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Lui & Lei

Regina: la sensualità fatta persona.


di cuckold211
09.12.2022    |    7.008    |    1 9.3
"Subito l'amico fra le gambe si rizzò e lei, senza scomporsi, vi poggiò la mano sopra, lo tirò fuori dai pantaloni e, dopo averlo scappellato, prese a..."
Penso che a quasi tutte le coppie capiti, prima o poi, di stringere amicizia con altre coppie, per trascorrere assieme delle ore liete, amene, senza preoccuparsi tanto delle convenzioni.

Sì, a volte è bello partecipare a delle goliardate, dove si parla, si scherza, si raccontano barzellette anche piuttosto spinte, con il pretesto che, essendo tutti adulti e vaccinati, non sarebbe il caso di atteggiarsi a schizzinosi o moralisti.

In uno di questi nostri incontri, una sera si presenta Claudio, un impenitente scapolo, nostro amico, accompagnato da Regina (si tratta di Regina11, utente singola del sito, guardatene il profilo), che subito captò l'attenzione di noi tutti per la sua notevole prestanza fisica.

Vedere questa Regina che si aggirava per casa in compagnia delle nostre donne, ispirando in tutti, maschi e femmine, una nuova linfa di vitalità ed eccitazione, era qualcosa di veramente entusiasmante.

Io ne ero preso, ma non potevo darlo a vedere. Quell'apparizione fu per me come un colpo di fulmine: avrei voluto poterla avere tra le braccia e farle di tutto e di più, ma ancora non sapevo quali fossero i motivi che la legassero a Claudio, né potevo rischiare di far la figura d'esserne stato attratto.

Quella sera Claudio era particolarmente spigliato ed incline a raccontare barzellette sconce; infatti non badava per niente a contenere il suo turpiloquio. Erano quelle le occasioni in cui notavo che alcune delle donne presenti, mostrandosi infastidite, si allontanavano con il pretesto di andare a fumare, mentre Regina restava e mi fissava con una espressione che avrebbe incenerito chiunque.

Sembrava quasi che mi volesse ammaliare, senza sapere che, in realtà, ero già affascinato, ma, oltre che dal resto delle sue qualità, da quel suo culo portentoso che, di punto in bianco, al solo vederlo ondulare nel camminare, mi provocava un'erezione di quelle che era difficile contenere.

Una volta, a casa di Claudio, mentre eravamo tutti seduti in salotto, si alzò per andare a preparare il caffè e mi sculettò sotto gli occhi, finché non scomparì in cucina.

Il profumo di quella femmina in calore mi stordì al punto che, quasi come un automa, la seguii in cucina e le passai dietro per raggiungere il lavello, dove intendevo riempire un bicchier d'acqua.

Nel superarla alle spalle, indugiai di proposito qualche istante tra le sue chiappe, facendole sentire l'erezione che mi aveva provocato quella sua parte anatomica.

Fu davvero strano che non si scansò dal contatto e, anzi, nel momento di dover tornare sui miei passi, passando di nuovo dietro di lei, quasi mi bloccò, premendo il suo magnifico culo sul mio cazzo in fiamme.

L'avrei presa lì, come niente fosse, ma ebbi la forza di far finta di niente ed allontanarmi.
Riflettei a lungo sull'accaduto, ma pensavo anche che la mia era una bravata che non poteva trovare alcun sbocco. Regina era, almeno all'apparenza, la compagna dell'amico Claudio, perciò, come potevo permettermi di immaginare che potesse darmi il culo? Però volevo provarci, ma quali occasioni avevo tranne quelle in cui eravamo tutti lì a chiacchierare piacevolmente? Potevo darle un appuntamento fuori casa? E se qualcuno ci avesse scorti? Ma, soprattutto, quale certezza avevo che non avessi frainteso quel suo gesto in cucina, preso com'ero da quella lubrica fantasia?

E se lei si fosse offesa per le mie improvvide avances, minando così il nostro buon rapporto amicale? O, se lei avesse accettato, dove avrei potuto portarla, dal momento che non era il caso di pensare né a casa mia, né a quella di Claudio? In albergo? Assolutamente no: avremmo dovuto esibire i documenti. In auto? Forse, ma come ci saremmo giustificati se qualcuno ci avesse visti assieme? Certo eravamo amici, ma, fino al punto di poter esser soli in auto? E per quale particolare motivo eravamo da soli?

