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Con la complicità del "cornuto".


di cuckold211
09.03.2023    |    29.914    |    20 9.7
"Passano una decina di minuti e gli perviene una foto fatta davanti allo specchio in camera da letto: è lei con indosso il solo intimo, perizoma e reggiseno..."
Questo è il racconto di un marito. Venerdì scorso, le mogli erano uscite da sole e noi eravamo rimasti a casa. Eravamo in 5 e sapevamo bene che le nostre "troiette" si sarebbero divertite, riempiendoci di "corna".

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Mi chiamo Paolo e mia moglie Anna. Siamo sposati da dieci anni: io ho 35 anni, mia moglie 33; dicono che siamo una bella coppia, ma, sinceramente, credo che i complimenti siano diretti tutti a lei. Abbiamo una bambina che oggi ha sette anni.
Lei è alta m. 1,75, ha un fisico perfetto, una quarta di seno, capelli neri e ricci, una pelle ambrata. Prima di partorire, era una bella ragazza, ma, da quando è nata la bambina, ha messo su qualche chilo, che tiene sotto controllo, servendosi di una palestra.
Siamo entrati in questo gioco da un paio d'anni e non abbiamo molte esperienze, come, invece, ne ha questa comitiva di amici.
Ho tendenze cuckold, ma la nostra prima esperienza è consistita in uno scambio di coppia. Nell'occasione, mi ha eccitato di più guardar mia moglie, piuttosto che la donna con cui stavo scopando; poi, sinceramente, c'era anche una bella differenza di dotazione fra me e l'altro e, quando ci siamo ricomposti, le parole che l'altra donna ha detto a mia moglie, mi hanno un po' depresso. Le ha detto, col sorriso sulle labbra, ma con l'aria di chi ha preso una fregatura:
"Ti è andato bene lo scambio. Hai preso un bel cazzone e mi hai rifilato un cazzetto".
Io mi son sentito un cesso e, da quella volta, ho capito che forse mi appagava di più veder scopare mia moglie ed io segarmi, così non avrei corso il rischio di sentirmi umiliato.
Ma procediamo, andando ancor più indietro nel tempo, perché quell'avventura ha rappresentato l'inizio della nostra complicità, ma le corna vere sono iniziate dopo il matrimonio, fatti che mia moglie non ha mai saputo ne fossi a conoscenza.
Diciamo che lei è sempre stata "troia". Prima di conoscere me, stava con un altro ragazzo e il sabato, in discoteca, lo cornificava, sotto i suoi stessi occhi, con un tipo che era nella loro stessa comitiva. Non c'era sabato che, a quell'altro, non gli facesse almeno un pompino o, a volte, una sveltina nei bagni o nascosti dietro qualche muretto.
Poi lui se ne è accorto e l'ha lasciata. Io me ne sono innamorato e, come un babbeo, l'ho portata all'altare.

Ripeto che quanto sto per raccontare, ancora oggi lei non sa che io so.
Dopo sposati, ho trovato lavoro in una ditta di spedizioni; col furgoncino, insieme ad un altro ragazzo, eseguivamo la consegna di pacchi. Il mio collega era un ragazzo di origine tunisina, ma nato qui. I genitori erano venuti in Sicilia da piccoli, poi si erano sposati secondo le leggi italiane ed i figli non sembravano per niente aver i tratti della razza d'origine, tranne che per il colore della pelle, senza dubbio più scura, ma sinceramente era un bel ragazzo.
Parlava la nostra lingua, così come il dialetto, molto simile a quello di un siciliano. Pian piano, quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, visto che il nostro lavoro consisteva nello stare tutto il giorno assieme, a stretto contatto fra noi, è sorta un'amicizia molto stretta: si parlava di tutto, anche di donne, di sesso, di famiglia e, col passare del tempo, anche di certe fantasie che ci venivano in mente.
Lui mi raccontava le usanze del suo popolo di origine, ma non riteneva di aver quella mentalità, perché era di idee molto più evolute e libere. Ogni tanto, quando poteva, andava in qualche prive' ed aveva conosciuto anche delle coppie, che spesso lo cercavano come singolo.
