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Gay & Bisex

Un nuovo weekend da pornostar (3)


di crigio
21.10.2013    |    6.877    |    2 8.8
"D’improvviso, sento una fitta dentro lo stomaco: Victor ha raggiunto la mia prostata..."
Sono le quattro e mezza di pomeriggio quando esco dallo studio di Michel e Gerry e non mi va di tornare in albergo a girarmi i pollici. E poi le foto di quei due energumeni brasiliani mi hanno messo addosso un certo appetito.
Prendo l’elenco dei locali gay che ho scaricato prima di partire e lo scorro per cercare una sauna o un bar. Tra i tanti locali, ne trovo uno non molto distante che sembra fare al caso mio. Tiro fuori la cartina e mi incammino.
Si tratta di un bar con delle cabine sul retro. Pago la consumazione obbligatoria e mi siedo su uno sgabello al bancone, dando un’occhiata in giro. Ci sono uomini di ogni specie e colore ma nessuno, al momento, attira la mia attenzione. Bevo l’ultimo sorso e mi inoltro tra i corridoi del retrobottega.
Sembra affollato, perché molte cabine sono chiuse e, guardando in basso, scorgo i piedi dei tipi che sono dentro. Continuo a girare finché trovo una porta socchiusa. Spio dalla fessura e sul divanetto c’è sdraiato un ragazzino che si masturba guardando il video che passano sul televisore in alto. Apro piano la porta, ma quella cigola e il tipo si volta di scatto. Per nulla sorpreso mi fa segno col pollice di inginocchiarmi e succhiarglielo. Rapito da quell’affare niente male, eseguo l’ordine e, accovacciatomi ai piedi del divanetto, lo inghiotto subito per intero. Il ragazzino impreca qualcosa, ma poi prende il controllo e mi scopa la bocca. Mi fa strozzare ed io tossisco e sbavo, ma lui se ne infischia e non desiste. Poi tira fuori la verga e mi schiaffeggia. Quindi, me la ripianta in gola e ricomincia a stantuffare.
D’un tratto la porta della cabina inizia ad aprirsi piano e, anche se cigola, il tipo sembra non accorgersene. Nel corridoio passa qualcuno che va oltre. Dopo un po’ un ragazzone alto e muscoloso si arresta nel vedermi chino a ciucciare un cazzo e si appoggia fuori al muro di fronte godendosi lo spettacolo. È in tenuta leather: indossa un harness pettorale, un paio di jeans e degli stivali a punta. Nell’oscurità del locale non riesco a vedere il viso, ma, poi, strizzando gli occhi, capisco che ha una maschera di latex che gli lascia scoperti solo gli occhi e la bocca.
Il ragazzino comincia a tremare: ci siamo! Un fiotto di sborra mi arriva dritto in gola. Stringo le labbra e incavo le guance, ciucciando avidamente e il tipo si contorce sul divanetto. Altra sborra mi innaffia le fauci ed io la assaporo e la inghiotto con gusto, ripulendo bene tutta l’asta. Alla fine mi alzo in piedi ed esco, lasciando il ragazzino in preda ai residui dell’orgasmo.
Appena richiudo dietro di me la porta della cabina, l’energumeno mascherato mi si pianta davanti e mi fa cenno con la testa di seguirlo. Gli vado dietro finché lo vedo entrare in una stanza. Mi guardo intorno, ma non c’è nessun altro. Entro e lui lega la porta con un catenaccio lasciandola socchiusa. Nella stanza c’è un altro tipo, nerboruto tanto quanto lui e vestito e mascherato allo stesso modo. Sta lubrificando un dildo con manico, che complessivamente sarà sì e no di una cinquantina di centimetri. Di colpo smettere di scorrere la mano lungo il palo e mi fissa. Poi guarda il suo compare: gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all’orecchio. L’altro gli risponde e poi tutt’e due sghignazzano. Chissà in che guaio mi sto cacciando, accidenti a me!
L’omone che mi ha condotto fin lì mi chiede: “English? Deutch? Français? Espanol?... Italiano?”.
“Italiano… sì!”, dico nervoso.
“Bene! Io Victor!”. “E io Rufus!”, si presentano.
“Io Giò”, ricambio.
“Vieni qua!”, mi ordina, parlando con una cadenza sicuramente non italiana. Lui si fa un po’ da parte e dietro alle sue spalle compare una specie di altalena, una sling nel gergo leather, che è attaccata al soffitto sorretta da corde e da morsetti. Mi avvicino e lui comincia a spogliarmi. Mi toglie tutto e, con la sola forza delle sue braccia, mi solleva e mi lascia andare su quella specie di amaca. Mi tira su le gambe e mi lega le caviglie con due cinghie che mi costringono a tenere le cosce aperte. Victor mi infila subito due dita nel solco e mi schiaffeggia sonoramente il culo.
“MMMMMMM!!!!! Belle chiappe!”, si complimenta con un tono da uomo delle caverne. Di colpo sparisce verso il basso e comincia a divorarmi il buco.
“Oh cazzo!”, esclamo. “Che ling… glough!”. La parola mi muore in gola perché Rufus, girandomi la testa con forza mi pianta il suo cazzo tra le fauci, scopandomele a più non posso. Sono partiti subito in quarta e, a quanto pare, hanno brutte intenzioni. Infatti, mentre mi sbatte il ventre contro il naso, Rufus continua a lubrificare il dildo. Poi lo usa per accarezzarmi una guancia, me lo rigira intorno ad un capezzolo e me lo fa scorrere lungo un fianco.
“MMMMMMMM!!! MMMMMMMMMMMMMMM!!! MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!”, mugolo. Victor è un professionista dell’anilingus e ci sta dando dentro di brutto. Potrei avere un orgasmo anale solo così se continua a toccarmi certi punti!
Mentre mi tiene le chiappe aperte mi fa: “Spingi!”. Io rilasso tutti i muscoli dello sfintere e la mia rosellina si apre. Lui la afferra tra le dita di entrambe le mani e me la strizza, poi ci appoggia le labbra e comincia a succhiarmela, infilandoci la lingua in mezzo.
Mi sfilo il cazzo di Rufus dalla bocca e alzo la testa: “Oh… Oh… Oh! Sì! Cosìììììì!!!”, rantolo.
“Giù!”, mi ordina Rufus e col dildo mi rispinge sulla sling, soffocandomi di nuovo col suo cazzo.
Stringendo ancora il mio anello tra le dita, Victor lo tortura con la lingua seguendone tutto il contorno e soffermandosi su un punto in particolare, dove sembra che convoglino tutti i nervi. Infatti, la stimolazione di quel punto mi manda in estasi: vado in apnea, la mia bocca si schiude e sbavo abbondantemente. Quando riprendo a respirare, una convulsione mi costringere a spingere in fuori lo sfintere: la mia rosellina si spampana.
“Yeeeaaahhhh!”, esulta Victor, che risprofonda tra le mie chiappe per mangiarmela. Dal percorso circolare che fa adesso la sua lingua percepisco che il diametro del mio ano è aumentato enormemente. Mentre mi lecca la parte superiore ci infila due dita. Poi le tira fuori e assapora i miei umori. Quindi, me le rimette dentro rigirandole con maestria.
All’improvviso si alza in piedi e viene all’altezza del mio viso dall’altro lato rispetto a Rufus, il quale, invece, prende il suo posto tra le mie cosce. Velocemente, Victor si sbottona la patta e mi riempie la bocca col suo salsicciotto. Poi sento qualcosa di viscido scivolare nel mio solco: è il dildo ben lubrificato. Rufus non perde tempo e, puntandolo al buco, me lo pianta dentro in un sol colpo. Subito un’altra convulsione mi fa inarcare la schiena e stringere lo sfintere attorno a quel membro posticcio, che comunque scivola bene nelle mie viscere visto tutto il lube che c’ha spalmato sopra l’energumeno.
D’un tratto, Rufus sparisce verso il basso e alla penetrazione col dildo si aggiunge anche la stimolazione della rosellina. Anche lui conosce quel punto che poco fa mi ha torturato Victor, perché ancora una volta il mio corpo viene sconvolto da scosse ad ogni colpo di lingua. Così titillato, il mio ano allenta piano piano la morsa in cui stringe il dildo e lo stallone comincia a muoverlo dentro di me.
Il mio corpo ricomincia a rilassarsi, ma a quanto pare non è quello che questi due tipi vogliono. Infatti, d’improvviso Victor tira fuori dalle tasche dei jeans due mollette e rapidamente me le appunta ai capezzoli.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!”, urlo di dolore. Rufus aumenta la frequenza delle sferzate alla mia rosellina in modo che il piacere possa superare il dolore. Contemporaneamente, Victor percuote la testa delle mollette, così trasmettendomi delle vibrazioni alle aureole. Intanto, il suo cazzo non smette di soffocarmi, anche perché nel frattempo è diventato bello grosso.
