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Una moglie racconta 3


di cuckold211
26.02.2023    |    14.449    |    6 9.7
"Finisce di cambiarsi e va via; io nel prendere le mutande, mi accorgo di certe macchie: sicuramente sborrate ed una sulla calza, all'altezza del ginocchio..."
Sembra proprio che le viziosette signore siciliane abbiano provato gusto a raccontare loro vicende scabrose, vissute da sole o in compagnia dei loro mariti porcelli. Quella che leggerete è un nuova storia che, come già detto, non è collegata alle altre. A me è piaciuta non poco e spero che altrettanto sia per voi.

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Sono Michela e con mia cognata, la moglie di mio fratello, ho un'amicizia iniziata da bambine. Siamo cresciute assieme, abitavamo nello stesso fabbricato ed il nostro rapporto era simile a quello tra sorelle; abbiamo fatto assieme il percorso delle scuole, così come quello con i nostri primi fidanzatini e relative esperienze di sesso.
Ci confidavamo tutto e, tante volte, con i ragazzi, ci andavamo ad imboscare assieme, anche se a qualche metro di distanza l'una dall'altra. Ci siamo confidati i primi pompini ed il giorno della nostra prima volta, così come quali fossero i reciproci gusti in tema di maschi, ad esempio quale fosse il tipo che ci piaceva; insieme ne abbiamo fatte davvero tante di marachelle, finché ci siamo imbattute in quelli che, oggi, sono i nostri mariti, solo che il suo, per puro destino, è mio fratello e la mia migliore amica è divenuta mia cognata.
In questo ero e sono felicissima, perché fra di noi non ci son problemi, anzi, viviamo ancora in perfetta amicizia e complicità, con una sola, non trascurabile, differenza: mentre mio marito è un gran porco, ed anche cuck, mio fratello è assolutamente refrattario alla trasgressione: se gli capita di vedere due giovani che si baciano per strada, per lui sono dei depravati. Tenendo conto di queste premesse, è ovvio che non sono stata tanto leale con lei perché non le ho mai confidato tutto, ma, in compenso, le ho fatto intendere che, se qualcuno mi piace, non mi astengo dal metter qualche "cornino" a mio marito.
Lei, nei primi anni di matrimonio, era un po' contraria a questo tipo di opzione, ma, pian piano, ha cominciato ad avere maggiori curiosità su certe mie confessioni.
Un giorno mi perviene una sua telefonata comunicandomi che vuole parlarmi, ma non in casa con i bambini fra i piedi, per cui decidiamo di fare un giro in macchina, per infine fermarci sul lungomare.
All'epoca eravamo entrambe sui trentadue anni: mia cognata è una gran bella donna e, in quel periodo, somigliava molto all'attrice Claudia Cardinale; aveva un fisico spettacolare che, dopo la nascita di mio nipote, aveva acquistato ancor più fascino di prima. Il suo viso era davvero molto bello, dalla pelle ambrata e con una bocca che sembrava fatta proprio per il cazzo.
Nelle tante volte che ci trovavamo assieme, avevo notato che gli uomini si voltavano a guardarla; un po' la invidiavo, ma le volevo troppo bene per non compiacermene.

Quando fummo ferme, mi disse, tutto d'un fiato, che aveva conosciuto un tipo. Era andata in banca per un problema e costui, un impiegato nuovo, l'aveva fatta accomodare dentro il suo ufficio e, offrendole tutta la sua disponibilità, ha preso a farle dei complimenti.
Ora lei si dibatteva in un grosso conflitto interiore: da un lato avrebbe voluto concedersi, ma, dall'altro non se la sentiva di far un torto a suo marito, che proprio non lo meritava.
Il tipo le aveva dato un biglietto da visita con il suo numero personale e le aveva detto:
"Resterò in attesa che mi chiami: sarei felice anche solo a sentir la tua voce".
Una volta uscita dalla banca, si sentiva come un'ubriaca.
Dopo pranzo, gli aveva mandato un messaggio, dicendo:
"Grazie per la tua disponibilità nel risolvere il mio problema" ovviamente spiegando chi era, ma sostanzialmente lo aveva fatto per fargli avere il suo numero di cellulare. Lui, ovviamente, aveva capito bene e da lì avevano iniziato a sentirsi. Ancora non c'era stato niente fra loro e lei aveva chiamato me perché, per la prima volta, si sentiva coinvolta al punto da tradire suo marito, cioè mio fratello.
Io mi son ritrovata spiazzata: non sapevo che fare, né cosa consigliarle. Da una parte, c'era l'amica che desiderava farsi una scopata o, magari, vivere una storia con uno che gliela faceva bagnare, ma, dall'altra parte, c'era mio fratello, che avrebbe dovuto ritrovarsi cornuto per la complicità di sua sorella? Avevo il cervello in tilt, lei mi guarda e mi dice che, forse, ha sbagliato a parlarne con me: aveva capito d'avermi fatto impattare tra due fuochi.