Questi erano i molteplici dubbi che affollavano la mia mente e tutti di non facile soluzione. Poi, inopinatamente, arrivò la soluzione.
Regina aveva perso un'amica e non poteva mancare ai suoi funerali, che si sarebbero celebrati in un paesetto vicino. Non potendo esser accompagnata da Claudio, impedito per lavoro, fui richiesto proprio da lui a condurla alla triste funzione.

Dopo aver assolto a tutto quanto dovuto e versato lacrime in quantità, stavamo tornando a casa, quando lei mi appoggiò una mano sulla coscia destra. I suoi occhi, ancora rossi per l'abbondante pianto, ora erano lucidi per una diversa emozione: la guardai e capii di cosa poteva trattarsi. Subito l'amico fra le gambe si rizzò e lei, senza scomporsi, vi poggiò la mano sopra, lo tirò fuori dai pantaloni e, dopo averlo scappellato, prese a masturbarlo lentamente, poi, si piegò su di me e me lo prese in bocca.

Dovetti fermarmi subito, per non rischiare un incidente. Trovai un posto alquanto isolato e riparato, rispetto alla strada, abbandonandomi alla goduria che mi donava quel pompino che, a volerlo definire delizioso, sarebbe notevolmente riduttivo.

Mi leccava il cazzo in una maniera quasi da adorazione: se lo guardava e se lo strofinava sul viso, per poi imboccarlo, ripetendo quell'operazione più volte. Dov'era finita quella donna/compagna che credevo rispettosa dell'amico e che ora dimostrava una lussuria che solo donne più che "porcelle" potevano possedere? Era chiaro che non era per niente nuova a quelle manovre ed io, fedele al mio iniziale progetto, non feci altro che allungare una mano su quel suo fantastico culetto, accarezzandolo fino ad aprire i glutei ed infilare un dito dentro quel foro, che tanti tormenti mi aveva dato.

"Regina, non vorrei apparire ai tuoi occhi come un inguaribile porco, ma questo tuo culetto mi ha fatto sognare e sborrare infinite volte. L'hai capito, vero, che lo desidero da pazzi?"

Fra quel suo magnifico pompino ed il titillare il suo buchetto posteriore, non riuscii più a trattenermi e le sborrai in gola. Da parte mia, ci fu come una specie di delusione, ma trovavo che lei era perfettamente a suo agio.
"Ti piace proprio il mio culo, vero?"
"Non puoi immaginare quanto".
"Dai, ora torniamo a casa. Ci sarà occasione per fartelo godere, ma voglio che succeda in un momento particolare".

Passò del tempo, poi una sera, in pizzeria, non smetteva di metterlo in mostra.
Scrutava la mia espressione per esser certa che avessi notato. Avrei tanto voluto far il maiale e lei leggeva nei miei occhi quel mio desiderio, ma si divertiva a stuzzicarmi.

Fu fissata una nuova cena e già immaginavo a come si sarebbe presentata: un perizoma al di sotto di un pantalone stretto che le avrebbe fasciato il culo in maniera da costringermi a sbavare, alla vista di tanta meraviglia.

Poi venne l'estate e, al mare, fece di tutto per farmi impazzire. Una sera eravamo tutti insieme, a ridere e scherzare. Tra noi c'era tanta confidenza da poterci permettere di scherzare sulle tettone di mia moglie, sul culo di Regina o su altro, ma sempre con rispetto delle dirette interessate.

Regina era seduta di fianco a me. Sorrideva e, da sotto il tavolo, mi toccava il cazzo e sorrideva, facendo l'indifferente.
Era chiaro che Claudio era un po' su di giri e non risparmiava precisi riferimenti alla capacità di Regina di far impazzire i maschi.

In parole povere, poiché Claudio, come me, adorava quel culo e adorava anche scoparlo, lei godeva davvero tanto a farselo fare.

Al telefono, una volta ebbe a dirmi che era capace anche di venire tre o quattro volte, mentre si lasciava inculare da Claudio. Che meraviglia! Secondo me, doveva averlo bel allenato a quella pratica, anche se era una cosa che non mi sarei aspettato, a saperla così maialina: pensavo di aver a che fare con una donna moralmente incorrotta, mentre, in realtà, avevo scoperto la sua vera natura: doveva esser una donna affamata di cazzo.

Per mantener vivo il nostro contatto e le nostre voglie non ancora soddisfatte, Regina aveva preso a concedersi in video e con messaggi hot.
Hai capito, la maialina? Sì, davvero una a tutto campo. Ma c'è anche di più: ha un giocattolo di dimensioni enormi, dalle dimensioni di quelle di Rocco...

