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Gay & Bisex

Training per Silvia (Enrico) (3)


di crigio
04.04.2017    |    4.149    |    3 9.9
"La sua lingua saetta a tale velocità sul clitoride della troietta che faccio fatica a distinguerla..."
L’uomo non finisce nemmeno di pronunciare quella frase che è già in ginocchio ai miei piedi, col mio cazzo in mano e la bocca spalancata pronta ad ingoiarlo. Un secondo dopo le sue labbra sfiorano il mio pelo pubico: ha la mia verga piantata fino in gola e prova addirittura ad andare oltre per raggiungere anche le palle.
Non ci riesce. Almeno la prima volta. Sì, perché, dopo essersi strozzato con i miei 23 centimetri, vomita l’asta, la guarda con occhi libidinosi e poi si rituffa sul mio ventre, questa volta preparato ad ingozzarsi con tutto il mio apparato, coglioni compresi. La sua mossa mi costringe e piegarmi in due: mi reggo dal suo capo, tenendoglielo stretto tra le mani, mentre lui tossisce e rantola senza però tirarsi indietro.
“Adesso sono cazzi tuoi, amico! Ah ah!”, sghignazza Michele, ancora sdraiato sul divano con la sua ragazza che lo cavalca e suo cognato che la incula. Io lo fisso inebetito, cercando di trattenere l’orgasmo che Franco mi vuole estorcere. Digrigno i denti e con forza mi faccio indietro. L’uomo non stacca gli occhi dalla mia minchia lucida della sua bava e si lecca le labbra, affamato. Il mio cazzo è teso all’inverosimile e sussulta velocemente per l’alta frequenza delle pulsazioni.
“Amore! Ti piace?”, gli chiede Rita.
“Sì! MMMM!!! E’ bello duro! Slurp!”, risponde Franco, in attesa che l’osso gli venga restituito.
“Vacci piano!”, gli sussurro. “Altrimenti finisce presto”. Lui annuisce e cambia strategia. Gli lascio il capo e si intrufola tra le mie cosce in cerca dello scroto. Imbocca un testicolo e poi anche l’altro. Pasteggia e succhia sonoramente. Quindi, spalanca la bocca ed, estratta la lingua, risale lungo l’asta con lo sguardo levato a me ed un’espressione da gran troia. Raggiunto il frenulo, lo lambisce e solletica rapido per poi stringere tra le labbra la grossa cappella di un porpora intenso per l’elevato afflusso di sangue. Le sue guance si incavano e di nuovo risuona nella stanza un sonoro risucchio.
“Ehi, Enrico! E’ bravo, non è vero?”, mi chiede Michele, che continua a fottersi Silvia.
“Sì, merda! Un professionista della pompa!”, rispondo ansimante. Franco solleva lo sguardo e sorride soddisfatto del mio complimento.
“Non solo della pompa, tesoro!”, mi fa, abbandonando l’uccello. Poi si alza in piedi e si incolla a me, strusciandosi come una gatta in calore. Mi lecca il collo e mi mordicchia un lobo. “Scopami il culo!”, mi sibila all’orecchio, e il tono della sua voce risveglia i miei più animaleschi istinti, tanto che il cazzo preme forte contro la sua pancia. Lui se ne accorge e sghignazza ancora. Quindi, si volta verso il divano sul quale è sdraiata sua moglie e ci sale sopra a pecorina, protendendo il culo in fuori. Le chiappe si schiudono e la rosellina si mostra in tutto il suo splendore. E’ grande, anche se chiusa, segno che nella sua vita è stata molto maltrattata. Tuttavia, è ancora rosa come quella di un verginello.
Mi chino e ci sputo sopra. Spalmo la saliva con le dita e poi faccio lo stesso col mio cazzo. Accosto il glande al buco: quello si apre e vengo letteralmente inghiottito dallo sfintere. Scivolo in avanti e devo appoggiarmi pesantemente alle sue terga per non cadergli addosso. I suoi muscoli anali mi hanno proprio aspirato la verga: se la sono ingoiata in un sol boccone. Contemporaneamente, lui ha emesso un gemito e si è voltato con aria lubrica, manifestando tutto il piacere della penetrazione.
Comodo con le braccia sullo schienale del divano, si muove avanti e indietro scopandosi da solo. Vedo la mia asta sparire nel suo budello e poi ricomparire lentamente, madida di umori. Quando avanza, la mucosa del suo ano fuoriesce e avvolge morbidamente il mio arnese. Poi rientra quando le sue chiappe tornano verso il mio ventre. Strofina un po’ il culo contro il mio pube e ripete il movimento. In pratica, si sta gustando il cazzo per tutta la sua lunghezza e il suo spessore, facendolo scorrere lungo le pareti dello sfintere per stimolarne ogni singolo nervo. Tra un momento arriverà anche il turno della stimolazione della prostata, ma quello è compito mio.
E infatti, ad un tratto decido di prendere in mano la situazione. Lo agguanto per i fianchi e mi sistemo bene sulle gambe. Vado di bacino mantenendo lo stesso suo ritmo. I suoi gemiti si fanno più intensi e, quando ad un centimetro dalle sue chiappe, gli assesto un colpo secco in fondo al culo, il suo respiro si arresta per un attimo, e poi un lungo lamento si ode nella saletta. Sovrasta persino i singhiozzi e gli urletti di Silvia, che, penetrata da due bei cazzoni, gode ormai come una vacca navigata. Voltandomi verso il terzetto, vedo Andrea accovacciato dietro di lei e aggrappato alle sue spalle che le pratica un violento dentro-e-fuori nel culo, mentre Michele è fermo che si gode il piacere della sua ragazza fottuta dal fratello.
“Andy, sei un toro, porca puttana!”, rantola la troietta, scuotendo il capo in su e in giù e frustando la faccia del suo boy con i suoi lunghi capelli castani. Le sue tette dondolano sulla faccia di Michele, il quale vorrebbe ciucciarne una, ma non riesce a prendere la mira, tanto forte è lo sbattimento di Silvia. Allora arriva in suo soccorso Rita che, alzatasi dal nostro divano, monta sulla faccia del regista e gli agita sul muso la propria passera fradicia. Quello solleva un po’ il capo e inizia a nutrirsi dei fluidi del troione. Rita, dal canto suo, afferra silvia per i capelli e la attira al suo seno. La ragazza imbocca un capezzolo e comincia a ciucciarlo, mugolando di piacere.
“Piccola, dovresti vedere come il cazzone di Andy entra ed esce dal tuo bel buchetto!”, commenta la donna, fissando la scena oltre il capo di Silvia. “E tu, porcone, leccami tutta dai!”, aggiunge, esortando Michele a lavorarle la fica. “Andy, che stallone che sei!”, si complimenta infine con Andrea, che la guarda con occhi infuocati di lussuria. “Ehi, ragazzi!”, esclama, d’un tratto. “Che ne dite di prendevi cura di mio marito insieme a quel gran bel ragazzo, mentre io mi occupo della patatina martoriata di Silvietta, povera Stella?”.
Michele e Andrea si bloccano all’improvviso, si guardano e si scambiano un sorriso complice. “Perché no!”, fa il regista, sgusciando rapidamente fuori dalla morsa delle cosce della donna. Anche il grassone salta giù dal divano e in un secondo sono entrambi vicino a me.
“Allora: Enrico, siediti là!”, mi ordina Michele, come se dirigesse un film. Poi, strattona Franco per un braccio e gli fa capire che deve impalarsi su di me. Quello non chiede altro e obbedisce. La mia asta gli scivola in corpo come un coltello nel burro. Poi, Andrea viene posizionato alle spalle dell’uomo: Michele sputa in mezzo alle chiappe di Franco e poi sul cazzo di Andrea. Il porcone appoggia la cappella alla rosellina già dilatata e spinge. Nonostante il diametro, anche questo secondo uccello viene inghiottito immediatamente dal budello. “Oh, maschione! Quant’è grosso!”, sbotta l’uomo voltandosi verso lo stallone e cingendogli il collo col braccio.
Nello stesso momento sentiamo Silvia singhiozzare con acuti al limite degli ultrasuoni. Mi affaccio dal fianco di Franco e vedo le due donne a sessantanove, la ragazzina sotto e Rita sopra, riversa sulla prima con la faccia immersa tra le sue cosce, tutta intenta a lapparle la fichetta. La sua lingua saetta a tale velocità sul clitoride della troietta che faccio fatica a distinguerla. La povera Silvia si contorce e si aggrappa alle chiappe della donna, cercando a sua volta di ricambiare le attenzioni che riceve. Tuttavia, il godimento è così dirompente che la distrae dalle sue intenzioni. Poi, due dita affondano nella vagina della piccola e la sditalinano con violenza. Il bacino di Silvia inizia a saltare sul divano e le sue chiappe sbattono forte contro la seduta. D’un tratto le sue gambe si aprono in spaccata e spruzza umori ovunque.
Rita sghignazza di soddisfazione, mentre la ragazzina comincia un piagnisteo.
“Tu! Non distrarti!”, esclama Michele, montato in piedi sul divano. Strattona Franco per i capelli e gli pianta in gola la sua minchia, che il troione accoglie e succhia con gran piacere. Una mano del regista si allunga sul petto dell’uomo e gli strizza un’areola strappandogli un mugolio. Franco, tuttavia, non smette di comportarsi da puttana: sputa il cazzo e lo lecca dalla radice alla punta muovendosi sinuosamente sul mio bacino e contro quello di Andrea. La sua pelle chiara si accappona e mostra per la prima volta segni evidenti di godimento. Delle goccioline di sudore gli imperlano la fronte e non controlla più la salivazione che sta diventando abbondante, tanto che sbrodola giù per il mento e sul mio petto. Respira a fatica e gli luccicano le narici per la comparsa di un po’ di muco.
