Racconti Erotici > trio > I momenti di gioia (epilogo)
trio

I momenti di gioia (epilogo)


di cuckold211
18.06.2016    |    4.607    |    3 8.8
"Quante volte, su sollecitazione del tuo ragazzo o in occasioni da lui provocate, ti sarai fatta palpare i seni, i glutei e stasera..."
L'avventura con Antonio aveva rappresentato, per mia moglie Loredana, un tuffo nel passato, colmando quel che lei stessa aveva definito "vuoto", formatosi nei suoi sentimenti all'indomani della presa d'atto che l'agognato compagno di scuola aveva rivolto, seriamente, le sue attenzioni nei confronti di Serena.
Non mi andava di ferirla, per cui tenni per me l'idea che mi ero fatto sulla questione e, cioè, il rospo che aveva dovuto ingoiare a causa della sconfitta sentimentale subita che, nell'età dell'adolescenza, assume toni dolorosi sotto tutti gli aspetti.
Ora, invece, aveva pareggiato il conto; si era riappropriata della sua autostima, constatando quanto Antonio si fosse biasimato per l'incauta scelta a suo tempo operata.
Dopo quella volta, Loredana non desiderò più vederlo, né sentirlo: del resto ci eravamo guardati bene dal fornirgli il nostro recapito telefonico.
Inoltre, tra le peculiarità di mia moglie vi era proprio questa, peraltro da me condivisa, cioè quella di evitare che il rapporto assumesse le caratteristiche della relazione.
Infatti, una volta esaurita e soddisfatta la voglia del momento per quella persona, si passava oltre, alla ricerca di nuove ed eccitanti avventure.
Unica eccezione era costituita da Victor, il black conosciuto a Creta, verso il quale Loredana nutriva un trasporto particolare.
Orbene era un po' che non ci vedevamo, quando ci pervenne una sua telefonata con cui ci informava di aver accettato un ingaggio in un villaggio turistico ai laghi di Alimini, vicino Otranto, nel Salento.
Ci invogliò a prendere in considerazione una vacanza lì, così da poter essere in compagnia e, perché no, divertirci alla grande.
Loredana si mostrò subito entusiasta all'idea; non eravamo mai stati nel Salento e, in tanti, ce ne avevano parlato bene di quella località, per cui, in alternativa ad altro posto, dove avremmo anche potuto rischiare di annoiarci, decidemmo di aderire alla proposta... lì c'era un intimo e caro amico... ed, in più, gli avremmo fornito quello sprone tanto necessario per una persona di spettacolo.
Fu così che prenotammo una settimana, l'ultima di Luglio ed eravamo a Giugno, al "VOI Alimini Resort" e, della cosa, informammo l'amico Victor, il quale non fece niente per nascondere la sua felicità, dicendo che avrebbe contato i giorni che mancavano al nostro arrivo lì.
Da Otranto stavamo percorrendo in auto la strada che portava ai laghi e, di conseguenza, al resort, quando mia moglie esclamò:
"Ecco il posto... lo riconosco... l'ho visto nel sogno... ricordi quella mattina che mi svegliai tutta eccitata? Oh, Lucio, è questo il posto dove, nel sogno, scopavo in mezzo a più d'un maschio, per i quali ero l'incarnazione di Venere, la Dea dell'Amore".
"A proposito - incalzai - non mi hai mai raccontato cosa avevi sognato".
E lei: "Cosa vuoi che potessi raccontarti? A te non succede di non ricordare il sogno fatto? Può restare qualche particolare, ed eccolo qui: il posto era questo o, quanto meno, come questo... una strada asfaltata che si snodava in mezzo ad una pineta... con alberi a destra ed a sinistra... ero l'inviata di Eros, la sua sacerdotessa... sapevo di essere attesa da maschi che si sarebbero inebriati al calice della mia lussuria... ero l'unica, l'insostituibile e, naturalmente, ne ero fiera... poi, mi sono svegliata... capisci perché ero così eccitata? Ero la vestale di Eros, colei che avrebbe distribuito a tutti i suoi favori, la sua capacità a far vivere momenti di gioia e prospettare un mondo migliore, fatto di felicità"
"Ehi...ehi... frena" mi venne di dire "Non trovi che stai volando troppo con la fantasia?"
