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Gay & Bisex

Big Bang (1)


di crigio
14.06.2016    |    14.584    |    4 8.4
"Alla fine delle riprese Andrea mi aveva presentato, con mio enorme imbarazzo, lo stallone che si era sbattuto sua sorella, un figo spaziale, alto, ..."
La telecamera inquadra il mio volto deformato dal piacere. Ho gli occhi socchiudi e la bocca aperta: un rivolo di bava mi cola dall’angolo destro e respiro ansimando.
I polpastrelli dei pollici di Enrico, sul cui cazzo sono impalato, fanno dei piccoli cerchi sulle mie areole, mentre la sua voce insistente e sussurrata mi esorta a godere e a non reprimere nulla di quello che il mio corpo mi può regalare.
Alle mie spalle, Hans appoggia la cappella del suo gingillo alla mia rosellina e spinge per entrare in me e unirsi nelle mie viscere alla invadente virilità del mio ragazzone.
Ma come siamo arrivati a questo punto? Facciamo un passo indietro.
Eravamo rimasti al locale di Andrea, dove mi ero recato per chiedere al porcone il numero di Gerry e Michel, perché Enrico, visti i miei video, era curioso di guardarmi all’opera, di nuovo, con quel gran pezzo di maschio di Hans, uno dei protagonisti delle scene girate dai due blogger. Nel locale di Andrea, ricordate, avevo avuto una bella (?) sorpresa: ho rincontrato, dopo diversi anni, Silvietta, la sorella minore del porcone, la quale stava girando un film porno nella stanza sul retro. Alla fine delle riprese Andrea mi aveva presentato, con mio enorme imbarazzo, lo stallone che si era sbattuto sua sorella, un figo spaziale, alto, muscoloso, moderatamente peloso e dalla carnagione olivastra. Un ragazzo dai colori mediterranei, proprio come piace a me (nonostante abbia scelto di stare con un uomo che di mediterraneo non ha nulla, Enrico appunto).
Tornato a casa, in serata rivedo il mio boy e, insieme, telefoniamo a Michel. Gli spiego la situazione e lui si mostra subito contento di poter girare altri film con me. Tutto contento, dice che lui e Gerry non vedono l’ora di accoglierci a Berlino. Così, facciamo i biglietti aerei e, nel finesettimana, ci mettiamo in viaggio.
Arrivati nella capitale tedesca, ci mettiamo subito in contatto con i due blogger: ci vediamo in un bar in centro, ripresento loro, stavolta a carte scoperte, il mio Enrico e parliamo di quello che ci piacerebbe fare.
“Vorrei vedere Giò che viene scopato da Hans!”, chiarisce immediatamente il mio gigantone.
Michel e Gerry restano basiti per la schiettezza di questo spilungone allampanato e pallido, ma poi scoppiano in una grassa risata: “Beh, Giò ci ha detto per telefono che ti ha rivelato ogni cosa di quello che è successo in passato, ma non pensavo che tu… ecco… l’avessi presa così bene”. A parlare per entrambi è Michel, che è sempre molto disinibito, anche se in questa occasione è apparso un po’ imbarazzato. “Comunque, nessun problema! Hans è ancora nella nostra squadra e sarà sicuramente contento di rivederti”.
Poi, scrutando meglio il mio ragazzone, il mio amico, ormai tedesco, aggiunge: “Piuttosto, a te non interesserebbe far parte della nostra scuderia?”.
“A me??!!”, sbotta sorpreso Enrico.
“Sì! Sei un bel tipo, hai dei bei muscoli”, nota Michel, palpando i suoi bicipiti, “e, sapendo quanto è esigente Giò sotto il profilo sessuale, immaginiamo che tu sia anche molto prestante”, conclude, scambiando uno sguardo con Gerry, che annuisce.
“Beh… ecco… diciamo che mi difendo bene…”, balbetta Enrico.
“Su, non essere modesto”, intervengo io, vendicandomi così del suo tiro mancino, quello di volermi coinvolgere ancora in situazioni di questo genere.
“Oltretutto, fa l’escort!”, irrompo io.
“Bene!”, esulta il blogger. “Allora che ne dici? Si può fare? Anzi, senti che cosa ti propongo: una scena a tre, voi due con Hans. Giò riuscirà sicuramente a gestire la situazione!”.
“Oh-Oh, frena frena!”, protesto. “Ricordando, diciamo, le caratteristiche di Hans avrei qualche perplessità circa le mie capacità di gestione”.
“Io sono sicuro che ce la puoi fare!”, insiste Michel.
“Anch’io!”, si intromette, per la prima volta, Gerry.
“E pure io!”, fa, infine, Enrico.
Io rimango qualche secondo interdetto, farfuglio qualcosa e poi chioso: “Va bene… Se lo dite voi…!”.
“Bene! E’ fatta!”, esulta Michel. Quindi, ci dà appuntamento per il giorno dopo nel loro loft, mentre io ed Enrico, tornati in albergo discutiamo un po’ di questa cosa. “Sta’, tranquillo, ok?”, mi rassicura. “Hai gestito situazioni più complicate, ricordi?”.
