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Gay & Bisex

Dieci ragazzi per me (3)


di crigio
06.12.2013    |    7.939    |    2 9.5
"Una smorfia si dipinge sul suo volto, per la morsa nella quale glielo stringo..."
Quando alzo il capo, uno spettacolo si offre alla mia vista: una statua d’ebano, di spalle, sta pisciando nella tazza. Dai riccioli in testa, il corpo si sviluppa verso il basso in due spalle larghe e muscolose che si stringono più giù su una vita sottile e un culo piccolo e sodo. Le cosce da centometrista, depilate, scendono sui polpacci sporgenti e su due piedi grandi. In totale, circa due metri di virilità assoluta che, sentendo chiudersi la porta, proferiscono: “Sei stato una vera troia, sai?”.
L’energumeno si volta: è bellissimo. Una lieve cadenza francese nella voce lo rende anche molto affascinante. I pettorali sono perfettamente segnati, così come l’addome. Tra le gambe gliene pende una terza un po’ curva, dalla quale stilla una goccia di urina. Ipnotizzato, mi avvicino e alzo un braccio per accarezzarlo, per accertarmi che non sia un’allucinazione.
Non appena lo tocco, lui mi stringe il polso e mi porta la mano sul suo cazzone. Mi appoggia l’altro palmo sulla spalla e mi spinge verso il basso. Mi inginocchio e ad un centimetro dal mio naso c’è il martello che mi ha percosso gli intestini qualche minuto fa. Con la lingua raccolgo la goccia e con le labbra avvolgo la cappella. Il ragazzo inspira profondamente e inizia a dondolare avanti e indietro. Alzo lo sguardo e ha le braccia incrociate sul petto e si strizza i capezzoli. Si lecca le grosse labbra e con occhi sgranati scruta con attenzione il mio pompino.
Provo ad ingoiare tutta la mazza, ma quella comincia a crescere e mi rende molto difficoltosa l’operazione. Si ingrossa e mi dilata le fauci, stimolandomi le papille gustative. Secerno una quantità esagerata di saliva, con la quale lucido l’asta che ha un sapore talmente buono che la ingoio il più possibile, voracemente.
“… e sei anche un gran succhiacazzi! Uff! MMMMMMM!!! Sì, così!!! Lecca lì! Proprio lì!!!”, sospira, istruendomi sui punti che lo eccitano maggiormente. Poi, estraggo la mazza dalla bocca e mi concentro sullo scroto: lo lecco e lo mangio, mentre il membro mi accarezza, semiduro, la guancia. Lo impugno e lo sollevo, esponendo le palle alle mie labbra vogliose. Mi intrufolo tra le sue cosce e, con la lingua, raggiungo il suo buco. Lo titillo e il negrone impazzisce: comincia a vibrare tutto e a rantolare.
“Che stronzo!”, mi apostrofa, e, con uno scatto, si gira e, appoggiandosi al muro, si piega in avanti offrendomi quel culo da sogno. Le mie mani ne agguantano le chiappe, mentre la mia faccia ci sprofonda in mezzo e inizio a succhiargli la rosellina. Poi, avvolgo un palmo intorno alla sua asta e lo mungo lentamente. Quella si indurisce e si impenna in men che non si dica. Lui si tira su e va a sedersi sul water, tenendosi il cazzo bello dritto. O meglio, lo regge verso l’alto, sebbene curvi un po’ a destra.
Ammaliato, lo scavalco e mi ci siedo sopra, piano. Centro il mio anello e spingo per ingoiarlo. Non appena mi apro, sento lo sperma colarmi tra le natiche, ma, proprio grazie a tutto quel liquido vischioso, la verga riesce a scivolarmi dentro agevolmente. Quando arrivo in fondo, il tipo mi appoggia le mani sulla schiena e, piegandosi leggermente in avanti, si alza in piedi caricandosi tutto il mio peso. Si incammina verso la porta e la apre.
“Dove andiamo?!”, chiedo perplesso, ma lui non risponde. Rientrati in camera, dice: “Guardate chi ho trovato nel cesso?”. Sdraiato sul letto c’è un ragazzo già pronto col cazzo in tiro, che con due dita lo fa dondolare in ogni direzione, ammiccando verso di me. In piedi dall’altra parte della stanza, invece ci sono… dunque… uno, due… cinque, sei, sette… ben nove stalloni infoiati, che si masturbano senza ritegno! Enrico è seduto su una sedia, a cosce larghe e col membro adagiato sul ventre, che si gode tutta la scena.
