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Gay & Bisex

Rivelazioni (1)


di crigio
02.06.2016    |    6.353    |    3 9.3
"E non mi va che lui sappia questa cosa”..."
“Ieri sera vi siete proprio divertiti, eh?”.
Enrico entra in cucina mentre sto facendo colazione, con gli occhi fissi sul cellulare.
“Che vuoi dire?”, gli chiedo.
“Pino mi ha mandato questo”, continua, e mi porge il suo telefono, sul quale viene riprodotto un video che mi vede protagonista. Hektor è alle mie spalle e mi scopa a pecorina come un forsennnato.
“Devi aver goduto proprio tanto se il mio amico ti ha sbattuto così!”, dice il mio ragazzone.
“Beh… sì…”, rispondo un po’ imbarazzato. “Non mi sono accorto che Pino mi stava riprendendo”.
“Allora dovevi essere proprio su di giri!”. Gli faccio un altro sorriso e lui ricambia. “Sai: sei molto telegenico”.
“Dici?”.
“Sì, dico davvero!”.
“Grazie”.
“Potresti girare un porno”.
A queste parole, un biscotto mi va di traverso. “Che… coff! coff!... che cosa?”.
“Sì. Dovresti farlo”.
“Ma… sei serio?”.
“Certo! Che ci sarebbe di male?”.
“No… niente…”. Naturalmente, i miei pensieri tornano ai video che ho già girato con Gerry e Martin anni fa e di cui Enrico, però, non sa nulla.
“Se vuoi chiediamo a quel regista amico di Andrea. Potremmo usare la stanza sul retro del suo locale. Sarebbe divertente.
“No!”, replico istintivamente. Poi modero il tono della voce: “Non voglio coinvolgere Andrea”.
Enrico mi guarda incuriosito. Poi ribatte: “Ok. Ma sta’ calmo. Era solo una proposta. Se non vuoi…”.
“Bene. Allora stavi solo scherzando, giusto?”.
“No, non stavo scherzando. Mi piacerebbe davvero sedermi su quel divano e guardare un video col mio ragazzo che si fa sbattere da qualche stallone cazzuto, mentre io mi masturbo e sbavo di piacere”.
Stavolta sono io fissarlo strano.
“Ah ah!”, se la ride lui. “Che c’è? Lo sai che mi eccita vederti godere con altri maschi. Non credo che sarebbe diverso in un film porno!”.
“No, credo di no…”, mormoro.
“Allora lo facciamo?”, insiste.
Mi alzo in piedi e giro un po’ per la cucina. Metto la tazza nell’acquaio e la risciacquo velocemente. Mi asciugo le mani e mi volto verso il mio boy.
“Credo che sia arrivato il momento di dirti una cosa”, dico finalmente.
“Oddio! Come sei serio! E’ successo qualcosa?”, mi chiede preoccupato.
“Sì… cioè, no! Uff! Forse…”. Enrico mi viene incontro e mi mette le mani ai fianchi, cercando il mio sguardo. “Amore, ma che c’è?”.
“Ecco…”, inizio, svincolandomi dalla sua stretta. Poi raccolgo tutto il mio coraggio e comincio a raccontare. “Anni fa, quando noi due cominciavamo a conoscerci ed io ero ancora legato, per certi versi, ad Andrea, lui mi convinse a fare una cosa”.
“Che cosa?”.
“Oddio quanto è difficile!”, proseguo con la voce rotta dall’imbarazzo. “Ecco… mi convinse a girare dei video porno”, concludo tutto d’un fiato.
“Sul serio?”, sbotta Enrico, più incuriosito che scioccato. Viene e sedersi di fronte a me e sgrana gli occhi come un bambino al quale stanno raccontando una nuova storia.
“Sì. Siamo andati in Germania. Lui aveva contattato due blogger che giravano e pubblicavano questi video. Uno dei due è un attore porno professionista. Tu li hai anche conosciuti: ti ricordi? In quella discoteca a Barcellona. Si chiamano Gerry e Martin (detto anche Michel)”.
“Sì… ora che mi ci fai pensare… Sì, me li ricordo. Ecco perché c’era quell’aura di mistero tra voi tre e quegli altri ragazzi presenti. Mi sembrava che ve la intendeste un po’ troppo”.
“Ascolta: mi spiace di non avertene mai parlato prima, ma… mi… mi vergognavo. Poi quei video sono anche andati su internet per un po’… Ho pure avuto un mezzo guaio al lavoro: uno stagista mi ha riconosciuto. Ci ho dovuto scopare per farlo tacere. Per fortuna, poi, è sparito”.
“Ehi! Ma sta’ tranquillo! Credi davvero che una roba del genere possa sconvolgermi?”. Enrico mi abbraccia. Poi si stacca da me e mi guarda con occhi pieni di comprensione. “Sono anni che tu sopporti il mio lavoro e la vita che faccio. Pensi che potrei rimproverarti una cosa del genere? E poi ti ho appena proposto di fare la stessa cosa ed ero seriamente convinto! Sono seriamente convinto che tu possa farlo!”.
“Non so se lo rifarei…”.
“Ok, ascolta: non ne parliamo più, per adesso. Piuttosto, che ne dici di farmi vedere questi fantomatici video?”.
“Vuoi vedere i miei video? Davvero?”.
“Sì! Te l’ho appena chiesto! Ne avrai una copia da qualche parte!”.
“S… sì… certo…”.
“Allora va’ a prenderli, dai!”.
“O… ok…”. Esco dalla cucina un po’ intontito e vado in camera da letto. Apro un cassetto della scrivania e, in fondo, pesco un dvd sul quale sono masterizzati tutti i filmini che avevo girato con Gerry e Michel. Passando per il soggiorno, vedo che Enrico si è già accomodato davanti al televisore in attesa dell’inizio della proiezione. Con mano tremante inserisco il disco nel lettore e pigio su avvio. Un jingle e il logo del blog dei miei due amici tedeschi aprono la registrazione. Poi parte il video della mia autofellatio. Segue quello in cui io e Michel siamo protagonisti; quindi, i film con Faruk, sia quello del pompino che quello della monta.
“Ma dai! Ne hai fatto anche uno col turco? Anche lui è stato bravo a tenere il segreto!”.
“Già…”, sussurro, e il mio senso di colpa nei confronti del mio ragazzone aumenta. Lui, quasi abbia percepito questo mio stato d’animo, mi afferra una mano stringendomela forte.
Finito il video con Faruk, inizia quello Hans. “Wow! Che bel ragazzo!”, commenta Enrico. “Però non ha un bel cazzo, o sbaglio?”.
“Sbagli!”, lo correggo. Lui volta a fissarmi stranito. “Vedi: questo bel tipo ha una caratteristica un po’ simile alla mia: riesce a controllare perfettamente la sua eccitazione e a scaricarla tutta insieme quando più lo desidera, di solito quanto incula il suo partner”.
“Cazzo!”, esclama Enrico, sorpreso da questa rivelazione. “Quindi vuoi dirmi che il suo affare è diventato molto più grosso di così quando te lo ha infilato dentro?”.
“Eh già!”, confermo. E infatti, quando arriva il punto in cui Hans mi penetra, il mio boy si accorge che, dopo qualche minuto, il mio corpo reagisce, anche se lo stallone non si muove granché.
“E’ adesso?”, mi chiede.
“Sì, proprio adesso”.
“Guardati! Stai iniziando a godere”. Mentre assiste basito agli sviluppi, Enrico si appoggia allo schienale del divano e allarga le gambe. Si sta eccitando. Hans che mi rigira e mi fotte come più gli aggrada, con quel suo arnese che ormai è diventato un obelisco, lo manda su di giri. Tanto che si accarezza la patta, quasi senza rendersene conto, e il suo pacco aumenta di volume sotto la sua mano. Lo vedo che si sbottona i jeans e abbassa la cerniera, mentre il suo respiro si fa più pesante. Si tira fuori il cazzo, ancora solo barzotto, e lo impugna iniziando a menarselo. “Oh, amore! Era proprio questo che intendevo prima! Guarda quanto mi eccita vederti godere in tv!”, e continua a fare su è giù con la mano. “Pensare che anche altri possono ammirarti mi manda fuori di testa!”. E infatti, subito dopo aver detto questo, la sua minchia si gonfia di colpo e lui ansima.
Nel film, intanto, arriva il momento in cui io comincio ad avere l’orgasmo anale e Hans a stupirsi delle reazioni del mio corpo. Quando, poi, gli strozzo la verga con i muscoli del mio sfintere, si vede lo stallone sottrarsi alla mia morsa e schizzare fiotti di sperma sul mio torso. Quando smette di venire, il video sfuma ed io pigio stop.
Proprio in quell’istante, Enrico, accanto a me, rantola. Mi afferra per la nuca e mi costringe a piegarmi sul suo ventre e ad inghiottire la sua asta. La sento pulsare tra le mie fauci e, un secondo dopo, esplodermi in gola. Ingoio il suo seme e lascio che si scarichi completamente. Quindi, mi tiro su e lo bacio, intrecciando la mia lingua sporca della sua sborra con la sua.
“Allora? Ti va di rifarlo per me?”, mi chiede, sussurrando, quando ci stacchiamo. Io annuisco timidamente e abbasso gli occhi. “Hai ancora il numero di Michel e Gerry?”, mi chiede.
Io ci penso un attimo. “Veramente no! Devo averlo perso insieme al cellulare, l’anno scorso”.
“Prova a chiedere ad Andrea”, mi suggerisce lui.
Io mi ritraggo: “Oh no! Se lo facessi capirebbe subito il perché. E non mi va che lui sappia questa cosa”.
“Non vedo alternative”, fa Enrico, serafico.
Alla fine devo concordare con lui. “Già… Purtroppo neanche io”.
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