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Gay & Bisex

Incesto, orgia e gagging (1)


di crigio
04.09.2016    |    15.726    |    5 8.6
"Mi dirigo verso il bancone, dove sono già seduti sugli sgabelli Enzo, Seby, Tony, Paolo e Pino..."
Varco l’ingresso del locale. Urla eccitate provengono dalla sala. Non appena dentro, vedo orde di ragazzi e uomini, alcuni aggrappati al bordo del palco, altri dietro questi che spintonano per farsi largo e avanzare. Quelli in prima fila hanno le bocche spalancate e le lingue penzolanti. Sposto lo sguardo sul palco e vedo due chiappe muscolose, aperte e vibranti, con un buco esageratamente dilatato che spruzza umori sulla platea. La troia a pecorina si volta indietro e riconosco Saverio. Ha il volto paonazzo e in estasi: un sorriso forzato e gli occhi socchiusi indicano che ha appena avuto un orgasmo anale, così come ha imparato qualche sera fa, grazie ad Enrico, nel dungeon della casa dei fratelli.
Mi dirigo verso il bancone, dove sono già seduti sugli sgabelli Enzo, Seby, Tony, Paolo e Pino. In particolare, la mia amica troietta è sulle ginocchia di un energumeno in canottiera attillata e pantaloni di pelle fascianti. Riconosco Hektor, il toro dell’orgia del mese scorso a casa sua, insieme agli altri due biondini. Il maschione e Pino limonano, forse attizzati dalla scena che si sta svolgendo sul palco (e anche sotto!).
Non appena Enzo mi saluta, Pino si gira e si sbraccia. Io gli lancio un’occhiataccia, alludendo al modo in cui ha trattato il tedesco quella sera e al fatto che adesso, come intuisco, stanno insieme.
“Ti ricordi di Hektor?”, mi chiede lui.
“Ti ricordi che te l’ho presentato io?”, domando a mia volta, salutando l’energumeno.
“Ah già!”, sghignazza lui, facendomi una linguaccia. Poi aggiunge: “Il tuo boy stasera se la sta proprio spassando! Quello là”, e indica il palco “è un troione mai visto!”.
Pino sta parlando del fatto che, dopo la sera nella stanza dei giochi, Saverio ha chiesto al mio gigantone di fare delle serate insieme, anche nel locale di Andrea. Quando Enrico me l’ha detto sono rimasto un po’ perplesso: ho conosciuto poco il porcone, ma abbastanza da capire che è uno di cui non ci si può fidare. D’altra parte, questo fa parte del lavoro del mio ragazzo, quindi non potevo certo impedirglielo.
In verità, anche lui ha tentennato: è più un escort che un performer. Tuttavia, la cosa lo ha stuzzicato tanto da volerci provare. E adesso è steso su questo palco, montato da quello stronzo di Saverio che sta inebriando il pubblico con le secrezioni prodotte dalla sua prostata.
“E’ il secondo orgasmo che ha stasera!”, ci tiene a precisare Enzo. “Abbiamo dovuto far togliere i tavoli e le sedie, perché dopo il primo la gente si è alzata in piedi e si è avvicinata per bere i suoi liquidi! Una roba da non credere! E poi, ogni volta è un terremoto: si scuote tutto e all’improvviso schizza!”. Mentre mi parla, noto che, alle sue spalle, Paolo, appollaiato su uno sgabello, è appoggiato indietro al bancone, con le braccia aperte, e Seby gli sta massaggiando la patta, ed entrambi sono ipnotizzati dallo spettacolo. Tony, dal canto suo, afferra Enzo, intento a spiegarmi la situazione, e lo strattona a sé: se lo mette tra le gambe e gli struscia il ventre contro il culo. Il biondino si volta verso di lui e sgrana gli occhi in un’espressione inequivoca: il suo boy ce l’ha duro!
Dietro il bancone, Andrea serve i clienti e controlla la situazione, godendosi anche lui la performance. Poco distante, una Silvietta in bikini, con le tette che sembra vogliano esondare dal reggiseno, pulisce i bicchieri appena lavati. Si avvicina a suo fratello e questo gli lancia un’occhiata complice, corredata di sorriso lascivo. Poi lui si guarda tra le gambe e quindi rialza la testa leccandosi le labbra. Richiama l’attenzione di un cameriere sventolando un braccio e stringe un braccio di Silvia trascinandola via.
Li vedo sparire oltre la porta che dà sul retro e la mia curiosità viene stuzzicata. “Dove vai?”, mi urla Pino mentre faccio per seguire fratello e sorella.
“Devo andare in bagno”, mento, e proseguo. Scosto la tenda e, invece di andare a destra, come al solito, dove c’è la saletta nella quale si girano i filmetti, o dritto, dove ci sono le toilette, svolto a sinistra in direzione degli uffici. E infatti, proprio quello di Andrea ha la porta socchiusa e la luce è accesa. Mi avvicino e sbircio: Silvia sta strusciando il suo seno nuovo di zecca contro il petto del fratello e gli fa le moine.
“Quel maialone che si fa sbattere e gode come una gatta in calore ti eccita, vero?”, chiede la ragazza ad Andrea.
“Sì, porca puttana! Tiramelo fuori, altrimenti mi scoppia!”, risponde il grassone. Con abilità da maestra, Silvia sbottona i pantaloni del fratello e gli cala le mutande. La nerchia salta su, ballonzolando in ogni direzione. La ragazza lo agguanta e lo masturba lentamente, schiudendo le labbra in segno di apprezzamento.
“Sai che cosa fare”, sussurra Andrea, e subito Silvia si inginocchia ai suoi piedi, infila i pollici nelle spalline del reggiseno e, tirando in avanti e verso il basso, fa uscire le tette dalle coppe. Se le solleva da sotto con le mani e ci mette in mezzo la mazza pulsante del fratello. Le stringe intorno all’asta e masturba Andrea con un movimento cadenzato. Quindi, china il capo e inghiotte la grossa cappella che sbuca dai seni, succhiandola intensamente.
Devo ammettere che con gli anni il corpo del porcone si è abbrutito così come il suo carattere, ma il suo cazzo ha mantenuto il vigore di un tempo. Se non sapessi a chi appartiene, mi farei sbattere volentieri da quel palo teso e duro.
“Ti piace così?”, gli chiede Silvia, con voce suadente, come se fosse ripresa da qualche telecamera.
“Sei bravissima, sorellina! Fallo molto lentamente, così… così… mmmm!!!”, mugola il grassone.
“Oh, quant’è grosso… slurp!”, cinguetta la ragazza, che poi continua la spagnola e il pompino. La sua schiena è inarcata e il suo culo è tutto in fuori in mezzo ai suoi talloni.
“Dove lo vuoi, piccola… ah!”, le chiede, d’un tratto, Andrea.
“Glough!... Nel culo… slurp!... Lo sai che la fica è solo di Michele… mmmmm!!!”, risponde Silvia.
“Sì, vabbè!”, penso tra me e me. “Di Michele e di tutti quelli dai quali Michele ti fa sbattere! Se sapesse di questo incesto, più che scandalizzarsi o essere geloso ci girerebbe un film!”.
La ragazza si alza e si volta. Tira giù la culotte con sensualità, ammiccando al fratello con capo leggermente girato e poi si leva le mutande facendole cadere poco di lato. Mette una gamba sulla scrivania ed Andrea si inginocchia dietro di lei e immerge la faccia tra le sue chiappe al silicone. Dà qualche colpo di lingua e poi sputa contro il buco. Spalma la saliva con due dita e ne infila dentro uno.
“Aaaaahhhhh!!!”, geme Silvia.
“Come sei stretta!”, sottolinea Andrea contrariato. Sa di avere il cazzo grosso e non gli è mai piaciuto fare troppa fatica quando si tratta di scopare.
“Sta’, tranquillo! Si apre facilmente”, gli fa presente la sorella. “Tu appoggiamelo e vedrai come te lo ingoia! D’altronde è sempre stato così, no?”.
Quindi non è la prima volta che lo fanno! Quello stronzo del mio ex amico mi ha mentito! Sono sicuro che è stato lui a traviare quell’anima innocente di Silvietta, ad averla costretta a fare le operazioni e a sfruttare il suo corpo incassando i proventi dei film.
“Sì, hai ragione! Però tu devi allenarlo di più! Nel prossimo film devi darlo, anche a sandwich, quindi devi esercitarti molto. Di’ a Michele di scoparti di più dietro che davanti!”, suggerisce il porcone alla sorella.
“Sì… sì… Stasera fa venire a casa un suo amico proprio per questo”, ribatte la ragazza.
“Davvero? E com’è questo?”.
“Non so… mmmm… non l’ho mai visto… ah!... te lo racconterò dopo…”.
“Certo che lo farai!”, chiosa Andrea e infila un altro dito nello sfintere della sorella, rigirandoli poi insieme in un senso e nell’altro. Una mano di Silvia corre alla fica, ne spalanca le grandi labbra e col medio intercetta il clitoride picchiettandolo ripetutamente.
Andrea si alza in piedi, si sputa sul cazzo e scorre l’asta con la mano destra per lubrificarla. Quindi, appoggia il glande alla rosellina della sorella e spinge. Lei accelera lo strofinio della passera e mugola. Il buco cede e il porcone sospira di soddisfazione. La sorella gorgoglia e si lamenta: “E’ veramente grosso!”, dice. Sa che Andrea è molto sensibile ai complimenti alla sua virilità. E infatti, lo stronzo fa un ghigno a mezza bocca e i suoi occhi si illuminano, mentre continua ad entrare nel budello della sorella. Allunga le braccia e si riempie i palmi con i seni enormi di Silvia, soppesandoli. Poi, inizia a muoversi avanti e indietro facendo squittire la piccola troia.
“Dai, sfondami, così stasera lo faccio morire l’amico di Michele!”, rantola Silvia, e sul volto di Andrea si dipinge un’espressione diabolica. Si sta immaginando la sorella presa in culo da chissà quale stallone, mentre magari il suo ragazzo la fotte contemporaneamente nella fica. Con la lingua tra i denti e gli occhi di brace scopa la sorella accelerando progressivamente lo stantuffo.
“Dove ti sborro… dove ti sborro, piccola?”, chiede il grassone, e Silvia, senza rispondere, evacua la nerchia del fratello, si gira e si inginocchia i suoi piedi. Apre la bocca tirando fuori la lingua e aspetta che la minchia schizzi. Un primo fiotto le riga il volto, gli altri le fanno una meringa sulla lingua, che lei si affretta a pasteggiare per poi fingere di sputare. Gioca così con lo sperma di Andrea, come se stesse girando un film. Quindi stringe l’asta alla base e ne ingoia la metà superiore, succhiando per avere quel che resta del seme.
Lascia andare la verga e sputa sui seni sborra e bava, che poi sparge con le dita solleticandosi i capezzoli. Si lecca le labbra e ammicca ad Andrea, il quale ansima in attesa che il suo orgasmo si esaurisca.
“Dai, rivestiti e torniamo di là!”, dice infine alla sorella. Io mi levo dalla porta e corro verso la sala.
“Ma dov’eri finito?”, mi chiede impudentemente Pino. Con lo sguardo gli faccio capire di avere incontrato un tipo nel bagno e di averci fatto roba. Lui i sorride e finisce lì. “Il troione sta per avere un altro orgasmo anale. Guarda!”, aggiunge indicandomi il palco. Saverio, sempre a smorzacandela sopra Enrico, ancora steso supino, sbatta ripetutamente e con forza il culo sul ventre del mio boy facendo entrare e uscire dal suo sfintere il cazzo dello stallone, sempre dritto e senza perdere un colpo. Dalla nostra posizione possiamo vedere la testa del porcone sollevarsi e chinarsi e lui respirare a bocca spalancata per prendere più aria possibile. I muscoli delle sue braccia sono tesi all’inverosimile: i tricipiti sembrano voler esplodere.
Il suo corpo comincia a tremare da capo a piedi, poi, di colpo, si irrigidisce e la schiena piano piano si inarca. Le chiappe si aprono di nuovo e iniziano a scuotersi a destra e a sinistra. I ragazzi in platea si avvicinano di più al palco e si aggrappano al bordo proprio come quando sono entrato. Calano le mascelle ed estraggono le lingue, sgranando gli occhi. In un nanosecondo, il viso di Saverio si trasforma: le sue pupille sembrano voler saltar fuori dalle orbite e dal labbro inferiore cola una gran quantità di saliva. Non cavalca più il suo stallone, ma il suo sfintere vomita lentamente la nerchia che, una volta sputata, si adagia sul ventre di Enrico. Il buco del troione si schiude, dapprima di pochi millimetri, e poi, con uno strappo netto, diventa una voragine, proprio come le bocche dei ragazzi del pubblico.
Subito ne esce un fiotto e poi degli umori nebulizzati. Lo schizzo finisce dritto in faccia ad un pivello in terza fila, il quale reclina il capo ed ha come uno sturbo. Lo vedo tremare e reggersi dalle spalle di quelli che lo affiancano. Quando si riprende, sorride e raccoglie con la lingua e con le mani le secrezioni di Saverio dalla sua faccia, leccandosi i palmi per ripulirli ben bene. Anche stavolta il porcone si gira indietro con il volto più stravolto di prima: individua il ragazzino che si è beccato il suo primo schizzo e, sollevando una mano, lo invita a salire sul palco. Quindi, chiudendo il palmo e col pollice verso, si punta il culo, facendogli capire che vuole che lo scopi. Infine, cerca ancora il cazzo di Enrico, lo solleva e ci si impala sopra per l’ennesima volta come se non fosse successo niente.
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