“Quale vuoi?”, mi chiede il negrone, ed io mi giro verso il tipo sul letto. Lui capisce subito, si avvicina alla sponda e mi lascia cadere, liberandomi lo sfintere dal suo obelisco. Io, gattonando verso l’altro stallone, gli monto sopra e mi pianto il suo palo in corpo. Una smorfia si dipinge sul suo volto, per la morsa nella quale glielo stringo. Poi si distende, percependo la poltiglia di sborra di cui sono ripieno e che rendono le mie viscere più accoglienti. Mi agguanta le chiappe e, aprendomele e chiudendomele, si massaggia l’asta.
D’improvviso, il letto sobbalza: tre stalloni ci sono saliti sopra e si portano uno davanti a me e due ai lati. Un cazzo mi sprofonda in bocca, mentre gli altri due si fanno masturbare. Il tipo che sto succhiando allunga le mani e mi strizza i capezzoli, e il piacere impazza. Decido, allora, di dare il meglio di me: stringo lo stomaco, trattengo il respiro e apro un po’ la bocca. Avvolgo la cappella con la gola e inizio un andirivieni sempre più veloce.
“Oh, che troia bocchinara!”, sbotta, e, visto che le gambe cominciano a cedergli, cinge le spalle dei suoi due amici, reggendosi da loro. Reclina la testa e ansima. Poi lo faccio uscire per riprendere fiato e il suo corpo viene scosso da un brivido. Mi guarda e mi insulta: “Puttana, ma che volevi farmi venire? Eh?”, ed, in tutta risposta, inghiotto nuovamente il cazzo e ricomincio il pompino di gola.
Il tipo si agita: si gira a destra e a sinistra, fissando i suoi amici, digrigna i denti e rantola. “Merda!”, esclama, alla fine. “Non resisto! La troia mi fa sborrareeeeeeeeeeeeeeee!!!”, e un fiotto mi colpisce la glottide. Stringo l’asta tra le fauci continuando a pompare e altri schizzi mi innaffiano la bocca. Ingoio tutto e, quando il ragazzo non ne può più, si tira indietro e cede il posto agli altri due, andando a godersi lo spettacolo dal fondo della stanza.
Senza tregua, inizio a ciucciare questi altri due cazzoni e nel frattempo lancio uno sguardo ad Enrico: la sua verga si è nuovamente impennata e vibra di desiderio, e lui mi sorride e annuisce, soddisfatto della mia prestazione.
Un colpo secco agli intestini mi riporta l’attenzione ai miei tre stalloni. Quello che mi sta montando ha cominciato a fottermi di brutto e sta tremando: è quasi pronto a venire. Gli altri due, invece, sono contemporaneamente tra le mie labbra e si godono la mia suzione. Con la lingua percorro le cappelle e titillo i buchini e i frenoli. Poi, li ingoio e li pompo fino ad affogarmi. Loro gemono e commentano il mio servizietto, apostrofandomi con epiteti poco edificanti. Uno spara il primo fiotto di sborra proprio quando anche il ragazzo sotto di me mi affonda tutto dentro e comincia a svuotarsi i coglioni. Dopo poco anche il terzo si unisce ai suoi amici e, imprecando e offendendomi, mi strattona per i capelli perché mi pianti in gola il suo cannolo esplosivo.
Ripulisco bene entrambe le verghe e poi i due ragazzi scendono dal letto. Mi chino sul terzo e scambio con lui lo sperma che mi ha insozzato la bocca. Poi mi dà una pacca sul culo e mi fa smontare. Rotolo e finisco sull’altro lato, dove c’è già pronto un altro stallone: sdraiato su un fianco, mi attira a sé e punta il cazzo tra le mie chiappe. Spinge e mi penetra. Mi solleva la gamba per dar modo agli altri di vedere bene la scopata, mentre un palo di carne mi riempie il cavo orale.
“Dai, vacca! Uno dopo l’altro, senza sosta! Così! Così!”, sbotta e mi fotte le fauci.
