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Gay & Bisex

Battuage (3)


di crigio
10.06.2015    |    10.104    |    4 9.5
"Lo solletico un po’ e quello si apre di nuovo..."
Continuo a vagare ancora un po’ nella pineta in cerca di qualche altro bel manzetto, ma non c’è nessuno che mi attiri. Allora, decido di tornare alla macchina, anche se non sono ancora passate due ore.
Infatti, giunto al parcheggio, l’auto è vuota, ma, soprattutto, è chiusa, quindi mi tocca aspettare fuori. Per fortuna, Enrico arriva dopo appena dieci minuti, e non è solo. Mentre si avvicina, lo vedo parlottare con un ragazzino le cui fattezze e i cui abiti non mi sono del tutto sconosciuti.
Ma sì! E’ il tipetto che ho spompinato prima dietro l’albero! Ma che ci fa con Enrico?
“Ah, eccoti!”, mi fa il ragazzone, vedendomi appoggiato al cofano della macchina. “E’ tanto che aspetti?”.
“No, no! Sono appena arrivato”.
“Lui è Luca. Luca, Giò, il mio ragazzo di cui ti dicevo”. Il gigantone mi presenta allo sbarbatello e poi mi chiede: “Che te ne pare?”.
“Veramente… ecco… io e lui ci siamo conosciuti poco fa…”, abbozzo, e il ragazzino fa un’espressione di stupore. Forse nella penombra non mi aveva ancora riconosciuto.
“Davvero?”, sbotta Enrico, guardandolo.
“S… sì…”, balbetta lui.
“Ah, bene! Quindi, conosci già le sue abilità!”, aggiunge il mio boy rivolgendosi a me.
“Abilità? Quali abilità?”, chiedo.
“Ma che avete fatto prima allora?”.
“Gli ho fatto una pompa!”, rispondo, e il ragazzino abbassa lo sguardo intimidito. Vorrebbe andare a nascondersi nella pineta.
“Tu a lui??!!”, si meraviglia Enrico.
“Sì, perché?”.
“Perché??!!”. Il mio ragazzone sembra veramente sbigottito da questa rivelazione. “Adesso lo vedrai il perché!”, mi fa e, prendendo la chiave dell’auto dalla tasca, fa scattare l’apertura automatica e ci invita a salire. Mi dice di mettermi davanti e di voltarmi, mentre loro sarebbero saliti dietro. Una volta seduti, Enrico inizia subito a sbottonarsi la patta, mentre Luca si strofina nervosamente le cosce sopra i pantaloni e tiene ancora gli occhi bassi.
“Su, non avere paura!”, lo conforta il gigantone. “Prima sei stato bravissimo! Fa’ vedere anche a Giò quanto sei bravo, dai!”. Allora Luca alza lo sguardo verso Enrico e, rassicurato, annuisce. Smette di strofinarsi le gambe e allunga una mano verso il cazzo del mio boy, riverso sul suo inguine in attesa di una qualche sollecitazione. Lo masturba lentamente e poi si china sul ventre del mio ragazzone. Dà una leccata alla verga ancora barzotta e poi se la imbocca completamente.
Il cazzo di Enrico si ingrossa subito e preme contro il cavo orale del ragazzino, il quale, però, non si scompone minimamente e continua a muovere il capo in su e in giù nell’atto di spompinare. D’un tratto, le guance di Luca si incavano e lui inizia a succhiare. Il gigantone si sistema sul sedile e reclina la testa sospirando. Le sue dita affondano nell’imbottitura della seduta e il suo respiro accelera. Non l’ho mai visto così teso per un pompino. Strano!
Torno a guardare in basso e vedo Luca che ingoia tutta l’asta di Enrico, tutti i suoi 23 centimetri, senza fare una piega.
“Oh, cazzo!”, sibila il gigantone, mentre lo sbarbatello aspira rumorosamente la sua minchia. La ciuccia e la mastica con le labbra e con la bocca, salendo e scendendo sempre più velocemente. Il suo volto sta diventando paonazzo e sbava sullo scroto di Enrico senza preoccuparsi di insozzare il sedile dell’auto. Ha gli occhi aperti, anzi direi spalancati, e fissa voglioso l’attrezzo del suo stallone. Il suo corpicino comincia a tremare e anche il mio boy si irrigidisce.
“MMMMMMMMMMMM!!!”, mugola il succhiacazzi, mentre le sue membra vengono scosse da crescenti vibrazioni. Enrico rialza il capo e mi guarda.
“Sta godendo!”, mi fa sottovoce. “Sta godendo con la bocca!”. Scruto con più attenzione nella penombra ed effettivamente vedo Luca scosso da spasmi che lo spostano scattosamente a destra e a sinistra, mentre un lieve lamento accompagna la suzione. D’improvviso, le sue guance si incavano ancora ed Enrico punta i piedi e butta indietro la testa.
“Oh, porca puttana!”, esclama. Stacca una mano dal sedile e la mette sulla nuca del ragazzino, premendogliela contro il suo ventre. Poi, si contrae in avanti, rantola e respira con affanno. Il gozzo di Luca si alza e si abbassa e il suo lamento si trasforma in un mugolio di apprezzamento.
A quanto pare Enrico ha già sborrato e lo sbarbatello sta ingoiando tutta il suo nettare, gustandoselo come se non avesse fatto altro nella vita. “Sì, tutto, bevilo tutto! Come prima!”, lo incita il mio ragazzone. Poi, gli lascia andare il capo e Luca si tira su. La verga di Enrico svetta ancora, dura e lucida di saliva, brillando di saliva nella semioscurità, colpita dalla luce fioca di qualche lampione nelle vicinanze. Il ragazzino si rimette composto e, continuando a tremare di piacere, tiene gli occhi bassi, come se si vergognasse del proprio godimento.
“Che ti dicevo!”, sussurra Enrico, ancora scosso per l’orgasmo. “Mi ha fatto venire con la bocca in meno di due minuti! E’ un portento!”.
“Già…!”, confermo allibito. Quindi, il gigantone cinge le spalle di Luca e lo attira a sé, baciandolo con passione. La sua lingua perlustra ogni anfratto del suo cavo orale e la troietta riprende a tremare come una verginella. L’altra mano di Enrico scende lungo il suo fianco e raggiunge il suo culo. Si insinua nei pantaloni da collegiale e nella mutande. Dai movimenti della mano, intuisco che gli sta aprendo le chiappe.
“MMMM!!!... No, il culo no!”, protesta Luca, staccando le proprie labbra da quelle di Enrico. “Non l’ho mai fatto…”, aggiunge con timore.
“Non preoccuparti: c’è sempre una prima volta!”, lo rassicura il mio boy, che riprende a ravanare dentro i suoi slip.
“Ah!”, urla Luca quando un dito di Enrico preme contro la sua rosellina.
“MMMMMM! Sei caldo!”, commenta il gigantone, e mi fa cenno di sbottonargli i pantaloni. Eseguo, e Luca volge lo sguardo verso di me, impaurito. Gli abbasso i calzoni e le mutande e libero il suo culo, che subito appare roseo, piccolo e perfettamente rotondo. Una vera meraviglia!
Non resisto: insinuandomi tra i due sedili, gli agguanto le chiappette e mi tuffo nel solco. Sputo sull’anellino e poi mi immergo con tutta la faccia estraendo la lingua. Al primo contatto, Luca mugugna, ma poi si scioglie e si avvinghia ad Enrico, strusciandosi contro di lui, mentre il mio ragazzone continua a perquisirgli la bocca. Il corpicino dello sbarbatello ricomincia a vibrare di tanto in tanto ed Enrico raggiunge le mie mani sulle sue chiappe aiutandomi a tenerle aperte. Così facendo sono libero di leccarlo in lungo e in largo: con la punta della lingua percorro tutto il perimetro della rosellina e poi mi infilo nel buchino penetrandolo ritmicamente.
