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"Sei proprio certo che le vuoi...?"


di cuckold211
26.08.2020    |    68.838    |    12 9.8
"Si mette in ginocchio sul letto, accanto alla mia faccia e mi strofina il cazzo sulle labbra: con una mano si segava e con l'altra mi teneva il viso girato..."
Un utente del sito, che ha voluto mantenere l'anonimato, mi ha trasmesso questa storia, assicurandomi che tutto quanto narrato è realmente avvenuto, e non frutto di fantasia. Spero che la storia piaccia, come è piaciuta a me. Buona lettura.

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Quando mia moglie pronunciò la frase: "Sei proprio certo che le vuoi...?", accompagnando alle parole un sorriso da maliarda ed il gesto delle "corna", capii che era pronta ad accontentarmi.
Non è possibile descrivere la felicità che mi scoppiò nel cuore... mi venne quasi da piangere... finalmente avrei visto coronato il mio sogno... sarei stato fatto "cornuto" da colei che amavo sopra ogni cosa.
Prima, però, occorre fare qualche passo indietro.
Mi chiamo Ciccio, sono di Palermo, sposato con Angela da 20 anni e sono cuck da 11.
A detta di molti siamo una bella coppia; abbiamo 2 figli, oggi maggiorenni. Mia moglie, Angela, ha 44 anni ed io 56: tutto cominciò nel 2009, cioè 11 anni fa.
Devo premettere che, per quel che mi riguarda, ho sempre avuto tendenze cuck, anche durante il fidanzamento; capitava di eccitarmi, se mi accorgevo che qualcuno la guardava, oppure, in discoteca, mentre si ballava, se qualche ragazzo le si accostava un po' troppo.
Dopo la nascita dei bambini e già all'epoca della loro scuola, ho cominciato a proporle di farsi scopare da un altro uomo, ma le prime volte fui letteralmente preso per pazzo:
mi incolpava di non amarla più e ci sono voluti anni per convincerla che si trattava solo di un gioco erotico, perché, in realtà, niente e/o nessuno avrebbe potuto cambiare quelli che erano i nostri sentimenti.

Poi, dopo aver dedicato 9 anni a fare la mamma e la casalinga, mi espresse il desiderio di voler tornare a lavorare, in quanto non voleva rinunciare alla sua libertà ed avere indipendenza economica: insomma desiderava sentirsi viva.
A queste sue parole, mi si accese la lampadina in testa: ecco, quello poteva essere un modo per realizzare il mio sogno; avrebbe di certo avuto occasione di conoscere un qualche uomo con cui tradirmi.
Così mi attivai subito e, attraverso le mie amicizie, e non mi fu difficile trovarle un impiego.
Mia moglie è una bellissima donna: alta 1.73, classico tipo mediterraneo, capelli neri, un fisico da sballo, seno prorompente e culo da favola; per farvi avere un'idea, pensate all'attrice Maria Grazia Cucinotta.
Non è presunzione la mia, ma non c'è una volta che usciamo e gli sguardi degli uomini non siano tutti per lei.
In merito alla ricerca di un possibile lavoro per lei, un carissimo amico ebbe a segnalarmi che un suo amico, titolare di un'agenzia di assicurazioni, cercava una ragazza per segretaria, e, nel dirmelo, ebbe come un sorrisino da furbetto.
La cosa, ovviamente, mi incuriosì e gli chiesi il perché di quel sorriso da sornione, spiegazioni, ed egli aggiunse che il tipo è un donnaiolo, ha 61 anni ed è un mandrillone.
Io gli risi in faccia, affermando che con Angela avrebbe trovato pane per i suoi denti, perché è una donna tutta d'un pezzo, non facile da ottenere i suoi favori.

