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Sviluppi imprevisti - Barcellona (6)


di crigio
02.01.2014    |    5.352    |    1 9.3
"Tira su il capo e mi fissa: la sua faccia è ubriaca di godimento..."
La cappella di Gerry preme contro il mio anellino: lo dilata lentamente e si fa strada attraverso quello. Una volta dentro, inizia a muoversi avanti e indietro e a poco a poco riesce a penetrarmi per intero. Quando il mio sfintere si abitua alle dimensioni, inizia a sbattermi il bacino contro le chiappe, fottendomi come uno stallone.
Intanto, Hans, stufo della ciucciata, fa alzare Pino, il quale viene a sdraiarsi sul sofà con la sua faccia proprio sotto la mia: alza le gambe e si offre spudoratamente al tedesco, si precipita a leccargli la rosellina. L’espressione di Pino cambia improvvisamente: i suoi occhi si sgranano ed emette un gridolino non appena le labbra di Hans gli sfiorano il buco del culo.
“Stai godendo bene?”, gli chiedo.
“S… sì…”, risponde poco convinto. Il cazzo di Hans è rimasto molle e credo che lui non riesca a spiegarsi il perché.
Allora, per evitare che si spazientisca, mentre Gerry continua a sferzarmi, gli dico: “Sta’ tranquillo! Tra poco… ah!... mmmmm… avrai… una bella… mmmm… sorpresa…!”, e mi chino a baciarlo e a leccargli le labbra.
“E tu stai godendo bene?”, mi chiede lui.
“Sìììììììì!!!”, gemo. “Questo maschione mi sta scopando alla grande!”, aggiungo, ammiccando verso il blogger, che, inorgoglito dalle mie parole, mi afferra per i fianchi, e mi assesta dei colpi più profondi. “Cazzo, amico! Così… ììì… mi… iiii… iiiiihhhhh… sfo… oooo… ndi… iiiii… iiiihhhh!”, singhiozzo.
“E non è quello che vuoi?”, mi provoca.
“S… sì… Ma se continui così… aaaahhhh!... sai che cosa… Mmmmmm… succede!”.
“Certo che lo so… uff!... E non vedo l’ora!”.
Allora, sale con i piedi sul sofà e, appoggiando tutto il peso del suo corpo sulla mia schiena, comincia a montarmi come un toro.
“Merda, amico! Così me lo stacchi!”, protesta Enrico dall’altra parte della stanza.
“Tranquiiiiiilloooooo!!! No… oooo….. oooon… si… iiiiihhhhhh… stacca… aaaaahhhhhh!!!”, gli risponde Michel, che lo sta cavalcando come un ossesso. Si sente il rumore delle sue chiappe che sbattono contro il bacino del gigantone: un suono come di schiaffi, così forte da richiamare l’attenzione di noi tutti.
“Ma è affamata… aaaaaahhhh…!”, commenta Pino, che nel frattempo si gode la lingua di Hans. Questo, d’improvviso, si solleva e si asciuga la bocca. Poi si appoggia con le mani sul sofà e punta il cazzo al solco del biondino. Spinge, ma, essendo molle, sguscia via. Allora, stacca un braccio dal cuscino e si aiuta con una mano. Pino geme: la verga sta entrando.
“Goditelo tutto, piccolo! Mi raccomando!”, gli faccio, e lui mi guarda perplesso, come se volesse dirmi: “Come minchia faccio a godermi sto salsicciotto lesso??!!”. Ma io gli sorrido, rassicurandolo sul seguito della scopata.
“Sta’ con me! Sta’ con me!”, mi richiama all’ordine Gerry, che sembra voler entrare completamente nelle mie viscere, tanto sono profondi i suoi colpi. Fa scorrere una mano lungo la mia pancia e fino al mio ventre, giungendo alla rosellina spampanata. La accarezza e poi ci infila un dito.
“Oh… porca… vacca…!”, esclamo. Il dito diventa un uncino e lui comincia a tirare in giù per allargarmi il buco. “Così… non… va… aaahhhh… le… eeeeehhhh!!!”, mugolo, mentre una seconda falange si unisce alla prima. “Che stronzo!”, lo insulto, e mi sento bruciare dentro.
“Ecco: adesso sì che ragioniamo! Sento che ti stai scaldando!”, mi sussurra Gerry.
“S… sì…! Ho tanto caldo…!”.
“Dai, puttanella! Strizzagli il cazzo!”, mi esorta Pino sotto di me. Hans ha iniziato a muoversi dentro di lui, ma ancora la troietta non ha alcuna reazione. Allora mi volto verso il tedesco e annuisco nella sua direzione. Lui capisce: si ferma qualche secondo. Pino si gira a guardarlo e sta davvero per averne abbastanza e per mandarlo a cagare, quando il suo ventre viene sconvolto da un lieve sussulto.
“Ma… che…?”, prova a chiedere, ma subito un altro spasmo gli fa contrarre i fianchi.