"Infatti" aggiunse lei "più fantasia di così? Stavo sognando".
Eravamo giunti al villaggio e, in attesa che ci dessero la camera, andammo a pranzo nel ristorante della struttura e, lì, incontrammo Victor. Baci, abbracci e appuntamento per la serata ad ascoltare la sua musica.
Arrivammo tardi al locale dove suonava, perché, dopo cena, avevamo prima visto lo spettacolo e poi eravamo andati in giro alla scoperta dei vari posti di intrattenimento e svago del villaggio.
Era l'una passata e Victor avrebbe smesso alle due: al tavolo, vicino alla sua pedana, ci furono serviti degli ottimi cocktail, che Victor si era premurato di ordinare per noi.
All'uscita dal locale, passeggiavamo e parlavamo del più e del meno: Victor aveva messo un braccio sulla spalla di Loredana e, di tanto in tanto, la attirava a sé e le dava bacetti sulla fronte, sugli occhi, sul collo e sulle labbra.
Mia moglie, rivolta a me, e facendomi l'occhiolino, propose:
"Perché non facciamo un giro con l'auto, fuori dal villaggio?"
Era chiaro: aveva voglia di far l'amore e mi chiedeva di farle da autista.
La prerogativa di mia moglie è sempre stata quella di coinvolgermi nei suoi giochi, anche se le circostanze del momento, non lo consentivano.
Ebbene lì, sul divano posteriore dell'auto, mentre io guidavo, incrociando qualche auto solo di tanto in tanto, i colombi avevano cominciato a baciarsi e così, mentre le mani di lui percorrevano le tette di lei, ella, a sua volta, maneggiava il fallo di lui. Poi si chinò sul suo grembo e prese a leccarlo ed ingoiarlo; ad un certo punto si fermò e si sporse verso me: volle baciarmi in bocca, così da farmi assaporare il fallo cui stava dedicando le sue attenzioni.
Evidentemente fu quello il momento in cui lui le sfilò gli slip, perché, subito dopo, lei me li infilò in testa, in maniera tale da farmi odorare e leccare gli umori emessi, fino a quel momento, dalla sua fica.
Dovetti fermarmi in un anfratto della strada perché non mi bastava più vederla riflessa nello specchietto retrovisore.
Ad auto ferma mi girai verso di loro e lei si distese supina sul divano per offrire la fica alla bocca di Victor.
L'operazione era in atto e lei, tolte le scarpe, mi accarezzava il viso con i piedi nudi. Era un chiaro invito a leccarglieli. La libidine era ai massimi livelli, cosicché, quando decise di farsi penetrare, lo fece sedendosi su Victor di spalle, quindi rivolta a me che potevo raccogliere dalle sue labbra i gemiti di piacere con baci lunghissimi. Poi... "No" disse, ed io "Cosa c'é?", non rispose e continuò a baciarmi con maggior trasporto.
La sua bocca produceva tanta saliva, che io, avidamente, risucchiavo nella mia.
Poi, ancora, "Ohhhh" ed il viso da contratto, con occhi strabuzzati, si rilassò e con languore mi bisbigliò nell'orecchio: "Mi è entrato in culo".
Dante Alighieri, a proposito di Paolo e Francesca, ebbe a dire "galeotto fu il libro e chi lo scrisse"; nel mio caso "galeotte" furono le parole di mia moglie, perché, non ho vergogna a dirlo, esplosi nelle mutande.
Il giorno dopo, sulla spiaggia, guardavo mia moglie con occhi sognanti; ero orgoglioso di lei e di come riusciva ad approcciarsi al sesso senza alcun ritegno, in maniera quasi oscena, secondo la morale corrente. In quel momento faceva le cose che fanno tutte le donne al mare, e nessuno avrebbe mai potuto pensare quanto amasse la lussuria, quanto fosse capace di godere e far godere.
Si spalmava il corpo di crema solare; si stendeva al sole; entrava in acqua e ne usciva; faceva la doccia e, poi, di nuovo, distesa al sole; altra crema sul corpo e, questa volta, rivolta a pancia in giù, chiese a me di spalmargliela.
Guardandola così, da dietro, ripercorsi quello che che doveva essere stato lo spettacolo della sera prima per Victor, tanto da indurlo a violarle l'altro orifizio.
"Che fai?... - mi sollecitò lei - ti sei imbambolato?"
Presi a ricoprirle le spalle di crema, dopo averle slacciato il reggiseno, e giù giù fino fino ai glutei, anzi cosparsi anche quelli, dopo aver raccolto i lembi dello slip all'interno del solco.
Chi, in quel momento fosse passato lì davanti, avrebbe avuta una deliziosa visione e Loredana, senza protestare, disse:
"Che porco, sei! Vuoi proprio che tutti si eccitino a vedermi il fondo schiena? Stai ancora pensando ad ieri sera, vero, porco?"
Non finì neanche di dire la frase, che si avvicinò il bagnino e, senza staccare per un attimo gli occhi dal culo di mia moglie, esclamò:
"Cosa vi porto di fresco, dal bar?"
A Loredana venne di sorridere, quasi a sottolineare "Che ti dicevo?"
"Grazie - risposi - per ora no; semmai più tardi".
Il ragazzo, senza fretta, continuò ad estasiarsi, poi si allontanò. Loredana a questo punto disse:
"Però... niente male quel ragazzo e, sopratutto, niente male ciò che nascondeva nei bermuda... a guardarmi il culo gli è venuto così duro, che, secondo me, sarà andato a masturbarsi da qualche parte. Ora, visto l'effetto che fa sui maschietti, tanto vale che anche altri si rinfreschino la vista. Amore, farò quattro passi lungo il bagnasciuga".
Alzandosi si era riallacciato il reggiseno, ma aveva lasciato lo slip come glielo avevo sistemato io.
Le guardavo quei glutei mentre si allontanava e la loro danza, su e giù, ad ogni passo che faceva, era da cardiopalma.
Era vero; dalla sera precedente, da quando, cioè, Victor aveva goduto di lei analmente, ero ancora eccitato e lei faceva di tutto per acuire la mia libidine.
Ecco, ad esempio, quando il bagnino si era avvicinato e la guardava, a me era piaciuto, ma lei era andata oltre: aveva dato l'impressione di non averlo visto in faccia, invece aveva visto non solo quella, ma anche l'effetto che il suo culo esposto aveva prodotto.
Guardando nella direzione che aveva preso allontanandosi, la vidi voltarsi e ritornare. Tra poco mi avrebbe raggiunto ed io ardevo dalla voglia di placare la mia eccitazione.
Mentre mi arrovellavo il cervello con questi lubrici pensieri, riguardai nella stessa direzione, ma era scomparsa. Allora mi alzai dal lettino per guardare meglio; forse era coperta alla vista da altre persone frapposte tra me e lei, pensavo; forse è entrata in acqua per rinfrescarsi; poi... mi sembrò di intravederla mentre entrava nel deposito attrezzi da spiaggia.
Il dubbio. Ma era lei? Non ne ero certo, ma, se era lei, che ci faceva lì?
Come un boato mi esplosero nella mente le sue parole "niente male il ragazzo... e ciò che nascondeva nei bermuda... a guardarmi il culo gli era venuto così duro che sarà andato a masturbarsi".