L'amico chiama il tizio al telefono e gli propone mia moglie, come elemento idoneo al lavoro da espletare per lui. Concordiamo nel tardo pomeriggio un incontro/colloquio conoscitivo ed avverto mia moglie.
Alla notizia, ella ha una spontanea esplosione di gioia; praticamente non stava più nella pelle.
Erano le 10 del mattino, e lei si recò subito dal parrucchiere e dall'estetista; si preparò, quasi fosse il suo primo appuntamento d'amore.
Quando rientro, all'ora di pranzo, la informai anche che mi era stato riferito che il tipo aveva 61 anni ed era un "monellaccio".
Lei scoppiò a ridere e mi disse:
"Bene, mi piacciono gli uomini maturi", mentre in me, quelle parole ebbero ad attivare tutti i feromoni presenti nel mio corpo.
Inizialmente avevo pensato di accompagnarla, ma poi, assumendo a pretesto il lavoro, decisi di farla andare da sola.
Sapeste in che stato di fibrillazione ero durante l'attesa del suo ritorno: mille idee mi passavano per la testa e tutte erano rivolte alla certezza che tutto sarebbe andato per il meglio.
Del resto, già mentre si preparava per andare, scrutandola non potei non notare che aveva curato tutto nei minimi dettagli: un vestitino aderente lungo al ginocchio, un sandalo tacco 10, un trucco leggero che illuminava il suo volto conferendole un'immagine da signora perbene, ma con quel tocco di riservata malizia.

Quando ritornò, sembrava una ragazza che aveva superato a pieni voti l'esame all'università: era straordinariamente radiosa.
Mi raccontò tutto del colloquio e del soggetto: molto giovanile, alto sul 1.87, un tipo dedito allo sport e un dettaglio, a lei non è sfuggito, mani grosse e dita lunghe.
Mentre me lo descriveva, notavo una luce nei suoi occhi.
La sera, a letto, facemmo sesso in modo diverso: la sentivo molto più calda e vogliosa; mentre mi era sopra, ritornai al discorso di vederla scopare con un'altro ed aggiunsi: sarei contento che tu ti facessi un amante, ma non dovresti nascondermi nulla: è importante, per me, che mi racconti tutto.
Stavolta, al contrario delle precedenti, non mi guarda infastidita e, con gli occhi chiusi, dice: "Hummm... chissà che non si puo' fare".

Ovvia la mia superlativa eccitazione a quella risposta, che, finalmente, apriva uno spiraglio al mio perverso desiderio. Il mio cuore andava a 1000.
Godemmo come non succedeva da tempo; dopo esserci rilassati, riapro il discorso e, questa volta, a mente fredda, ripercorriamo i vari propositi sinora solo vagheggiati.
Lei ritorna sul punto che le appariva davvero strano: come era possibile che potesse piacermi esser fatto "cornuto"? E le piacque precisare che la cosa poteva essere destabilizzante sulla serenità del nostro rapporto famigliare.

Già il fatto che ne stavamo parlando e valutando i possibili rischi, mi rendeva l'uomo più felice del mondo.Parlammo fino alle 3 del mattino, con alti e bassi su vari punti.
Alla fine, lei pose delle condizioni, dicendo:
"Amore, se mai dovessi decidermi a farmi un amante, sarai il primo e l'unico a saperlo; nessun altro dovrà mai sapere che tu sei consenziente; non sono certa che possa accettare che tu fossi presente ed assistere alla copula; però sappi che, quando e se deciderò di farlo, sarà perché mi sentirò intrigata dal tipo, per cui, certamente, vorrò godermelo da sola; perciò, se ti accontenti solo dei miei resoconti e delle tracce che porterò a casa, va bene, altrimenti non se ne fa niente".

L'indomani, primo giorno di lavoro, lei esce in jeans, camicia bianca, tacco 12 e occhiali da sole; quando l'ho vista uscire, mi batteva il cuore.
Ho considerato che finalmente si era sulla strada di ciò che avevo sempre desiderato, e che, di sicuro, quell'uomo doveva aver fatto colpo su di lei.
Durante la giornata non volli disturbarla con messaggi e/o chiamate, però ero sui carboni ardenti per sapere qualcosa.
Alle 13.00, ritorna a casa per la pausa pranzo; alle 16.30 sarebbe dovuta tornare al lavoro.
Quando è rientrata, ero già a casa; appena entrata, mi bacia ed io le chiedo subito della giornata lavorativa. Mi racconta tutto: il suo datore di lavoro era molto professionale nello spiegare come il lavoro andava fatto e, nel contempo, non le risparmiava complimenti sul suo personale.
Il compito affidatole era quello di interessarsi dei clienti, sia in agenzia che al telefono; di curare i rapporti con il titolare di un'altro ufficio, dal quale lei sarebbe potuto andare per la soluzione di qualche problema, ed essere a sua disposizione per passargli le pratiche.