Victor prende a fare dondolare senza sosta le mollette e a poco a poco le mie tettine mi regalano un piacere crescente, amplificato anche dalla stimolazione del buco che Rufus non smette di praticarmi, tanto che questo riprende a dilatarsi, finché un’altra convulsione me lo fa spalancare vergognosamente.
Allora Victor estrae un guanto di lattice nero dalla tasca posteriore dei jeans e lo indossa, mentre dall’altra tasca tira fuori una bottiglietta di lubrificante che svuota sul guanto. Spalma ben bene, rendendo l’avambraccio completamente lucido e intanto continua a scoparmi in bocca, facendo dondolare il suo bacino avanti e indietro.
Lentamente, Rufus tira via il dildo, senza smettere di torturarmi il “punto G”. Io continuo a spingere in fuori lo sfintere e mi apro sempre più. Adesso è lui a stringermi la rosellina tra le dita e a divorarmela, finché, improvvisamente, la abbandona cedendo il posto al suo compare. Victor si accuccia di nuovo tra le mie cosce e fa scorrere nel solco il suo braccio lubrificato. Poi mi accarezza il buco dilatato con due dita: è morbido e accogliente. Versa altro lubrificante tra le mie chiappe e lo spalma con cura.
Tre dita mi penetrano: le sento rigirarsi perlustrando ogni angolo dei miei intestini. Un quarto si aggiunge poco dopo. Infine passa anche il pollice. Un cuneo mi sta penetrando: a mano a mano che entra si fa sempre più largo. Rufus fa vibrare le mollette al posto di Victor, mantenendo acceso il mio godimento e rilassato e dilatato il mio buco.
Quando il pugno di Victor arriva alle nocche non scivola più. Allora il tipo ci versa sopra altro lubrificante, che spalma anche sul mio culo. Spinge e uno strappo mi dilania dentro.
“OOOOHHHH, YEEEEAAAAHHHH!!!!”, gode Victor. Io invece urlo di dolore e tiro su il busto. Nello stordimento generale il mio sguardo si sposta verso la porta socchiusa della stanza e nella fessura scorgo degli occhi indiscreti che ci spiano. Intanto, lo stallone continua a rigirare il cuneo nel mio sfintere e a spingere per fare entrare anche il suo braccio.
D’improvviso, sento una fitta dentro lo stomaco: Victor ha raggiunto la mia prostata. Per reazione il mio cazzo si impenna e, con uno scatto fulmineo, Victor lo inghiotte tutto intero. Gli dà qualche ciucciatina e poi lo cede a Rufus che si china su di me e se lo pianta in gola.
Il braccio viene tirato fuori lentamente: una corrente d’aria mi raffredda le viscere. Subito Victor reintroduce il pugno e stavolta anche le nocche passano facilmente. Allora comincia a farmi un “dentro e fuori” da paura, finché un affondo raggiunge di nuovo la mia prostata e mi scatena una nuova convulsione. Il mio corpo sussulta e la sling comincia a dondolare. Il mio cazzo sfugge alla bocca di Rufus che, però, se lo riingoia subito. Il mio sfintere inizia a richiudersi e Victor non riesce più a fistarmi. Allora, si alza in piedi e mi inchioda col suo cazzo duro e grosso. Tenendomi per le cosce mi fotte forsennatamente. Rufus smette di succhiarmi e torna ad infilarmi la sua verga in gola. Quella comincia a prendere vigore, proprio mentre Victor, rantolando con tono grave, è scosso da un violento orgasmo e mi scarica in corpo la sua sborra, tenendo incollato il suo ventre alle mie chiappe. Poi con uno strattone, mi strappa via il cazzo dal culo e Rufus si sostituisce a lui. Mi impala e mi scopa con violenza, tenendosi dalle corde della sling. Qualche colpo profondo e anche lui si svuota i coglioni nelle mie viscere.
Poi, ancora ansimanti e scossi, si posizionano ai lati della mia faccia e, alternatamente, mi fanno ripulire le verghe del loro sperma e dei miei umori.
Quando slegano le cinghie che stringono le mie caviglie le mie gambe crollano a terra pesanti. Mi restituiscono i vestiti e, con enorme fatica, li indosso. Quando tolgo il catenaccio dalla porta, fuori non c’è più nessuno e, barcollando lungo i corridoi, mi dirigo verso l’uscita. L’aria aperta è un toccasana. Inspiro a pieni polmoni e cerco di fermare un taxi perché mi porti in albergo.
Non appena entro in camera, stramazzo sul letto cadendo in un sonno profondo.
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