Io non avevo tanto da raccontare, ma gli dico di mia moglie e che, a volte, mentre la scopavo, mi eccitavo molto a pensare quando lei, in discoteca, cornificava il ragazzo e, qualche volta, ero riuscito anche a convincerla di raccontarmi quel che faceva e, entrambi eccitati, trascorrevamo intere serate a scopare come ricci.
Lui tiene a precisare che le mie fantasie sono da cuckold. Io non avevo capito cosa potesse significare e lui me lo spiega. Non nascondo di esserci rimasto un po' male, ma lui, da persona intelligente, mi informa che non è il caso di ritenermi offeso, perché quello che gli sto raccontando è quanto capita ad infinite coppie. Un marito che si ecciti al pensiero della moglie a scopare con un altro, è il massimo della fantasia che si manifesta in chi la predilige. Insomma, vista la mia reazione, ha cercato di ridimensionare l'intero dialogo, ma, intanto, mi aveva fatto nascere un impellente quesito in testa: sapere che mia moglie potesse scopare con qualche altro, a me provocava eccitazione?
Sulla scorta di quelle informazioni, inizio una mia ricerca e trovo tutto un mondo che, effettivamente, si dilettava ad applicare questa fantasia. Entrai anche in un sito di racconti e cercavo solo quelli a tema Cuckold, alcuni di essi mi facevano eccitare e, intanto, mi rappresentavo alla mente sempre l'immagine di mia moglie che fotteva con altri.

Ne parlo con il mio amico e, ingenuamente, gli racconto tutto, anche le minime emozioni che provavo a leggere ed immaginare mia moglie. Lui mi dice che non mi devo vergognare, perché la sessualità non la comandiamo noi, né come pensavano i nostri nonni, che vivevano la vita tra stenti ed ignoranza. Adesso la scienza ci ha spiegato un po' tutto e ci sta liberando da tanti tabù ed ipocrisie. Sta ridando dignità a persone omosessuali che, nel passato, venivano distrattati per quella tendenza. Mi spiega che, esser cuckold, non lo si è perché malati, o non innamorati della propria moglie, anzi.

Gli dico che per me, anche se mi piacerebbe realizzare qualcuna di quelle fantasie, sarebbe stato impossibile; mia moglie non avrebbe mai accettato di tradirmi, anche con il mio consenso, per poi raccontarmi tutto e, peggio ancora, farlo davanti a me.
Lui mi dice che non ci crede, perché, se mia moglie aveva tradito il suo ragazzo nel passato, potrebbe certamente farlo anche adesso: la questione riposerebbe sul solo fatto di trovare la persona giusta che a lei possa piacere, intrigarla, e verificare che lo farebbe anche con tanto piacere, poi, ovviamente, riuscire a dimostrare di aver capito ed entrare nel gioco.
Mi aveva ficcato un altro chiodo nel cervello: nell'indole di mia moglie era presente la facoltà di tradire?
I discorsi continuavano e, più andavamo avanti, più saliva la voglia di realizzare il mio desiderio, finché un giorno, per le consegne, ci troviamo nella zona dove abito io. Era quasi l'ora di pranzo e la ditta ci dava un'ora di pausa per mangiar qualcosa. Ovunque ci trovassimo, avremmo potuto sospendere il lavoro, almeno per un'ora. Allora a me venne l'idea di chiamare mia moglie e dirle di preparare qualcosa anche per il mio amico, che chiameremo Antonio, perché, in realtà, ne aveva un altro. Nella circostanza, non pensavo nemmeno lontanamente che quell'invito potesse servire per un secondo scopo, oltre l'amicizia: non me la sentivo di lasciarlo solo in una panineria.