“Sì, certo, ma hai visto anche tu la dotazione di quel ragazzo! E ti assicuro che dal vivo è anche maggiore!”.
“Dai! Ci sarò io con te. E poi non credo che ti violenterà, sebbene non escluda che ti piacerebbe molto!”.
“Scemo!”, lo insulto affettuosamente dandogli uno schiaffo sul braccio, mentre lui se la ride divertito.
“Coraggio! Se dovesse succedere qualcosa di sgradevole, penso che Michel e Gerry interromperanno la scena per permetterti di riprenderti, no?”.
“Lo credo anch’io!”, dico, infine, mostrandomi più calmo.
“Allora, adesso andiamo a dormire. Domani sarà una giornata pesante”.
“Notte”.
L’indomani facciamo colazione e, dopo esserci sistemati, andiamo al loft dei due blogger. Ci accolgono festosamente, chiedendoci se vogliamo mangiare o bere qualcosa. Decliniamo senza complimenti e ci accorgiamo che Hans è già arrivato. E’ su uno sgabello della cucina intento a fare colazione. Appena mi vede, scende dal trespolo e mi corre incontro a braccia aperte. Mi stringe a sé strusciando, non so se volutamente, il suo ventre contro il mio e facendomi così sentire tutta la sua voglia. E’ più maturo e più uomo dell’ultima volta che l’ho visto: anche il look è cambiato. Adesso sfoggia un casco riccioluto di capelli scuri, mentre i suoi occhi verdi sono rimasti tali e quali, ipnotici. Anche il fisico sembra più massiccio, nonostante si mantenga abbastanza magro.
Poi, Michel gli presenta Enrico e i due si stringono la mano. Il mio ragazzone scambia alcune parole con lui in tedesco: il suo lavoro, quantomeno, gli ha portato questo vantaggio di conoscere diverse lingue. Quindi, Hans, scusandosi, dice che va in bagno a lavarsi i denti. Intanto, Michel ci spiega come si svolgerà la scena: partiremo già completamente nudi, tanto non abbiamo certo vergogna, vero? Io starò in ginocchio tra i due stalloni, con i loro cazzi in pugno, masturbandoli per qualche secondo. Poi, comincerò a spompinarli e la scena potrà quindi svilupparsi come meglio crediamo, salvo che lui intervenga a darci qualche indicazione.
A quanto pare Hans era già a conoscenza di questa trama, visto che torna dal bagno come mamma l‘ha fatto. Uno spontaneo sospiro di meraviglia mi riempie i polmoni.
“Niente male!”, mi sussurra Enrico all’orecchio. “Proprio niente male! Se lo prendesse anche in culo me lo farei volentieri!”. Lo stallone mette in mostra il suo incarnato olivastro e la sua pelle perfettamente liscia. Solo pochi peli ornano il tratto che va dall’ombelico al pube e l’inguine stesso. Per il resto è completamente glabro. Tra le cosce pende il suo apparato genitale: i coglioni pesanti e l’uccello grosso ma ancora moscio. Si avvicina al divano e fa spallucce aspettando che ci uniamo a lui.
Allora, dopo esserci scambiati una rapida occhiata, io ed Enrico ci spogliamo. Come disposto da Michel, mi inginocchio ai piedi di Hans ed il mio boy si mette alla mia sinistra. Agguanto i due piselli e comincio a maneggiarli. Quindi, il blogger dà il via alle riprese a Gerry.
Mentre masturbo i miei stalloni, con la testa reclinata passo il mio sguardo dall’uno all’altro, sorridendo loro. Dopo qualche secondo, mi chino sul ventre di Enrico, schiudo le labbra e ci avvolgo il suo glande. Le mie guance si incavano e inizio a succhiare, sempre con gli occhi alzati, ammiccando e mugolando. Approfitto del fatto che il suo cazzo è ancora molle per ingoiarlo completamente, anche se quello reagisce subito alla mia bocca calda e vogliosa: sento che aumenta di volume tra le mie fauci, mentre il respiro del mio gigantone si fa più pesante. Allora, lo lascio andare e lo lecco da sotto, dalla base al frenulo, titillando il prepuzio una volta arrivato in cima. Poi, inghiotto di nuovo l’asta e me la pianto fino in gola, con le mie labbra che si incollano al suo inguine. Inspiro profondamente, annusando il suo odore di maschio e lascio che i suoi afrori mi vadano al cervello, ubriacandomi di desiderio. Mi faccio indietro con le labbra leggermente schiuse e lascio che la telecamera inquadri la mia saliva che lucida la verga, mentre qualche filo di bava lega ancora la mia mucosa alla minchia ormai tesa.
