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Lo stripper e il buttafuori (Enrico) (2)


di crigio
27.11.2018    |    5.909    |    6 5.2
"Mi arrivano ben oltre i gomiti e la cosa mi preoccupa..."
Attraverso la strada dirigendomi alla macchina, ma dei passi fanno eco ai miei. Mi volto: il buttafuori mi tampina. Mi inchiodo in atteggiamento di sfida, temendo il peggio. Quando è a un centimetro da me mi fa: "Ma tu sei Enrico! L'escort, giusto? Ti ho riconosciuto subito quando sei arrivato! Cazzo, non ci potevo credere! Questo lavoro mi piace proprio: conosco un sacco di gente interessante. Sei libero adesso? Io ho finito il turno".
Sciorina queste parole con una tale velocità che faccio fatica a seguirlo. Ci metto un po' a formulare la risposta alla sua domanda: devo prima capirla bene.
"S... sì...", rispondo alla fine.
"Bene, andiamo!", mi ordina, e, afferrandomi per un braccio, mi trascina verso il parcheggio.
"Ehi!", protesto.
"Che c'è?", mi chiede stupito.
"Che intenzioni hai?".
"Andiamo da me. Ho tanti bei giocattolini con cui possiamo divertirci. So che sei anche un esperto di pratiche sadomaso".
"Sì, anche".
"Allora è perfetto!", e mi strattona di nuovo. Arriviamo alla sua macchina e mi apre lo sportello per farmi salire. Lo richiude sbattendolo con forza e poi corre dal lato guida. Sale, avvia il motore e, sgommando, esce dal parcheggio. Guida come un pazzo e, in men che non si dica, siamo da lui. Ha le chiavi pronte e le infila nella toppa. Spalanca il portone e l'ascensore sembra che ci stesse aspettando.
Il suo appartamento è al secondo piano. Anche qui la chiave scivole rapidamente nella serratura e in un attimo siamo nell'ingresso.
"Vieni!", mi ordina, e apre una porta sulla sinistra. Accende una luce e scorgo una stanza cieca, una specie di stanza dei giochi. Le pareti sono tappezzate di nicchie dentro le quali ci sono gingilli di ogni genere: dildo di tutte le misure, anche esorbitanti a mio giudizio; frustini, harness, maschere, slip, stivali e tutto quanto si possa immaginare di trovare in un sexy shop per potersi divertire a dovere.
Il buttafuori si avvicina ad una teca, la apre ed estrae un harness pettorale, uno slip di latex e un paio di stivali di gomma. "Indossali!", mi ordina di nuovo. Poi tira fuori anche un paio di guanti neri lucidi, lunghissimi, e mi porge anche quelli. Quindi, da un armadietto tira fuori un secchio e lo scopre. E' pieno di lubrificante, di quello da fister professionisti.
Premendo un pulsante sulla parete, dal soffitto viene giù una sling che il ragazzone fa arrivare all'altezza che ritiene giusta. "Bene. Preparati, ché arrivo subito", mi fa, e sparisce dietro un paravento.
Sono un po' basito per la velocità con cui è avvenuto il tutto, ma allo stesso tempo mi eccita questa sua risolutezza. E' un tipo che, a quanto pare, non si perde in chiacchiere e sa quello che vuole.
Mi spoglio e indosso i capi che mi ha fornito. La misura dello slip e degli stivali è perfetta: il tipo ha esperienza anche di queste cose. Chissà quanti stalloni ci ha portato qui dentro per giocarci insieme!
Dopo cinque minuti viene fuori dal paravento: anche lui indossa un harness e degli stivali, ma, invece di uno slip, ha un sospensorio che gli lascia scoperte le chiappe. Adesso che lo vedo nudo mi fa un po' impressione: è una montagna di muscoli, il che si addice ad uno che fa il suo lavoro, ma al tempo stesso è molto accattivante e sinuoso, forse perché non è tarchiato ma, anzi, molto alto, direi ameno uno e novanta. I capezzoli spuntano dalle cinghie di cuoio già turgidi ed estrusi ed avrei voglia di leccarli, succhiarli e morderli per vedere che effetto gli fa.
Come se mi avesse letto nel pensiero, si accarezza il petto e mi domanda: "Ti piacciono?". Abbassa lo sguardo sul suo torace e poi risolleva il volto fissandomi con libidine. "Vuoi cominciare da questi?", mi chiede ancora. "Adoro farmeli maltrattare. Godo da pazzi con le mie tettine!", ammette, e si lecca i polpastrelli dei pollici e si accarezza le areole, lucidandole ben bene con la sua saliva. "Dai, avvicìnati! Lavorameli!".
Era proprio quello che volevo, quindi non me lo faccio ripetere. Però non gli do subito soddisfazione e mi chino su quello destro dandogli un leccata furtiva. Lui si irrigidisce e trema, inspirando e chiedendo gli occhi. "Oh, sì!", geme. Do un'altra leccata, questo volta con la lingua spalancata, prendendo bene tutta la tetta. Quindi, apro la bocca e accolgo l'areola tra le labbra, iniziando a succhiarla. I suoi gemiti aumentano di frequenza e di volume e mi afferra per la nuca tenendomi stretto al suo petto. "Sì, cazzo! Succhialo! Così! Mmmmm!", mugola, mentre le sue membra vibrano di piacere.
Lascio andare il capezzolo e, leccando verso l'alto, ripercorro tutto il sentiero che va dall'harness al suo orecchio. Quando passo dal collo rantola e grugnisce e, quando arrivo al lobo, emette un sospiro che riempie tutta la cantina e fa eccitare anche me. Mentre gli mastico il padiglione, il suo respiro accelera e, quando gli strizzo la tettina sinistra tra pollice e indice, una sua mano mi agguanta il pacco gonfio e me lo massaggia lentamente.
All'improvviso, in un picco di libidine, mi afferra per le spalle e mi allontana da sé. Si inginocchia di scatto, con un suono delle rotule sul pavimento che non so come non se le sia rotte, e mi agguanta le natiche. Incolla la faccia al mio pube e comincia ad annusarmi le intimità attraverso lo slip di latex. Quindi, estrae la lingua e lo insaliva ben bene rendendolo così lucido che brilla alla luce fioca della sola lampadina che illumina la stanza.
Le sue dita si infilano nell'elastico del mio intimo e, tirando in fuori e verso il basso, mi libera il cazzo. Sono ancora barzotto e quindi la minchia e lo scroto penzolano davanti al suo naso. Lui rimane lì per qualche secondo in adorazione e poi spalanca le fauci in modo quasi innaturale ed ingoia tutto il mio apparato, verga e coglioni, senza alcuna difficoltà. Resta attaccato al mio ventre e solleva lo sguardo, fissandomi provocatoriamente. Sento la sua lingua che lecca e frusta i miei ammennicoli, e l'asta non può fare altro che crescere sotto queste sollecitazioni. I suoi occhi iniziano a sorridere: è contento che il suo massaggio stia sortendo gli effetti voluti. Gli piace sentire il cazzo aumentare di volume nella sua bocca, anzi lo eccita proprio, perché la sua schiena si inarca e il culo si protende indietro. Le sue chiappe muscolose e grandi si sollevano e si schiudono, e questa visione non fa che eccitare anche me. Il mio uccello ha un sussulto e si estende completamente colpendogli il fondo della gola. Il buttafuori geme e tossisce, soffocato dalla mia cappella, ma subito emette un mugolio di piacere e dondola il capo a destra e sinistra per sistemarsi bene il mio apparato tra le sue fauci. Il tutto continuando ad ingoiare non solo il mio cazzo, ma anche le mie palle.
In verità, la cosa non gli riesce a lungo, perché la mia verga non smette di allungarsi e alla fine è costretto a lasciare andare lo scroto con un conato che lo fa sbavare copiosamente. Tuttavia, non si dà per vinto e comincia a spompinarmi muovendo la testa avanti e indietro e mugolando come se si gustasse un appetitoso pasto. La sua schiena, nel frattempo, si è piegata talmente tanto che posso vedere la sua rosellina emergere tra le chiappe. E' bella cicciotta e protrusa, forse a causa dei giochini che fa con tutti questi aggeggi e anche per qualcos'altro, come sto per scoprire personalmente.
Infatti, d'un tratto, si divincola dalla mia minchia e, dopo essersi asciugato il muso pieno di bava col dorso della mano, si alza in piedi e si dirige verso la sling, non prima, però, di aver preso due piccole ventose da un tavolino lì accanto. Quindi, si sdraia su quell'amaca di cuoio e, premendone le teste, si infila le ventose sui capezzoli, sospirando di piacere. Le titilla nervosamente e intanto solleva le gambe e infila le caviglie in due asole. "Adesso fammi godere, bel cazzone!", mormora e con il mento allude ai guanti che ha poggiato al secchio che aveva preso appena arrivati. Li raccolgo e li indosso. Mi arrivano ben oltre i gomiti e la cosa mi preoccupa. Questo qua non sarà mica in grado di prendersi in culo un braccio intero!
Scuoto il capo e mi dico che è una cosa che scoprirò strada facendo. Del resto, viste le condizioni del suo buco, non mi stupirei affatto se riuscissi ad arrivare fino all'omero.
Getto un cuscino a terra e mi inginocchio. Comincio a lubrificare i guanti e poi avvicino le mani al suo solco. Lo imbratto percorrendolo dall'alto in basso e viceversa e poi lo penetro con un dito. Gli scivolo dentro che quasi non sento le pareti del suo sfintere, perciò infilo anche un altro dito, ma la situazione non cambia. Col terzo avverto già la pressione dei suoi muscoli interni intorno alle mie falangi, ma mi ci vuole il quarto per procurargli una reazione. Quando anche il pollice lo trapassa, lui solleva ancora di più le gambe e si sistema meglio sulla sling, offrendomi il suo bel grosso culo rotondo da lavorare a dovere. Allora, con l'altra mano raccolgo altro lubrificante e lucido il guanto con cui lo sto infilzando, dal polso al gomito, e ne spalmo un altro po' anche sulla sua rosellina. Spingo ed è come se immergessi la mano nell'acqua: nessuna resistenza, ma lui inizia a godere.
"Oh, sììììììì!!! Tutto! Mettimelo tutto dentro!", mi chiede continuando a fare vibrare le ventose sui capezzoli. Quindi, una mano si allontana dal suo petto e si allunga su un comodino lì accanto. Quando solleva il braccio, vedo che impugna un dildo nero di proporzioni spaventose, tanto grosso e lungo che non so dove possa entrargli.
Eppure da qualche parte entra. Infatti, afferrandolo con entrambe le mani, lo tira su e se lo punta al volto. Spalanca nuovamente la bocca in quel modo innaturale che sembra che abbia la mascella slogata, inghiotte il giocattolo e se lo spinge fino in gola, pompando velocemente ma senza affondare oltre. Tossisce e sbava, e dal naso fiotta del muco, mentre gli occhi spiritati rivelano il suo estremo godimento.
La scena mi ingrifa talmente tanto che, senza accorgermene, gli pianto il braccio in corpo fino al gomito. Lui squittisce e urla come un maiale sgozzato ed, estraendosi l'attrezzo dalle fauci, sbraita: "Sìììììììììììììììììì!!! Impalami, stronzo!!!", e, con un colpo di reni, fa dondolare la sling avanti e indietro, così fottendosì gli intestini. Visto che è quello che vuole, ci do dentro e comincio a svangarlo pistonandolo in fondo alle viscere. Lui si scuote e si reinfila il dildo in gola con una mano, mentre con l'altra torna a titillarsi un capezzolo fasciato dalla piccola ventosa.
Il suo piacere è tale che sento i suoi muscoli interni contrarsi a ritmo costante. Intorno al buco ormai slabbrato si forma una patina biancastra, un misto di lubrificante e secrezioni della prostata, segno che in lui il piacere sta montando.
"Escilo! Esci il braccio!", mi ordina d'un tratto, ed io obbedisco strattonando indietro. Contemporaneamente, lui solleva il busto di scatto e sgrana gli occhi a causa dello shock provocatogli dal mio brusco movimento. Ingolla e sputa saliva, rantolando e ansimando, ma, senza perdersi d'animo, impugna bene il dildo con entrambe le mani e, allungandosi in avanti e sollevando il bacino, spingendo con le caviglie sulle asole della sling sfruttando i suoi possenti adduttori, si pianta l'attrezzo in corpo e si scopa come un ossesso.
Si pistona lo sfintere senza tregua e, dopo un minuto, di vai-e-vieni, ci si impala quasi completamente e comincia a tremare da capo a piedi. L'altalena dondola paurosamente e temo che da un momento all'altro rovini sul pavimento. La convulsione lo stravolge: reclina il capo indietro e lo sento gorgogliare. E' in apnea e non riesce più ad ingoiare la saliva, che lo sta soffocando. Tutti i suoi potenti muscoli sono tesi allo spasmo e le braccia sono incollate ai fianchi. Il torace è gonfio ed è talmente impettito che i copezzoli, avvolti in quelle piccole ventose, sembrano dei razzi pronti ad essere lanciati in orbita. Immagino che le punte si siano indurite tanto che quei giocattolini ormai gli stiano stretti, anche se credo che la cosa gli procuri più piacere che dolore. Probabilmente è stato tutto calcolato: ormai sa benissimo quali sono le sue zone erogene e come stimolarle per fargli raggiungere il massimo godimento. E, d'altronde, basta guardarlo in questo momento. Perfino il cazzo spunta dal sospensorio, e rilascia del precum che gli imbratta la pancia villosa.
Mentre la convulsione si consuma, le sue mani abbandonano il dildo che però gli rimane ben piantato in corpo. Ancora alcuni spasmi cadenzati lo scuotono, ma il suo capo è piegato sul lato sinistro e la lingua penzola fuori dalle labbra stillando gocce di saliva sul pavimento. Riprende a respirare ed il petto si gonfia e si sgonfia per prendere ai polmoni tutta l'aria di cui sono stati privati per qualche secondo.
Ridestandosi dal suo stato di shock, allunga una mano all'attrezzo e lo estrae lentamente. Se lo porta alla bocca e, con la lingua, ne percorre tutta la lunghezza gustandosi con gran piacere i propri umori. Lo annusa inspirando profondamente e poi lo inghiotte ancora una volta, tanto in fondo che vedo il collo gonfiarsi per la pressione.
Dopo averlo tirato fuori, sfiatando sbotta: "Oh, cazzo! Che goduta! Grazie, amico!".
"Grazie?", faccio io, basito. "Ma se non ho fatto niente!".
"Hai fatto quello che serviva", mi risponde con sicumera. Poi mi tende le mani perché lo faccia scendere dalla sling e aggiunge: "Andiamo a fare una doccia".
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