“Sì, con tutto il latte che ha in corpo non può essere che una vacca!”, aggiunge quello alle mie spalle, e tutti scoppiano a ridere. Vengo sbattuto avanti e indietro, sopra e sotto. Una mano del tipo che sto succhiando va ad accarezzarmi la rosellina dilatata. Me la strofina freneticamente come fosse una fica e l’effetto è lo stesso: il godimento viene amplificato, quasi stesse stimolandomi un clitoride. Ci infila un dito e mi fotte insieme al suo amico. Apro la bocca per urlare e il cazzo mi affoga. Tossisco e contraggo la gola, stringendo ritmicamente la cappella. Lo stallone si irrigidisce ed esclama: “Oh no! Non così, troia!”, e sborra.
Vedendo il gozzo salire e scendere nella mia gola, fa: “Cazzo! Non sei mai sazio!”. Quando si è spremuto bene le palle, si allontana e cede il posto ad un altro.
“Sei solo un principiante!”, dice questo al precedente, e mi sprofonda tutto dentro provocandomi un conato. Estrae la verga e sbavo. Mi mette una mano dietro la nuca e mi torna dentro con un colpo secco. Mi scopa un po’ e poi esce di nuovo. Per resistere a questi attacchi stringo gli addominali, ma non è facile perché lo stallone alle mie spalle ci sta andando giù pesante anche lui. Finché non incolla il ventre alle mie chiappe: il suo membro si gonfia ed esplode abbondantemente nelle mie viscere. Quando tira fuori il cazzo, il buco rimane spalancato e tutta la sborra che ho raccolto finora cola fuori come una cascata. Qualcuno dei presenti non resiste a quella visione e si precipita nel mio solco a succhiare quel ben di Dio.
Mi sento svuotare rapidamente e, al tempo stesso, ho l’impressione che lo sfintere sia più ampio. Dopo un ultimo risucchio, il tipo si alza, appoggia una mia gamba sul suo petto e mi infilza con una mazza di proporzioni gigantesche. Sputo quella che ho in bocca e lancio un urlo straziante. Mi appendo al suo collo, sfidandolo con lo sguardo a lacerarmi gli intestini. Lui coglie perfettamente il mio messaggio e mi monta come un toro.
Lo spettacolo manda su di giri il ragazzo che stavo spompinando, il quale, masturbandosi, libera il suo piacere sul mio petto. Dandomi della “troia succhiacazzi” scende dal letto e mi lascia in balia dell’energumeno scatenato che ho in corpo, il quale mi fa girare sulla schiena, si carica le mie gambe sulle spalle e comincia a scoparmi pesantemente.
Ad ogni affondo il mio corpo viene sbalzato in alto. Stringo le lenzuola per tenermi basso, ma è inutile. Volto la testa verso Enrico e lui sembra quasi preoccupato. Annuendo, gli faccio capire che, però, va tutto bene. D’un tratto, un tumulto mi cresce dentro e rapidamente mi sconvolge le membra. Un nuovo sussulto mi fa piegare fino ad incollarmi al petto del maschione. Gli pianto le unghie nella pelle e urlo: “GOOOOOODOOOOOOOOOOOO COL CUUUUUUUUULOOOOOOOOOOOOOO!!!”. I presenti sono esterrefatti. Il mio stallone si siede sui suoi polpacci ed io comincio a cavalcarlo come un forsennato, prendendomi tutto il suo obelisco.
“Dammi la sborra! DAMMI LA SBOOOOOOORRAAAAAAAAAAAA!!!”, gli ordino, ormai senza più controllo. Sembro posseduto e anche lui è basito per il mio comportamento. Colto di sorpresa, non si trattiene più e, tremando, spara il seme nei miei intestini.
“TOH! TOH! È TUTTA TUA, PUTTANAAAAAAAAAAA!!! OH! OOOOHHHHH! OOOOOOOOOOOOHHHHHHHH!!!”, rantola, e il suo affare si ingrossa ancora, sbragandomi lo sfintere. Ricade indietro sulle braccia e mi dà altri colpi. Abbarbicato a lui come una scimmia, mi abbandono agli spasmi e mi struscio contro il suo corpo, come una cagna in calore. Lo bacio con passione e gli affondo la lingua in gola.
“MMMMMMMM!!! Sì! Ti spremo i coglioni, porcone! Ch’è bello! Ch’è bello!”, mugolo.
“Sei pazzesco!... Uff!!!... Pazzesco, sì…!”, ansima lui. Si sgrulla per scuotersi dall’eccitazione ed io cado sul letto. Strattona indietro e si riprende il suo attrezzo. Mi infilo una mano tra le cosce e le stringo, contorcendomi per gli ultimi echi di piacere.
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