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Ecco uno che ne ha.... almeno quanto me 2


di cuckold211
26.12.2020    |    10.229    |    4 9.9
"Le do l'Ok e lei gli invia un messaggio con cui gli dice di venire per le 21..."
Poi un giorno l'ex di mia moglie mi dice che voleva parlare con me; io sinceramente mi metto in allarme; la cosa stava prendendo una piega che non mi piaceva.
Dopo qualche giorno, mentre ero ancora al lavoro, mi arriva un messaggio di mia moglie che dice:
"Appena finisci, fermati al bar e prendi un po' di dolcini: stasera viene tuo fratello con la moglie".
Io, in perfetta buona fede, mi fermo al bar e, mentre esco, me lo trovo davanti. Mi dice: "Ciao, possiamo parlare un po'?"
Non ti dico come mi sono sentito, avrei voluto sprofondare; così mi dice:
"Forse è meglio sederci in macchina; visto l'argomento, non vorrei che qualcuno ci sentisse".
Ci sediamo in macchina e lui inizia a dire:
"Non devi vergognarti, sai: quello che noi facciamo assieme è un gioco, sessuale, intimo, ma pur sempre un gioco. Ci sono centinaia di coppie che lo praticano: sono scambisti o cuck.
Voi avete avuto la fortuna di poter giocare con me, che sono un ex di tua moglie e sono una persona fidata, abbastanza riservato; se ti va, diventiamo amici e facciamo le cose alla luce del sole, senza nasconderci.
Ah - aggiunge - quei dolci erano solo un pretesto per farti fermare qui e far sì che potessimo incontrarci e parlare".
Ci siamo salutati con la promessa di rivederci; il tempo per arrivare a casa e mia moglie era già informata di tutto.
Una volta a casa, mia moglie mi chiede cosa ne pensavo della vicenda e che impressione avevo avuto del suo ex. Poi aggiunge che, quando chiava, diventa è un po' violento; infatti, per come me lo descriveva, sorridendo, chiude dicendo: "Vedrai quando scopa, come diventa: sembra un bulldozer".
Queste parole, oltre ad eccitarmi, mi fanno anche intendere la sua propensione a sentirsi dominata; condizione che, invero, non sapevo in lei.
Poi mi suggerisce che, se ero d'accordo, avremmo potuto invitarlo per la stessa sera, dopo cena; i dolci li dovevamo mangiare noi, visto che sono stati comprati per lui.
Le do l'Ok e lei gli invia un messaggio con cui gli dice di venire per le 21.30.

Subito dopo cena, lei va in bagno a prepararsi; esce dal bagno, va in camera da letto e indossa il suo completo intimo più sexy, un vestitino aderente, lungo appena sopra il ginocchio, si mette il profumo che piace a me e, alle 21.30, puntualissimo, arriva lui.
Appena arriva, lei lo bacia, sfiorandogli le labbra. Andiamo a sedere in soggiorno, dove c'era la TV; egli mi domanda se ero appassionato di calcio, così, giusto per aprire un dialogo; lei ci chiede cosa preferiamo bere, ed .
entrambi optiamo per un bicchiere di vino.
Lui era seduto su una poltrona, io sul divano; mia moglie si prende il bicchiere e si siede accanto a me; alziamo i bicchieri in segno di brindisi, poi lui apre il dialogo, facendo i complimenti ad entrambi.
"Siete una bella coppia - dice - e dimostrate di aver buon gusto anche per l'arredamento".
A quel punto mia moglie prende la palla al balzo; si alza e propone: "Vieni, ti faccio vedere la casa".
Lui si alza, io stavo per seguirli, ma lui mi fa l'occhiolino e mi fa cenno, con la mano, di restare seduto.
Mia moglie e lui girano un po' per la casa; li sentivo parlare, poi, tutto d'un tratto, silenzio assoluto; sento solo un bisbiglìo e lei che dice:
"Sta fermo... ancora non sappiamo come può prenderla".
Poi, ancora silenzio; mi avvicino, erano dentro il bagno; guardo un po', li vedo che si stavano baciando, lui la teneva stretta.
Mi batteva il cuore a 1000; ritorno di nuovo a sedere sul divano, lascio passare cinque minuti e, non sentendoli, ritorno al mio posto di osservazione. Lui era appoggiato al lavandino e lei, sempre attaccata a lui; stavolta, però, lui aveva le mani sotto il vestito e le stringeva il culo, mentre la baciava.
Lui si gira e mi vede: io indietreggio e lui, sorridendo, la informa che ero lì a spiarli. Lei allora lo molla, quasi a sentirsi in colpa, mentre io ritorno sul divano.