Io e Andrea ci scambiamo uno sguardo complice col quale ci comunichiamo di aver capito che l’uomo sta per cedere. Michele, invece, non è il tipo che pensa al piacere del partner, ma piuttosto al proprio. E infatti, i suoi occhi di brace fissano imperterriti l’uomo che gli lavora l’uccello e proferisce insulti di ogni sorta che Franco accetta di buon grado assecondandolo.
All’improvviso, anche se non smette di occuparsi di Michele, la gola di Franco si gonfia come per un impellente rigurgito. In realtà, è il godimento che irrompe dallo stomaco e risale verso il cervello, impedendogli di dominare le sue stesse membra. Annuisco verso Andrea ed entrambi acceleriamo l’andirivieni nello sfintere dell’uomo. Lui ha un mancamento e si aggrappa ai fianchi del regista. Il suo viso e proprio sopra il mio e lo vedo lentamente trasformarsi. La bocca si schiude e la lingua esce fuori penzolante. Gli occhi strabuzzano e poi esorbitano. Si porta una mano al petto e lo strofina forte: un fuoco sta per esplodergli dentro.
“Ho caldo… Brucio…”, ansima, e il collo e la faccia iniziano ad arrossarsi. Con entrambe le mani si massaggia la gola, mentre rantola come se qualcosa gliela stesse chiudendo. Michele, che non ci bada più di tanto, lo schiaffeggia con la sua asta dura, ma l’uomo rimane indifferente al regista. Ormai è tutto preso dal suo galoppante orgasmo anale.
Schiuma dalla bocca e geme in modo innaturale. Allarga e solleva le braccia e poi si appende al collo di Andrea inarcando la schiena. Si irrigidisce. Un attimo dopo comincia a vibrare. Iniziamo a sentire il suo sfintere contrarsi ritmicamente. Ora si scuote più forte come colto da un terremoto. Uno spasmo lo fa sobbalzare e singhiozzare sonoramente. Un altro arriva dopo qualche secondo. Poi il terzo e a seguire degli altri, finché sono talmente ravvicinati da fondersi in una convulsione.
Io e Andrea lo teniamo fermo più che possiamo, ma è molto complicato. “Godo, porca puttana!!!”. Con un lamento sottile annuncia il sopraggiungere del piacere estremo, adagiandosi lungamente sulle vocali. I muscoli del culo ci mungono i cazzi, ma l’esperienza con i nostri amici ci permette di resistere. Almeno fino a quando non raggiunge l’apice, che gli fa stringere l’anellino così forte intorno alle nostre minchie da strozzarle letteralmente. Andrea digrigna i denti e per non farsi travolgere arpiona la rosellina verso l’alto per cercare di dilatarla, così lasciando che anche la mia verga respiri. Questo però, come ben sappiamo, ha un effetto esplosivo sul troione di turno e anche Franco non si comporta diversamente dagli altri.
L’ennesimo spasmo gli provoca una spinta verso l’esterno, come se volesse evacuare. I nostri uccelli vengono vomitati e vedo Andrea assumere un’espressione di stupore e piacere insieme. Suppongo che la rosellina di Franco si sia spampanata e tutta la mucosa sia uscita fuori. Il grassone viene dominato dalla libidine e perfora senza riguardo lo sfintere dell’uomo, strappandogli un urlo disumano. Lo incula come se non ci fosse un domani fino a sborrargli in corpo, con dei rantoli che lo rendono più spaventoso e brutto di quanto non lo sia normalmente. Il suo volto si trasforma e grida degli improperi verso Franco, che magari lui neanche sente dilaniato a sua volta dal fuoco che gli brucia dentro.
Dopo essersi scaricato i coglioni, Andrea scivola fuori e si abbandona sul divano accanto a me, ansimando come se avesse corso la maratona di New York. Michele balza a terra e si sistema dietro il troione. “Porca vacca! Che meraviglia!”, sbotta, e, con un movimento rapido, infilza Franco. L’uomo mi urla in faccia e fa “no” con il capo, mentre il regista lo stupra finché, con dei colpetti più cadenzati, si svuota anche lui nel suo retto. Si fa indietro e barcolla. Individua l’altro divano e ci si stravacca sopra, proprio vicino alle gambe di Silvia, ancora tremati per i ripetuti orgasmi che Rita non smette di provocarle.
Franco struscia il suo petto contro il mio per smorzare l’orgasmo. Poi, smonta dal mio ventre e si gira per chinarcisi sopra. Impugna il mio cazzo e se lo pianta in gola in un sol boccone.
Non posso più resistere e non ne ho la minima intenzione. La minchia mi fa un male cane: devo venire assolutamente. Metto le mani sulla sua nuca e la spingo contro il mio pube. Sparo tutte le mie cartucce e ad ogni colpo l’uomo sussulta e singhiozza. Tuttavia, non si perde neanche una goccia del mio succoso seme: ingoia di gusto, dissetandosi alla fonte del mio glorioso cazzo. Infine, risale lungo il mio corpo e mi limona, scambiando con me il sapore pungente del mio sperma.
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