“Che succede, piccolo?”, gli chiedo, sapendo già che cosa sta accadendo.
“Il culo… si… stringe…!”, risponde, incredulo.
“Pensaci: ne sei proprio sicuro… oooooohhhh…!”, insisto, mentre un fuoco cresce nei miei intestini.
“Sì… no…!”, e si volta a guardare Hans, che ha un sorriso sfacciato che gli segna il viso. Un’altra contrazione e Pino si porta rapidamente una mano sulla pancia, spingendo verso il basso, come se qualcosa dentro lo stesse facendo esplodere. “ODDIODDIODDIODDIODDIOOOOOOOOOOOOOO!!!”, urla. Sposto lo sguardo al suo culo e vedo che la mazza si Hans ha assunto le proporzioni che ricordavo. Una buona parte, infatti, esce dal buco del biondino e, raffrontata al suo culetto, sembra davvero impressionante.
“Ora vedrai quanto godi!”, gli dico.
“No… no… è troppo grosso…!”, si lamenta.
“E non è… aaaaaaaahhhhhhhhhh!... ancora tutto… mmmmmmmm… dentro… oooohhh… ooohhhhh!!!”, preciso, e una prima convulsione si impadronisce del mio corpo.
“COSA??!!”, esclama Pino, incredulo. Si solleva sui gomiti per verificare e rimane basito quando accerta che quello che gli ho appena detto è vero. “Ma io sono già pieniss… AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!”. Non riesce a finire la frase, perché Hans gli assesta un colpo profondo che gli spezza il fiato, penetrandolo con il resto del suo palo. Il biondino scivola dai gomiti e sbatte la schiena contro il sofà. Si appende al mio collo e mi urla in faccia: “E’ ENORMEEEEEEEEEEEE!!!”.
“Già… aaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!”, grido a mia volta, mentre il mio sfintere spinge in fuori.
“Ehi, Giò! Stai sbrodolando di brutto!”, mi fa Gerry, che, con le dita ancora infilate nel mio sfintere, sente del liquido vischioso scendermi tra le cosce.
“Sìììì!!! Sai che significa, vero?”.
“Certo!”, e continua a montarmi, senza tregua.
“ORA BASTA!”, sbraita Enrico, dall’altro lato. Mi volto e vedo che raccoglie tutte le sue forze. Si tira su, caricandosi il peso del corpo di Michel. Si dirige verso il muro e ci sbatte il blogger contro. Reggendolo per le cosce, lo stupra ripetutamente.
“Sìììììììììì, maschione! Così ti voglio!!! Così lo voglioooooooooo!!!”, lo incita Michel.
“Merda! Non resisto piùùùùùùùùùùùù!!!”, sbotta Enrico, e, mollando le gambe del blogger, lo lascia cadere a terra. Questo si inginocchia, agguanta l’asta e la masturba con tale frenesia che sembra che gliela stacchi per davvero. Enrico ha le braccia abbandonate lungo i fianchi e non riesce a stare bene in equilibrio. Quando sente che la verga si gonfia, Michel spalanca la bocca ed estrae la lingua, in attesa che il gigantone gli spari in gola il suo caldo nettare. Non deve aspettare molto: Enrico emette un rantolo sempre più sonoro e un primo schizzo sporca il labbro superiore e il naso di Michel, che subito ci passa la lingua sopra per raccogliere tutto. Quindi, impaziente di averne altro, ingoia il cazzo e lo spompina. Enrico viene colto di sorpresa e, per non cadere a terra, si appoggia con le mani al muro. Poi, il suo corpo si contrae e, con un altro rantolo, spara altra sborra tra le fauci del blogger.
D’improvviso, una nuova convulsione mi distrae dalla coppia in fondo alla stanza. Il mio sfintere si stringe forte intorno all’asta di Gerry.
“AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!”, urliamo insieme, io contro il viso di Pino, ancora appeso al mio collo e sbattuto da Hans.
“Ti sborrooooooooooo!!! Ti sborro tutto dentro, troiaaaaaaaaaaaa!!!”, fa Gerry, che si pianta in fondo ai miei intestini e ci rimane finché i suoi coglioni non diventano secchi. “Mi hai succhiato anche l’anima, puttana!”, aggiunge, dopo essersi abbandonato sulla mia schiena, esausto.
Quindi, il suo membro si ritira e si sfila dal mio sfintere. Lui scende dal sofà per poi sdraiarcisi sopra, un po’ più in là. Io tremo ancora per l’eccitazione, ma l’orgasmo non è esploso del tutto, perché Gerry ha smesso di fottermi troppo presto.
Allora mi viene un’altra idea: faccio capire ad Hans di tirarsi su, monto a cavalcioni su Pino e mi chino su di lui per limonarlo.
“Posso godere insieme a te?”, gli chiedo.
“S… sì… o… ok…!”, mi risponde, ansimando, e un attimo dopo il suo corpo viene percorso da un brivido e scivola leggermente sotto il mio. Hans deve essere uscito da lui con uno strattone e quindi mi preparo a riceverlo. Purtroppo, però, non si è mai abbastanza pronti ad un calibro come quello!
E infatti, in pochi secondi un obelisco caldo attraversa il mio sfintere per tutta la sua lunghezza, scorrendo facilmente grazie allo sperma che Gerry mi ha sparato dentro. “Oddio! Ma quanto cazzo è lungo!”, esclamo, sentendo che non finisce più la sua corsa nelle mie viscere. Alla fine, un colpo secco e il bacino del tedesco schiaffeggia le mie chiappe, mentre il glande sferra un fendente alla mia prostata scatenandomi delle convulsioni irrefrenabili.
Mi accascio su Pino e tremo. Hans non si accontenta di starmi dentro completamente, ma comincia a scoparmi. Dallo stomaco mi parte una forte spinta: il buco del culo si dilata sempre di più. Il tedesco intuisce che cosa sta succedendo e tira fuori la verga.
“NOOOOOOOOOOO!!!”, protesto. Il mio orgasmo viene interrotto di nuovo. Un attimo dopo, il corpicino della troietta sotto di me viene proiettato più su sul sofà. Si contrae e le pupille gli rientrano nelle orbite. Va in apnea e schiuma dalla bocca. Hans, infischiandosene, adesso scopa lui. Il petto di Pino si solleva: mi chino a leccargli i capezzoli e sembra scuotersi dall’intontimento in cui era caduto. Tira su il capo e mi fissa: la sua faccia è ubriaca di godimento.
“Ecco che arriva! Eccolo! ECCOLOOOOOOOO!!!”, urla, ma di nuovo viene strattonato verso il basso. “NOOOOOOOOOO!!!”, s’incazza. Anche il suo orgasmo è stato interrotto. “Quanto… è… stronzo… sto… crucco…!”, sibila.
Un’onda di fuoco mi sconvolge: Hans è dentro di me per la seconda volta e, senza aspettare di arrivare fino in fondo, inizia a montarmi senza sosta. Stavolta il piacere corre più veloce: vibro tutto. Il mio culo si contrae ripetutamente intorno all’asta: adesso non si torna più indietro.
Uno spasmo mi tira la schiena verso l’alto: E poi un altro e un altro ancora. A seguire, una convulsione mi fa inarcare: il mio petto brucia. I capezzoli sono due armi puntate contro Pino. Mi fanno male. Un brivido parte dal collo e percorre tutta la spina dorsale. Quando arriva all’osso sacro, il mio sfintere si stringe così forte che Hans urla. Prova a tirare per estrarre il cazzo, ma non ci riesce. Se lo impugna e strattona: se lo riprende, insieme ad un pezzo delle mie viscere. Mi infila dentro tre dita, mentre sotto di me il corpo di Pino sobbalza.
“Sì, anch’io, anch’io!!!”, ansima, in cerca dell’orgasmo anale. Inizia a tremare: sul suo volto si dipinge una strana espressione di paura. Poi si acciglia e digrigna i denti: mi abbraccia e m pianta le unghie nella schiena. Il suo bacino sbatte contro il sofà: una, due, tre, quattro volte. Sta bruciando e sudando.
“Sì, piccolo! Godi! Godi!”, lo esorto.
“Oh sì! Io gooooooooooodoooooooooooooooooooo!!!”, rantola. Uno spasmo lo sconvolge e Hans urla di nuovo. Il tedesco lo fotte ancora un po’ e poi gli sottrae il cazzo.
“Venite qua, puttane!”, ci insulta. Si è scostato di poco da noi e ci sta invitando ad inginocchiarci ai suoi piedi. Rapidi, obbediamo. Con le nostre guance incollate l’una all’altra e le bocche spalancate, aspettiamo che l’obice di Hans spari della sborra bollente.
“Aprite bene, ché arrivaaaaa… aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh…!!!”, ansima, e subito uno schizzo lungo e infinito ci inonda. I nostri gozzi salgono e scendono nelle gole: ingoiamo tutto, quasi non bevessimo da giorni. Il mio cervello si fa liquido.
“Oddio!... glough!... godo… glough!... ancora… glough!...”, sussurro, bevendo il seme di Hans.
“Anch’io… ooooooooooohhhhhhhhhhhhh…!!!”, si unisce Pino, e i nostri corpi tremano all’unisono. Ci ritroviamo a terra a contorcerci, strofinandoci uno contro l’altro per cercare di arrestare il formicolio che ci percorre da capo a piedi.
Lentamente ci calmiamo, rimanendo abbracciati sul pavimento. Ci ripuliamo alla bell’e meglio e usciamo dal locale per rientrare in hotel, dove, stremati, andiamo a letto e cadiamo subito in un sonno profondo.
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