Si era, quindi, appartata con lui? Non mi restava che attendere....
Dopo circa mezz'ora, mi raggiunse. raccattò dal lettino le sue cose e disse:
"Vieni in camera... mi avvio" e scappò via. Feci altrettanto; raccolsi quant'altro era rimasto, tra indumenti, teli da mare e, a mia volta, la seguii in camera.
Entrai, e il bel fresco dell'aria condizionata mi avvolse. Poggiai a terra ciò che avevo tra le mani e, in quel momento, lei uscì dal bagno. Era completamente nuda, si distese sul letto a gambe larghe.
"Amore, viene qui... leccamela... ne sono ancora piena... quel ragazzo, il bagnino, mi ha preso per mano e mi ha portato nel deposito attrezzi... senza dire una parola, si è tolto i bermuda e mi è apparso un membro durissimo, sembrava una verga d'acciaio, era congestionato... avrei voluto leccarglielo, tanto era bello a vedersi, ma lui me l'ha impedito... mi ha tirato via reggiseno e slip e, facendomi stendere su un lettino, mi ha penetrato... che bello, amore... lo sentivo agitarsi dentro di me, affondava il suo pene in modo scomposto. Allora ho preso ad accarezzarlo, a dirgli di calmarsi e di scoparmi con meno veemenza, altrimenti avrebbe goduto subito, senza godersi fino in fondo colei che l'aveva tanto eccitato".
Mentre raccontava, le affondavo la lingua nel sesso e ne aspiravo odori ed umori. Cominciavo ad avvertire qualcosa, ma non ciò che aspettavo fuoruscisse. Allora ho allontanato la bocca e le premevo sulla pancia; lei ha capito e, a sua volta, prese ad esercitare pressione con i muscoli interni, finché vidi che faceva capolino, tra le labbra della mia adorata fica, la prova del piacere che aveva estratto dal pene del ragazzo.
Ripresi a leccarla e, questa volta, anche a succhiare...
"Sono riuscita, amore mio, a calmare i suoi bollenti spiriti, quasi animaleschi e, invertite la posizioni, l'ho cavalcato amorevolmente, estasiandomi dei suoi fremiti e dei suoi colpi, aspirando dalla sua bocca, mentre lo baciavo, tutti gli spasimi che il dolce movimento della fica gli provocava e trasmetteva con scosse continue di piacere. Lo guardavo a mia volta per godermi, attraverso le espressioni del suo viso, l'escalation del piacere, fino a che, strabuzzati gli occhi, voleva uscirsene da me ed io, affondandomi di più su lui, gli ho detto di lasciarsi andare tranquillo. Amore, non ho contato quanti schizzi di sperma mi hanno inondato l'utero, ma una cosa è certa: non la finiva più. Appena smesso, ho indossato il costume ed il resto lo sai".
Aveva ragione; avevo la bocca quasi piena del cocktail aspirato dal suo sesso. Allora l'ho penetrata a mia volta, sentendo che all'interno c'era altro seme che agiva da lubrificante. Ci siamo baciati a lungo, scambiando e ingoiando quei deliziosi umori.
Quella sera e quella successiva tornammo a sentire la musica di Victor, ma senza avere rapporti sessuali. Eravamo amici e, quindi, poteva bastarci anche solo stare assieme e trascorrere piacevoli momenti, senza necessariamente ricorrere al sesso.
Poi, una sera, passeggiando sull'arenile, io e Loredana raggiungemmo un luogo piuttosto defilato dalla zona frequentata dagli ospiti del resort.
Avvicinandoci, sentivamo la voce di una ragazza che protestava:
"E dai! Smettetela! Siete in tanti e tu... che razza di fidanzato sei, che non riesci a farli desistere? Ecco, per fortuna che arriva gente. Su, da bravi!"
Giungemmo sul posto e ci si presentò questa scena: sei ragazzi, con i falli fuori dalle patte, si masturbavano davanti ad una sola ragazza con le tette al vento. Mia moglie le chiese:
"Chi di loro è il tuo ragazzo?" Se ne fece avanti uno, cui Loredana chiese:
"Chi sono questi altri?" e lui rispose: "Sono amici miei che, da tempo, le sbavano addosso. Mi sarebbe piaciuto che lei li avesse fatti divertire, quanto meno con la bocca".
Loredana volse il suo sguardo interrogativo alla ragazza, e lei:
"Ma sono tanti... lo farei anche, ma sono tanti... mi aiuteresti?"
Allora Loredana guardò me, percepì il mio assenso e disse: "Avete sentito?... ha chiesto il mio aiuto... sono pronta, se vi piaccio" e ciò dicendo si denudò i seni. Poi si inginocchiò, in attesa.
Il primo ragazzo si avvicinò, le carezzò le splendide mammelle offerte e le indirizzò il suo pene in bocca. Un altro si avvicinò e lei "Lavati, che puzzi!" disse. Quello scappò via; si avvicinò un altro e lei cominciò a slinguare ora l'uno ora l'altro.
Nel frattempo anche la ragazza aveva preso coraggio: ora il numero per lei si era decisamente ridimensionato; erano rimasti due ragazzi ed il fidanzato, per cui anche lei, come Loredana, se ne imboccò uno mentre il fidanzato guardava e l'altro proseguiva a masturbarsi.
Ritornò quello scacciato: cominciò a toccare mia moglie fra le cosce; poi appoggiò sulla sabbia la sua maglietta così da potervisi infilare con la testa.
Evidentemente ci sapeva fare con la lingua, perché Loredana cominciò ad emettere sospiri, mentre continuava la sua opera di bocca ai due; la ragazza guardava il fidanzato e mia moglie: l'invito era chiaro, almeno per me, così mi avvicinai a lui e gli suggerii di andare a sollecitare il sesso della sua ragazza, perché da lui se lo aspettava.
La ragazza, presa da ciò che vedeva, titillata intimamente dal ragazzo e con due falli che le sbattevano sul viso, non sapeva più a chi rivolgere le sue attenzioni.
Mia moglie, a questo punto, si alzò, si denudò completamente, si distese sulla sabbia e chiese alla ragazza di inginocchiarlesi sul viso, mettendole il sesso sulla bocca.
Ella obbedì e, rimasta con il busto eretto, ne approfittò il fidanzato che le si mise davanti e cominciò a scoparla in bocca; il ragazzo che prima si era deliziato a leccare la fica di mia moglie, ora, indossato un preservativo, aveva preso a scoparla come un ossesso, forse anche per rivalsa dell'umiliazione ricevuta all'inizio.
Altri due ragazzi, in ginocchio ai fianchi del gruppo, erano masturbati dalle abili mani di Lory; uno di essi raggiunse il capolinea e, alzatosi, eiaculò sulle tette della ragazza, sgocciolando anche sui capelli di mia moglie; la ragazza, vuoi per la lingua di mia moglie, vuoi perché irrorata sui seni dall'amico del fidanzato, aumentò il ritmo del pompino a quest'ultimo, portando anche lui all'orgasmo.
Egli se ne venne schizzando la fidanzata in parte in bocca ed in parte sui seni.
Ovviamente ai posti lasciati liberi si fecero avanti altri due ragazzi.
Quello che scopava mia moglie, uscì da lei, tolse il condom ed eiaculò sulle tette della ragazza.
Uno di quelli, ancora masturbato da Lory, prese posto nella sua fica. L'altro, che aveva sostituito il fidanzato della ragazza nella sua bocca, non resistette a lungo e la inondò fra viso, bocca e capelli.
Anche la ragazza se ne venne e si tolse dalla bocca di Loredana. Quest'ultima allora, con alto senso di altruismo, continuò a farsi scopare dal nuovo arrivato, ma raccomandandogli di godere sul corpo della ragazza, perché iniziale destinataria delle attenzioni sia di essi tutti che del fidanzato. E così fu.
I cinque ragazzi, dopo aver concluso, si allontanarono e così, sul posto, restammo solo noi ed i fidanzati, la cui lei era praticamente ricoperta di sperma dalla testa ai piedi.
Mia moglie, allora, volle lodarla per come si era comportata e aggiunse:
"Vedi, solo da moglie, ho conosciuto la bellezza dell'adulterio, che poi tale non è, perché non nascondo nulla a mio marito; ma stasera, per merito tuo, ho scoperto la meraviglia dell'adulterio di una fidanzata.
Il tuo lui non va demonizzato, ma va ammirato ed amato, perché prima ti insegnò a godere e, poi, il piacere di far godere. Il volerti offrire ai suoi amici è la risultante finale di tutte le volte che, civettuola, ti gloriavi a farti ammirare le cosce, sensuali ed offerte, e, semmai, ancora oltre, fino all'inguine.
Quante volte, su sollecitazione del tuo ragazzo o in occasioni da lui provocate, ti sarai fatta palpare i seni, i glutei e stasera... egli desiderava vederti all'opera.
Certo, non eri ancora pronta ad offrirti a tutti contemporaneamente, ma... alla fine ci sei riuscita; sei stata la loro ninfa ed essi, come i satiri di cui parla Lorenzo il Magnifico nel suo "Trionfo di Bacco ed Arianna, hanno omaggiato il tuo corpo del loro seme. Questa sera tu sei stata "unta", cioè eletta a vestale di Eros, così come lo sono io da tempo. Ora guarda e impara".
Loredana chiamò a sé il fidanzato della ragazza e, con la bocca, gli rinnovò il vigore; poi lo fece distendere e gli salì sopra, a cavalcioni.
Lo scopava come ha sempre fatto con me... lentamente.... affondando e gustandoselo fino in fondo, completamente dentro, poi... lo lasciava venir fuori, se lo sfregava fra le labbra della fica e sul clitoride, per, di nuovo, affondarlo in profondità.
La giovane li osservava attentamente in quel che facevano e dal suo sguardo non traspariva gelosia, bensì il languore dell'amore.
Loredana invitò la ragazza "Vieni a baciare il tuo fidanzato, in segno di riconoscenza per averti permesso di godere dei suoi amici, così come egli ti ricambierà per averli fatti godere del tuo corpo".
A queste parole, pregne di erotismo, il ragazzo, pronto ad esplodere, avrebbe voluto uscire da mia moglie, ma lei non lo permise, dicendo:
"No, devi godermi dentro; non sono una "puttana" dal compito di farti eiaculare; anch'io devo godere del piacere che ti ho dato".
Il ragazzo, con ripetuti sussulti, si scaricò in mia moglie, mentre baciava la fidanzata che non gli aveva lasciato la bocca, neanche per farlo respirare.
Solo allora Loredana abbandonò il fallo del ragazzo, distendendosi di schiena sulla sabbia e, a gambe aperte, rivolta a me, disse:
"Amore, sai quel che devi fare, vero? Leccami! E voi, ragazzi, guardate!".
Mi fiondai su quella fica offerta... la mia fica, di cui tanti godevano o ne avevano goduto... ne aspirai, gustandolo, il cocktail di piaceri che conteneva... poi affondai in lei con il mio pene congestionato per l'eccitazione fin ad allora contenuta, e ne godetti oscenamente.
Ai ragazzi, rimasti a guardare in silenzio quasi religioso, sfuggì di dire:
"Che esperienza... e che momenti di gioia profonda!"; io, invece, riandando con la mente al sogno di Loredana, mi trovai a fare la seguente considerazione: LA REALTA' HA SUPERATO LA CADUCITA' DEL SOGNO.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per I momenti di gioia (epilogo):

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni