Racconti Erotici > Lui & Lei > Ancora la mia signora "perbene" 4
Lui & Lei

Ancora la mia signora "perbene" 4


di cuckold211
07.07.2018    |    6.961    |    2 9.8
"Guarda, tiro fuori la lingua, così la puoi toccare ad ogni colpo..."
Quando Franco la vide, quella sera, restò a bocca aperta: era sua moglie e, se su di lui esercitava una sovreccitazione incredibile, quale sarebbe stato l'effetto provocato in altri maschi? Era di una sensualità unica; sprizzava sesso da tutti i pori. Le si accostò per baciarla e fu avvolto da profumi così intensi da provocargli un'erezione immediata. Avrebbe voluto prenderla in quel preciso istante, ma lei, ricambiando il bacio, disse:
"Non avevi una sorpresa per me?"
"Certo - rispose Franco - e sono certo ti piacerà".
Approdarono in un club-prive, ove furono accolti con spirito amicale senza eguali; l'atmosfera che si respirava era di profonda morbosità.
Guadagnarono la pista da ballo e si stringevano muovendo qualche passo e guardandosi attorno. Furono avvicinati da altra coppia, che erano curiosi di fare la loro conoscenza.
Fra un drink al bar ed una visita guidata (?) al locale, nella mente di Franco e Liliana prese corpo la visione di quello che avrebbe potuto essere il Paradiso Terrestre, cioè il posto dove erano innaturali le inibizioni ed ognuno poteva esprimere liberamente i propri istinti sessuali, anche quelli più spinti.
A Franco era già pervenuto un chiaro messaggio da parte della lei di coppia, quando gli aveva stretto una mano affondandogli le unghie nel palmo; contemporaneamente Liliana era stretta d'assedio dal lui.
Franco andò a ballare con la nuova amica e questa, inopinatamente, gli si strinse addosso premendo il suo pube sul sesso più che rigido e, nel contempo gli invase la bocca con la lingua, facendola roteare vertiginosamente.
In pista, un singolo si era avvicinato a loro con il pene in mostra; la bionda amica, per niente intimorita, glielo prese in mano e cominciò a menarglielo, mentre quello, dietro, le accarezzava i glutei. L'altra mano di lei estrasse dai pantaloni di Franco il suo pene e, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, si inginocchiò e prese a spompinare entrambi i falli a sua disposizione.
La cosa stupefacente era che, intorno a loro, altre coppie o trii continuavano a muoversi mimando il ballo, mentre, in realtà, erano presi a fare tutt'altro.
Fu istintivo che lo sguardo di Franco si rivolgesse là dove aveva lasciato la sua Liliana ed ancora una volta restò sbalordito nel constatare che ella, con i piedi nudi appoggiati alla seduta del divano, offriva il proprio sesso alla famelica lingua del compagno della bionda.
Sia a destra, che a sinistra, di Liliana vi erano due giovani, con i loro falli in bella vista, cui venivano dedicate amorevoli attenzioni delle abili mani della moglie che, in quel preciso istante, fu tirata indietro con la testa da altro giovane, giunto alle spalle, per occupare la bocca libera con il proprio pene.
In quel momento Liliana era circondata da quattro uomini ed a tutti offriva quel che poteva per farli godere: appariva rilassata ed a suo agio, quasi fosse avvezza a quelle situazioni, a quelle esibizioni degne della professione di un'attrice porno. La cosa tranquillizzò Franco, che ebbe modo di dedicarsi allegramente alla bionda oltre che a due morettine, sopraggiunte, in quanto allettate dalla vigoria con cui Franco scopava la bionda.
Al ritorno dalla moglie, la trovò inginocchiata sul divano, con il petto allo schienale in modo da succhiare chi le si poneva davanti ed essere scopata da chi le stava dietro.
Franco era stremato e così sollecitò la moglie a completare ciò che stava facendo: fu allora che si accorse che chi le stava dietro non si serviva della sola fica, ma anche del culo e senza che lei protestasse.
Rientrarono in albergo. Liliana aveva le mucose irritate, tumefatte, ma era soddisfatta; allo stesso modo Franco, che ormai si era convinto che la moglie era diventata più puttana delle puttane.
La sera dopo ritornarono al locale e così via , sera dopo sera, fino alla fine della loro permanenza a Milano: nessuno dei due era in grado di quantificare il numero delle persone con le quali si erano scambiate godurie di ogni tipo.
