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Gay & Bisex

Pensieri nascosti (6)


di crigio
25.02.2014    |    8.711    |    4 9.6
"Quindi, riprende ad affondare, finché il ventre del mio ragazzone non tocca le chiappe di Paolo..."
“AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!”, urla Seby, stimolato all’inverosimile delle due mazze che ha in corpo e che non smettono un istante di fotterlo. D’improvviso, uno spasmo lo proietta contro il petto di Paolo e si avvinghia al suo boy. Si sente un sibilo e mi accorgo che dal suo culo fuoriescono degli umori che si spargono lungo le due aste e sul divano.
“Godo… sì… godo…!”, mugola. Dopo qualche secondo, quando il suo orgasmo va esaurendosi, implora: “Basta… vi prego… basta!”.
“Ok, ok!”, lo tranquillizza Paolo, e tira via la minchia dal suo sfintere. Poi, impugna quella di Enrico e la estrae. Seby cade di fianco sulla seduta e chiude le gambe, abbandonandosi agli ultimi spasmi.
“Ehi, maschione! Vieni da me, adesso!”, dico, invitando Paolo a montarmi. Lo stallone, dopo essersi assicurato che la troietta stia bene, avanza verso di me. La sua verga, lucida per gli umori del biondino, dondola su e giù, a destra e a sinistra, e punta nella mia direzione. Si accoccola di nuovo tra le mie cosce e mi pianta in corpo la sua virilità.
“Oh sì! MMMMMMMMMMM!!! Quanto sei duro!”, lo adulo.
“Cazzo, ma sei bollente!”, sbotta, sentendo la mia temperatura interna.
“Sì, sono tutto un fuoco! Ti piaccio così caldo?”.
“Mi fai morire! Sei un sogno!”.
“Dai, fa’ godere anche me!”, lo incito, e comincia a muoversi, prima piano, poi sempre più veloce. “Hai visto cosa riesce a fare il cazzone di Enrico?”, gli sussurro, poi.
“Sì! Lo sentivo pulsare sotto il mio! È davvero enorme!”.
“Già! E vorresti sentirlo pulsare dentro di te?”, gli chiedo.
Lui si blocca e mi guarda accigliato. “Stai scherzando, vero? Non vorrai mica… che…?”.
“E perché no? Hai un bel culo e sono sicuro che piaccia molto al mio ragazzone!”.
“No no! Non se ne parla!”, ma la sua nerchia sembra dirmi altro. La sento gonfiarsi e vibrare e anche lui capisce che il suo corpo manifesta intenzioni diverse da quelle della sua mente. Allora, mi sorride: “Merda! Sei un diavolo, lo sai?”.
“Sì, lo so! Proviamo?”.
Mi guarda ancora qualche secondo, dubbioso, e poi si convince: “O… ok… Ma digli di fare piano…”.
“Tranquillo!”, lo rassicuro e con una mano chiamo Enrico ad unirsi a noi. Lo vedo con la faccia immersa tra le cosce di Seby a succhiare i suoi umori, mentre la troietta si contorce incessantemente per un orgasmo che non vuole finire. Notando il mio gesto, Enrico si tira su e si avvicina. Si inginocchia alle spalle di Paolo e inizia a lavorargli il buco. Al primo contatto, il nostro ospite si irrigidisce, ma, dopo qualche lappata, si rilassa e si gode l’anilingus. Vedo la sua faccia arrossarsi e i suoi occhi socchiudersi. La bocca si spalanca e un filo di bava mi cola sul petto.
“Scu… scusa…”, mi fa. Si china a raccogliere la sua saliva e ne approfitta per dare una ripassata a un mio capezzolo. D’un tratto, i suoi denti mi dilaniano l’aureola e lui inspira profondamente, e allora capisco che Enrico deve averlo penetrato con un dito.
“E’ tutto ok?”, gli chiedo.
“S… sì…”, e si tira su a baciarmi. Le mie mani corrono alle sue natiche e gliele divarico, agevolando il lavoro del gigantone. Così facendo, il suo buco diventa più sensibile e allora il bacio si fa più appassionato. La sua lingua mi sprofonda in gola e, contemporaneamente, il suo cazzo si fa inghiottire per intero dalle mie viscere. La sua eccitazione sta crescendo e, a quanto pare, l’inculata non gli dà fastidio. Anzi!
Il volto di Enrico riappare oltre la spalla di Paolo e capisco che il mio ragazzone e pronto a passare all’azione.
“Ci siamo!”, dico a Paolo.
“O… ok…”, fa lui, titubante. “Piano, mi raccomando…”, e ha un tuffo al cuore quando il glande di Enrico spinge contro il suo anellino. Io gli afferro le chiappe e gliele massaggio per farle distendere. Sembra funzionare, perché anche Enrico sospira, segno che la cappella ha attraversato la rosellina. Il gigantone si sputa sull’asta e si spalma la saliva. Poi, ricomincia a spingere. Paolo si contrae e digrigna i denti, ma al contempo la sua verga si ingrossa.
“Wow!”, esclamo. “Che stallone!”.
“Eheh!”, sogghigna lui, tra l’imbarazzato e il sofferente.
“Vedrai, tra poco sarà più bello!”, gli sussurro.
“S… sì… Lo so…”, mi risponde. “Merda, quant’è grosso!”, sbotta poi, mentre Enrico continua la sua corsa nei suoi intestini. Quando non è ancora tutto dentro, si arresta e torna indietro, iniziando un andirivieni lento per far abituare lo sfintere alla dilatazione. Quindi, riprende ad affondare, finché il ventre del mio ragazzone non tocca le chiappe di Paolo.
“Sì, ce l’hai tutto dentro ora! Lo senti?”, gli chiedo.
“Sì, cazzo, sì!”, sbotta lui, contento di esserci riuscito. Allora, annuisco a Enrico e lui comincia a pistonare lo sfintere del nostro ospite. Ogni volta che arriva in fondo, la nerchia di Paolo si gonfia e mi percuote la prostata, facendomi godere. Dopo un po’, però, Enrico di ferma.
“Adesso scopati da solo!”, dice a Paolo, e il maschione si solleva, cinge il collo di Enrico con le braccia e comincia a fare ondeggiare il bacino. Fotte me e fotte se stesso. Godiamo insieme e i nostri gemiti si mischiano e risuonano nella stanza. D’improvviso, Paolo perde il controllo e inizia a sbattere le chiappe violentemente contro il ventre di Enrico. Si sta piantando il suo cazzo fino in fondo e sembra volerne sempre di più. Le mani del gigantone gli massaggiano il petto e gli strizzano i capezzoli e lui si irrigidisce e vibra. Il suo cazzo diventa duro come il marmo e mi sbraga la rosellina.
Avendo capito che gli piace, Enrico spinge giù Paolo e, tenendosi per i suoi fianchi, lo monta con vigore. I colpi si trasmettono fino a me e le spinte del mio ragazzone fanno si che la mazza di Paolo mi scopi di riflesso.
“Sì, bravi, così!”, li incito. “Dateci dentro, stalloni!”. Mentre pronuncio queste parole, con la coda dell’occhio vedo avvicinarsi Seby, che sale su un bracciolo della poltrona, mi scavalca e si accuccia sulla mia faccia, offrendomi da succhiare il suo culo ancora fradicio di umori.
“Amore, ma sei più troia di me, sai?”, dice, insultando Paolo.
“Sì, amore! Sto godendo… come… una puttana!”, esclama quello, che fino ad un attimo fa era il ragazzo più educato e meno sboccato di questo mondo. Ha fatto cadere ogni inibizione e si sta lasciando andare alla lussuria più sfrenata. Da parte sua, Enrico non si risparmia e pistona di gran lena quel culo ormai spalancato.
“Non è grosso, eh?”, chiede Seby.
“Sì, merda! È enorme! Ho il cazzo di un cavallo piantato in corpo!”.
“Chi vuole la sborra, eh? Chi la vuole!”, fa, d’un tratto, Enrico, e Seby salta giù dalla poltrona e si precipita verso di lui. Si inginocchia al suo fianco e apre la bocca così tanto che sembra quasi che gli si sloghi la mascella. Tira fuori la lingua e aspetta che Enrico si svuoti i coglioni. Il mio ragazzone, allora, strattona indietro e sottrae il cazzo a Paolo, che urla di dolore per lo sbrago improvviso. Il gigantone si gira verso Seby, si smanetta un po’ e poi inizia a schizzare abbondantemente nella sua gola.
“Continua a scoparmi, continua!”, incito Paolo. “Dai, sborra anche tu! Voglio tutto il tuo succo! Lo voglio tutto, tesoro!”. E lui, infoiato all’ennesima potenza, mi sbatte come un ossesso. Quando sta per venire, tira fuori la nerchia, mi afferra per i capelli e mi infila la mazza in gola. Mentre fiotta, sembra esplodere, tanto si gonfia prima di ogni schizzo. E spara tanto di quel nettare che mi affoga. Cerco di ingoiare, ma non faccio in tempo a deglutire un primo spruzzo che già un altro mi inonda le fauci e sono costretto a sputarlo.
Allora, Seby, che ha svuotato completamente il mio ragazzone, corre da me e raccoglie tutta la sborra che non riesco a contenere. Poi, mi priva della nerchia di Paolo e se la inghiotte per mungerla completamente.
“No… no…! Così vengo di nuovo… oooooooooo… oooooooooooohhhhhhhhhhh!!!”, urla il maschione e riprende a fiottare daccapo. Seby ingoia quello che può e poi mi passa l’asta, che io, rapido, mi imbocco interamente.
La stanza si impregna dell’aroma dello sperma dei due stalloni e i nostri cervelli si ubriacano. Dopo l’ultimo schizzo, Seby incolla le sue labbra alle mie e con la lingua mi sottrae il nettare che ho ancora in bocca. Il suo corpicino inizia a tremare.
“MMMMMMMMMMMMMMM!!!”, geme, e un altro orgasmo orale gli devasta le membra. Coinvolto in quella reazione improvvisa, subisco l’effetto del suo godimento e innumerevoli ondate di calore salgono e scendono dalla testa ai piedi. Un brivido mi corre lungo la schiena e, arrivato alle terga, mi costringe e spalancare il buco del culo e a spingere in fuori. Le mie cosce si bagnano di umori e le ginocchia mi reggono a fatica. Tremo e mi abbandono al piacere estremo.
Alla fine, mi accascio sul pavimento. Enrico si stende accanto a me, mi accarezza il viso e mi sussurra: “Che puttana che sei! La mia puttana!”, e mi stampa un bacio sulle labbra.
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