Mentre mi confessava quelle cose, mi accorgo che le scorreva una lacrima dagli occhi; allora mi do una mossa, mi giro e l'abbraccio, dicendole:
"Ooiiii... che succede? Dai, vediamo come possiamo sistemar le cose in modo da non combinare troppi guai. Raccontami qualcosa di lui".
E' così che lei, sentendosi confortata, riprende entusiasmo e mi dice che è un 40enne, alto sul metro e ottanta, capelli lunghi, un fisico sportivo, non palestrato, ma di quelli che sicuramente fa palestra per tenersi in forma. Ha la pelle scura ed un paio di occhi che quando ti guardano, ti senti nuda al suo cospetto, come se già ti avesse scopato con i soli occhi.
Mi dice che è stato da poco trasferito in quella banca e che è originario di un paese distante oltre cento km da noi, per questo ha dovuto prendere un monolocale. Ogni venerdì ritorna a casa, perché sposato e con una bambina di due anni. Le chiedo cosa c'è stato finora fra di loro, e lei mi dice: "Solo messaggi e due volte ci siamo visti in banca: la prima volta, quando l'ho conosciuto per un problema serio, la seconda con una scusa e, in quell'occasione, lui mi ha baciato nell'ufficio.
Adesso sai tutto; sono nei casini: da una parte ho un gran desiderio di scopare con lui, dall'altra ho una paura folle ed un senso di colpa verso mio marito".
Io dovevo esser quella che doveva consigliare, ma so molto bene che, quando la figa tira verso un uccello, non c'è niente che tenga; non potevo lavarmene le mani, eravamo troppo amiche, oltre che cognate, inoltre c'era di mezzo mio fratello ed un nipotino di pochi anni. Dovevo aiutarla a farle fare la scopata e non permettere che qualcuno potesse scoprir niente. Le dico che l'avrei aiutata, ma che, qualsiasi cosa sarebbe successa, non doveva mai dire che ne ero a conoscenza, e questo per salvare il bene della famiglia e per poterla sempre tirar fuori da qualsiasi problema. Lei mi abbraccia e mi dice che mi vuole bene; allora le chiedo quando pensa di potersi concedere la scappatella. Lei precisa che avrebbe aspettato di avere il ciclo, così da esser al massimo. Dopo il ciclo, le ho consigliato di continuare a tenerlo in fregola, di non apparire volgare, ma, anche nei discorsi, fargli capire che lo desiderava, ma che sarebbe stata la prima volta che tradiva il marito. Lei ride, prende il telefono e mi fa leggere ed ascoltare diverse chat.

