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Gay & Bisex

Un nuovo weekend da pornostar (1)


di crigio
17.10.2013    |    9.159    |    2 9.7
"Ascolta: Andrea mi ha detto che mi aspettate per il prossimo weekend”..."
Rientrato a casa dalla Calabria, appena apro la porta squilla il cellulare. Rispondo senza guardare il display.
“Oh, finalmente! Ma che cazzo di fine hai fatto???”.
“Andrea?!”.
“Sì, sì, sono io! Dov’eri ieri?”.
“Sono stato qualche giorno in Calabria a trovare mia madre. Ma che vuoi?”.
“Ha chiamato Michel. Ti aspetta venerdì prossimo”.
“Che? Mi aspetta? In che senso?”.
“Non ricordi che avevano detto che ti avrebbero chiamato per girare altre scene?”.
“Sì, ma mica sono obbligato ad andare!”.
“Certo che lo sei! Hai firmato un contratto!”.
“Ma… io avevo capito che ero libero di decidere se fare altri video o no!”.
“Macché! Ce l’ho qui davanti e c’è scritto che devi fare cinque scene, oltre ai provini”.
“Merda! Ma non potevi leggerlo meglio prima di farmelo firmare?”.
“Credevo che l’avessi letto da te!”.
“Merda! Merda!... Vabbè: ora chiamo Michel”.
“Ah! Comunque stavolta non posso venire con te! Non sono riuscito a liberarmi dal lavoro”.
“Ok. Ci sentiamo. Ciao”.
“Ciao”.

“Pronto! Michel?”.
“Sì?”.
“Ciao, sono Giò!”.
“Ehilà! Amico mio! Come stai? Hai parlato con Andrea? Ieri ti abbiamo cercato, ma non siamo riusciti a contattarti”.
“Sì, sì, lo so. Mi dispiace, ma il mio cellulare non era raggiungibile. Ascolta: Andrea mi ha detto che mi aspettate per il prossimo weekend”.
“Sì. Abbiamo un nuovo attore che ha visto i tuoi video e i provini e ti ha scelto espressamente! Vedrai: non rimarrai deluso!”.
“Ecco: però ci sarebbe un problemino”.
“Che problemino?”.
“Io non ricordavo di essere obbligato per contratto a girare altre scene. Speravo che quella parentesi si fosse chiusa allora. Tu e Gerry siete due brave persone: credi che possiamo trovare un compromesso?”.
“Beh… dunque… Mi dispiace, ma, a quanto leggo, ne devi fare almeno altre quattro!”.
“E non possiamo venirci incontro? Vorrei chiudere definitivamente questa storia. Sai, il fatto che la mia immagine giri in rete non mi fa stare tranquillo…”.
“Capisco. Tu avevi in mente qualcosa?”.
“Beh, visto che devo venire venerdì, potremmo fare tutte e quattro le scene tra sabato e domenica. Almeno ci proviamo. Se poi non va, vedremo…”.
“Mhm! Non so. Aspetta che chiedo a Gerry”.

“Mhm! Allora, facciamo così: giovedì ci sentiamo e ti dico se siamo riusciti a organizzare, ok?”.
“Va bene. Allora a giovedì”.
“Sì, ciao”.

“Pronto! Giò?”.
“Ciao, Michel! Dimmi tutto!”.
“Ascolta! Abbiamo gli attori per tutte e quattro le scene, come ci avevi chiesto”.
“Ottimo! Allora ci vediamo domani, così mi illustrate il tutto!”.
“Bene! A domani!”.
“Ciao!”.

Atterro a Berlino nel primo pomeriggio di venerdì e un taxi mi porta in albergo. Chiamo il blogger per avvisare che sono arrivato e che sarò allo studio al più presto.
Alle cinque e mezza suono il citofono del palazzo storico in centro, salgo le scale e Gerry e Michel mi accolgono come se fossimo vecchi amici.
“Bentornato! Vieni, vieni, ché abbiamo molto lavoro da fare!”, e ci accomodiamo sugli sgabelli del tavolo della cucina.
“Allora”, comincia Michel. “Domani mattina gireremo un pompino e nel pomeriggio una scopata con lo stesso attore… E’ questo qui”, e mi passa alcune foto di provini.
“Ehi! Ma io questo lo conosco! È Faruk!”.
“Ah, bene! Quindi sai già cosa ti aspetta?”.
“Eh sì! Eheh!”, rispondo, sorridendo imbarazzato.
“Domenica, invece, sarà più impegnativa: mi dispiace, ma erano scene che avevamo tenuto in serbo per te in tempi diversi. Sai, dopo aver visto i due video che hai già girato, diversi attori ti hanno richiesto”.
“Di che si tratta?”.
“Dunque: avrai una doppia penetrazione con due attori brasiliani al mattino, e un’orgia, o meglio una gangbang, nel pomeriggio, alla quale parteciperò anch’io”.
“Una gangbang?! E quanti saremo?”.
“Allora: oltre a me e a te, altri quattro…”.
“Cinque?!”.
“Pensi che sia troppo?”.
“Mhm… Beh, proviamoci…”.
“Bene! Gli attori di domenica te li faccio vedere domani sera. Magari, se dopo la scena con Faruk sarai troppo stanco, potrai fermarti a dormire qui, ok?”.
“Ok, grazie”.
“Adesso va’ a riposare!... A domani!”.
“Ciao!”.

L’indomani alle otto sono già in piedi. Faccio colazione, una doccia e mi pulisco bene anche dentro. Devo fare solo un pompino, ma non si sa mai…
Alle nove e mezza sono allo studio.
“Buongiorno!”, mi accoglie Gerry. “Faruk è in bagno a prepararsi e Michel sarà qui a momenti. Accomodati!”.
“Vedo che avete cambiato la scenografia!”. Al posto del lettone dell’ultima volta, c’è un divano rosso.
“Eh, sì! Per un pompino è più appropriata una seduta. Nel pomeriggio cambieremo di nuovo”.
Dalla porta della camera degli ospiti spunta il turco, vestito solo di un paio di boxer Calvin Klein bianco.
“Ciao, Giò! Come va?”.
“Ehi, ragazzone! Tutto bene! E tu come stai? Ahmed?”.
“Bene, bene! Il mio fratellone è a Milano. Ti saluta affettuosamente. Non ha potuto accompagnarmi, perché doveva badare alla palestra”.
La porta d’ingresso si apre ed entra Michel: ha portato la colazione per sé e per Gerry.
“Mangiamo qualcosa e cominciamo!”, dice trafelato. Intanto, io e Faruk ci sediamo sul divano a chiacchierare. Mi rivela che è venuto a conoscenza del blog tramite un collega dell’agenzia di moda. La cosa lo ha stuzzicato e ha voluto provare. Quando tra i provini ha visto il mio, ha chiesto a Michel di fare la scena con me.
Dopo quindici minuti i due blogger tornano da noi.
“Allora: iniziamo con i provini”. Mi spoglio rimanendo in slip e Gerry ci fotografa in diverse pose. Alla fine scarica le foto al computer e le esamina.
Quindi, cominciamo a girare: Faruk è seduto sul divano ed io in ginocchio tra le sue gambe. Gli accarezzo il pacco con la mano e lo guardo voglioso. La sua verga comincia a crescere sotto il cotone: si allunga verso sinistra fino a raggiungere il fianco. Con le labbra la percorro dalla base al glande, insalivando il boxer. Infilo le dita sotto l’elastico e lo sollevo, scoprendo lentamente quell’enorme tubo di carne.
Il cazzone giace tranquillo sul ventre di Faruk. Con la punta della lingua stuzzico il frenolo e quello alza la testa. Ne approfitto per ingoiare la cappella e comincio a succhiare, incavando le guance. Intanto, gli sfilo il boxer, facendolo scorrere verso il basso lungo le gambe. Poi me lo porto al naso e inspiro profondamente.
Lo getto via e agguanto la mazza. La masturbo mentre riprendo a succhiare il glande. Tenendola dritta la percorro dall’alto in basso con la lingua e ritorno sul prepuzio, sferzandolo con colpetti rapidi. Torno verso il basso e mi fermo a leccare e succhiare le palle.
Così stimolato, il cazzo di Faruk si ingrossa e si impenna, mentre il suo respiro si fa più pesante. Con la bocca spalancata piombo dall’alto e inghiotto più asta possibile. Faruk reclina la testa e chiude gli occhi. Il suo bacino viene incontro a me. Assaporo l’aroma della sua pelle e il liquido prespermatico che stilla dal buchino del glande.
Salgo e scendo lentamente per almeno venti centimetri lungo il membro. Poi, quando ce l’ho in fondo alla gola, apro lievemente la bocca e stringo la cappella con la glottide, muovendo più velocemente la testa. Faruk stringe la seduta del divano e si irrigidisce. Tiro su il capo e sbavo abbondantemente sull’asta. Poi di nuovo la ingoio e riprendo a spompinarla con la gola, e così ancora e ancora.
Raccolgo con la lingua la mia saliva che cola lungo la verga e di nuovo la inghiotto succhiandola rumorosamente. Ne prendo più che posso e ogni volta che scendo giù i centimetri nella mia bocca aumentano. Con mia enorme sorpresa, alla fine le mie labbra raggiungono la base di quell’impressionante obelisco e me lo tengo per un po’ piantato in gola. Faruk comincia ad agitarsi e le sue gambe tremano.
Lo estraggo di colpo e il turco sospira di sollievo, ma subito lo agguanto a due mani e lo masturbo energicamente mentre succhio la cappella. Allora Faruk mi afferra la testa e mi impone il ritmo del pompino. Quando ne ha abbastanza, mi tira su, un brivido lo scuote e poi mi riaffonda il cazzo in gola. Mi scopa per qualche secondo e poi di nuovo mi strappa a quella meraviglia sulla quale sbavo di lussuria. Lui si scuote ancora e per la terza volta mi penetra le fauci.