Quello stesso pomeriggio, di ritorno al lavoro, il tipo, prima di entrare in ufficio, la invitò al bar lì vicino, per prendere un caffè e, mentre consumano ad un tavolino, egli le chiese qualcosa sulla famiglia.
Dopo di che, ritornarono in agenzia; mia moglie era molto più rilassata, in quanto quei pochi minuti trascorsi assieme, erano serviti a rompere quel muro di estraneità e indifferenza che normalmente sussiste fra titolare e segretaria.

La sera ricevevo sempre il racconto della giornata e, ogni giorno, c'era sempre qualche dettaglio in più; ad esempio, ora erano passati al bacio sulla guancia per salutarsi e non mancavano battute di spirito, anche piuttosto spinte.
Dopo circa un mese dall'inizio del lavoro, una sera, a letto, mentre mi racconta della giornata appena trascorsa, Angela mi guarda negli occhi e mi dice:
"Amore, sei sempre d'accordo su quella cosa?"
Come non comprendere a cosa potesse riferirsi? Le risposi, con tutta l'enfasi che la cosa mi trasmetteva... "Sìììì" e aggiunsi, per quale motivo me lo stava chiedendo.
Mi precisa che egli da un po' ci sta provando e che lei si sente intrigata da quella situazione; ora, però, prima di arrivare all'irreparabile, voleva esser certa che non avessi cambiato idea.
L'abbracciai, la baciai e le confermai che ora, più che mai, non doveva aver timore a lasciarsi andare, perché era ciò che desideravo da una vita. Unica condizione quella di raccontargli ogni cosa, anche le più oscene, affinché non ci siano segreti o riserve mentali tra loro due.
Quella sera ci addormentammo abbracciati, senza fare sesso.

L'indomani mattina la osservo mentre si prepara: prima va in bagno, si doccia e rientra in camera da letto in accappatoio; io, a letto, guardo lei, mentre ero al telefono; dopo una passata di depilatore sulla figa, indossa un paio di calze autoreggenti, un perizoma direi quasi inesistente, un reggiseno in pizzo coordinato.
Un tubino nero, che non avevo mai visto, copre quelle sue travolgenti intimità; guardandomi nel riflesso dello specchio, mi fa un sorriso da maliarda e mi dice:
"Sei proprio certo che le vuoi...? Sei pronto a diventare cornuto?" ed aggiunge il gesto univoco con la mano sinistra, quella dove figura la vera matrimoniale.

Quando è uscita, ho gioito a considerare che quello era il giorno del mio battesimo nel mondo dei cornuti.
A mezzogiorno mi arriva un messaggio, che mi avvisava che non sarebbe rientrata per pranzo, avendo del lavoro arretrato da sbrigare. Avrebbero mangiato qualcosa al bar.

La sera, quando è rientrata, erano quasi le 20.00; appena l'ho vista, mi è stato chiaro che era successo quello che speravo; lei mi guarda con un sorriso malizioso e con le dita mi fa il gesto di "OK".
Va verso il bagno ed io, impaziente, la seguo; ci infiliamo dentro assieme e, poiché in casa c'erano i bambini, in quel momento l'unico posto sicuro per sapere qualcosa era il bagno.
Ci chiudiamo dentro, la abbraccio e bacio, lei mi guarda e mi dice:
"Mi ha distrutto; è un diavolo ed ha un cazzo quanto quello di un cavallo".
Si alza il vestito e si abbassa il perizoma; mi dice:
"Guarda" le labbra della sua deliziosa fica erano rosso fuoco e la figa appariva slabbrata, come se avesse appena partorito; mi abbasso e comincio a leccare quella che mi sembrava una caverna; lei mi guarda e dice:
"Dai, fammi lavare... a letto ti racconto tutto".