Dopo un po', ritornano in salotto; lei, rossa in viso, mi guarda con un sorrisino tra il vergognoso e malizioso, e lui dice: "Bella casa, complimenti!"
Lascio passare un paio di minuti e, a mia volta, vado in bagno, forse, in cerca di qualche traccia.
Mentre sono in bagno, mi attardo più del normale, proprio per dare maggior tempo affinché potessero ricominciare a scambiarsi coccole.
Essi capiscono che il mio comportamento è teso a creare occasioni per farli iniziare e, quando esco, lo faccio nel massimo silenzio, come un ladro.
Erano sul divano, lui se la tirava addosso e lei tentava un minimo di resistenza, giusto per fare la preziosa.
Era una situazione nuova per tutti e tre, nessuno aveva la giusta esperienza su quel tipo di gioco: più in là, ritornando con la mente al ricordo di quella serata, ce la ridevamo tutti di gusto, pensando a quanto eravamo imbranati.
Di ritorno dal bagno, spiavo attraverso qualche spiraglio; li guardavo, lui se ne accorge e informa lei, poi, con tono di voce normale, in modo da farmi sentire: "Dai, adesso smettila di fare la sostenuta; lui ci sta dando tutta la libertà possibile: non vedi che gli piace guardare da dietro la porta?"

Allora se la mette a cavallo del suo inguine, le alza il vestito sopra il culo e la bacia, mentre con le mani le sposta il filo del perizoma e le infila un dito nella figa. A sua volta, lei prende a strofinare la figa sulla sua erezione.
Io guardavo attraverso lo spiraglio della porta, lui mi vedeva, lei non si girava, anche se perfettamente consapevole che ero dietro la porta a spiarli.
Poi lui la fa togliere da quella posizione; si alza, si sbottona i pantaloni; li abbassa, insieme alle mutande, e vedo, per la prima volta, il suo cazzo: un cilindro scuro con una notevole cappella di color rosa.
Afferra la testa di mia moglie e la fa avvicinare alla sua nerchia; glielo mette in bocca e si fa succhiare il cazzo per circa una ventina di minuti; io, pian piano, mi ero avvicinato e mi siedo sul bracciolo del divano a 30cm. da loro; mia moglie mi vede e, sempre con il cazzo in bocca, mi fa l'occhiolino.
Poi lui la fa alzare e la fa girare; le fa appoggiare la testa sulle mie gambe, mentre lui le alza il vestito da dietro e prende a scoparla; per lei era giocoforza battere la testa sulla mia pancia ad ogni colpo che riceveva.
Lui, quando è stato sicuro della mia condivisione, comincia a cambiare tono di voce e mi dice: "Tienila ferma, che te la scasso tutta".
Infine, al momento di sborrare, le chiede dove vuole che la irrori e lei, con sfrontatezza, gli risponde: "In faccia, fa vedere a mio marito quanta ne fai".
Lui mi guarda e mi dice:
"Adesso vedrai come l'ho istruita per bene".
Lei tende il viso verso il cazzo, lui si sega e comincia a schizzare una marea di sborra; con la cappella, gliela spalma su fronte, occhi e guance; infine, gliela infila in bocca, ordinandole: "Pulisci, troia".
Una volta calmati i bollenti spiriti e, mentre lei era in bagno a pulirsi, egli mi chiede, con il suo tono da bullo:
"Che te ne pare? Ti è piaciuto?"
Io faccio cenno di sì con la testa; non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, mi sentivo umiliato.
Appena rientra mia moglie, lui se la tira accanto e le chiede se la prima esperienza sia stata di suo gradimento, cui lei, guardandomi, risponde: "Sì".
Lui si attarda ancora un po', poi saluta e se ne va, aggiungendo "alla prossima", bacia lei e le dice: "Chiamami"!

Appena uscito, mia moglie si siede sulle mie gambe, mi passa il braccio dietro il collo e mi tira a sé; mi infila la lingua in bocca e mi dice:
"Non ho lavato i denti apposta per farti sentire il sapore della sua sborra".
Quelle parole mi stimolano un'erezione da cavallo; lei la sente, perché c'è seduta sopra e mi dice:
"Ci risiamo, basta che senti il sapore delle "corna" e subito ti escono le antenne".
Poi mi chiede: "Preferisci che lo faccio davanti a te, come stasera, o di nascosto, come l'ho fatto finora"?
Rispondo: "Qualsiasi cosa fai, voglio saperla, prima e dopo averla fatta".
Poi mi chiede che impressione mi son fatto sul suo ex; a mia volta chiedo se sente ancora qualcosa per lui, cui lei risponde:
"E' sempre stato il mio preferito, ma solo dal punto di vista sessuale e non per altro; come è capace lui di far godere una donna, non credo ve ne siano altri". Io, allora, le dico che per me va bene, come bull di fiducia.

L'indomani mia moglie mi manda un messaggio, dicendo che lui vuole il mio numero di telefono, e mi chiede se glielo può dare. Io acconsento e lui, dopo un po', mi manda un messaggio, dicendomi che gli farebbe piacere se divenissimo amici e, per quel motivo, mi aspetta al solito bar, per prendere l'aperitivo alla stessa ora della prima volta.
Ci rivediamo e lui mi invita a sederci ad un tavolo; ordiniamo gli aperitivi, poi mi dice che per lui è stata una bellissima serata, un'esperienza unica; poi mi chiede cosa mi fa eccitare di più, se approvo e gradisco il comportamento tenuto con mia moglie, insistendo sul fatto che è un gioco e non dev'esserci vergogna o fastidio.
Precisa che legge molto sull'argomento cuckold e con noi non vuole far passi falsi: tiene molto alla nostra amicizia e gli dispiacerebbe comprometterla.
Al che mi chiede cosa mi attrae di più: esser dominato o altro?
A quel punto, stabilisco delle condizioni: qualsiasi cosa possa piacere a noi tre è riferita e relativa al solo momento del gioco, perché poi, nella più completa serietà e riservatezza, torneremo ad esser solo dei normali amici; lui mi rassicura che nel nostro rapporto non ci saranno mai problemi, fuori dal gioco.
Gli confesso che non disdegno esser dominato e/o vedere mia moglie dominata e trattata da troia. Lui ride e mi conferma:
"Allora hai trovato il tipo che fa per te. Quando vi va, organizzate pure qualcosa di più divertente di quello che abbiamo già fatto".
Ci siamo salutati come vecchi amici: lui mi dà una pacca alla spalla e mi dice: "Adesso aspetto che sia tu a chiamarmi".
Quando arrivo a casa, mia moglie, come sempre, è già informata di tutto: lui l'aveva chiamata appena lasciati.

Quella stessa sera mia moglie era raggiante; quando sono rientrato mi ha abbracciato e baciato; aveva indossato dei fuseaux aderenti che le si infilavano fra lo spacco della vulva e, dietro, tra le chiappe, insomma tutto a pelle perché priva di slip; sopra aveva una canotta smanicata, senza reggiseno
Quando esco dalla doccia, sono ancora in accappatoio; entro in cucina e l'abbraccio da dietro; lei si volta e mi bacia in bocca, poi allunga una mano e, spostato l'accappatoio, mi prende il cazzo in mano, già di una certa consistenza. Si abbassa e prende a succhiarmi il cazzo; io, però, volevo la figa, per cui la faccio alzare e la appoggio con il seno sulla tavola; le abbasso i fuseaux e mi abbasso, appoggiando la mia faccia fra le sue chiappe: era in un lago di umori. Dopo averla prosciugata, le infilo il cazzo in figa da dietro; purtroppo eravamo troppo eccitati e, dopo un po', lei comincia a scuotersi e a dirmi:
"Cornuto, vorrei il cazzo di xxx in bocca: ti farei vedere come lo succhio".
Io, a quelle parole, ho una scossa, come se avessi preso la corrente, e le inietto in figa un mare di sborra.

Dopo esserci ripuliti ed aver cenato, ci mettiamo sul divano: lei mi racconta la giornata, mi dice delle telefonate avute con lui, compresa l'ultima, quella ricevuta dopo che ci eravamo visti,
Mi dice che questa cosa la eccitava da impazzire e, soprattutto, quando lui le diceva: "Mi sono visto con il cornuto: è tranquillo, le corna le porta bene, non è per niente indispettito".
Mentre mi racconta queste conversazioni, il mio cazzo ritorna duro ed anche lei si eccita di nuovo.
Mi sale a cavallo e, baciandomi, mi dice:
"E' vero: sei un cornuto mansueto e le corna non ti fanno male", dice questo mentre mi accarezza la fronte, poi scivola ai miei piedi e mi prende il cazzo in bocca; mentre me lo succhia, mi guarda insistentemente negli occhi e, con la cappella in bocca, mi fa l'occhiolino e con la mano mi mostra il gesto delle corna. A quel punto non ho resistito e le ho sborrato in bocca, tenendola ferma per i capelli; la lascio solo dopo che ha ingoiato tutto.

Dopo aver calmato i bollenti spiriti, lei si distende sul divano, appoggiando la testa sulle mie gambe e mi suggerisce che ha voglia di organizzare qualcosa di nuovo, qualcosa che ci permetterà di stare più tempo insieme tutti e tre.
Io le rispondo che per me va bene, ma che avrei pure voglia di allargare un po' le amicizie del gioco, che mi piacerebbe conoscere anche altre coppie.
Lei resta un po' sulle sue; sta rimuginando e poi dice:
"Amore, non so se riuscirei a vedervi scopare con un'altra donna, questo sia per quanto riguarda te che lui".
Quelle parole mi fanno capire che, con lui, non c'è solo sesso, ma qualcosa di più profondo; allora affronto il discorso e lei mi dice:
"Io ti amo e non saprei far a meno di te, ma devi capire io, con lui, sono cresciuta; mi ha fatto donna e quando l'ho lasciato è stato per gelosia, in quanto egli, in quel periodo, scopava con un'altra; adesso è di nuovo mio e con il consenso di mio marito; ovviamente qualcosa nel cuore c'è, a parte la questione sesso.
Queste parole mi avevano scosso, mi avevano fatto male e, di conseguenza, cala il gelo fra noi. Per un paio di giorni non entriamo più nell'argomento: sapevo bene che quel gioco presentava il rischio di perderla, ma avevo deciso di correrlo e, quindi, dovevo trovare la soluzione ed affrontarla a qualunque costo. In qui giorni vedevo lei molto triste, che mi guardava con occhi interrogativi, quasi a chiedermi scusa.

Un sabato mattina, giorno che non lavoro e che dedico a lei, sia per la casa che per uscire a far compere, ci alziamo più tardi: da quella fatidica sera, fra noi non c'era stato più sesso e nemmeno dialogo sul quell'argomento.
Lei, mentre si era ancora a letto, mi dice:
"Così non va; non possiamo continuare a fingere, dobbiamo affrontare la questione per il suo verso".
Lo dice tutto d'un fiato, senza fermarsi, ed aggiunge:
"Io ti amo e non voglio rovinare il nostro matrimonio; possiamo smettere tutto e ritornare ad essere la coppia che abbiamo formato davanti l'altare; tu rimani con le tue voglie e la tua sessualità frustrata, ed io resterò la classica moglie inappagata; tu rimani con il sospetto che io ti tradisca, ed io vivrò accanto ad un uomo insicuro, che vive con il terrore del tradimento. In alternativa, potremmo goderci la vita, dando sfogo ai nostri istinti sessuali, come ci pare e piace, un passo dietro l'altro, e giungere anche allo scambio di coppia.
Io la guardo e, con le lagrime agli occhi, le dico:
"Ti amo, non voglio perderti e questo per me è fondamentale; per il resto, lascio a te decidere sul quello che sarà il nostro futuro".
Lei mi abbraccia e mi dice:
"Divertiamoci ! Non farti seghe mentali e vedrai che non c'è niente da temere; noi siamo la famiglia, il resto è solo un gioco".
Allunga una mano sotto il lenzuolo e mi prende il cazzo in mano, poi mi dice: "Dai.. scopami che ho voglia; facciamo l'amore dando il meglio di noi stessi".

Durante il giorno, programmiamo di andare in discoteca quella sera stessa; saremmo andati in un posto abbastanza grazioso, in periferia; lei mi rivolge uno sguardo implorante, quasi a chiedermi di invitare anche lui.
Io, di nascosto, da lei, gli mando un messaggio; lui accetta e restiamo d'accordo che saremmo andati con una macchina sola.
A lei non dico niente dell'invito esteso al suo ex e, mentre lei è indaffarata a prepararsi, lo avverto che può venire e di avvisarmi, con un messaggio quando è davanti casa, perché gli avrei aperto la porta mentre lei era intenta a far la doccia. Lui viene; lo faccio entrare e gli indico il bagno; quando lei esce, con l'accappatoio, se lo vede davanti, si lancia verso di lui e si abbracciano; lei lascia i lembi dell'accappatoio, che si apre.
Lui le afferra una tetta con la bocca e, con le mani, le stringe le chiappe.
Io li guardo un po', poi li sollecito a sbrigarci se non vogliamo passare la serata a casa. Lei corre verso di me, mi dà un bacio e mi dice: "Grazie, amore".
Si chiude in camera per vestirsi e, quando esce, noi rimaniamo a bocca aperta: una mini in pelle che arriva al bordo di merletto delle autoreggenti, un tacco alto, non so quanto, una camicetta bianca, che lasciava ombelico e schiena scoperta: insomma invitava a fotterla lì, senza più uscire.
Quando scendiamo da casa, decidiamo di andare con la sua macchina; lui aveva un SUV e, per paura che qualcuno potesse vederci, fa salire lei dietro e me davanti.
Una volta allontanati a sufficienza da casa, lei gli dice:
"Fermati... mi metto io davanti con te". Così io passo dietro e loro davanti.

Appena arrivati in discoteca, prendiamo dei drincks e scendiamo in pista; dopo un po' li lascio lì e mi vado a sedere ad un tavolino.
Li guardo da lontano e vedo che lui, ogni tanto, la bacia a fior di labbra.
Questa cosa, in un luogo pubblico, con il timore di incontrare persone che ci conoscono, mi fa uno strano effetto, tra paura ed eccitazione.
Verso l'una di notte, decidiamo di andare a mangiare il cornetto, in un posto dove ci vanno quasi tutti dopo essere usciti dalla discoteca. Io pensando che si poteva incontrare qualche conoscente, mi stavo mettendo davanti, ma mia moglie mi precede e sale davanti con lui.
Appena partiti gli dice:
"Non ce la fai più, vero? Mi stavi bucano la pancia, mentre ballavamo".
Lui ride e aggiunge: "Certo, credi non mi sia accorto che hai fatto arrapare tutti in pista: per come ballavi, ti si vedeva la fica".
Intanto arriviamo davanti la cornetteria; mia moglie mi dice:
"Scendi tu a prendere i cornetti, che li andiamo a mangiare in qualche posticino più tranquillo".
Dopo aver preso i cornetti, ritorno in auto; lui riparte e va a fermarsi nello stesso parcheggio, dove andavano sempre, quando stavano assieme.
Lei mi dice: "Quanti ricordi in questo posto !" E lui aggiunge sorridendo:
"Già, quanti pompini e scopate, che ci siamo fatte !".
Io sentivo addosso la sensazione di colui che è detto "reggi moccolo dei colombi". Lei mi chiede con quale ripieno avevo preso i cornetti ed io le rispondo:
"Alla marmellata", al che lui dice: "Perché, lo volevi con qualche crema particolare?". Questo tipo di battute fanno intendere lo spirito goliardico che regnava ormai fra noi.

Mentre mangiamo i cornetti, lei gli toccava il cazzo da sopra i pantaloni; lui se li sbottona ed abbassa, sia quelli che le mutande; lei, sempre con il cornetto in mano, si abbassa e prende il cazzo in bocca. Dopo un paio di poppate, tira fuori il cazzo dalla bocca, vi strofina sopra il cornetto, lasciando un po' di marmellata sulla cappella, che subito riprende in bocca con la congeniale golosità.
Lui si volge verso di me e mi dice:
"Cazzo, come te li fa bene i cornetti...?! Te li fa anche alla marmellata".
Nel mentre eravamo tutti e tre presi da questo gioco, non ci accorgiamo che accanto si era fermata una pattuglia della polizia.
Quando ce ne accorgiamo, la frittata era già fatta: con la torcia, avevano illuminato mia moglie con il cazzo in bocca, con le mutande abbassate e due dita di lui in figa.
Mi è caduto il mondo addosso; siamo scesi ed hanno chiesto i documenti: erano in due sui 40 anni, uno con un accento romano, l'altro delle nostre parti.
Quando hanno capito il gioco, uno dei due mi ha chiamato in disparte e mi ha detto: "Vi restituiamo i documenti, ma vogliamo rivedervi in privato"; io, spaventato, gli rispondo: "OK, l'importante è che non diate risalto alla vicenda".
Mi chiede il numero di telefono, ci restituisce i documenti e vanno via, avvertendoci di andar via da lì perché si rischiava una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.

Quando risalgo in auto non riferisco niente di ciò che mi era stato detto dal poliziotto. La disavventura ci aveva stimolato l'adrenalina e così andiamo a proseguire a casa, dove abbiamo fatto le 5.00 del mattino; l'ultima che ci siamo fatti, lei era distesa e le abbiamo sborrato in faccia tutti e due.
Lui se ne va, e noi ci facciamo una doccia veloce, poi ci mettiamo a dormire e ci svegliamo la domenica verso le 12.30.
Quando ci svegliamo, le racconto del patto fatto con i poliziotti.
Lei salta su dalla paura e mi chiede il perché. Le rispondo che sicuramente vorranno partecipare al gioco; lei rimugina un po' e mi dice che la cosa le mette paura; io la rassicuro, dicendole che non c'è niente da temere in quanto, non essendovi niente di scritto, né foto, sono loro a doversi preoccupare, perché una nostra denuncia potrebbe far passare più guai a loro; ovviamente dicevo questo per tenerla buona.
Aggiungo che, della cosa, non era opportuno informare il suo ex, perché, essendo una faccenda delicata, era meglio rimanesse fra noi.
Dopo un po' di giorni, notai che mi chiedeva con più frequenza se avevano chiamato.
Poi abbiamo preso anche a scherzarci sopra; mentre eravamo a letto, mi diceva che, ogni volta che incontrava una volante della polizia, le veniva di pensare, come poteva essere a farsi scopare da un poliziotto in divisa.
Da quella sera, col suo ex si erano rivisti solo una volta; lei aveva il ciclo e, nell'occasione, gli fece solo un pompino.

