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Gay & Bisex

Budapest (2)


di crigio
18.03.2014    |    5.785    |    1 9.8
"Alla fine cade in ginocchio e, respirando a fatica, lascia che l’orgasmo si esaurisca..."
Vlad, fino a un attimo prima assorto nell’estasi dell’orgasmo, riapre gli occhi, mi spinge via, si alza in piedi e afferra Enzo. Lo strattona fino al letto e lo fa sdraiare. Gli prende le caviglie e lo squarta. Si tuffa tra le sue cosce e inizia a slinguazzarlo.
“Oh sììììììììììììììììììììì!!!”, geme Enzo con una vocina acuta da zoccoletta in calore. Quindi, solleva il capo e getta le mani alla testa di Vlad, premendoselo contro il solco. “Sì, lì, lì. Lecca lì, porcone! Così, così, così!”, continua la troietta, esortando il leccaculo a darci dentro, senza, naturalmente, che questo capisca un accidente di quello che lui dice.
Alle loro spalle, Mikail afferra Pino e lo scaraventa sul letto accanto ad Enzo. Anche lui si inginocchia tra le chiappe del mio amico e comincia a divorargli la rosellina. Pino spalanca la bocca e sbatte la testa a destra e a sinistra, all’inizio senza emettere alcun suono, poi urlando ogni volta che la lingua lambisce la sua mucosa.
D’un tratto, Seby mi si avvicina e mi sussurra qualcosa all’orecchio. Io gli sorrido, facendogli intendere che la sua idea mi piace.
Saliamo sul letto e ci mettiamo a cavalcioni sulle facce delle due troiette, offrendogli i nostri buchi pieni di crema da succhiare. Enzo, mostrando un grande appetito, mi agguanta le natiche e aspira la sborra che Vlad mi ha scaricato dentro poco fa, mentre Pino fa lo stesso con Seby, il quale, nel frattempo, si china verso di me per limonarmi. Da questa posizione, riesco a vedere bene le lingue dei due russi entrare ed uscire dai culi dei miei amici e lapparli intensamente. Poi, le labbra si incollano agli anellini e le guance si incavano: il corpo di Pino comincia a vibrare, mentre Enzo emette un urlo soffocato dalle mie chiappe.
Il suono di un risucchio proveniente dalle bocche di Mikail e Vlad mi fa capire che le due troiette stanno sbrodolando. L’aroma dei loro umori ubriaca i due stalloni, che si alzano in piedi quasi contemporaneamente e puntano le loro alabarde alle roselline. Si lanciano uno sguardo d’intesa e poi, con un colpo secco di reni, piantano le loro invidiabili virilità nelle viscere dei nostri amici. La schiena di Enzo si inarca e le sue mani stringono forte le lenzuola. Pino, invece, inizia a tremare più forte e le sue mani strapazzano le natiche di Seby.
La troia sotto di me riesce a divincolarsi dalle mie rotondità e sbraita: “Me lo sento fino in goooooooooolaaaaaaaaaa!!!”. In effetti, Vlad, stavolta, ha affondato tutta la nerchia nel suo sfintere, rimanendo fermo per qualche secondo. Una volta prese le misure, comincia a montare la porcellina, sbattendo forte il ventre contro le sue chiappe. “Sììììììììì!!! Quanto gooooooodoooooooooooo!!!”, urla ancora Enzo, e ad ogni colpo dal suo buco escono schizzi di saliva mista a secrezioni.
Accanto a lui, Mikail solca gli intestini di Pino più lentamente, facendogli assaporare ogni centimetro della sua asta. Mentre il cazzo scorre avanti e indietro, il corpicino del mio amico vibra come una corda di violino e la sua pelle si imperla di goccioline di sudore. Le due troiette stanno godendo in modo diverso, ma con uguale intensità e per me e Seby è davvero molto eccitante guardarle. Improvvisamente, Vlad mi prende per la nuca e mi infila la lingua fino in gola. Mikail fa lo stesso con Seby e questo appoggia una mano sulla rosellina slabbrata di Pino, strofinandola sempre più velocemente. Allora le gambe della troietta cominciano ad agitarsi e un lamento soffocato gli esce dalla bocca. Quando poi due dita si fanno strada nel suo sfintere, insieme con la mazza di Mikail, il mio amichetto si irrigidisce e va in apnea. Le dita di Seby si alternano dentro e fuori con il cazzo del russo e Pino, ripreso fiato, mormora: “Così mi fate moriiiiireeeee!!!”. Per di più, quello stronzetto di Seby inizia a tirare in su l’anellino del biondino, dilatandoglielo ancora e, conoscendolo, so che (come succede anche a me, del resto) quel movimento è la goccia che fa traboccare il vaso.
“BASTAAAAAAARDOOOOOOOOOOOO!!!”, rantola Pino nel momento in cui la sua rosellina raggiunge l’apertura massima, e l’asta di Mikail si insozza di umori, sputati fuori dai suoi muscoli interni. “Ho caldo… ho caldo…!”, continua a bofonchiare e il suo petto e le sue braccia si arrossano, mentre, al contrario, la sua pancia rimane pallida. Tutto il sangue sta affluendo verso la parte superiore del suo corpo e, soprattutto, al cervello. Il suo bacino percuote violentemente il letto, più e più volte, mentre le sue unghie si piantano nelle chiappe di Seby.
Il russo dice qualcosa al suo compare e questo se la ride. Poi, Vlad tira fuori il cazzo da Enzo, lasciandogli anche le gambe che ricadono pesantemente oltre il bordo del letto. Quindi, si sdraia e aspetta qualcosa.
Seby viene fatto smontare dalla faccia di Pino, che appare sconvolta per l’orgasmo appena provato. Mikail prende in braccio la troietta e la mette sopra il suo amico tenendogli le gambe divaricate. Vlad, senza indugio, infilza la puttanella col suo palo di carne, mentre l’altro si posiziona tra le sue cosce e appoggia la sua nerchia sopra quella del suo compare, spingendola dentro le viscere di Pino. Una mano del mio amichetto corre al suo buco e con due dita inforca i due cazzi per testarne le dimensioni.
Poi alza il capo e urla a Vlad: “Sììììììììììììììì!!! Scopatemi, maschioni!!!”. Quelli, pur non capendo le parole del biondino, cominciano ugualmente a montarlo come una vacca. Il suo anellino si stringe attorno alle due nerchie, anche se si apre al momento giusto per permettere loro di scorrergli dentro con facilità. I suoi umori, che non hanno mai cessato di fuoriuscire, lubrificano abbondantemente le due aste, consentendo un andirivieni costante e penetrante.
“Che stronzo! Mi ha lasciato a metà!”, si lamenta Enzo, che, con una mano tra le chiappe, si spara un ditalino rapido per provocarsi l’orgasmo. “Anch’io voglio due cazzi! Anch’io…!”, protesta ancora, contorcendosi sul letto. Allora, mi accosto all’orecchio di Vlad e gli sussurro i desideri del mio amico. Lui annuisce e ribatte, in inglese, che ce ne sarà abbastanza anche per quell’altra troia. Lo riferisco ad Enzo che subito intensifica il massaggio allo sfintere. L’immagine di quello che gli succederà tra poco lo esalta e in pochi secondi arriva al piacere estremo. Scatta in piedi e inizia a correre su e giù per la stanza. Poi si incolla ad una parete e ci struscia contro il petto per smorzare l’eccitazione. Alla fine cade in ginocchio e, respirando a fatica, lascia che l’orgasmo si esaurisca.
Proprio come poco fa con Pino, i due russi colgono la palla al balzo e, senza lasciare che il piacere di Enzo si consumi del tutto, mollano un biondino e si precipitano verso l’altro. Pino, infatti, viene spinto di lato e abbandonato alle sue convulsioni, mentre Vlad e Mikail scendono dal letto per braccare Enzo. Vlad lo tira su, lo sbatte contro il muro e gli infila il cazzo tra le chiappe, dando un colpo secco verso l’alto. Poi, tira la troia verso di sé e gli mette le mani sotto le cosce. Si carica tutto il suo peso e gli spalanca le gambe, offrendo al suo compare la rosellina violata della loro vittima. Allora, Mikail punta la sua mazza al buco e dà anche lui un fendente secco per deflorare Enzo, che, ripieno di quelle due nerchie, si abbandona allo stantuffo alternato dei suoi stalloni, lasciando che l’orgasmo riparta più forte di prima.