Quando arriviamo, mia moglie indossava un grembiule abbottonato davanti, i capelli raccolti con un mollettone, niente di provocante, ma la sua peculiarità è quella di sprizzar sesso da tutti i pori e, specialmente in quel periodo, anche se si avvoltolava in uno straccio, appariva come una modella. Quando siamo entrati e li ho presentati, c'è stata una stretta di mano con un cordiale sorriso da entrambi. Mia moglie si scusa per come era vestita e, dopo i convenevoli, dico ad Antonio di accomodarsi, mentre sarei andato un attimo in bagno. Quando entro in bagno, vedo l'intimo di mia moglie sparso per terra, con accanto un asciugamani: sicuramente si era fatta la doccia e non aveva ancora pulito il bagno. A quel punto mi scatta qualcosa nella mente: provvedo ai miei bisogni ed esco subito dal bagno. Trovo loro due che parlano come vecchi amici, chiedo all'amico se anche lui avesse bisogno del bagno e gli indico la porta. Mentre lui sta entrando in bagno, mia moglie mi dice:
"Cazzo, c'è un casino per terra, ci sono le mie mutande ed il reggiseno". Avevo visto quelle cose ed avrei potuto benissimo infilar tutto nel cesto, ma non l'avevo fatto, proprio per far vedere tutto anche a lui.
Rispondo a mia moglie che non vi avevo fatto caso, ma la rassereno dicendole che è un bravo ragazzo. Mia moglie mi guarda e mi dice, con un sorriso malizioso, che è un bel ragazzo.
Nel mentre, lui rientra ed è visibile un grosso rigonfiamento sul suo inguine. Sul viso di mia moglie si tratteggia un sorrisino da furbetta, ma si gira verso i fornelli e non fa capir nulla. Mangiamo un piatto di pasta con la salsa, ci fa anche il caffè ed andiamo via. In quel breve periodo di tempo, si era creato un buon rapporto di amicizia fra lui e mia moglie. Vedevo mia moglie molto euforica ed allegra e, quando ci siamo salutati per andar via, ha dato anche a lui un bacino sulla guancia, oltre a rinnovare l'invito che, quando e se voleva, poteva venir a casa nostra, sia a cena, ma anche per un semplice caffè.
Lui accetta con entusiasmo, mentre nel mio stomaco, compaiono le farfalle. Quando siamo sul furgone, mi ringrazia e mi fa i complimenti per tutto, anche con riguardo a mia moglie, e non parliamo di sesso, né di nessun tipo di trasgressione.
La sera, quando rientro e, dopo aver cenato, ci mettiamo un po' davanti alla tv e mia moglie mi fa un autentico interrogatorio, riguardo al collega. Mentre si parlava, le chiedo:
"Ti piace come uomo?" e lei, senza pensarci su due volte, mi risponde:
"Sì, è un bel ragazzo" poi, ovviamente, sposta il discorso su altri fronti, dicendo che il suo amore per me è tale, da non far rivolgere il suo pensiero a cose diverse dalla norma. Era evidente che si era accorta della pericolosa piega che stava prendendo il nostro dialogo e, per non farmi sospettare il suo interesse per l'amico, ha cambiato subito discorso.

Il giorno dopo, quando ci ritroviamo sul furgone, racconto come si è svolta la serata al mio collega.
Si riprende a pieno ritmo a parlare della mia fantasia e lui mi dice, molto timidamente, che ad una moglie come la mia, sicuramente, non mancheranno i corteggiatori. Io gli chiedo di dirmi con assoluta sincerità, se a lui piace e volesse esser uno di loro; lui mi guarda e mi dice che, se non mi fossi offeso, mi avrebbe confidato una cosa. Gli garantisco che qualsiasi cosa sia, ormai, data la nostra familiarità, poteva parlare liberamente. Così mi dice che, quando è entrato in bagno ed ha visto il perizoma per terra, lui l'ha preso e l'ha annusato, eccitandosi come un cavallo davanti alla giumenta.
Gli rispondo che lo capisco e che non è il caso di preoccuparsi. Lei non aveva pensato a pulir il bagno, dopo che aveva fatto la doccia, e non ci aveva pensato neanche quando l'avevo chiamata. Lui mi chiede se lei avesse notato che le mutande erano state rimosse; gli dico di no, ma aveva notato la sua erezione, quando era tornato e, quindi, ha collegato quella reazione al sua perizoma lasciato lì, per terra.
Tutto questo mi intrigava e non poco. Parlare di mia moglie col mio collega mi eccitava da pazzi: solo da un po', stavo considerando la possibilità che potesse esser lui la persona giusta per realizzare la mia fantasia, ma come dirlo a mia moglie?
Mentre parlavamo e lui proseguiva nelle sue lodi per mia moglie, gli chiedo tutto d'un fiato:
"Ti piacerebbe scopartela?" lui mi guarda e mi dice: "Stai scherzando?"