Quando è uscita dal bagno, era in accappatoio ed aveva gli occhi che luccicavano. Finito di cenare, ci mettiamo in salotto, davanti la TV e i bambini nella loro camera con i loro giochi.
Angela appoggia la testa sulla mia spalla e dice:
"Adesso sono serena; avevo paura che tu, al fatto compiuto, l'avresti presa male e avresti fatto qualche scenata, ma, vedendo il modo in cui mi hai accolto e baciato, ho capito che non abbiamo messo a rischio il nostro amore".
Le rispondo che abbiamo solo legato con una catena il nostro amore.

Appena a letto, non vedevo l'ora che mi raccontasse ogni cosa ed ecco la sua confessione:
Era un po' di giorni che ci provava: egli è un tipo piuttosto dominante; quando mi veniva alle spalle con qualche pretesto, non mancava mai di strusciarmelo sul culo, e, vista l'altezza, lo sentivo proprio sopra il culo; egli non mancava mai di abbracciarmi e dirmi quanto lo facevo impazzire di desiderio. Fin quando mi ha detto esplicitamente che mi voleva, che mi desiderava, cui io ho opposto che avevo un marito e due figli, ed egli, con molta serenità mi dice che la cosa rimarrà sempre e solo fra di noi, che nessuno avrebbe mai saputo o sospettato niente, e che tutto doveva svolgersi fuori dal lavoro.
Questo mi diceva mentre mi stringeva a lui e mi guardava negli occhi; io sono rimasta un po' imbambolata e certamente illanguidita; egli, da buon figlio di buona donna, capisce di aver vinto e, senza parlare, mi bacia in bocca e mi porta la mano sul cazzo, facendomi sentire la consistenza della sua dotazione; vedendo la mia collaborazione, mi lascia e mi dice:
"Domani faremo mezza giornata; di' a casa, che non vai a pranzo... che abbiamo del lavoro arretrato".

La sera prima non ti ho raccontato niente, perché avrei voluto metterti davanti al fatto compiuto, ma la mattina, nel prepararmi, mi è stato chiaro che avevi capito tutto
Quando sono arrivata all'agenzia, appena mi ha visto, mi ha abbracciato e mi ha infilato la mano sotto, con un dito mi ha spostato il perizoma e l'ha infilato in figa: credimi, amore, sembrava un cazzo quel dito.
Ci guardiamo e pensiamo entrambi che quella giornata doveva essere molto lunga
Egli ha un villino vicino al mare. Alle 12.30 mi dice: "Chiudiamo e andiamo".
Andiamo con la sua macchina; per arrivarci, sono occorsi circa 45 minuti di strada. Durante il viaggio parlavamo di te, di come sei e come è il nostro rapporto a letto.
Io recitavo la parte della moglie che sta per pentirsi di ciò che sta per fare;
che tu non meritavi il mio tradimento e che, se tu avessi saputo una cosa del genere, chissà come sarebbe finita.
Egli resta un po' interdetto, ma solo per un attimo, poi mi infila la mano fra le cosce e, con rinnovata energia, mi dice:
"Stai tranquilla, non verrà mai a sapere niente".
Appena arrivati, troviamo tutto pulito e in ordine; un po' di affettato in frigo e del pane fresco. Alla mia espressione sorpresa, mi spiega che c'è una donna del posto, che tiene tutto in ordine e, quando lui intende andarci, la avverte, così che lei gli fa trovare anche qualcosa da mettere sotto i denti.
Mentre mi mostra la casa, non mi toglie un attimo il braccio da dietro la schiena.
Una volta in camera da letto, mi gira e mi dà un bacio un bacio molto intenso ed appassionato: la sua lingua mi arrivava in gola.
Mentre ci baciavamo, ci spogliavamo a vicenda e, quando siamo quasi nudi, mi fa pressione sulle spalle per farmi abbassare: avevo ancora calze, perizoma e scarpe, mentre lui solo un boxer abbastanza largo; quando arrivo con il viso all'altezza del suo pene, con entrambe le mani gli abbasso le mutande e rimango per qualche attimo sbalordita: amore... aveva una proboscide, non un pene; lungo più di 20 cm. e largo quanto una lattina di coca-cola; una cappella che sembrava la testa di un bambino
Lui mi guarda, sorride e mi dice:
"Beh, che fai lo guardi soltanto o vuoi che te lo presenti?"