Da perfetta donna che desidera un uomo dalla prima volta che l'ha visto, ma che finora è stata sempre fedele, pur con un pizzico di troiaggine, accendeva il desiderio di lui. I messaggi erano veramente azzeccati, si vedeva anche nelle risposte di lui, che non vedeva l'ora di potersela chiavare con la frenesia di un toro.
Dopo circa dieci giorni, lei mi dice che è finito il ciclo e si sente pronta; le consiglio di venire a casa mia per organizzare il tutto.
Quando viene le chiedo cosa possiede come intimo sexy; mi dice che, da quando s'è sposata, quel matusa di mio fratello non vuole che lei usi perizomi o che si depili la figa, non vuole che usi gonne corte, ma solo gonne sotto il ginocchio o pantaloni.
Le consiglio, per prima cosa, di dire a mio fratello che sarebbe andata dalla dermatologa per un fastidioso prurito all'inguine, poi, al ritorno, dirgli che la dermatologa le aveva suggerito di radere tutto, per poter spalmare una crema e dover tenere il pube rasato, finché il problema non si fosse risolto, così non avrebbe potuto dir nulla se l'avesse vista depilata.
"Poi, il giorno dell'appuntamento, vieni qui col bambino; non lasciarlo da mia madre, altrimenti quella dice a mio fratello che sei uscita, senza il bambino; essendo vicini di casa, con mia madre, è di abitudine che, se va a far la spesa, lascia il bambino da lei.
Quando arriverai, faremo tutto qui, sia la depilazione che vestirti. Per andar da lui, prenderai la mia macchina, così eviteremo qualsiasi inconveniente.
"Dove è stato deciso di vedervi?" Lei mi risponde:
"A casa sua. L'appuntamento è per venerdì alle 14:30, lui fa mezza giornata in banca, passeremo un paio d'ore e poi lui ritorna a casa sua, per ritornare il lunedì successivo. Mio marito sarà impegnato al lavoro fino alle 18:00 ed il tempo che avremo a disposizione, è più che sufficiente".
Lo stesso giorno che vengo informata di questo, io esco e le vado a comprare un completino intimo, con perizoma e reggiseno abbinati, autoreggenti e, senza dir niente a lei, le mando un messaggio e le dico: "vieni a pranzo da me".
Mio fratello non tornava a casa per pranzare e, sempre per messaggi, mia madre sapeva che mia cognata era da me e sarebbe rimasta a pranzo col bambino. Insomma tutto era programmato alla perfezione. Nessuno poteva sospettar nulla: lei arriva da me verso le 11:00, lasciamo i bambini a giocare nella stanzetta e noi ci chiudiamo in bagno: non era la prima volta che la vedevo nuda, ma mi aveva messo una certa euforia ad aiutarla a prepararsi; mentre si rideva, le guardavo la figa: sembrava boccheggiasse dal desiderio; le chiesi da quanto tempo mio fratello non la scopava e lei mi rispose che era almeno un mese che non la toccava. Penso, tra me e me, che coglione! Te le meriti proprio un bel paio di corna: un figone del genere, tu lo lasci a secco per tutto questo tempo?

Quando finisce di depilarsi e si friziona con la crema, mi guarda e mi dice che si sente come una ragazzina al primo appuntamento. Io le do il mio regalo e, quando vede tutto e lo indossa, sembrava proprio una attrice porno, di quelle che son rimaste impresse nella mente degli uomini; poi le do un mio vestito: un tubino nero ed un paio di scarpe con tacco 12, consigliandole:
"Le scarpe, portale in un sacchetto e te le cambi prima di scendere dalla macchina; con questi tacchi, se non sei abituata, non potresti guidare".
Le ho eseguito una pettinatura un po' più sbarazzina; abbiamo mangiato un panino al volo e fatto mangiare i bambini e, alle 14:00, lei è uscita da casa e s'è portata la mia macchina. Quando è arrivata da lui e stava per entrare, mi ha mandato un messaggio con cui mi comunicava: "Tutto OK".
Verso le 17:00 mi avvisa che stava rientrando e, quando è arrivata, mi ha guardato dicendomi che non sapeva esistessero quel tipo di uomini. Purtroppo era tardi e lei, di corsa, ha dovuto cambiarsi. Mentre lo faceva e, in particolare si cambiava le mutande, mi va l'occhio sul culo: aveva tra le chiappe, un rosso fuoco; le do subito della crema e le consiglio che, appena arriva a casa, di metter del ghiaccio su figa e culo, per poi passarvi la crema. Mi riferisce che aveva un cazzo che era il doppio di quello del marito e che l'aveva fatta godere per due ore: in una prossima occasione mi avrebbe raccontato tutto. Finisce di cambiarsi e va via; io nel prendere le mutande, mi accorgo di certe macchie: sicuramente sborrate ed una sulla calza, all'altezza del ginocchio.
Le ricordo di cancellare sempre i messaggi sul telefono e, anche con me, è opportuno parlar in presenza e non in chat.