Mi disse che con il parter lo usa soprattutto per il culo, sorprendendomi davvero tanto. Non l'avrei mai creduto, perché l'avevo inquadrata come una santerella; ma capisco anche che non poteva certo mostrarsi a tutti quanto le piacesse far la "porcella".

Dovevo prender atto che era veramente tanto, ma tanto porcella e non vedevo l'ora di farmi scopare da lei: sì, perché ero certo che sarebbe andata così. Sarebbe stata lei a scopare me e non io lei.

Una mattina mi fece pervenire un messaggio con allegata una foto del suo culo in perizoma, seguita dalla seguente didascalia:
"Menati il cazzo, porco..." Dovevo riconoscere che non aveva più limiti nel suo gioco di seduzione. Poi, una sera, in pizzeria, si è comportata proprio da troia.

Indossava dei pantaloni stretti, con parte del perizoma in vista: era una tortura non guardarla. Poi si è seduta di fronte a me: prima mi è passata alle spalle, in un punto molto stretto, e lì mi ha praticamente messo le tette sulla testa, facendo finta di far fatica a passare.

Qualche giorno dopo, ci siamo visti anche se solo per mezz'ora. Aveva poco tempo ed io le ho offerto un caffè al bar. Mi ha detto:
"Mi accompagneresti a casa? Ho le borse della spesa piuttosto pesanti".

Quando un giorno pioveva tanto, la beccai ancora una volta per strada con le buste della spesa. Immediatamente mi offrii a darle un passaggio. Una volta arrivati sotto casa, ho insistito per aiutarla a portare le borse in casa, dal momento che abita ad un terzo piano, senza ascensore.

Parcheggiata l'auto, siam saliti e, già per le scale, era una tormento: indossava dei fuseaux neri con perizoma visibile. Ed io dietro, che, ovviamente, sbavavo nel vedere quelle sue chiappe che ondeggiavano davanti ai miei occhi. Non so chi, o che cosa, mi abbia trattenuto dal toccarle?!

Ho atteso di arrivare dentro casa e, appena entrati e posate le borse della spesa, le ho subito tastato il culetto e lei mi fa:
"Che c'è, sei arrapato?"
Ed io: "Certo, ho avuto 'sta meraviglia davanti, lungo tutte le rampe di scale?!"
Mi tastò il pacco da sopra i pantaloni, trovando l'asta ormai di marmo. Una volta chiusa per bene la porta, mi abbassò i pantaloni e me lo tirò fuori; senza esitazione, ha cominciato un pompino favoloso.

Ogni tanto, alzava lo sguardo e mi fissava: che sensazione meravigliosa e che meraviglia era lei nel far quello che stava facendo. Quando si rese conto che ero pronto, mi fa:
"Se vuoi, puoi solo incularmi, perché ho il ciclo!"
Potevo lasciarmi sfuggire quell'invito a nozze? Finalmente avrei potuto godermelo alla grande.
Si spostò il perizoma di lato e si infilò un dito in bocca per bagnarlo, prima di metterselo nel culo, onde prepararlo alla penetrazione.
"Aspetta" le dissi, lo faccio io. Glielo leccai per bene e lo bagnai tutto.
Lei mi fa: "Dai, inculami".

Una volta scappellato perbene, le ho poggiato la cappella sullo sfintere e l'ho infilato. Pian piano è entrato tutto, fino alle palle. Ce l'aveva proprio aperto per bene.
Che goduria, veder quel culetto sbattere sulle mie cosce! L'ho sbattuta per bene.
Ad un tratto ero sul punto di venire e le dico:
"Tesò... dove vuoi che sborri?" Io pensavo mi dicesse "nel culo". Invece, mi dice:
"Vienimi in bocca!"
Hai capito la troietta? Ed io che temevo di offenderla... chi l'avrebbe detto che
fosse così "porcella".

Sfilato il cazzo, ancora duro, dal culo, me lo ha ingoiato tutto per intero, e si è fatta sborrare direttamente sulle tonsille.
Una volta che ha pulito perbene tutta l'asta, me la rimette a posto nei boxer e mi fa: "Ora possiamo anche prendere un caffè, insieme".
Che troiona!

Poi, dopo il caffè, mi dice: "Non prenderci l'abitudine par il culo, perché voglio provarlo anche in figa, nella prossima occasione".
E poi aggiunge:
"Continua a comportarti come sempre, così da non far pensare che qualcosa sia cambiato tra noi. Continua a giocare e scherzare con me, come se non ci fosse mai stato nulla".
Condivido appieno il suo punto di vista: mi sembra più che giusto.
Però, finalmente, ho avuto quel meraviglioso culo, che non mi aveva fatto dormire la notte.



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