Ciò che per Franco si rivelò stupefacente fu il fatto che Liliana chiavava ad oltranza, senza mai dire basta, e questo gli fece intendere quale pozzo di lussuria avesse scoperchiato.
Quindi, quando la coppia approdò alla casa di Nino, dove conobbero Antonio, non erano principianti, però una nuova esperienza era pronta per loro.
Antonio era rimasto colpito dalla vivacità sessuale di Liliana, per cui, dopo la conoscenza fatta a Villammare, non passava giorno che non telefonasse a Franco per invogliarlo ad un nuovo incontro.
Egli era sicuramente il maschio "alfa" e Liliana si sentiva lusingata ad essere oggetto dei desideri e delle voglie di quell'amico, per cui iniziò un periodo particolare nel quale Franco subiva , ma senza indispettirsene, della presenza di Antonio.
Gli bastava vedere lo sguardo luminoso di Liliana quando veniva avvertita che avrebbero trascorso del tempo con Antonio e quello estatico, sempre di lei, dopo essere stata a lungo sbattuta senza riguardo alcuno.
Antonio si divertiva a presentare ai tanti amici la coppia, facendo chiaramente intendere che scopava Liliana sotto gli occhi compiacenti del marito e ciò ebbe a verificarsi svariate volte, come quella in cui si presentarono, per cena, in un ristorante.
Come ovvio, furono avvicinati da un solerte cameriere, intimo amico di Antonio, che si raccomandò per un servizio veloce, avendo intenzione di impiegare il tempo residuo della serata, in attività più inebrianti.
Franco si sentì umiliato per quelle dichiarazioni, che di per sé erano più che allusive; ma Antonio fece seguire un cenno con l'occhio e, rivolto a Liliana, aggiunse:
"Togliti le mutandine ed offrile all'amico, affinché sappia che gli sarai personalmente riconoscente".
Franco avrebbe voluto sprofondare per la vergogna, ma, con un leggero sorriso ambiguo, assistette ai movimenti riservati della moglie per sfilare l'indumento e poggiarlo sul tavolo.
Il cameriere lo fece sparire repentinamente nella sua tasca e, poi, li servì con tutta la riverenza dovuta agli avventori.
Appena finirono, Antonio invitò Liliana ad andare in bagno; lei, senza nulla eccepire, si alzò ed entrò nella toilette, subito seguita dal cameriere.
Passarono alcuni minuti che per Franco sembrarono un'eternità, poi Liliana tornò al tavolo e baciò in bocca Antonio, "E franco, no?" aggiunse questi.
Quando Franco si ritrovò in bocca la lingua della moglie capì che, precedentemente, era piena del seme del cameriere, e quando Liliana aveva baciato in bocca l'amico, non aveva fatto altro che riversargli ciò che aveva estratto dai coglioni di quello. La sua bocca, come la sua lingua, era ancora intrisa del sapore inequivocabile di sperma.
Contemporaneamente pose sul tavolo le restituite mutandine, quale prova del prezzo pagato, e a dimostrazione che ne restava priva...
"Franco, prendile tu - disse Antonio - sono tue per diritto".
All'uscita dal ristorante si diressero verso il parcheggio, quando Liliana esclamò:
"Accidenti! Sono andata in bagno senza alleggerire la vescica", e Antonio:
"E' ovvio, mia cara, eri presa da altre faccende!?... Falla qui...!"
Il parcheggio era situato tra la strada, sufficientemente percorsa da auto in entrambi i sensi di circolazione e l'entrata alla struttura, per cui era davvero elevato il rischio che qualcuno potesse vedere la donna mentre mingeva, eppure, con una spudoratezza che Franco non le ravvisava, Liliana rialzò la veste fino all'ombelico trattenendola con le mani, si accovacciò ed un rivolo dorato, a volte impetuoso, marcò il terreno come una carte geografica.
Quando Liliana si rimise in piedi, si sarebbe aspettata che qualcuno dei suoi uomini, le avesse offerto un fazzolettino, invece.... Antonio le si infilò fra le cosce e la ripulì con la lingua.
"Che porco!" venne di pensare a Franco.
Poi si mossero e raggiunta una radura, si distesero sull'erba fianco a fianco. Liliana si era disfatta del vestito per non rovinarlo e, praticamente nuda, si inginocchiò sul marito e accolse in bocca il cazzo fieramente eretto.
Antonio si piazzò rapidamente dietro di lei e cominciò a carezzarle le belle chiappe.