L'indomani mattina, vado da lei; passo da mia madre per salutarla e le dico che vado a prendere il caffè da mia cognata. Quando arrivo, i bambini vanno a giocare e noi restiamo in cucina; le dico della gran curiosità che avevo di saper ogni cosa. Lei mi racconta che, appena entrata, non le ha dato nemmeno il tempo di chiuder la porta e l'ha baciata in bocca. Con la lingua le arrivava alla gola e, dopo questa aggressione, gradita da entrambi, le ha chiesto se preferiva qualcosa da bere. La casetta si presentava pulita, un monolocale con cucinino, camera da letto e bagno, tutto nuovo, ma, ovviamente, pur se con poco spazio, per lui andava bene così. Non perdono tempo in altre cose e vanno direttamente in camera da letto e, una volta lì, si aggrappano l'un l'altra come due affamati. In due minuti, erano nudi, lei aveva tenuto le calze come le avevo consigliato, lui le si era messo sopra ed aveva ripreso a baciarla, nel mentre sentiva il suo cazzo che diventava sempre più duro e grosso. Le premeva sulla pancia, poi lui scese un po' più giù e le cominciò a succhiar le tette, dopo un po' scende ancora e, dopo averle fatto alzare le gambe, prese a leccarle la figa. Mia cognata era al massimo dell'eccitazione ed ebbe a godergli in faccia:
"Credo di avergli spruzzato il viso. Quando si è rialzato, aveva tutta la faccia bagnata, poi ci siamo girati ed è toccato a me mettermi il suo cazzo in bocca. Credimi era una gran bella sberla, lunga e grossa, scura e con la cappella rosa; l'ho imboccato come un'affamata, infilandomene quanto più possibile in bocca; era ritornata l'eccitazione, lui doveva esser in astinenza, perché mi ha detto che non sarebbe durato a lungo. Con il ritmo che stavo tenendo, sarà stato un dieci minuti e mi ha avvisato che non ce la faceva più. Se non volevo che mi venisse in bocca, avrei potuto toglierlo, ma, ti giuro, che mai ho desiderato, come in quel momento, che un uomo mi venisse in bocca. Senza rispondere, gli tolgo la mano con cui mi voleva spostar la testa e me lo infilo quanto più in gola possibile. I primi schizzi non li ho sentiti per niente, sono andati direttamente in gola, poi ho cominciato a gustarmelo. Aveva un buon sapore: mi ha detto che mangia molta frutta. Ho ingoiato tutto lo sperma che mi aveva inoculato. Dopo di che, ci siamo distesi vicini. Lui mi ha passato un braccio intorno alle spalle, tenendomi stretta e dandomi baci sulla fronte e sui capelli. Abbiamo parlato per una mezz'ora circa, poi luì mi ha chiesto se prendo la pillola, se potevamo scopare senza preservativo. Gli ho detto la verità, che l'aveva presa per lui, per poter esser tranquilli e non aver problemi.
Lui mi ha baciato e, dopo un po', gli son salita sopra. Quando mi sono impalata su quel cazzo, la mia figa, che era da più di un mese che non scopava e con un calibro come quello che non avevo mai preso, mi son sentita aprire in due; ho dovuto far attenzione, finché si sono aperte le labbra. Quando l'ho avuto tutto dentro, ho cominciato a far su e giù e la cosa mi stava facendo impazzire dal piacere. Lui mi ha girato e mi ha messo alla missionaria, ha cominciato a sfondarmi e mi dava dei colpi che mi si ripercuotevano nella pancia. Poi ha voluto prendermi da dietro; mi ha preso per i fianchi e, ad ogni spinta, mi faceva battere la testa nella spalliera del letto, finché non ce l'ha fatta più ed ha sborrato. Mi ha sborrato di fuori, fra le chiappe, e tutto mi colava su figa e cosce.
Abbiamo guardato l'orologio; erano le 16:30, allora son corsa a darmi una rinfrescata alla meglio. L'ho salutato con un bacio in bocca e son ritornata. Desidero rivederlo la prossima settimana".
La storia di mia cognata è durata un bel po'; ed io sono stata sempre sua complice.
Poi lui è stato trasferito al suo paese e tutto è finito: non si son più visti.

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