Erano passati circa venti giorni da quella sera; erano da poco passate le 21.00 ed eravamo davanti la TV, quando mi perviene una chiamata sul cellulare con numero sconosciuto.
Io non pensavo per niente ai poliziotti, però la voce al telefono mi dice:
"Buona sera, è la polizia". Lì per lì resto senza parole; ma lui continua e mi dice: "Siamo la pattuglia che vi ha controllato due settimane fa".
Al che rispondo: "Sì, ricordo" ed egli dice: "Alle 23.30, fatevi trovare al solito posto; venite da soli, senza l'amico".
Guardo mia moglie, che già aveva capito, e le chiedo: "Che si fa?"
Lei, per niente intimorita, mi dice:
"Andiamo... vediamo di chiarire questa cosa, una volta per tutte"; indossa un jeans ed un pullover, senza niente sotto, e, all'ora stabilita, siamo lì.
Troviamo una golf parcheggiata, con due persone a bordo; noi ci fermiamo allo stesso posto. Ovviamente loro non conoscevano la macchina e noi aspettavamo la macchina della polizia.
Dopo un decina di minuti che eravamo lì, quella macchina mette in moto e ci passa accanto; ci guardiamo, noi li riconosciamo e lo stesso fanno loro.
Si avvicinano e scendono dall'auto; anche noi scendiamo e ci appoggiamo al cofano; facciamo le presentazioni, e notiamo che uno dei due è più vecchio; allora, in divisa, sembrava della stessa età del romano, che era decisamente più giovane.
Dopo le presentazioni, il siciliano ci dice che eravamo una bella coppia, che anche loro avevano giocato spesso con coppie.
Mia moglie lo interrompe e gli chiede:
"Ma sempre con il sistema del ricatto ad evitare la denuncia?"
Il romano risponde:
"No, se non vi va di giocare con noi, potete andare; nessun ricatto. Io sono di Latina, vicino Roma, e gioco anche con mia moglie".
Il siciliano precisa, a sua volta, che non c'è nessun ricatto.
Io gli riferisco: "Per noi è stata la prima volta, quella di giocare in macchina e, oltre quel ragazzo, che conosciamo da sempre, non abbiamo esperienza con nessuno".
Mia moglie punta sul siciliano; era un tipo sui 40, alto sul 1.85, ben messo, non palestrato, ma un pezzo d'uomo. Era originario del centro Sicilia.
La vedevo molto intrigata da lui; era più sicuro nel parlare, più maschio; il romano era più timido e impacciato, anche se dichiarava di conoscere le regole di gioco.

Dopo qualche ora che parlavamo, mi viene un'idea: per sbloccare la situazione, dico al romano se gli potevo fare qualche domanda, ma da soli, e ci allontaniamo, giusto quel tanto per lasciare mia moglie e il siciliano da soli.
Gli chiedo che gioco faceva con la moglie, mentre gli spiego che mia moglie non è abbastanza convinta di giocare con due singoli. Gli spiego che, con quel ragazzo c'è un rapporto di vecchia conoscenza, che era un suo ex fidanzato.
Nel mentre, mia moglie ha l'occasione di proseguire nella tresca con il suo collega o, quanto meno, giungere ad un nuovo appuntamento.
Il romano mi racconta che con sua moglie ha un rapporto di fiducia; a lui piace il gioco cuck, ma, per il momento, essendo distanti, lei scopa con un suo collega, tenendolo informato a mezzo foto e video.
Mentre parlavo con il romano, rivolgevo lo sguardo nella direzione di mia moglie, per rendermi conto di come procedeva il suo approccio con l'altro.
La vedevo ridere e scherzare, poi noto che ha il telefono in mano e scrive qualcosa.
Ritornato verso la macchina, non sapevo cosa dire, né sapevo che intenzioni avesse mia moglie; intanto, si era fatta quasi l'una di notte.
A risolvere il problema ci pensa mia moglie, che, in poche parole, li saluta con un arrivederci e andiamo via.
Appena in macchina mi chiede:
"Perché ti sei allontanato con quello?" e così le spiego che l'ho fatto, avendo notato il suo interessamento per l'altro.
Lei sorride e mi dice: "Ho piacere che sei attento ai miei gusti; sì è un tipo interessante e poi, non l'ho mai fatto con un uomo maturo".
Le chiedo come mai non gli ha permesso di fare qualcosa e lei mi risponde che non le andava in quel contesto, ma che aveva provveduto a procurarsi il modo per creare un momento più intrigante.
Poi mi dice che, in fin dei conti, lei non aveva grandi esperienze in questo gioco e, come uomini, aveva avuto solo me e il suo ex; gli altri suoi filarini erano dei ragazzini, con i quali non è mai andata oltre qualche sega.


(continua)

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