Poi ella si spostò ad accogliere il fallo maritale nella sua figa eccitata all'inverosimile, mentre Antonio, attraverso lo sfintere, penetrò nelle profondità brucianti del culo di lei.
I colpi che Liliana riceveva contemporaneamente, ma alternativamente, erano tali da farla gemere come una gatta.
Il ritmo si fece sempre più intenso e irresistibile, portando i tre amanti verso il piacere.
"Io vengo" gridava Franco , cui faceva eco la voce di Antonio.
"Lasciate tutto dentro... tutto dentro..." replicava Liliana che non ebbe il tempo di finire la frase che sentì un getto bollente espandersi nell'intestino, ed un altro raggiungere la cervice.
Quella doppia sensazione provocò nella donna un godimento prolungato e devastante.
Restarono, tutti e tre, per circa mezz'ora immobili, poi Antonio si riprese per primo.
Aveva davanti agli occhi le mammelle gonfie e provocanti di Liliana, sormontate da capezzoli turgidi bruniti.
Un'idea oscena gli balenò nella mente e, sollevatosi, andò a sedersi sul torace della donna, piazzandole il cazzo nella stretta valle che separa i due seni.
Liliana serrò la verga fra le mammelle, pressando dall'esterno con il palmo delle mani.
"Su... - lo incitò lei - chiava!"
Egli cominciò il movimento di va e vieni come se il suo membro fosse contenuto nella vagina.
Era una sensazione bellissima sia per lui che per lei...
"Muoviti bene - esortava Liliana - ho la punta del cazzo sotto gli occhi, ogni volta che spingi a fondo... com'è eccitante la tua cappella esacerbata e gonfia... guarda, tiro fuori la lingua, così la puoi toccare ad ogni colpo..."
Il calore delle mammelle, la punta della lingua sul glande facevano veleggiare Antonio verso un nuovo orgasmo e, quando Liliana se ne accorse, farfugliò:
"Mio caro, stai per godere... vuotati tutto... dammelo tutto in bocca".
Il lungo getto lattiginoso uscì in direzione della golosa bocca della donna, e, questa volta, rivolse le labbra su quelle del marito e nella bocca di lui riversò l'omaggio appena ricevuto.
Stanchi, ma con ancora tante frecce all'arco, tornarono a casa, si spogliarono e, nudi, si addormentarono tutti e tre nello stesso letto.
Erano le prime luci dell'alba, quando Antonio si svegliò, trovandosi ancora i seni nudi e provocanti di Liliana davanti agli occhi.
Con la lingua prese a leccarli, per poi applicare la bocca a mo' di ventosa sui capezzoli.
Liliana, solleticata dalle carezze ardite di Antonio, rispose impugnando e masturbando il suo randello, mentre con la mano libera gli pressava la testa sui capezzoli accanitamente succhiati.
Poi, inopinatamente, Antonio si fiondò con la bocca sul cazzo di Franco, leccandolo con avidità dai coglioni al glande.
Liliana, eccitata, ma non sorpresa, a quella vista infilò due dita nel culo di Antonio, che emise un singulto di gradimento.
All'energico trattamento di lingua, Franco divenne rigido come il marmo e Antonio smise con quel fallo per affondare la lingua nella femminilità di Liliana.
Egli eseguiva il cunnilinguo stando prono su un fianco di Liliana che face cenno al marito, affinché vedesse quanto le dita erano penetrate nel retto di Antonio.
Franco, senza scomporsi, prese il tubetto della vasellina e se ne spalmò un certo quantitativo sul pene, poi montò Antonio come un grosso cane.
Franco entrò negli intestini dell'amico, mentre Liliana prese a menargli l'uccello.
"Inculalo, amore mio... inculalo forte... è bello vedervi, lo sai?"
Franco su incitazione della moglie, lo cavalcò a lungo finché raggiunse l'apice del godimento.
Sempre Liliana, in preda a nuove sensazioni, prese a leccare l'ano al marito e, quando avvertì il suo aprirsi, esortò l'amante a ricambiare il piacere a Franco.
Il gioco durò finché anche Antonio svuotò, a sua volta, il frutto dei coglioni nelle viscere di Franco.
Mai, fra i vari amici di bagordi, era stata raggiunta intesa più coinvolgente per tutti i componenti il terzetto.













Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ancora la mia signora "perbene" 4:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni