellissime gambe e, con un sorriso malizioso, le apriva e chiudeva.
Come potevo non guardarla fra le cosce? Era una tortura dal punto di vista erotico; così, ad un certo punto, le chiesi di fermarsi così e non chiuderle...
Era priva di biancheria intima?
Lei eseguì e mi chiese a sua volta:
"Che c'è... hai notato qualcosa?"
"Si la tua figa magnificamente esposta"
e lei "Chissà se ha notato anche quel bel ragazzo al bar". Mi girai di scatto ed effettivamente al bar c'era un giovane che guardava verso di noi e che, al mio voltare, alzò il bicchiere in segno di saluto ed approvazione.
Volsi di nuovo lo sguardo ad Arianna e lei, con evidente provocazione, sollevò un piede sul tavolino, in modo da far vedere anche a chi fosse distratto.
Poi, con calibrata lentezza, si ricompose e mi chiese "Tesoro, andiamo?"
Ero in totale subbuglio... avevo le farfalle allo stomaco... quel giochino improvvisato da Arianna, mi era piaciuto da morire ed ero eccitato all'inverosimile.
A pranzo mangiammo giusto qualcosina, perché avevamo fame d'altro: nel pomeriggio saremmo andati alla piscina coperta, stante il persistere del cielo coperto.
Naturalmente elogiai mia moglie per l'iniziativa presa al bar e la esortai a continuare così, perché la cosa mi aveva intrigato non poco.
Andammo in piscina e lì, mia moglie, esibì un micro bikini da infarto.
Dopo aver fatto la doccia, ci immergemmo nella jacuzzi e lì, tra le bollicine, prendemmo a baciarci appassionatamente, mentre le mani vagavano sui nostri corpi eccitati.
Ad un certo punto, avvertii un sussulto del suo corpo... la guardai e lei, senza dir nulla, guidò il mio sguardo verso l'oggetto della sorpresa: era il giovane visto prima al bar... si stava immergendo anch'egli nella vasca.
Fu quasi inevitabile che ci toccassimo con i piedi, ma noi proseguimmo nelle nostre coccole, quasi con sussiego.
Eravamo proprio presi nello scambiarci affettuosità, quando Arianna percepì che l'urto dei piedi con l'altro non era più un caso: egli aveva provato a spingere l'arto tra le sue gambe, perciò, di scatto, si alzò e disse "Andiamo?".
Asciugati e rivestiti, andammo verso la spiaggia: un bel sole caldo faceva capolino tra le nubi diradate.
"Ma come...? . le chiesi - Mi era sembrato che il tipo ti piacesse... perché siamo andati via?"
"Si, tesoro mio, mi ha fatto piacere vederlo lì dopo l'esibizione al bar, ma non volevo che egli pensasse di aver a che fare con una "mignotta", pronta a tradire il marito, come la coppia della camera accanto alla nostra.
Amor mio, mio marito non sarà mai "cornuto", perché egli deve godere con me dei piaceri che mi consente di cogliere".
Ecco la filosofia giusta: cogliere il piacere senza far soffrire il partner, ma rendendolo partecipe del proprio godimento.


(CONTINUA)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Luna di miele a Cuba (1a parte):

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni