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Gay & Bisex

Come Giò (2)


di crigio
14.08.2016    |    5.683    |    6 8.6
"Saverio, ancora aperto a causa del godimento appena provato, viene facilmente penetrato dall’energumeno, il quale con una mano gli preme il culo verso il..."
Ahmed avanza mentre Idris torna verso gli altri due energumeni. Quando si incrociano, i due stalloni si danno il cinque. Il turco si inginocchia dietro Saverio, si sputa sul cazzo e si lubrifica ben bene. Spinge senza riguardo per penetrare il troione, che immediatamente emette un gemito, e poi, appoggiandosi sulle sue terga, si solleva sulle piante dei piedi e si china in avanti finché tocca terra con i palmi delle mani. In questa posizione animalesca comincia a muoversi dentro la sua preda, dapprima lentamente, poi accelerando sempre più. All’inizio gli fa assaporare solo metà uccello; quando lo sfintere si abitua alle dimensioni, inizia a pistonare con tutta la sua nerchia e con tutto il peso del suo corpo.
“MMMMMMMMM!!! MMMMMMMMMMMM!!!”, muggisce il porcone, scuotendo la testa. Deve provare dolore mentre la grossa cappella del turco gli martella la prostata, ma presto quel dolore si tramuterà in un piacere che non avrebbe mai immaginato di poter provare.
E infatti, dopo un po’ i lamenti si smorzano, mentre il ritmo del stantuffo rimane costante. “WAAAHHH!!! Che culo!”, sbotta Ahmed, tutto intento a scopare, con grande professionalità e passione. “Quanto sei troia, lo sai? Lo prendi come una gran puttana!”. Con queste parole insulta il porcone, che dai gemiti di protesta sta passando a mugolii di piacere. Enrico, in piedi di fronte a lui, sembra soddisfatto, però non siamo ancora al livello desiderato. Nonostante i colpi del turco siano insistenti e profondi, non sembra che si oltrepassi una certa soglia.
Allora, il mio boy si accovaccia accanto ad Ahmed e gli sussurra: “Con questo devi andarci giù pesante, hai capito?”. Io riesco a sentire, vista la potenza dei microfoni sparsi nella stanza, ma credo che Saverio non abbia percepito nulla.
Il turco annuisce e, fermandosi un momento, si sistema meglio sui piedi e sulle mani. Quindi, inizia ad affondare nelle viscere di Saverio dando colpi profondi, cadenzati e precisi. Già dopo il primo il troione tira su la testa di scatto e sputa. Poi serra i denti attorno alla pallina dell’harness e rantola. Il secondo colpo lo fa vibrare tutto e ansimare. Si nota soprattutto uno scuotimento delle chiappe che, grosse e muscolose, si agitano a destra e a sinistra facendo sobbalzare la gran quantità di massa di cui sono composte. Sono un vero spettacolo!
Enrico si sposta davanti a Saverio. “Adesso ti tolgo il bavaglio, così puoi dirci quanto stai godendo!”, gli dice, e gli slaccia l’harness.
“Sei uno stroooooooooooonzooooooooooo!!!”, gli urla subito in faccia il troione.
“Sì, lo so”, risponde il mio gigantone, sghignazzando. “Allora: ti piace!”.
“Sì, cazzo! Sìììììììììììììììì!!!”, urla ancora Saverio, digrignando i denti e piantando le unghie nel pavimento. Un terzo affondo del turco gli fa reclinare il capo e spalancare la bocca, mentre sopraggiungono altri tremiti per tutto il corpo. “Ho… caldo…”, singhiozza. “Ho… caldo… nella… pancia…”. Gli stalloni si guardano l’un l’altro sorridendo: tutti sappiamo, me compreso, che quel sintomo è il primo stadio del percorso che porta all’orgasmo anale.
“Si muove qualcosa!”, ansima Ahmed, dando l’ennesimo colpo alla prostata della troia.
“Bene!”, fa Enrico. “Adesso puoi anche accelerare, ma mantieni la stessa intensità!”. Il turco obbedisce e aumenta la velocità. Un tintinnio di catene richiama la mia attenzione sulla mano destra di Saverio, il quale cerca di raggiungere il suo ventre. Ovviamente non ci riesce, ma si ferma al petto. Se lo strofina forte.
“Brucia… brucia…”, singhiozza ancora. Poi passa al collo e fa dei gesti rapidi con la mano come se volesse scacciare qualcosa. “Non… re… spi… ro…”, sibila, e la sua lingua precipita giù dal labbro inferiore, sgocciolando bava sul pavimento.
“Esci! Ora! Altrimenti ti fa venire!”, grida Enrico ad Ahmed.
“No… tranquillo! Uff!... Non ancora… So quello che faccio… Uff!”, sbuffa il turco, che si dà come non l’ho mai visto fare prima. I microfoni mi rimandano il suono del suo ventre che schiaffeggia le natiche di Saverio. “Ecco che arriva!... AH!... Lo sento… Gli sta arrivando…!”, sbraita infine, proprio mentre il corpo della troia si tende, si irrigidisce e poi comincia a vibrare tutto, da capo a piedi. In particolare, proprio come prima, le sue chiappe si scuotono da un lato e dall’altro come in preda ad una crisi epilettica. Le mani, ben piantante a terra, scivolano piano piano verso l’esterno, ma lui riesce a trattenerle. Lo guardo in volto e mi accorgo che le pupille esorbitano. La schiena si inarca e il petto si gonfia. “Si sta bagnando!”, rantola Ahmed, ancora intento a fottere come un dannato.
Poi, con uno strattone tremendo, si fa indietro e, cadendo rovinosamente sul pavimento, si ribalta. Il corpo di Saverio è un terremoto. Sfiata, ma non emette alcun suono. Improvvisamente, smette si tremare e anche di respirare: va in apnea. Idris guarda i suoi compagni e sta per correre incontro al troione per soccorrerlo, ma Enrico allarga un braccio e lo ferma. Quindi, nella stanza esplode inatteso un grido straziante di Saverio: tutte le sue membra vengono sconvolte da un sisma di magnitudo 8.00 e sono sempre le chiappe a destare la maggiore sorpresa. Sbattono a destra e a manca e, questa volta, l’ondulazione è accompagnata da spruzzi di umori che fuoriescono dal buco del culo e si sparpagliano per ogni dove.
Rimaniamo tutti estasiati da questo spettacolo: io estraggo le mie due dita dal culo e mi siedo per bene sulla poltrona. Mi chino in avanti e mi godo il primo orgasmo anale di questo animale. E’ davvero impressionante: alla fine le braccia gli cedono e si accascia con la faccia a terra. Il culo per aria continua a scuotersi e a schizzare secrezioni. I cazzi degli stalloni in piedi davanti alla porta sussultano ritmicamente e, se solo venissero sfiorati, potrebbero sborrare all’istante tanto elevato è il loro grado di eccitazione.
Poi, dallo sfintere di Saverio non esce più nulla, anche se le sue chiappe continuano ad agitarsi per qualche secondo, sollecitati dagli ultimi spasmi. Enrico gli si avvicina e gli massaggia la schiena.
“Cazzo! Mi sono cagato addosso!”, sibila il troione.
“No, non è merda!”, lo corregge il mio ragazzone, che raccoglie i suoi umori dalla rosellina fradicia e glieli porta alla bocca e al naso. “Senti qua! Sono le tue secrezioni! Hai goduto proprio come una puttana! Hai goduto proprio come Giò!”. Saverio inspira e lecca le dita di Enrico e mugola di gusto.
“E’ buono!”, apprezza.
“Certo che è buono! E’ il frutto del tuo piacere. D’ora in avanti, per raggiungere l’orgasmo non dovrai fare altro che pensare a questo sapore e a questo odore. La voglia di riassaggiare i tuoi stessi umori ti farà arrivare al piacere estremo ogni volta che lo vorrai!”, gli spiega il mio boy.
Non l’avevo mai messa in questi termini, ma probabilmente Enrico mi ha studiato. Ha capito che è l’idea di rilasciare liquidi come una vera vacca che mi fa arrivare all’orgasmo anale.
“Grazie!”, sussurra infine Saverio. “Ora slegami!”.
“Ma non ci penso neanche!”, sbraita Enrico, alzandosi in piedi. “Adesso viene il bello!”, aggiunge, e si strappa dalla culotte la patta che vi era attaccata con dei bottoni a clip. La sua nerchia salta per aria, dura e vibrante. Afferra il troione per i capelli sollevandogli la testa, gli stinge il naso con due dita dell’altra mano e gli pianta il cazzo fino in gola. “Avanti ragazzi! Sapete che cosa fare!”, dice poi agli altri stalloni, voltandosi verso di loro.
Ahmed è ancora stremato dalla recente monta, quindi sono gli altri tre che si fanno sotto. Idris si affianca ad Enrico per farsi spompinare da Saverio, mentre Igor si sdraia sul pavimento e scivola sotto la pancia del porcone. L’indonesiano (almeno credo sia tale!) si mette dietro e punta la minchia tra le chiappe di Saverio.
“Bashir, aspetta!”, fa Enrico, rivolgendosi a quest’ultimo. “Prima Igor!”, e il russo armeggia da sotto per impalare il troione.
Saverio, ancora aperto a causa del godimento appena provato, viene facilmente penetrato dall’energumeno, il quale con una mano gli preme il culo verso il basso, mentre con l’altra mira con precisione al suo buco, lo infilza e risale il suo budello fino alla bocca dello stomaco.
“Oh… cough!... che roba… cough!... slurp!... mmmmm!!!”, biascica Saverio, continuando a succhiare la verga di Enrico. Poi, Bashir si avvicina al culo del porcone, spinge e il suo arnese comincia a scorrere sopra quello dell’altro stallone.
Saverio sputa il cazzo che stava ciucciano e impreca: “Ma che cazzo fate! AH!”. Cerca di spingere via Bashir, ma è ancora incatenato mani e piedi a terra e la sua mano non raggiunge il petto dell’energumeno. Enrico lo riprende per i capelli e gli spiega la situazione. “Ti stiamo facendo una doppia penetrazione, tesoro! Neanche questo hai mai fatto prima? Ma sei proprio un pivello allora!”.
Adesso il mio boy sta usando un’altra strategia che porta anch’essa al piacere estremo. E’ quella dell’umiliazione. Intende fare in modo che i ragazzi abusino del corpo e della mente della troia più di quanto non sia stato fatto finora, per frustrare le sue membra e far sì che si abbandonino a tal punto da non opporre più alcuna resistenza. A quel punto Saverio dovrebbe raggiungere nuovamente l’orgasmo.
“Ora succhia questo bel cazzone nero, stronzo!”, e, tirando fuori il suo, gli sbatte tra le fauci l’uccellone di Idris. “Assaggia il gusto del tuo stesso culo! Lo senti? Non è meraviglioso?”, gli sussurra all’orecchio, mentre Saverio spompina l’asta del nero, incavando le guance e suggendo con voluttà. Intanto, nel suo sfintere le due nerchie scorrono avanti e indietro e su e giù, grazie alla profonda autolubrificazione che il troione da solo si è fatto con i suoi stessi umori. “Ma guardati! Stai prendendo tre cazzi insieme! E quando ti ricapita, puttana!”, lo insulta ancora Enrico.
Il mio boy sapeva fin dall’inizio che con questo ragazzo, così pieno di sé, ci voleva una terapia d’urto, un’umiliazione profonda nel corpo e nell’animo, altrimenti non sarebbe mai arrivato a provare il piacere che provo io. D’ora in poi scenderà dal piedistallo pur di godere nuovamente allo stesso modo.
E già adesso, a quanto pare, sta cambiando atteggiamento: mentre si dedica intensamente alla pompa della minchia di Idris, sale e scende sui cazzi degli altri due stalloni, andando a tempo con il loro movimento.
“Ma quanto sei bravo! Ma quanto ti piace prendere cazzi!”. La voce autoritaria e insultante di Enrico è da vera libidine.
“Sì, mi piace… mmmmmmm… mi piace… Slegami, per favore! Slegami!”, implora Saverio.
“Giura che non provi a scappare e che continui a fare la troia!”, detta le regole Enrico.
“Lo giuro… glough!”.
“Tanto se ci provi ti riacciuffiamo: noi siamo in cinque e tu sei solo!”. Il troione annuisce, mentre ha ancora l’arnese di Idris in bocca. Solleva le braccia e chiede pietà con lo sguardo al suo carceriere. Enrico tira fuori una chiavetta dal solito taschino della culotte e apre le manette intorno ai polsi. Poi si china e fa lo stesso con quelle intorno alle caviglie.
Quindi, rivolgendosi ai suoi quattro amici, ordina loro: “Sdraiatevi tutti a terra, uno accanto all’altro, cazzi per aria!”. Igor e Bashir estraggono le loro nerchie dal culo di Saverio e obbediscono. Ahmed si stende accanto ad Igor e Idris vicino a Bashir. Poi, afferra Saverio per un braccio e lo fa alzare: quello si tira su con le ginocchia che non lo reggono bene. Si appoggia al mio boy e lo segue. “Adesso dovrai cavalcare ciascuno di questi stalloni come se fossi a un rodeo, ma dando loro le spalle”, gli spiega. “Però guai a te se godi. Devi prima fare sborrare tutti loro col tuo culo. Dopo, forse, ti concederò un altro orgasmo anale!”.
Il povero troione, che non si tiene su, deve obbedire per forza. Scavalca Bashir e si accovaccia sul suo ventre, portando indietro le mani e reggendosi su quelle, mentre lo stallone lo infilza con un movimento preciso dal basso verso l’alto. “Così, bravo! Adesso muoviti! Devi farli venire tutti, capito!”, sbraita Enrico e il povero Saverio annuisce impietrito.
Inizia a rimbalzare sulle cosce dell’asiatico e vedo il cazzo dello stallone sparire e ricomparire, divorato da quell’affamato sfintere. Il mio boy si accovaccia accanto al porcone e gli dà istruzioni. “Dai! Più veloce! Stringi quel culo! Che c’è? Ora che hai goduto ce l’hai tutto aperto e tutto sfondato? Non riesci più a chiuderlo? Sei solo una vacca! Una vacca puttana!”. Le gambe di Saverio si serrano leggermente nell’atto di contrarre i muscoli del culo come gli ha chiesto il mio gigantone, ma al tempo stesso lui ha uno spasmo. “Ti ho detto che tu non devi godere! Loro devono godere, CAPITO!”, gli urla contro ancora Enrico.
“S… sì… ok…!”, e il volto del troione si deforma per cercare di contenere il piacere che ormai è lì lì per esplodere sempre, da un momento all’altro. Un altro spasmo, però, sorprende Saverio. Allora, Enrico gli agguanta lo scroto e glielo strizza. “AAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!”, grida lui, mentre continua a montare lo stallone.
“Devi essere troia! Essere troia significa non solo che devi godere come una troia, ma anche devi fare godere il tuo partner, CAPITO!”, gli spiega Enrico.
“S… sì…”. Il porcone si dà anima e corpo per fare arrivare Bashir, ma nel frattempo guarda gli altri tre maschioni e probabilmente pensa che non riuscirà a fare lo stesso anche con loro senza provare lui stesso un gran piacere. Proprio in quel momento, però, l’asiatico inizia a rantolare.
“Ma che bravo! Dai che ci stai riuscendo!”, lo esorta Enrico, e Bashir afferra i fianchi di Saverio e, puntando i piedi, inizia a dargli dei colpi profondi. “Resisti! Resisti! E’ lui che deve venire, non tu!”, insiste il mio boy e gli strizza ancora l’apparato genitale.
“Sboooooooorrooooooooooooo!!!”, esplode infine lo stallone, e rallenta lo stantuffo fino a lasciare i fianchi della troia e a rilassarsi completamente sul pavimento.
“E uno è andato! Dai che ce la fai!”. Enrico pungola Saverio e lo tira su per un braccio perché si sposti su Igor. Barcollando, il troione esegue l’ordine. Si impala e comincia la cavalcata. Anche qui il suo godimento deve essere controllato da strizzate di coglioni di Enrico, ma alla fine riesce a fare eiaculare anche il russo.
Quindi, si passa ad Ahmed, un osso duro. Tuttavia, Saverio si mostra più sicuro: “Faccio da solo…”, ansima.
“Ma che bravo!”, si complimenta Enrico. “Vediamo che cosa hai imparato!”. Stavolta, invece di stendersi indietro e reggersi sulle mani, rimane solo sulle gambe che, a quanto pare, hanno riacquisito forza. Si infilza con l’asta di marmo del turco e sale e scende facendosela scorrere nel budello.
“Oh, che bel cazzo!”, geme.
“Sì, il mio amico Ahmed ha proprio un gran bell’arnese. Ogni volta Giò gode come un maiale prendendolo in culo!”, sussurra Enrico, provocando il troione che ha voluto fare lo sfrontato e dimostrare di essere in grado di fare godere da solo il turco. Le parole del mio boy lo fanno vacillare: probabilmente l’immagine di quello stallone che mi scopa e mi fa godere gli sta facendo perdere il poco controllo che credeva di avere della situazione.
“Sei… uno… stronzo…!”. Saverio insulta Enrico, ansimando. Ha capito qual è il suo gioco e sta cominciando a giocare. Però non riesce ancora a dominare le reazioni del suo corpo a tutti quegli stimoli, a quelli verbali soprattutto. Si aggrappa ad una spalla del mio boy spalancando la bocca.
“Resisti, cazzo!”, gli urla in faccia Enrico, e il suono irruente di quella voce imperiosa lo riporta indietro dal sentiero in discesa dell’orgasmo. Tuttavia, interviene una mossa di Ahmed che, da sotto, abbraccia il ventre del troione e inizia a fotterlo come un ossesso.
“No, così non ce la faccio… NO… NO… NO!!!”. Saverio va nel panico: fino a un attimo prima aveva controllato quasi perfettamente la situazione, ma questo è veramente troppo.
“Non puoi abbandonare proprio ora! Te ne manca solo un altro!”, lo esorta ancora Enrico.
“Non posso… NON POSSOOOOOOO!!!”, urla, e stringe le gambe e forse, contemporaneamente, anche lo sfintere. Anzi ne sono sicuro, perché Ahmed comincia a rantolare e a sollevare il busto da terra reclinando il capo indietro.
Poi, le ginocchia del porcone tremano di brutto e il turco biascica: “Sborro… sborro… Gli sborro tutto nel culoooooooooooo!!!”, e gli dà altri colpi. “Oh, come mi succhia il cazzo! Ch’è bello! Mi sta mungendo il cazzo col suo bel culo da troiaaaaaaaaa!!!”. Forse il turco ha disobbedito alle istruzioni di Enrico. O forse no.
Il mio boy non sembra molto contrariato, ma invita Idris, l’ultimo stallone ad alzarsi e a mettersi tra le cosce di Saverio. Quindi, lo stallone afferra le caviglie del porcone e gli alza le gambe, facendo scivolare fuori la minchia di Ahmed. Si avvicina al culo di Saverio e lo penetra con la sua verga, mentre quello sta ancora singhiozzando in preda al suo secondo orgasmo anale. Non appena l’asta raggiunge la prostata pulsante, il troione solleva il tronco e si avvinghia allo stallone.
“OOOOOOOOOHHHHHHHHHHH!!! Quanto godoooooooooooooo!!!”, geme con un tono, finalmente, da puttana. “Sì, fottimi, maschione mio! Fottimi tanto! Sono la tua vacca! La tua vacca da monta! Inseminami! Ingravidami tutta! Quanto sono porca! Sono tutta bagnata! Mi senti che sono tutta bagnata! Ti sto allagando il cazzooooooooooooo!!!”.
“Oh! Evviva! Dai, così!”, esulta Enrico, mentre Idris si sbatte la bagascia senza risparmiarsi. Purtroppo non riesce a resistere a lungo, perché gli spasmi fanno contrarre ripetutamente lo sfintere di Saverio che pratica una pompa anale al suo uccellone d’ebano. Il nero si volta a guardare Enrico, il quale lo autorizza a sborrargli dentro. E allora lo stallone si abbandona al suo stesso piacere ed esplode nelle viscere di Saverio.
Esaurito l’orgasmo, Idris si ritrae, ma le gambe della troia rimangono sollevate e lui resta sdraiato sul corpo di Ahmed. Il buco del porcone si apre vergognosamente e una cascata di liquidi di ogni genere si riversa sulle belle palle pelose del turco. Enrico strattona la puttana per i capelli e la costringe ad immergere la faccia tra le cosce di Ahmed e a ripulirlo per bene, lappando e cibandosi della sborra dei quattro stalloni e dei suoi stessi umori.
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