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UN MARITO PORCO


di cuckold211
22.08.2017    |    26.997    |    11 9.6
"Di tanto in tanto si ritaglia del tempo per sé stessa: si fa bella, affinché io non smetta di desiderarla, si abbiglia in maniera provocante, affinché..."
NOTA DELL'AUTORE
Sono stato onorato ed onerato a scrivere questo racconto, che riguarda una storia vissuta dalla coppia presente sul sito con il nick "maritoporco", cui rimando per ogni ulteriore dettaglio, ivi comprese le foto a corredo del profilo.

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E' tardi. Ho da poco finito di far l'amore con mia moglie ed ora lei dorme tranquilla il sonno dei giusti, di quella che non ha scheletri nell'armadio, di quella che, come la maggioranza delle mogli, si dà da fare per tenere in ordine la casa, fare la spesa, preparare qualcosa da mangiare e, sopratutto, lavare e stirare le camicie del suo uomo per farlo apparire sempre impeccabile.
Di tanto in tanto si ritaglia del tempo per sé stessa: si fa bella, affinché io non smetta di desiderarla, si abbiglia in maniera provocante, affinché affiori in me la voglia di lei e diventi il "porco" che a lei piace tanto.
Infatti ella è davvero brava a stuzzicarmi e, quando fa emergere l'animale che è in me, non disdegna di chiamarmi proprio così: "Porco, mi vuoi?"
Anche poco prima i fatti si erano svolti a quel modo: ero, appena rientrato dal lavoro, mi era avvicinato per il rituale bacio ed avevo avvertito subito la fragranza della femmina in calore; la osservo attentamente mentre si dà da fare ad apparecchiare per la cena; indossa quella maglietta così scollata che il seno fa fatica a restare coperto (oh, quei seni: mia delizia, mia dannazione, sono immortalati nell'avatar); lei sa che mi ha messo il sangue in subbuglio, ma fa finta di niente; si muove avanti e indietro con disinvoltura; ha una mini in jeans che espone alla vista le sue gambe, quelle che ti afferrano e ti attanagliano quando osi avventurarti tra esse; si china per prendere la teglia dal forno: visione paradisiaca... non indossa intimo... figa e culo sono lì, davanti ai miei occhi... ho uno scatto verso di lei, l'abbraccio, rischiando di scottarci entrambi con la teglia bollente, ma lei mi respinge: "Non ora, porco, prima ceniamo".
Già, mi viene da pensare, perché il porco sarei io quando lei mi sbatte in faccia i suoi (miei) tesori?
Ceniamo e continuo ad osservarla nella sua disinvoltura, quasi distaccata, mentre so che quel suo modo di fare è finalizzato ad accrescere al massimo la mia eccitazione.
Finita la cena, senza nemmeno sparecchiare, la prendo in braccio, quasi con violenza (ricordate la scultura de "Il ratto delle sabine"?), la sbatto sul letto, mi fiondo su di lei. Mi inebrio del profumo che emana quel suo corpo nudo, lo lecco ovunque e... tra le cosce è un lago: il lavorio, da lei messo in atto, non ha fatto eccitare solo me.
E' una lotta quella che si svolge sul nostro letto... lei è sfinita e mi implora di concludere... le inondo la figa di sperma e mi lascio cadere sul fianco.
Quando l'ultimo spasimo abbandona i nostri corpi e interviene il languore, ci addormentiamo.
Non so quanto tempo ho dormito; mi scuoto e lei è lì, al mio fianco, magnificamente nuda, con un rivolo di sperma che le cola dalla vagina.
Vado di là, accendo il PC, entro nel sito di "Annunci 69", digito l'iscrizione nick "Maritoporco", recupero alcune foto di lei e le pubblico a corredo dell'annuncio; come avatar? I suoi magnifici seni, dall'aureola brunita e bella ampia, con due capezzoli sfrontatamente prominenti, che stimolano a farsi succhiare.
Sono contento di ciò che ho fatto... non mi aspetto molto, ma almeno tutti potranno ammirare quelle fattezze di mia moglie che amo da morire e che mi mandano in fumo il cervello.


Inutile dire che, dopo l'iscrizione sul sito, cominciarono a piovere richieste di amicizia, messaggi in cui si decantava la sensualità di sua moglie, il desiderio di conoscerla intimamente.
Tra i tantissimi che si proponevano, vi erano alcuni davvero ben fatti e con una dotazione decisamente superiore alla sua, tanto da farlo dubitare sull'effettivo gradimento di sua moglie per quei soggetti.
Naturalmente era lusingato dai molteplici inviti, complimenti e fantasie che i vari utenti esternavano sull'onda dell'eccitazione provocata dalla visione delle nudità di lei.
Era da tempo che nella sua mente si era formata l'idea di offrirla a qualcun altro e vederla godere tra le sue braccia. A volte, mentre scopavano, le manifestava questa sua idea e lei, nello sconvolgimento dei sensi, quasi lo assecondava e fantasticava a sua volta: "senti... senti" gli diceva "sei talmente porco che non proveresti gelosia a vedere tua moglie scopare con un altro, ma, anzi, proveresti eccitazione? Infatti lo sento bene quanto questo pensiero ti eccita e, se proprio vuoi saperlo, eccita da morire anche me".
Queste parole ebbero su di lui l'effetto che dovette produrre sugli Ebrei quando videro cadere la manna dal cielo: meraviglia assoluta... aveva riconosciuto che quel pensiero eccitava anche lei?
Era davvero strano, dal momento che era sempre stato lui a dover spingere sul lato sessuale.
Infatti, come si dice? Passato il Santo, passata la festa? Svaporata l'eccitazione del momento, si ritornava al menage familiare di sempre, e a nulla sarebbero valse sollecitazioni di quel tipo e in quel senso.
Per vero la sua donna aveva lo spirito esibizionistico molto spiccato ed egli riconosceva che, quando si era dichiarato e l'aveva voluta come fidanzata, forse era stata quella peculiarità ad attrarlo.
Quella della sua donna non era troiaggine, quanto piuttosto una forma di civetteria che sciorinava quando usciva e si trovava tra la gente.
Capitava spesso che uscisse con delle amiche, indossando magliette alquanto scollate, con seni liberi e minigonne da infarto.
Una volta ebbe a suggerirle di non indossare le mutandine e, vista la sua titubanza, gliele tolse lui stesso; quella sera attese con trepidazione il suo rientro per sapere se la cosa avesse potuto sortire un qualche effetto.
Al ritorno, lei era visibilmente eccitata ed a letto, mentre si coccolavano e stuzzicavano reciprocamente, lei
gli raccontò:
"Appena le amiche mi hanno visto, hanno cominciato a far le spiritose sul fatto che ero fortunata ad avere un marito che non faceva storie che la moglie uscisse di casa vestita in maniera così provocante.
Allora, per strabiliarle, mi sono alzata la gonna ed ho mostrato loro che sotto ero nuda.
Non ti dico la loro espressione di stupore! Stupore che poi si è trasformato in meraviglia e, perché no, forse anche invidia, quando ho detto loro che eri stato tu a togliermele, prima di uscire, per mandarmi in giro senza.
Quelle stronze allora hanno deciso di imitarmi ed ognuna di esse le ha tolte, riponendole nella borsetta, perché quella sera avevano deciso di andare a ballare e provare l'esperienza di sentirsi nude, sotto.
Nel locale eravamo un po' tutte su di giri, conoscendo il segreto che ci legava e badando a non far salire troppo la gonna.
Ci siamo divertite come non mai, poi... è successa una cosa ... amore, non me ne vorrai, vero?
Forse qualche stronza di quelle deve aver detto ad uno dei ragazzi che ballavano con noi, che sotto ero nuda; ebbene mentre ballavamo... me l'ha toccata... io lo respingevo, ma lui era di nuovo lì... mi sono innervosita al punto che ho smesso di ballare, ho litigato con le amiche e me ne sono andata .
Amore, da sola per la strada, sono tornata con la mente, alla scaramuccia avuta con quel ragazzo; capisci, tesoro mio, un estraneo ha toccato ciò che è tuo, ciò che io ho promesso per te solo; lui l'ha toccata e... ti prego non arrabbiarti con me... MI E' PIACIUTO... vedi... sono un lago... ed è tutto per te".
Si scatenarono come animali; non erano più marito e moglie, legati dai vincoli che quella condizione comporta; erano un uomo ed una donna, anzi, un maschio ed una femmina che davano fondo alla forza primitiva che era in loro: la libidine più sfrenata.


Fu quella l'occasione in cui capii che mia moglie poteva essere pronta a saltare il fosso.
La abbracciavo, la baciavo e la tranquillizzavo dicendole che non ero arrabbiato né offeso, che era naturale che a lei fosse piaciuto sentirsi desiderata, tanto che il ragazzo aveva osato toccarla.
Ma ora, come fare per replicare quell'avventura, che ci aveva travolto entrambi, magari con qualcosa in più di una semplice toccata?
Ero in un vicolo cieco: come l'avrebbe presa se avesse saputo che le foto di lei nuda erano nel web?
Che in tanti l'ammiravano e, semmai, costruivano incontri sessuali con lei? Dovevo cancellare l'account?...
Ma quando vi entravo e trovavo tutti quei messaggi di gradimento e fantasie che gli utenti coltivavano su mia moglie, non mi riusciva di cancellare tutto.
Poi, una volta, in seconda serata, in TV davano il film "La chiave" di Tinto Brass.
Mia moglie mi strappò dal PC, perché intendeva vederlo in mia compagnia: le amiche le avevano detto che era di un intrigo unico.
E, parafrasando l'Alighieri, quando a proposito di Paolo e Francesca diceva "galeotto fu il libro e chi lo scrisse", potrei dire che qui, per noi, galeotto fu quel film.
Esso ci mise addosso una tale frenesia, che dopo il film scopammo come ricci, richiamandoci alla mente le diverse scene più hard:
"Ma tu pensi che lei non si fosse accorta che il marito la fotografava? Sono convinta che lei facesse finta di dormire. Dio mio, che vergogna, quando lei sviene in bagno e lui, Laszlo, è lì che la vede con le mutande alle caviglie. Che cornuto quel marito che dà da sviluppare le foto della moglie, così audaci e piccanti, proprio a lui! Che bello quando la moglie si mostra al marito in lingerie osé, ben sapendo che lui sa! E quella frase, dal chiaro doppio senso, che la figlia rivolge al padre 'credo che ti stiano crescendo oltremodo, le chiome!' e la risposta di lui 'hai ragione, ma a me piace farle crescere".
Questo il contenuto delle osservazioni che mia moglie faceva, mentre facevamo l'amore, dopodiché ci addormentammo.
Il mattino dopo scappai al lavoro e solo lì ricordai di non aver spento il PC; l'avevo lasciato connesso al sito, perché attratto dai messaggi che continuavano ad arrivare.
Fui sulle spine fino a sera e, quando rientrai, lo trovai regolarmente spento.
Poi mia moglie mi annunciò che dopo poco sarebbe uscita con le amiche, mettendomi a parte di ciò che aveva preparato per cena.
Mentre cenavo, arriva lei pronta e... per poco non mi strozzo: non era una donna, era una Dea; al solo vederla mi eccitai all'istante.
Mi rivolse sguardi maliziosi e, sulla porta, prima di uscire, disse "ah, dimenticavo..." si alzò la gonna, sfilò le mutandine e me le poggiò sul tavolo.
Secondo me era ancora per le scale, mentre io, come un cane, annusavo quel cimelio che profumava di lei; chiunque mi avesse visto con quell'indumento sotto il naso, avrebbe pensato che ero pazzo da legare.
Sempre con l'odore di lei, ho acceso il PC e sono entrato nel sito.
Dopo circa tre ore, lei è rientrata ed io l'ho presa per mano, portandola in camera; lei ha obiettato
"Aspetta, devo prima fare pipì";
"va bene - ho risposto - "ma non lavarla... voglio leccarla al sapore di pipì".
"Quanto sei porco!"
Appena uscita dal bagno, era già nuda, come me, del resto.
"Racconta" le ordinai e lei "Con le amiche, stasera..."
"No! Non mi interessa un cazzo delle tue amiche! Devi cominciare a raccontare da stamattina".
Lei, capendo che avevo scoperto tutto, cominciò il suo racconto.
"Stavo spolverando, quando urtando il mouse del tuo PC, è apparsa sul monitor, una foto di me, completamente nuda. Sotto vi erano una infinità di apprezzamenti, dai più romantici a quelli decisamente volgari; gente da tutta l'Italia, e anche dall'estero, inneggiava alla mia sensualità, alla mia procacia.
Lì per lì ho pensato al film visto ed al suo svolgimento, ma quello era fantasia, mentre ciò che avevo davanti era realtà... ero irata, mi sentivo umiliata, insomma se in quel momento ti avessi avuto fra le mani, giuro... ti avrei ammazzato; avevo anche pensato di far le valigie e andarmene.
Poi, ripercorrendo le immagini del film e ben ricordando quel che più volte mi dicevi, mentre facevamo l'amore, mi sono calmata e ad essa hanno contribuito anche gli elogi che venivano rivolti alla mia persona da tanti illustri sconosciuti.
Il mio spirito da esibizionista ha cominciato a far capolino tra le esortazioni che ricevevo e le fantasie che sollecitavo nelle menti di chi mi ammirava. Infine sono stata colpita dal commento di un giovane che mi definiva DEA e, come tale, desiderava inginocchiarsi ai miei piedi e adorarmi.
Ho risposto al suo invito e stasera sono andata da lui.
Sgombero subito il campo da idee equivoche che possano venirti: non abbiamo scopato, se è questo che ti aspetti ti dica, ma ci siamo adorati, a vicenda. Come? In un magnifico 69. Appena giunta da lui mi ha tolto le scarpe ed ha voluto leccarmi i piedi; mi sono subito bagnata... avevo la figa che colava umori ed allora l'ho fatto distendere e gliel'ho messa sulla bocca.
Amore, avessi visto, leccava la mia figa con una riverenza ed una delicatezza, che mi ha provocato subito un orgasmo devastante; io, a mia volta, avevo davanti agli occhi il suo fallo, svettante come un totem, e, come tale, l'ho riverito ed adorato, fino a quando ha emesso il suo seme.
Potevo, amore, farlo disperdere nel vuoto? Era il frutto della mia adorazione... e così, come lui ha ingoiato tutti gli umori che ho riversato nella sua bocca, allo stesso modo anch'io ho ingoiato quel nettare".
Immediatamente l'ho baciata in bocca, nella speranza di carpire ancora qualche residuo di quell'orgasmo ingoiato: effettivamente la sua bocca sapeva della fellatio appena portata a termine.
Dopo di che mi fiondai sulla sua figa al sapore di pipì, nonché a quello degli umori di lei e saliva di lui.
Anche quella sera raggiungemmo godimenti superlativi.
Avevamo fatto passi da gigante, io e mia moglie, sulla strada della trasgressione, ma ancora non potevo ritenermi soddisfatto: desideravo con tutte le forze che un cazzo estraneo la violasse, la profanasse, le entrasse in profondità e la inondasse di sperma; tutto questo doveva avvenire in mia presenza, lei doveva goderne e trasmettermi ogni fremito, ogni brivido che provava il suo corpo nel sentirsi penetrata da un cazzo che non era il mio.
Una sera, all'uscita dal lavoro, incontrai Aldo, un amico con cui, da bambino, giocavo e, da adolescente, corteggiavo ragazze; ci eravamo persi di vista perché egli, per lavoro, aveva cambiato città.
Volevo festeggiare per esserci ritrovati e lo invitai, per il sabato successivo, a cena a casa mia.
Quel sabato si presentò a casa con una bottiglia di spumante Ferrari, in una mano, e, nell'altra, un mazzo di rose per mia moglie che, come sempre del resto, si era messa in ghingheri ed era semplicemente incantevole.
Aldo, superata la prima fase di imbarazzo, cominciò a profonderle complimenti per la sua avvenenza, poi diede fondo alla sua spigliatezza, così da farci trascorrere una felice serata tra risate e ricordi dei vecchi tempi.
Quando si congedò, notai il suo fin troppo affettuoso abbraccio scambiato con mia moglie, la quale rispose con altrettanta espansività.
A letto, mentre facevo l'amore con lei, mi venne di chiederle se l'amico le era risultato gradito e se avesse voluto rivederlo.
Tutte risposte affermative; quando all'apice del piacere le chiesi "Lo sai, vero, che stai chiavando? Dimmi... con chi?"
Mi rispose dopo qualche secondo, intervallato da sospiri e gemiti:
"Oh, porco, dimmi che sono una troia, una puttana, una zoccola, ma, in questo momento, sto chiavando con Al...doooooooooo....ssssììììììì.... godoooooooooooooooo".
Ero rimasto sbigottito da questa rivelazione; sì, una rivelazione, perché ero più proteso a pensare che lei potesse fantasticare su uno dei tanti utenti del sito che le facevano proposte o, perché no, al ragazzo con cui aveva avuto il 69, ma mai avrei immaginato che Aldo avesse potuto intrigarla al punto da farle pronunciare il suo nome mentre godeva.
Vedevo mia moglie davvero trasformata: aveva avuto il coraggio di avventurarsi da sola con uno sconosciuto ed ora, con sfrontatezza, mi spiattellava in faccia che avrebbe "chiavato" con Aldo, il mio amico da una vita?
La cosa, se da un lato mi rendeva contento, perché vedevo la possibile realizzazione di quella che ormai era divenuta una fissa, dall'altro, mi imbarazzava non poco: avrei dovuto far sapere all'amico che avevo una moglie troia, che se lo sarebbe scopato volentieri ed alla grande, e che, a me, questo piaceva; dovevo, insomma, fargli sapere che ero un pervertito?
Nei giorni successivi a quella sera, mai più, da parte di mia moglie, un cenno su ciò che le era uscito di bocca.
Come sempre dovevo essere io a sollecitarla e, semmai, sentirmi rintuzzare che, da porco qual'ero, proprio non riuscivo o sapevo pensare ad altro, che non fosse quello di vederla scopare con l'amico.
Avevo deciso... avrei parlato con Aldo, sopratutto per tranquillizzarlo, se mai avesse avuto qualche remora, in
ordine al fatto che la donna in questione era mia moglie.
Ricordo che con Aldo, da adolescenti, una volta, all'imbrunire eravamo andati in campagna con un'amica, Liliana, e, stesi per terra, guardavamo l'immensità del cielo ed i miliardi di stelle che lo affollavano.
Liliana aveva noi due ai suoi fianchi e, ad un certo punto, ci toccò proprio lì.
Noi, senza dire una sola parola, lo tirammo fuori dai pantaloni e lei, con disinvoltura, prese a segarci.
Fu quella l'occasione in cui vidi il pene di Aldo e ricordo bene che era più lungo e grosso del mio, ma non di tanto.
Presi il telefono e lo chiamai; "Aldo, oggi, all'uscita dal lavoro, potremmo incontrarci allo stesso posto della volta scorsa? Devo parlarti".
"Alea iacta est" disse Cesare nell'attraversare il Rubicone ed anche per me era stata una decisione sofferta; naturalmente non perché fosse dolorosa, quanto perché ero alle prime battute di un'avventura che desideravo fortissimamente e dovevo trovare il modo di non farla apparire sconcia, indecorosa.
Aldo era lì ad aspettarmi e subito lo invitai a prendere un caffè al bar all'angolo, forse per darmi una sferzata di coraggio. Dopo di che, gli dissi:
"Ricordi quella volta, in campagna, con Liliana? Eravamo ragazzi, ma quel che facemmo a me piacque da morire. Ho tenuto un gran riserbo sulla cosa, perché temevo il giudizio degli altri. Ora, amico mio, mi è scoppiato nell'animo di voler riprovare quella forte emozione, naturalmente non più con Liliana, che non so neppure dove sia finita, ma... con mia moglie,... che, sai bene, amo alla follia e l'ultima cosa che vorrei è crearle dei traumi. Se organizzassi un'uscita assieme, te la sentiresti di corteggiarla fino a stimolarle la libido? E, qualora questo dovesse verificarsi, la scoperesti davanti a me? Mi faresti questo regalo, anche perché vorrei organizzare nel giorno del mio compleanno?"
Aldo era rimasto visibilmente basito; mi osservava con lo sguardo di chi si chiede se non fosse tutto uno scherzo e non pronunciava parola; poi gli venne da sorridere e, per vero, ridemmo insieme e disse:
"Amico mio, quello che mi chiedi, pur nella sua assurdità, è di un erotismo unico; tua moglie è bellissima e dovrei solo essere uno sciocco a rifiutare di scoparla; ma, davanti a te?"
"Sì, Aldo, perché lei non mi ha mai tradito, e, se lo facesse da sola con te, devi riconoscere che sarebbe proprio un tradimento, mentre io voglio sia un gioco, un gioco come fu quello con Liliana, che ci piacque tanto e non ne rendemmo mai partecipe nessuno, tenendolo gelosamente custodito, per tanti anni, nei nostri cuori. Inutile dire che mia moglie non è a conoscenza di questo nostro accordo, per cui tu continuerai a comportarti come l'altra sera a casa mia. Sta a te valutare se e quando, nel corso della serata, sarà il momento di sferrare l'attacco alla sua naturale ritrosia".
Quell'amico, ora che sapeva, mi apparve subito più caro, più intimo di quanto non lo fosse già prima.
Ero felice di aver concluso quell'intesa con lui; ora non restava che organizzare il festino a tutto onore e piacere della mia adorata metà.
La informai che al mio compleanno avremmo festeggiato in qualche locale e che avevo provveduto ad invitare anche Aldo.
Lei non si scompose più di tanto, ma già dal giorno dopo cominciò i preparativi.
Acquistò un nuovo abito e delle scarpe con tacco 12, prese appuntamento dal parrucchiere, dall'estetista, insomma la sera del mio compleanno era riduttivo volerla definire magnificamente voluttuosa: un abito da favola in seta, con motivi leggeri e colori pastello, che la rendevano sciolta, quasi eterea; piedini nudi e ben curati, con unghie laccate, infilati in sabot che slanciavano la snellezza delle gambe, scoperte fino a circa 15 cm., oltre le ginocchia; il seno, magnificamente nudo sotto quella parvenza di tessuto, era contenuto da triangoli di stoffa che si univano sulla nuca, trattenuti da una piccola fibbia; schiena completamente nuda fino alla cintola: mia moglie sembrava una diva di Hollywood.
Naturalmente i complimenti sia miei che di Aldo non si contarono. Non è superfluo dire che Aldo, durante tutta la serata, la ricoprì di baci, sulla fronte, sulle guance, sulle labbra, sul collo e, finanche, sulle spalle.
Poiché eravamo in un night club con ristorante, più di una volta si alzarono dal tavolo, da noi occupato, per ballare e quel suo vestito, tra le trasparenze provocate dalle luci della pista, evidenziava e rendeva visibile il seno dai capezzoli bruniti, la rimanente parte delle cosce con, nel mezzo, all'altezza dell'inguine, qualcosa di scuro che sembrava quasi il vello del pube, mentre sapevo bene che lei era intimamente depilata. Di schiena, i suoi glutei erano perfettamente visibili in tutta la loro procacia ed era una gioia vederli muoversi al ritmo della musica.
Lei era raggiante e si era pavoneggiata, già fin da quando avevamo fatto ingresso nel locale, tenendosi al braccio di due uomini.
Quella sera la sua esuberanza era senza limiti: invitata da Aldo, si era allontanata dal tavolo per ballare e, quando, non più distratto da altro, guardai in pista, non li vidi.
Poi, trascorsi alcuni minuti, eccoli lì, ballavano stretti come una coppia innamorata e lei, d'improvviso, si lanciò in un bacio, lingua contro lingua, con Aldo.
Mi guardai attorno con lo stesso timore del bimbo sorpreso a rubare la marmellata.
Quel loro bacio mi fece eccitare da matti: avevo le farfalle allo stomaco... gelosia? non so... il pene, nei pantaloni, dava colpi per liberarsi.
Lei lasciò la pista e mi si avvicinò; mi alitò nell'orecchio:
"Hai notato che eravamo scomparsi dalla pista? Ebbene Aldo mi ha fatto vedere, oltre ad averlo già sentito mentre ballavamo, quanto fosse eccitato e voleva che glielo leccassi... Sei sempre sicuro di volermi vedere scopare con lui, o ci hai ripensato?"
"Ora più che mai" risposi e nel farlo presi la sua mano e l'appoggiai sulla patta.
"Quanto sei porco!... ma sappi che è proprio questo che mi piace di te. Vogliamo spostarci a casa, ove potremmo concludere questa magnifica serata? Aldo è d'accordo!".
A momenti godevo nelle mutande, tanto quel breve scambio di parole mi aveva eccitato.
In men che non si dica, pagai il conto, uscimmo dal locale e difilati a casa.
I colombi, seduti sul divano posteriore dell'auto, non smettevano di mangiarsi le labbra ed io li rimiravo dallo specchietto retrovisore.
Appena a casa, mia moglie agì sulla fibbia alla nuca e, come una piuma, l'abito si raccolse ai suoi piedi, lasciandola splendidamente nuda.
Tolse anche quella conchiglia che le faceva apparire il pube villoso ed eccola lì, la mia adorata figa implume e spudoratamente alla vista di Aldo.
Questi le si accostò e la baciò ancora sulla bocca; la prese tra le braccia, alzandola da terra, e la adagiò sul letto. Lei aprì le gambe e, rivolta a me, disse:
"Auguri, amore mio, a te per primo spettano gli umori che il nostro amico, Aldo, mi ha fatto emettere finora".
Mi ci fiondai sopra e le leccai anche l'anima.
Aldo aveva messo in pratica quello che le aveva chiesto, ma non ottenuto, al locale: se lo faceva leccare e succhiare alla grande, con movimenti lenti, quasi scopandola in bocca; ricordavo bene: era più longo e grosso del mio.
I fremiti di mia moglie non si contavano più, vuoi per le slinguate che le davo e le strizzate con i denti al clitoride, ma, penso, per quel palo che si ritrovava in bocca, in un contesto ben diverso dal passato: il marito era ora lì, la guardava e ne godeva.
Stava ora alla sua voluttà, alla sua libidine, esternare quanto fosse capace di essere la troia, che il marito aveva immaginato di lei.
In quella posizione raggiunse i suoi primi tre orgasmi, poi volle che Aldo la scopasse.
Egli non se lo fece ripetere e... immagine celestiale... penetrò in lei nella posizione del missionario.
Lei, continuando a baciarlo in bocca, gli avvolse le braccia al collo e le gambe ai fianchi, in maniera da imporre il ritmo desiderato e sentirlo il più profondamente possibile dentro la sua vagina, e quasi a volergli impedire di uscirsene da lei.
Non dimenticherò mai più quella visione: si è stampata nella mia mente, come il timbro nella ceralacca.
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