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Gay & Bisex

Dieci ragazzi per me (4)


di crigio
09.12.2013    |    9.339    |    7 9.1
"La succhia avidamente e mi sbava addosso..."
“Amore! Non è ancora finita, sai?”, mi sussurra Enrico, mentre mi accarezza la fronte. Mi bacia dolcemente tutta la faccia e un’ombra nera mi leva la luce. Apro gli occhi: un cazzo turgido svetta sul mio naso, mentre il negrone di prima sta strofinando il suo ventre tra le mie cosce tenute divaricate dallo stallone che ho sopra, allunga il collo e inghiotte la verga che ha di fronte. La succhia avidamente e mi sbava addosso. A forza di strusciare, il suo glande trova il mio buco e ci sprofonda dentro.
“Oh, no! Basta! Basta!”, protesto. Ma dopo pochi secondi il mio godimento si riaccende e rettifico: “Oh, sì! Ancora! Ancoraaaaaa!!!”. Centimetro dopo centimetro, il cazzo d’ebano percorre tutto il mio retto e lo riempie completamente. Le palle dell’altro tipo mi solleticano il naso e allora tiro fuori la lingua e inizio a lapparle. Lui geme, io ansimo e il negrone mugola, mentre continua a ciucciare l’asta.
Con la coda dell’occhio vedo Enrico alzarsi in piedi e salire sul letto alle spalle del nero. La testa del gigantone spunta dietro la sua e poi sparisce verso il basso. D’improvviso, il verso del negrone si fa più acuto e lui sgrana gli occhi.
“Sìììììììììì!!! Leccami il culo, maschione!”, sbotta, sputando per un momento il cazzo dell’altro. Il suo bacino si muove avanti e indietro e, mentre mi fotte, si prende la lingua del mio ragazzo. Enrico deve dare il meglio di sé, perché l’energumeno si contorce e gode sonoramente. La stretta delle sue labbra turgide intorno al cazzo si fa più intensa e anche l’uomo sopra di me comincia ad agitarsi.
“Hai una bocca spettacolare, Michel!”, sibila e il complimento gasa il negrone che comincia a spompinare con maggiore energia. “Non così! Non così!”, si lamenta il tipo, che sottrae il suo cazzo a Michel e glielo sbatte sulle labbra e sulla lingua.
Il nero approfitta della pausa per voltarsi indietro a guardare Enrico che gli lavora la rosellina: “Sì, lì proprio lì! Ah! AH! AAAAHHHHH!!!”, strilla, e il suo ventre si incolla alle mie chiappe. “Ti sei ripreso, Eddie?”, chiede poi al tipo.
“S… sì… sì… vai!”, risponde quello, e Michel inghiotte nuovamente il suo cazzone, pompandolo con maestria. Eddie si sposta un po’ in avanti e mi offre il suo buco. Il contrasto tra lui e Michel è impressionante ed eccitante al tempo stesso: lui bianchissimo e il francese nero che più nero non si può. Anche il suo anellino è rosa/quasi bianco: si potrebbe dire vergine, nonostante gli piaccia farselo leccare. E infatti, mi esorta ad usare la lingua e ad aumentare la frequenza dei colpi.
“Succhiate! Succhiate, troie!”, esclama ad un tratto, e allora chiudo la bocca e con le labbra aspiro. “Sì, così! Così! Che brave! Che brave! MMMMMMMMMM!!!”, gode lui. Si gusta ancora un po’ le nostre attenzioni e poi, rivolto a Michel, chiede: “Sei pronto, cioccolatino?”.
“Mhm! Sempre!”, risponde lui, dando un’ultima ciucciatina all’attrezzo. Eddie mi smonta dalla faccia, ci gira intorno e va dietro Michel. Lo abbraccia e gli bacia e lecca le spalle.
“AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, urla il negrone, mentre il cazzo dell’altro gli affonda in culo. Contemporaneamente, la sua verga aumenta di volume e mi dilata ancora. Enrico torna da me, mi bacia e mi sussurra: “E’ grosso, vero?”.
“S… s… sì… sì!”, rispondo a fatica, col fiato spezzato da quella mostruosità.
“E tra un po’ lo sarà ancora di più!”, aggiunge il gigantone, alzandosi e tornando alle spalle dei due stalloni. Mi chiedo come mai il palo di Michel possa diventare ancora più grosso! E soprattutto: più grosso di così??!! Davvero??!!
D’un tratto, il volto di Eddie, che spunta sopra la testa del nero, si contrae. Le sue labbra si schiudono lentamente e gli occhi gli si rivoltano nelle orbite. Michel rabbrividisce: lancia un urletto e si sgrulla. Il mio sfintere diventa una voragine: il cazzo del negrone si sta gonfiando e allungando, ancora! Mi porto una mano tra le cosce e mi impressiono per le sue proporzioni. La mia rosellina è aperta come quando sono stato fistato.
“Allora: è più grosso o no?”, mi chiede la voce di Enrico da qualche parte là dietro.
“E’ enorme, amore!!!”, rispondo impressionato. Michel sorride e si bea del complimento.
Poi, rivolto a Eddie, dice: “Ehi! Anche tu non sei mai stato così… così… mmmmmm!!!... così grandeeee!!!”.
“E’ tutto merito di quello che ho su per il culo, tesoro!”, dice di rimando. “Dovresti provarlo!”.
“Non è escluso che lo faccia! Per ora, tu scopa, ché questa troia qua sotto ha ancora voglia! Sentissi quant’è calda!”, aggiunge Michel, e intanto la sua proboscide sembra una sonda che mi ispeziona le viscere. Non riesce a muoversi granché, ma comunque le sue dimensioni mi fanno godere profondamente. Più dietro, invece, vedo che gli altri stalloni si danno molto da fare: Enrico deve sbattere bene Eddie, perché il suo corpo viene scosso ripetutamente. Di conseguenza, il negrone riceve di riflesso i colpi che il gigantone assesta alla sua vittima, che, a quanto pare, non era vergine per niente, visto come rantola di piacere.
La stanza si riempie del tifo degli altri ragazzi, che, ormai soddisfatti, ci incitano a darci dentro.
Poi, Enrico rispunta in piedi al lato del letto e Eddie scivola fuori da Michel. Questo, di nuovo libero nei movimenti, mi chiede: “Sei pronto per la scopata più sconvolgente della tua vita, puttanella?”.
Io non rispondo, perché non ne ho il tempo. Infatti, lui si carica le mie cosce sulle spalle, punta i piedi e si appoggia sulle mani. Il mio bacino si solleva dal letto e si offre con maggiore disponibilità al negrone, il quale lascia andare tutto il peso dei suoi muscoli sulle mie chiappe, cosicché il mio sfintere viene letteralmente squartato. Con gli occhi cerco Enrico: alzo un braccio per chiamarlo a me, ma lui rimane immobile. Non riesco a parlare, perché il fendente mi ha spezzato il fiato. Singhiozzo per la paura, ma, stranamente, il mio corpo reagisce in modo diverso: il mio ventre si solleva ancora e va incontro a quello di Michel. Sembra separato dal mio cervello, che vorrebbe scappare via. La testa mi dice che sono stato lacerato malamente, mentre il corpo ne vuole ancora.
Accorgendosi del mio movimento, il negrone mi precipita addosso una seconda volta e, così facendo, anche la mia mente si convince di ciò di cui già le mie membra erano persuase: godo! Godo dalla punta delle dita dei piedi fino all’ultimo capello che ho in testa.
“E’ bello, vero?”, mi chiede Michel.
“Sì, sììììììììììììììì!!!”, grugnisco come un gran porco. “Fallo ancora! Ancora! Dai!”, lo esorto, e i colpi diventano più frequenti senza mai perdere di intensità.
“Taci, troia!”, mi sgrida Eddie, che nel frattempo si è portato accanto a me, e mi pianta il suo cazzo in gola. Gli affondi di Michel sembra che stiano per bucare il materasso, tanto sono potenti, e sono così eccitato che succhio il cazzo di Eddie come se fossi digiuno da mesi. La stretta delle mie fauci è così avvolgente che dopo poco lo stallone mi esplode dentro il suo piacere.
“Dammene un po’, troia!”, mi chiede Michel e si china a baciarmi per assaporare l’aroma del seme del suo amico. Le sue labbra turgide divorano le mie, mentre la sua lingua stupra la mia bocca alla ricerca di ogni minima goccia di sperma.
Forse ubriacato dal gusto del nettare, il suo corpo comincia a scuotersi. Si solleva e riprende a montarmi. Pochi secondi e il suo cannone mi spara negli intestini una quantità inaspettata di sborra.
“Tienila dentro! Tienila!”, mi ordina, ma non appena estrae il suo cazzone, quella schizza fuori. Allora, lui, ancora scosso dall’orgasmo, si tuffa tra le mie chiappe e si insudicia tutta la faccia dei suoi stessi succhi, grufolando come un maiale. Mi lecca e aspira quelli che ho ancora dentro, ingoiandoli con profondo piacere.
Poi, torna su da me e mi si sdraia sopra, limonandomi e condividendo con me il frutto dei suoi lombi. Nella foga dell’abbraccio, volto il capo verso Enrico, seduto sulla sedia, e lo sguardo di Michel segue il mio.
“Ehi, biondone! Manchi solo tu!”, e, con uno scatto, salta giù dal letto e si precipita sul mio amore. Si siede sulle sue gambe e si pianta la sua verga dritta e dura in corpo. Inizia a cavalcarlo e a ondeggiare il bacino, masturbandogli il cazzo con i muscoli dello sfintere.
“Che roba, ragazzi! Dai, stallone! Facci vedere che maschione che sei!”, fa Michel, ed Enrico, punto nel vivo, si alza, reggendo anche il peso del negrone, e si avvicina al letto. Lascia andare Michel ed io devo scansarmi per non restarci sotto. Piega leggermente le ginocchia e lo fotte di brutto per due/tre minuti. Quando è pronto a sborrare, estrae la mazza e comincia a schizzare, rigando col suo succo bianco il corpo cioccolato di Michel, che, da gran porco qual è, raccoglie tutto e se lo gusta mugolando.
Un applauso, fischi e urla da caserma sottolineano la fine di una sex session da paura.
Grazie, amore!
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