D’un tratto si alza in piedi e, sempre tenendomi il capo, mi fotte la bocca, alternando l’andirivieni a pause più o meno lunghe durante le quali riprende fiato e spezza il piacere per non godere troppo presto.
Poi mi solleva e mi spinge sul divano, mi sale sopra e mi affonda il suo cazzone in gola. Ogni tanto lo tira fuori e me lo struscia sul viso o mi schiaffeggia le guance.
Ora, con un piede a terra e uno sulla seduta, mi tiene per i capelli e mi spinge contro il suo ventre, soffocandomi con quell’enorme ammasso di carne. Lo estrae e lo fa scorrere lungo il mio collo, giù fino ad un capezzolo. Me lo spennella un po’ e poi mi ripiomba in bocca.
Io ormai ci ho fatto l’abitudine e riesco ad ingoiarlo completamente. Sentirlo in fondo mi eccita.
D’un tratto si sdraia sul divano e mi dice di mettermi sopra di lui a sessantanove. In questa posizione posso occuparmi del suo cazzo più facilmente, e intanto lui mi stuzzica il buco del culo. Stringo l’attaccatura dello scroto e le palle si gonfiano e la verga si drizza: lecco e ingoio completamente i coglioni e con la lingua risalgo per tutta l’asta. Arrivato in cima apro la bocca e mi strozzo infilandomela fino in gola. Faruk comincia a scoparmi, mentre mi mangia la rosellina.
Dopo qualche secondo, inizia a rantolare e sposta una mano dalla mia chiappa al suo cazzo per stringerlo forte. Si irrigidisce per evitare di sborrare.
“Ok! Stop!”, urla Michel. “E’ tutto a posto, Faruk?”.
“S… s… sì… credo di sì… Uff!... Eheh! Mi piaceva troppo e ho perso il controllo!”, ansima.
“Va bene! Riprenditi e poi giriamo il finale”, soggiunge il blogger. Beviamo un po’ d’acqua. Quindi, il turco si risiede sul divano con la sua mazza appoggiata lungo una coscia. Io mi inginocchio sulla seduta e mi chino sul suo ventre tenendo il culo per aria. Prendo il cazzo e ricomincio a succhiare. Subito Michel da il ciak a Gerry perché riprenda a girare.
Succhio e masturbo lasciando colare la mia saliva fino alle palle. A volte scendo sui coglioni per raccoglierla e poi ricomincio a pompare energicamente. Faruk è su di giri e dopo cinque minuti il cazzo si indurisce, le vene si ingrossano e un rivolo di sborra cominci ad uscire dal glande. Poi, una contrazione del busto e uno schizzo salta su e ricade sulla mia guancia. Inghiotto la cappella e altro sperma irrora le mie fauci. Lo faccio uscire dalle mie labbra e colare lungo l’asta. Sporco il glande di saliva e seme e poi lo ripulisco. Scendo alla base per leccare il nettare che si è depositato sullo scroto. Risalgo percorrendo la mazza con la punta della lingua e poi ingoio di colpo quella bella salsiccia, facendo sussultare il mio stallone. Faruk appoggia pesantemente le sue mani sulla mia testa e mi tiene la sua spada conficcata in gola, donandomi le ultime gocce di sborra, a tratti vibrando per l’orgasmo.
Infine, si abbandona sullo schienale del divano ed io do un’ultima sonora ciucciata all’oggetto del mio desiderio. Mi sollevo verso il suo viso e gli lecco le labbra dischiuse con la punta della lingua sporca di sperma. Poi gliela infilo in bocca e lo bacio appassionatamente, mentre la sua verga dondola in ogni direzione, lucida e ancora dura.
“Stop!... Bene! Bravi!”, dice un esaltato Michel, che sembra contento di quello che ha appena visto.
Gerry va al computer e scarica tutto il girato. Entrambi danno una scorsa veloce al materiale, mentre io e Faruk andiamo in bagno a ripulirci. Chiudiamo la porta alle nostre spalle e il turco mi stringe a sé, mi bacia e mi sussurra: “Cazzo! Già appena me lo hai preso in bocca m stavi facendo sborrare! Sei un portento! Sapevo che sarebbe stato fantastico!”. Poi ci infiliamo sotto la doccia e laviamo via i residui dell’amplesso.
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