Il discorso si fa più incalzante ed io gli dico che sto parlando seriamente. Lui mi dice che qualsiasi uomo che potesse dirsi tale, scoperebbe mia moglie ed aggiunge che, forse, finora non ho capito il potere seduttivo della donna che avevo accanto.
Gli dico che, purtroppo, con lei non posso nemmeno accennare a qualcosa del genere; che, fino a quel momento, è stato il prevalente argomento dei nostri dialoghi. Lei si è sempre dimostrata contraria alla trasgressione e lui mi dice che, forse, sono io che non ho mai saputo chiarirmi con lei e farle capire che, se, a suo tempo, aveva trovato il coraggio di tradire l'ex ragazzo quasi sotto i suoi occhi e in un luogo pubblico, di sicuro, nel suo intimo, doveva esserci la predisposizione a far la porcellina, bastava solo farla emergere creandone l'occasione.
"Tu pensi che se mia moglie si imbattesse in chi ci prova, lei ci starebbe?"
Al che lui mi dice: "Ci metterei la mano sul fuoco, scommetto quello che vuoi". Cazzo, questo discorso mi aveva provocato come una fitta al cuore; avvertivo un forte sentimento di gelosia, unito a rabbia verso il collega, che me lo aveva spiattellato in faccia. Ma, mentre riflettevo e pensavo, ero preso da un'eccitazione che non capivo.
Cosa cavolo mi stava capitando? Gelosia, rabbia ed eccitazione si alternavano in me in un coacervo di sensazioni.
Lui capisce il mio stato e con tono da amico, mi chiede se mi fossi offeso; era necessario che ne parlassimo e farlo in quel modo, per esser leale con me. Io nego di essermi offeso e, anzi, gli dico che, se una cosa di quel tipo potesse accadere, avrei preferito saper tutto, esserne al corrente. Il discorso si faceva sempre più intrigante, ma era interrotto di tanto in tanto, dalla necessità di fermarci per qualche consegna, per poi riprendere il filo del discorso. Nel mentre, mi perviene un messaggio di mia moglie che mi chiede se fossimo ripassati per il pranzo. Eravamo un po' distanti, ma l'idea di ripetere l'incontro mi allettava e non poco. Lo riferisco a lui, cui subito viene l'idea di cambiare il percorso: avremmo potuto eseguire la prossima consegna più vicino alla mia abitazione, così avvisiamo la ditta che avremmo cambiato tragitto. Dopo di che, avverto mia moglie di preparare e, quando arriviamo, la troviamo con un tubino a fiori, sandali ai piedi e capelli sciolti, che di certo aveva fatto asciugare al sole, perché era una ricciolona, con un trucco leggero. Le chiedo se era uscita, mi dice di no e, questa volta, faccio andare prima il mio collega in bagno. Quando torna, vedo che, anche stavolta, è evidente l'eccitazione. Vado in bagno e vedo che c'è il pantaloncino del pigiama, piuttosto osé, appeso al gancio dell'accappatoio.
Preso dall'eccitazione, lo prendo e lo annuso, con l'idea che, di sicuro, prima di me, potesse aver fatto lo stesso Antonio.
Nel mentre, accarezzo l'idea di perder un po' di tempo in più per lasciarli soli. Mia moglie si era messa in ghingheri per lui e quello si eccitava come un porco ad annusare i suoi indumenti intimi; sicuramente lei aveva notato l'eccitazione che gli aveva provocato ed ora ero io a darle un minimo di tempo per vedere se potesse accadere qualcosa di eccitante.
Quando ritorno, noto che smorzano il dialogo al mio arrivo; consumiamo il solito pranzo, il caffè e saluto con un bacio mia moglie, che ripropone l'invito all'amico. Quando arriviamo in macchina, con un sorriso, gli dico:
"Questa volta, cosa ti aveva fatto eccitare così tanto da farti tornare dal bagno con i pantaloni deformati?" Lui mi confessa che era già entrato in bagno eccitato fin dal momento che l'aveva vista con quel vestito e si era accorto che il vestito non rivelava segni di mutande, quindi aveva capito che, in quel preciso momento, non indossava intimo, cosa cui non avevo fatto caso. Poi, in bagno, aveva visto il suo pantaloncino e l'erezione era divenuta incontrollabile. Lui mi guarda e chiede se può essere ancora più sincero.