Se lo prende in mano e me lo strofina su tutto il viso; poi mi dice di aprire la bocca; prova ad entrare, ma con tutta la buona volontà non riuscivo a prenderne in bocca più di un paio di centimetri oltre la cappella.
Poi mi intima di leccarglielo tutto, cominciando delle palle.
Dopo un buon quarto d'ora di leccate e succhiate, fin dove era possibile, mi fa alzare e distendendomi sul letto mi sfila il perizoma, si mette in ginocchio, appoggia le mie gambe sulle sue spalle e comincia a leccarmi la figa.
Il primo orgasmo l'ho avuto con la sua bocca; dopo che mi ha sentito godere ed ha bevuto i miei umori, si è alzato ed ha puntato quella sberla di cazzo davanti alla mia apertura.
Egli sicuramente ha molto esperienza... sa come prendere una donna.
Quando comincia ad entrare non dà alcuna spinta, ma mi fa abituare lentamente alle sue dimensioni; quando vede che la mia figa s'è allargata abbastanza per ospitarlo, comincia a pompare: sentivo che quel cazzo mi entrava dentro e lacerava tutto al suo passaggio.
Accompagnava la scopata parlando, come fa un dottore che sta operando; mi faceva coraggio, tipo: stai tranquilla... vado piano... vedrai, fra poco ti piacerà ancora di più; ecco vedi che l'hai presa la mia cappella, che tanto ti aveva impressionato? Brava... ora prendilo tutto... dai spingi pure tu... tieni, questo ti fa bene, prendi... vedrai che non potrai più far a meno di questa minchia.
Dopo un bel po' lo estrae e mi fa girare a pecorina: mi guarda un po', poi mi dice:
"Sei un capolavoro della natura: hai un culo che è un quadro d'autore".
Alle parole fa seguire una spennellata di cazzo fra le chiappe, poi punta la cappella e, questa volta, non chiede il permesso; entra come un treno, tenendomi per i fianchi, mentre io cerco di sottrarmi alla spinta; egli, imperterrito, comincia a scoparmi mi dice:
"Stai ferma, dove vai... non scappare... che è tutto per te".

Mentre mia moglie mi descriveva la sua prima volta, io avevo un'erezione possente, da farmi male; avrei voluto scoparla, ma lei rifiuta, dicendomi che le brucia troppo ed dové ricorrere ad una crema rinfrescante.
Comunque mi prese il cazzo in mano e cominciò a leccarlo; sorridendo mi disse:
"Però, amore, questo tuo, in confronto al suo, mi sembra il cazzetto di un bambino".
Le chiedo di proseguire nel racconto della scopata e lei:
dopo avermi sbattuto a pecorina, s'è disteso a panica in su e mi ha chiesto di saligli sopra. Quando l'ho fatto, mi ha guidato nella cavalcata.
Ho avuto un altro orgasmo devastante, che mi ha fatto crollare su di lui, mentre egli, con fare paterno, mi accarezzava i capelli e mi diede un bacio.
Mentre avevo ancora il suo cazzo piantato in figa, mi chiedeva:
"Tutto a posto?" e, nel mentre, mi spingeva da sotto, facendomi sobbalzare.
Ero esausta; lui mi fa girare e mi avvisa che adesso toccava a lui.
Si mette in ginocchio sul letto, accanto alla mia faccia e mi strofina il cazzo sulle labbra: con una mano si segava e con l'altra mi teneva il viso girato dalla sua parte; quando fu pronto per sborrare, mi chiede di aprire la bocca; comincia a sborrare ed i primi schizzi mi finiscono sul viso e dentro l'orecchio; poi me lo infila in bocca e conclude la sborrata dicendomi:
"Dai bevi... che con questa ti riprendi. Brava, adesso puliscilo per bene".

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