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Gay & Bisex

Pensieri nascosti (4)


di crigio
19.02.2014    |    6.078    |    0 9.0
"Gli occhi gli si rivoltano nelle orbite e dalla bocca cola abbondante saliva, che va a depositarsi sulle palle di Enrico e sul divano..."
Il giorno dopo, mi sveglio che Enrico è già in piedi. Lo vedo entrare e uscire dal bagno e poi vestirsi. Si ferma un momento davanti al letto a guardarmi e il suo volto è segnato da un sorriso: lo ha sempre divertito osservare il mio risveglio. Dice che sono buffo.
Subito, però, si scuote e, con un colpo di tosse, torna il burbero di ieri sera. “Chiama Seby!”, mi ordina con tono stentoreo. “Digli che stasera me lo voglio sbattere!”, ed esce dalla stanza. Un secondo dopo ricompare sulla porta: “Se vuoi, puoi fare venire anche Paolo!”, aggiunge, e sparisce di nuovo. Il rumore del portone di casa mi fa capire che è andato via.
Non riesce proprio a fare il cattivo. Anche quando vuole farmi ingelosire si preoccupa del mio piacere.

Al telefono, Seby mi ha confessato che non vedeva l’ora che Enrico si decidesse a fare questa mossa. Quando lo guardava scopare suo fratello Enzo a casa loro, la sua eccitazione aumentava, nonostante Knut si facesse sentire parecchio dentro di lui. Mi ha detto che gli piace molto quel modo avvolgente che ha il mio ragazzone di prenderti mentre ti pistona dentro col suo stantuffo. “Chissà ch’è bello sentirsi pieni di quel meraviglioso cazzone!”.
Queste sue parole mi hanno scosso e un moto di gelosia ha iniziato a farsi strada in me. Se non fossi certo dei sentimenti di Enrico, potrei pensare che ci sia già qualcosa tra i due.
Mentre rimugino su quella conversazione, suona il citofono. Seby è arrivato. “Paolo forse verrà più tardi: aveva degli impegni di lavoro”, tiene a precisare, accorgendosi che il mio sguardo cerca il suo boy.
“Va bene. Accomodati. Enrico arriverà tra poco. Vuoi qualcosa da bere intanto?”, gli chiedo, facendo gli onori di casa.
“Sì, grazie. Ma niente alcool”. Ci sediamo in salotto e ogni tanto do un’occhiata alla cena che sta cuocendo sul fornello. Parliamo del più e del meno, finché sentiamo la chiave infilarsi nella toppa.
“Buonasera! Ma chi si rivede!”. Enrico saluta il nostro ospite con gesti pomposi e con un tono della voce eccessivo rispetto alla situazione, tutto sommato sobria. Sta mettendo in atto il suo piano per farmi ingelosire e Seby sembra proprio affascinato da lui.
“Ciao, bel ragazzone! Ti aspettavo con ansia!”, ricambia il biondino.
“Ah sì? Anch’io non vedevo l’ora che arrivasse questo momento!”, aggiunge Enrico, e mi lancia un’occhiata di sfida.
Ci mettiamo a tavola e durante la cena i due parlottano tra di loro senza coinvolgermi più di tanto. Seby flirta col mio gigantone, ma anche Enrico non risparmia complimenti e convenevoli. Sembrano due piccioncini ad un appuntamento e si comportano quasi come se io non ci fossi. Un atteggiamento che potrei aspettarmi dal nostro ospite: l’abbiamo invitato per quello, d’altronde. Da Enrico invece è meno usuale: quando in passato abbiamo invitato qualcuno per un’orgia, lui mi ha sempre prestato molta attenzione. Vuole proprio farmela pagare!
D’un tratto, gli squilla il cellulare. “Scusami, piccolo!”, dice, rivolgendosi a Seby. “E’ una telefonata di lavoro”, e si alza per andare nell’altra stanza. Con una scusa, mi alzo anch’io e lo raggiungo. Quando chiude la comunicazione lo blocco.
“Che stai facendo di là? Lo sai che ti stai rendendo ridicolo?”, gli faccio, indignato.
“Ah! Sarei io quello ridicolo? E tu, che hai scopato più di una volta con una persona che sai che non mi è gradita, come ti definiresti, eh? Io una parola ce l’avrei: traditore!”, mi urla in faccia.
“Non mi merito questo…”, rispondo scosso. Lui mi supera e sta per uscire dalla stanza.
Poi, con tono più pacato, mi fa: “Dai, andiamo di là. Non possiamo lasciare da solo il nostro ospite”. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, ma le ricaccio dentro e mi faccio forza. Giro i tacchi e torno in sala da pranzo, stampandomi un sorriso sul volto. Enrico mi guarda mentre mi riaccomodo e sembra quasi dispiaciuto per quello che mi ha appena detto. Tuttavia, riprende a flirtare con Seby.
Finita la cena, ci trasferiamo in salotto. “Paolo sta per arrivare”, dice Seby, leggendo un messaggio sul cellulare.
“Bene. Allora gli tengo qualcosa in caldo”, e vado in cucina. Al mio ritorno, il biondino è a cavalcioni su Enrico, che si struscia contro di lui e lo limona come una troia. Enrico ricambia con piacere e ha già una mano dentro i suoi jeans e gli palpa con gusto una chiappetta. Prendo un respiro profondo e, facendomi coraggio, mi unisco a loro. Mi inginocchio alle spalle di Seby e gli sbottono i pantaloni. Glieli calo e gli scopro il culo. Lui inarca la schiena e le sue natiche si schiudono, offrendomi la vista del suo buco rosa come ce ne sono pochi. Avvicino la bocca a quel fiore e, estraendo la lingua, inizio a lavorarglielo.
Al contatto il biondino si irrigidisce e ansima. Un dito di Enrico si insinua nel solco e vorrebbe penetrarlo. Allora glielo ciuccio, insalivandolo ben bene, e subito dopo lo introduce nel budello della troietta, che mugola di godimento. Io, intanto, continuo a stuzzicargli l’anellino e Seby si contorce, strofinando il proprio ventre contro quello di Enrico, che, immagino, si stia eccitando come un toro.
E infatti, quando il nostro ospite scivola lungo il suo corpo, finendo carponi sul pavimento, e gli sbottona la patta, la sua nerchia salta per aria in tutta la sua potenza. Un’espressione di meraviglia e lussuria si dipinge sul viso di Seby, che corre ad avvolgere l’asta con entrambe le sue manine minute, cominciando a masturbarla lentamente.
“Ti piace?”, gli chiede Enrico, sussurrando.
“Sì!”, sibila lui, con gli occhi sgranati e la bocca socchiusa e sbavante.
“Allora fammi uno dei tuoi stupendi pompini!”, lo esorta il ragazzone, accomodandosi meglio sul divano. Il biondino si tira un po’ su e avvolge il glande tra le sue labbra rosa come il buco del suo culo. Intanto, io gli levo completamente i calzoni e poi vado ad accomodarmi sulla poltrona per godermi lo spettacolo. Mi spoglio e spalanco le cosce appoggiandole sui braccioli. Mi inumidisco le dita e poi mi accarezzo la rosellina, regalando ad Enrico la vista completa delle mie intimità.
Lui si gira verso di me e, con gli occhi socchiusi per il piacere che Seby gli sta dando, mi insulta: “Puttana!”. Gli sorrido e intensifico lo strofinio del mio anellino. Le labbra del biondino scivolano in basso lungo la mazza fino a metà della sua lunghezza e le sue guance si gonfiano a dismisura. Poi, si incavano a dimostrazione che ha iniziato a succhiare. Sale e scende, mentre con una mano masturba contemporaneamente il cazzo. La circonferenza della minchia è tale che la sua manina fatica a chiudersi completamente intorno, ma allo stesso tempo ha tanta voglia di impossessarsene e so bene che alla fine ci riuscirà. Gliel’ho già visto fare. E ho già visto anche qual è la reazione del suo corpo.
Non devo attendere molto: Seby prende un grosso respiro, leva la mano e si solleva ancora un po’. Quindi, inizia a scendere lungo l’asta, ingoiandone sempre di più. A mano a mano che va giù, il piacere di Enrico cresce: la sua bocca si apre lentamente e non stacca gli occhi dalla troietta. È stupito ed eccitato da quello che il biondino riesce a fare col suo palo, nonostante la sua statura: direi che è meno della metà del mio ragazzone. Non oso immaginare che cosa succederà quando lo sbragherà con quell’attrezzo!
Le labbra di Seby arrivano fino al pelo pubico di Enrico: adesso ha la nerchia piantata in gola e tuttavia non batte ciglio. Si ferma così e succhia. D’un tratto, il suo corpicino comincia a vibrare e subito dopo e tremare come una foglia attaccata a un ramo e sferzata dal vento. Il mio ragazzone mi guarda preoccupato, ma col pollice in su gli faccio capire che è tutto a posto.
“MMMMMMMMMMMMM!!!”. Un urlo soffocato risuona nella stanza: Seby sta sfogando tutto il suo orgasmo orale, come rivela la sua pelle normalmente pallida, ma ormai rossa per il godimento, e le sue membra scosse violentemente da spasmi sempre più violenti. Le convulsioni sono tali che viene sballottato per aria e ricade sonoramente sul pavimento sbattendoci contro le ginocchia nude. Contemporaneamente, per evitare di essere sbalzato lontano dal cazzo di Enrico, si aggrappa ai fianchi del gigantone stringendo forte e si lascia andare al suo piacere. Gli occhi gli si rivoltano nelle orbite e dalla bocca cola abbondante saliva, che va a depositarsi sulle palle di Enrico e sul divano.
Alla fine, si tira su e sputa la nerchia del mio ragazzone, che ora appare lunga e grossa come non l’avevo mai vista. La prestazione del biondino deve averlo eccitato oltremisura. Sembra quasi sotto choc. Seby si aggrappa alle sue spalle e, ancora sconvolto per l’orgasmo, cerca la bocca di Enrico, il quale si china lentamente per baciarlo, quasi lo volesse ringraziare per lo spettacolo a cui lo ha fatto assistere.
D’improvviso suona il citofono.
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