Al mio assenso, aggiunge:
"Sei proprio certo di voler iniziare tua moglie alla trasgressione?" Io, dopo quel fatto che lui mi aveva detto, e cioè che poteva essersi presentata senza mutande, avevo le tempie che stavano per scoppiarmi, oltre il cazzo che premeva dentro le mutande, gli dico: "Sìììì". Allora lui aggiunge che, mentre ero in bagno, mia moglie gli aveva chiesto, fissando il suo cazzo, cosa potesse provocarlo così tanto quando entrava in bagno, per uscirne in quello stato, al che lui le aveva risposto che il suo odore di femmina gli faceva da Viagra, che la sua era una sensualità che sprizzava da ogni poro. Lei sorride e gli dice:
"Vedi che anche tu sei un tipo che fa venir cattivi pensieri ad una donna".
Era quello il momento in cui ero entrato e loro avevano smesso di parlarsi. Questo discorso mi eccita come un cavallo e gli chiedo di far un patto, con la premessa che nessuno dovesse mai saper nulla, compresa mia moglie.
Lui mi rassicura che non si verificherà mai che nessuno possa venir a conoscenza delle nostre cose e, perciò, gli propongo tutto d'un fiato:
"Se ti si presenta l'occasione, scopatela, ma devi promettermi di tenermi informato su tutto, anche sulle cose più banali".
Luì mi dà la sua parola e mi chiede il suo numero di telefono. Gli rispondo che sarebbe meglio se fosse lei a darglielo, così facciamo in modo di organizzare qualcosa per permettere questo scambio di recapiti telefonici.

La sera, a casa, una volta a letto, ripercorro con la mente a quanto accaduto e concertato con l'amico. Cerco mia moglie per far sesso con lei e la trovo subito disponibile. Mentre la scopo, le dico:
"Hai notato Antonio, oggi, quando è uscito dal bagno? Aveva di nuovo i pantaloni deformati dall'eccitazione e penso proprio che la causa sei tu".
Per lei è stato come esser afferrata da una scarica elettrica e, ad occhi chiusi, mi dice:
"Effettivamente, deve aver proprio una bestia tra le gambe: gli arrivava a metà coscia" e mentre mi dice questo, mi dà lei stessa un paio di botte di figa contro la minchia e mi spruzza sul cazzo. Aveva avuto un orgasmo come non le era mai capitato. In quel momento non ho più resistito e l'ho riempita di sborra.
Mentre lei va in bagno a pulirsi, mi rendo conto che quell'orgasmo non è stato per aver chiavato con me, bensì perché aveva immaginato di farlo con il mio collega. L'indomani avevamo il giro in un altro paese ed avremmo mangiato un panino. Era di venerdì e con mia moglie mi scambio un paio di messaggi. In uno lei mi dice:
"Salutami Antonio e chiedigli se stasera gli andrebbe di venir a cena" cosa che faccio prontamente, ricevendone il suo immediato assenso.
La sera, quando arrivo a casa, la trovo ai fornelli: si stava impegnando al massimo per preparar la cena. Mi invita a farmi la doccia, perché, appena avrebbe finito di cucinare, ci sarebbe andata lei. L'appuntamento era verso le 20:30. Faccio la doccia e lei entra in bagno verso le 20:00. Quando arriva Antonio, lei si stava ancora preparando; infine esce con un tubino nero, dei sandali dal tacco altissimo: definirla bellissima poteva apparire un sofisma. Questa volta sono io che noto che quel vestito non presentava segni di intimo: di sicuro, sotto, era nuda
Antonio era arrivato con una bottiglia di vino e una rosa per lei; appena si vedono, ad entrambi luccicano gli occhi, ed io osservo facendo finta di nulla.
Giusto il tempo dei saluti e ci mettiamo a tavola. Mia moglie era eccezionalmente euforica: c'è stato un attimo in cui mi son sentito un intruso seduto a quella tavola. Una volta finito di mangiare, ci sediamo in salotto, sul divano. Io mi alzo con il pretesto della pulizia dei denti, cui attendo con scrupolo, abitualmente, ma soprattutto la sera, dopo cena.

Cerco di impiegare quanto più tempo possibile e, quando entro in bagno, mi accorgo di un perizoma, sopra il cesto della biancheria sporca. Capisco che l'ha lasciato apposta per lui; è già la terza volta che lascia qualcosa che odora di sé in bagno. La prima volta è stato un caso, ma quelli successivi sono occasioni architettate da lei di proposito. Quando ritorno in salotto, li vedo in palese confidenza che se la ridevano di gusto per ogni banalità; dovevo trovare il modo per permetter lo scambio dei numeri di telefono e mi sovviene l'idea del mio telefono che aveva problemi da un bel po' di tempo, di cui lei ne era a conoscenza, e così faccio cadere il discorso sui telefoni e le dico:
"Credo che domani passerò in negozio per vedere qualche nuovo telefonino: se hai bisogno di contattarmi, chiama su quello di Antonio" e così risolviamo all'istante il problema che ci eravamo posti.
Antonio, dopo un po', chiede il permesso di andare in bagno e, quando ritorna, aveva la faccia stravolta. Mia moglie lo guarda e ride; io, per far spazio, mi volto come a cercare qualcosa.
La serata finisce con tanti complimenti e ringraziamenti da parte del collega. Appena va via, mia moglie va in bagno; io l'aspetto a letto e, quando mi raggiunge, la vedo rilassata. La stuzzico per far sesso, ma mi dice che è stanca, non se la sente.
Non capisco perché, ma mi sorge un dubbio: se Antonio sarà sincero, domani dovrei averne la risposta.
Certamente, nel breve tempo che ero andato a lavar i denti, doveva esser successo qualcosa.

L'indomani, nel programma di lavoro, c'era da fare un ricco giro, tra cui un paese a 40 km. Quando ci mettiamo in viaggio, si comincia a parlare della sera prima e come procede il nostro piano segreto.
Lui mi conferma che è a buon punto, lei è molto collaborativa e disponibile nelle battute che lui le fa.
Gli chiedo se aveva visto il perizoma in bagno e lui mi risponde che lei, mentre ero in bagno, gli aveva detto di aver lasciato un regalo per lui in bagno e, in esso, lui si era asciugato il cazzo.
In effetti era fatta: arrivati a quel punto, non avevo più dubbi che, quanto prima, se la sarebbe scopata
Mentre parlavamo, mi chiede:
"Che ne pensi, se ora le mandassi il "buongiorno"? Vediamo cosa risponde, sempre che lo faccia".
E così fa. Lei, non solo risponde, ma gli chiede anche se può chattare. Lui gli dice di sì, perché io stavo guidando e non avrei potuto sapere con chi stesse chattando.
Lei lo informa di aver trovato il perizoma con strane macchie e lui gli dice che si era solo pulito la minchia, ma era così eccitato che sicuramente l'eccitazione gli aveva fatto produrre molto liquido preseminale.
Lei gli dice che quando lui è andato via, è andata a sua volta in bagno e si è masturbata, annusando quelle macchie.
Lui mi fa leggere il messaggio e mi dice:
"Cumpa', minchia che troia!" Io divento rosso, ma avevo un'erezione da farmi male i coglioni; la cosa si stava mettendo in una maniera davvero molto intrigante. Gli raccomandavo di tener sempre la massima complicità e riservatezza: lei, e nessun altro, avrebbe dovuto saper niente sul nostro segreto.
Gli dico di continuare pure a chattare; così lui le dice di volerla incontrare da sola. Lei gli risponde che teme di rovinare il matrimonio, che le piace provocare e giocare così, ma non desidera andar oltre.
Quando, finalmente, troviamo un autogrill, ci fermiamo a prendere un caffè.
Quando entriamo nei bagni, ci sistemiamo accanto davanti agli orinatoi appesi al muro e, quando lui finisce e si scrolla, mi vanno gli occhi lì e vedo una sberla di cazzo da attore porno. Lui si accorge che lo guardo e lo sbatte ancor più per farmelo vedere, poi mi fa l'occhiolino ed usciamo. Quando torniamo sul furgone, mi chiede:
"Che pensi, piacerà a tua moglie?" io lo guardo e gli rispondo:
"Con quella bestia? L'aprirai in due".
Mi chiede se posseggo qualche foto di mia moglie nuda e gli rispondo, sinceramente, che non avevo mai pensato a farle delle foto. Mentre stavamo parlando, gli perviene un messaggio di mia moglie che gli chiede dove eravamo, che stavamo facendo e quel suo dialogare con lui, piuttosto che con me, mi ha un po' ingelosito, ma dovevamo pur portare avanti il nostro progetto. Lui le risponde che era tutto il giorno che pensava a lei e che gli sarebbe piaciuto ricevere una sua foto per poterla guardare in continuazione.
Lei gli risponde che lo accontenterà, ma che deve star attento che io non me ne accorga. Lui la tranquillizza, dicendole che ero intento a guidare e non sapevo che stesse chattando con lei. Allora gli invia degli emoticon con il sorriso ed aggiunge:
"Tienilo buono, così ti porterà a casa più spesso".
Passano una decina di minuti e gli perviene una foto fatta davanti allo specchio in camera da letto: è lei con indosso il solo intimo, perizoma e reggiseno. Al che lui sbotta:
"Cazzo, se riuscirò mai a fottermela, la minchia gliela devo far uscire dalle orecchie". Poi le manda un messaggio con tante faccine con la lingua e gli dice che il suo desiderio è vederla nuda. Al che lei risponde:
"Un po' di pazienza: non correr troppo. Ogni cosa, a suo tempo".
Nel mentre siamo arrivati e devono chiudere la chat. Lei lo avverte:
"Non mandare messaggi mentre lui è a casa: non vorrei si insospettisse".
Lui le risponde: "Stasera mi faccio una foto e domani te la mando" al che lei:
"Ok, l'aspetto".
Quando chiude, mi informa:
"Domani, appena le arriverà la foto, la farò impazzire. Vedrai che molto presto me la scoperò".
La sera arrivo a casa, è tutto normale. Mi chiede della giornata, si parla di banalità, poi un po' di TV e, quindi, a letto. Non si verifica niente che possa dar adito a sospetti, né io di lei, né lei di me.
La mattina, solita colazione al volo, bacino e via. Lei mi chiede se torno a pranzo ed io le rispondo che ancora non conosco il percorso che mi sarà dato oggi, perché ci venivano cambiati giornalmente. Lei mi dice:
"Avvisami, così se vieni, preparo qualcosa, altrimenti vado a pranzo da mia madre". Tutto regolare, senza nessun cambiamento: riusciva a non tradirsi: non c'era una parola fuori posto.
Quando arrivo al lavoro, Antonio è già lì e mi dice che abbiamo il percorso in città. Potremo, perciò, fermarci a pranzo a casa. Poi mi guarda e dice:
"Ovviamente sempre che tu lo voglia, altrimenti mi lasci in paninoteca e tu potrai andare a casa. Io lo guardo e gli dico:
"Ma sei scemo, cumpa'? Ti dovrei lasciare in paninoteca? Non ci pensare nemmeno. Anzi ora avverto mia moglie, così resta a casa a preparare".
Lui dice: "Ok, ma è già informata. Questa mattina, appena sei uscito, mi ha augurato il buongiorno e l'ho informata che saremmo stati in zona. Tu, però, per non farla insospettire, perciò devi avvisarla comunque".
Mentre siamo sul furgone, lui mi fa vedere sul telefono la foto che intende inviare a mia moglie: è una foto fatta in bagno, con l'accappatoio aperto e quel cazzo in erezione, che veramente era uno spettacolo, lungo, grosso, scuro e con una cappella sul rosa. Mi chiede: "Pensi possa offendersi, se le mando questa?"
Mi mancava la parola, ma riesco a dirgli:
"Prima di inviarla, chiedile se non ha difficoltà a vedere una foto del genere".
Purtroppo il lavoro ci faceva fermare di continuo. Capitava spesso quando si era in giro per la città; non avevamo un attimo di tempo fra una consegna e l'altra e, tantomeno, a poter parlare o chattare. Quando mando il messaggio a mia moglie, che saremmo passati da casa per mangiare, ho visto che diversi messaggi sono pervenuti a lui e, fra una consegna e l'altra, mi ha detto che le aveva inviato la foto, cui lei aveva risposto con un "hhhuummmm" e tante faccine di meraviglia. Poi gli aveva riferito che gli avrebbe lasciato un regalo in bagno, per fargli annusare il suo odore.