La testa gli ciondola in ogni direzione e la lingua gli pende da un lato della bocca da dove esce anche un rivolo di bava. Le braccia penzolano lungo i suoi fianchi e, stranamente, non dice nulla, lui sempre pronto a commentare con urletti o grandi paroloni le sue sensazioni. Lo guardo e mi accorgo che è in estasi: la doppia penetrazione sopraggiunta a orgasmo non ancora esaurito lo ha fatto andare in trance. I due russi non si risparmiano e si passano il peso del corpicino di Enzo ogni volta che entrano ed escono dal suo culo. Si fissano l’un l’altro e poi si avvicinano e le loro lingue si intrecciano sulla spalla della puttanella.
Si dicono qualcosa: forse si incitano a vicenda. No, mi sbagliavo: Mikail si volta verso me e Seby e ci dice di inginocchiarci ai loro piedi. Obbediamo e, una volta sotto Enzo, possiamo vedere una gran quantità di umori fuoriuscire dal suo sfintere. Ho l’acquolina in bocca e non vedo l’ora di assaggiare la sborra di questi due stalloni condita dalle secrezioni del mio amichetto.
Non devo aspettare molto, perché Vlad urla qualcosa e poi entrambi sfilano i loro pali da Enzo, lasciandolo andare a terra. Mikail si impugna la minchia e me la pianta in gola, mentre Vlad fa lo stesso con Seby, di fronte a me. Ci afferrano per la nuca e ci scopano tra le fauci finché un primo fiotto mi colpisce il palato. Guardo Seby e, da come si contorce, capisco che anche lui sta assaporando il seme del suo maschione. Quello del mio ha un sapore acre, addolcito dagli umori di Enzo. Questo contrasto di aromi mi ubriaca il cervello e veloce mi porto una mano tra le cosce. Sono bagnato e continuo a sbrodolare. Vedo tutto bianco e tremo. Il cazzo di Mikail non smette più di schizzare e tutta quella sborra non fa che mandarmi in visibilio.
Poi, Vlad, ancora scosso, si allontana da Seby, il quale conserva tutto il seme del russo nella sua bocca. Il mio amico si china su suo fratello, gli abbassa la mascella e gli versa in gola il frutto dei lombi dello stallone, mentre gli infila una mano tra le chiappe, massaggiandogli il buco martoriato.
Enzo sembra ridestarsi improvvisamente, forse per il sapore forte dello sperma, e torna quello di sempre. “MMMMMMMMMMMM!!! Ma che bontà! Dammene ancora, fratello! Slurp! Glough! Glough! MMMMMMMM!!!”, biascica, mentre Seby asseconda le sue richieste e lo sditalina. “Dammi anche il tuo, zoccola!”, continua, poi, rivolgendosi a me, e allora anch’io mi piego su di lui sputandogli in bocca la sborra di Mikail e aggiungendo un mio dito a quello del fratellino nelle sue viscere. “Che… stronzi… iiiiiiii… iiiiiiiiiiihhhhhhhhhh!!!”, urla, allora, la puttanella, iniziando a sbattere il bacino contro il pavimento e pasteggiando il nettare dei due russi.
Mi volto verso il letto e Pino sembra svenuto. I nostri stalloni, invece, si sono già ripresi e si stanno rivestendo per andare via, ma, non appena afferrano la maniglia della porta, quella scatta da fuori. Enrico, Knut, Tony e Paolo entrano nella camera e, vedendoci tutti sfatti, commentano e ridono, chiamandoci “puttane” e “troie”.
“Vi siete divertiti parecchio, eh?”, dice il tedesco.
“Già!”, risponde Seby. “E voi?”, chiede loro.
“No…”, risponde Paolo. Poi, scambiando uno sguardo d’intesa con gli altri, aggiunge: “Non ancora…”, e tutti e quattro si voltano per uscire.
Enrico, avendo intuito la nostra curiosità, chiosa con un sussurro: “Siamo nella suite…”, e sparisce anche lui oltre l’uscio.
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