Le membra di Luca tremano con più vigore e riparte quel suo lamento che preannuncia il piacere. Il buco si schiude, per serrarsi intorno alla mia lingua. Lo solletico un po’ e quello si apre di nuovo. Rimane così per qualche secondo e poi mi attanaglia. Ripeto l’operazione e ottengo lo stesso risultato. Ogni volta, però, la rosellina resta aperta per più tempo, finché ad un tratto non si chiude più.
Col pollice in su, faccio cenno ad Enrico che la troietta è pronta per la monta: allontano la testa dal solco e gli tolgo le scarpe e i calzoni. Lui sembra intontito dal godimento che sta provando e non protesta. Una volta denudato, il gigantone lo afferra per una coscia e se lo mette sopra a cavalcioni. Armeggia col suo randello e lo infila tra le chiappe di Luca. Prende la mira con un dito e poi ruota il bacino per spingergli la verga dentro. La cappella, però, incontra diverse difficoltà a penetrare quel buco vergine e scivola fuori dal solco di continuo. Alla fine Enrico rinuncia, anche perché quella posizione non è molto agevole.
“Merda! Mi hai fatto venire una voglia pazzesca!”, dice allo sbarbatello, ancora in trance. Poi, rivolto a me, mi fa: “Amore, non è che mi faresti questo favore…?”.
Io, che non aspettavo altro, senza neanche rispondergli, mi privo di ogni indumento e, facendo un balzo sul sedile posteriore, lo cavalco e, con un movimento rapido ed esperto, mi impalo sulla sua imponente virilità.
“Oh, sì! Bravo! Ne avevo proprio bisogno!”, sospira Enrico, reclinando il capo. Poi lo ritira su, afferra Luca e lo tira a sé, ricominciando a limonarlo. Anch’io mi unisco al bacio e le nostre tre lingue si annodano le une con le altre, mentre rimbalzo sul ventre del mio boy e il suo cazzone mi percuote la prostata.
“Che gran vacca!”, mi apostrofa Enrico, e questo complimento non fa altro che esaltarmi. Arpiono il suo collo ed inizio a montarlo con più vigore. “Ah! Che stronzo… mmmmmmmmmmmmm!!!”, rantola il gigantone. L’asta mi scivola in corpo con estrema facilità, tanto sono eccitato ed ormai abituato a quelle dimensioni, pur sempre considerevoli.
Poi, mi viene un’idea per farlo esplodere. “Pensavo”, gli sussurro all’orecchio mentre continuo a cavalcarlo. “Pensavo che potresti fare una settimana di training con questa verginella, per iniziarla al nostro mondo di perversioni e di piacere… ah!... Alla fine sarà in grado di prendere quei bei cazzoni neri e di fare i provini al bar di Andrea… mmmmmm!!!... Che ne dici?”. Il suo sguardo si sposta su di me e la sua minchia si gonfia di colpo, lacerandomi le pareti anali.
“Mi stai provocando, vero?”, mi chiede lui.
“Io??? No di certo!”, mento, mentre, col culo appiattito sul suo ventre, mi muovo “a otto”, massaggiandogli l’arnese con tutti i miei muscoli interni.
“Sei un diavolo!”, aggiunge Enrico.
“Te lo immagini montato a pecorina da quegli energumeni, e lui che mugola di piacere e chiede sempre più cazzi?”, continuo.
“Ma quanto… ah!... sei… ah! Ah! Ah!... stronzooo… ooooooooooooo… oooooooooooooooooooooo!!!”, sbraita il mio ragazzone, e il primo fiotto di sborra mi percuote in fondo allo sfintere con estrema violenza, tanto da stimolarmi la prostata e fare godere anche me. Lui soffoca le sue urla nella bocca di Luca, che riattira a sé e bacia con lascivia.
“Direi che l’idea ti piace”, concludo, quando il suo orgasmo si esaurisce dentro di me.
“Mi piace tutto delle tue fantasie, porcellino mio!”, chiosa Enrico, e stavolta bacia me.
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