Quando arriviamo a casa, dopo i soliti bacini di saluto, dico al collega:
"Antonio, va prima tu a lavarti le mani, che dopo ci vado io". Noto che lui ci sta un bel po' e, quando esce, mi fa l'occhiolino. Vado a mia volta e trovo il perizoma di mia moglie per terra.

Cerco di raccoglierlo, ma trovo che era inzuppato di sborra. Era evidente che lui si fosse segato ed aveva riempito il perizoma. Io mi lavo le mani ed esco quasi in silenzio, con la segreta speranza di coglierli in un momento di intimità, ma lui è seduto al tavolo e lei è ai fornelli
Quando ci mettiamo a tavola, lei va in bagno, ne esce dopo un po', con la faccia rossa, come se l'eccitazione le fosse arrivata alla cima dei capelli. Faccio finta di nulla, mangiamo e andiamo via. Dopo un po', gli arriva un messaggio che gli dice:
"Ma quanta ne fai? Il perizoma era inzuppato come se fosse stato immerso in una vasca di sborra... profumata".
Dopo ancora qualche attimo, gli arriva una foto di mia moglie a cosce aperte, figa in primo piano ed il perizoma sull'inguine. Lui mi fa vedere e legger tutto; io non ero più in grado di guidare, per quanto ero stravolto. Il cervello mi stava scoppiando fra gelosia, eccitazione ed umiliazione: mi sentivo già cornuto, oltre che complice; ormai mancava l'ultimo tassello: vederla scopata.
Lei era pronta e convinta a farmi cornuto, ma aveva un serio problema sul come poterlo fare e dove andare, visto che io e lui eravamo sempre assieme, con gli stessi orari di lavoro e lui abitava in una casa con i suoi. Bisognava quindi organizzarsi, ed eravamo in tre a pensarci. Ovviamente lei non sapeva che io avrei facilitato il tradimento e che ero ben consapevole di cosa sarebbe successo, se avessi lasciato la casa libera. Farlo venire in casa, non era prudente perché abitavamo in un piccolo condominio di appena sei appartamenti e ci conosciamo tutti. Se qualcuno avesse visto entrare e uscire da casa mia lui da solo, avrebbe creato non pochi sospetti.
A casa sua non era possibile perché c'erano i genitori: l'unica alternativa poteva esser un B&B, ma lei aveva timore d'esser vista da estranei.
Il problema l'ha risolto, senza volerlo, un mio amico che, per problemi di salute, stava andando con la moglie a far un intervento a Milano e mi aveva chiesto il piacere di andare a casa sua ad innaffiare le piante e far notare che qualcuno ci andava; aveva timore per i ladri o, perché no, da quelli che abusivamente occupano appartamenti, vedendoli vuoti da persone. A me vien subito l'idea e passo la palla a mia moglie, informandola che dovevano star fuori per circa quindici giorni. Ovviamente anche Antonio collabora al programma e, quando mia moglie gli riferisce di questa disponibilità, non se la son fatta scappare. La prima volta abbiamo organizzato che lui non sarebbe venuto al lavoro, perché aveva la febbre alta; a me avevano assegnato un ragazzo in sostituzione ed un giro più lungo, così loro avrebbero avuto tutto il tempo che potessero mai sperare.

La sera, quando son rientrato, lei era ridotta come se gli fosse passato un treno addosso: aveva delle occhiaie da sembrare di aver donato un litro di sangue. Le chiedo se si sente bene e mi dice che, effettivamente, non è stata bene, aveva vomitato tutto il giorno, forse perché intossicata da qualcosa. Vado in bagno, cerco nel cesto della biancheria e trovo perizoma, reggiseno ed una mini gonna elasticizzata nera: il chiaro abbigliamento per il sesso.
Non vedevo l'ora d'esser da solo con Antonio, per ricevere il suo racconto.
Quando ciò si verifica, appena messi in viaggio, per prima cosa mi dice:
"Cumpa', mi ha distrutto: ora ti racconto tutto".

(continua)
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