Con un risucchio raccolgo le mie secrezioni e con la lingua mi lecco le labbra, facendo intuire il piacere che mi ha dato assaggiare questo bel cazzone. Quindi, mi volto dall’altra parte e libero dalla stretta della mia mano destra l’arnese floscio di Hans. Avvicino il naso a cotanta maschia bellezza e inspiro: estraggo la lingua e do una lenta lappata a quel gamberone abbronzato. Poi, appoggio le labbra strette e protese al glande e, aspirando, lascio che le attraversi sparendo nella mia bocca. Anche stavolta le mie guance si incavano e comincio a succhiare con passione, ondulando il capo, miagolando e chiudendo gli occhi. Con la mano sinistra, nel frattempo masturbo il mio boy, per non lasciarlo a godere soltanto dello spettacolo delle mie abilità da pompinaro. Rivoltando indietro gli occhi, vedo il suo volto contrarsi per l’eccitazione, dovuta sia alla mia mano esperta intorno al suo affare, sia all’intenzione che ci metto nel divorare la mazza di Hans. Le sue labbra che si muovono sembrano dirmi qualcosa, ma non capisco. Mi piace immaginare che mi stia insultando, dandomi della troia succhiacazzi.
Ad un cenno di Michel, cambiamo posizione. I due stalloni mi dicono di mettermi a pecorina sul divano, mentre loro si inginocchiano a terra dietro di me. Subito dopo, una lingua calda e vischiosa, tutta aperta, mi ripassa piano il solco, soffermandosi a solleticare con la punta la parte alta della mia rosellina. Un mio gemito strappato a forza risuona nella stanza. Mi giro e scopro che il porco che mi sta lavorando il culo è Hans: vedo solo i suoi occhi che mi fissano, perché la sua bocca e il suo naso sono immersi tra le mie chiappe ed è tutto intento a stimolarmi il buco. Non mi dà tregua e un brivido mi corre rapido dalle natiche su per la schiena fino al cervello. Mi inarco e butto indietro la testa, ansimando ancora. Poi una pausa. Quindi, due mani agguantano il mio didietro, lo dilatano e di nuovo una lingua, stavolta più dura e diretta alla rosellina, mi solletica insistentemente. Mi volto di nuovo: la faccia schiacciata alle mie terga è, questa volta, quella di Enrico. Anche lui mi fissa per scrutare la mia reazione e continua a leccarmi infilandomi la punta della lingua dentro il buco, rigirandola in lungo e in largo.
Queste carezze mi strappano dei gridolini e Gerry viene a farmi un primo piano per cogliere appieno la mia espressione estatica. Espressione che diventa ancora più intensa quando un dito di non so quale dei miei due maschioni trapassa la mia intimità.
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!”, mi lamento proprio in faccia all’obiettivo. Vedo il petto di Gerry gonfiarsi dietro la telecamera: deve avere avuto uno sturbo nel momento in cui ho esternato il mio piacere. Al primo dito se ne aggiunge subito un altro e da sopra una lingua mi titilla la mucosa. Mi rilasso e spingo in fuori aprendomi maggiormente. Poi, la falange superiore tira verso l’alto. Questa ulteriore dilatazione mi scatena un altro brivido, mentre porto indietro il culo e le mie chiappe si separano di più. Allora Gerry si allontana dal mio volto e, forse come richiesto da Michel, mi gira intorno e punta l’obiettivo al mio fondoschiena. Mi volto e vedo il blogger regista che scuote la testa con la fronte corrugata e soffiando in fuori, tipica espressione di chi è rimasto senza parole. Mi lancia un’occhiata e mi fa “OK” con il pollice verso l’alto.
Quindi, sembra indicare qualcosa ad Hans ed Enrico e i due estraggono le dita dal mio sfintere e si alzano in piedi. Michel indica il mio boy e questo si mette alle mie spalle e dopo essersi lubrificato il cazzo e smanettato un po’, appoggia la cappella al mio buco e mi penetra senza alcuno sforzo. Hans, invece, viene in ginocchio sul divano e mi porge il suo uccello da succhiare. Io lo raccolgo con una mano, visto che, come so già bene, è ancora molle, e lo divoro. Enrico si aggrappa ai miei fianchi e comincia a scoparmi: il suono del suo ventre contro le mie chiappe è piacevole quanto il martellamento del suo glande contro la mia prostata. Con una mano corro alla mia rosellina: me la infilo tra le cosce e mi accarezzo la mucosa estrusa a causa dell’andirivieni dell’asta del mio gigantone.
Intanto, mugolo rumorosamente gustando il cazzo del tedesco che non ne vuole sapere di crescere. Tuttavia, il pensiero che, quando ce l’avrò dentro, diventerà almeno dieci volte tanto, si riverbera sul mio corpo e, come una goccia di sudore che mi cola lungo la schiena, arriva dritto al mio deretano che si fa ancora più incontro al bacino di Enrico e gli si offre senza riserva alcuna.
“Oh, amore!”, mi sussurra lui, chino su di me. “Sei così largo! Che succede? Che stai pensando?”, mi chiede, quasi leggendo nella mia testa. Io, col cazzo di Hans stretto tra le labbra, rivolgo indietro gli occhi e gli sorrido complice. Lui ricambia e poi si rialza. Quindi, tira fuori la minchia, forse ancora per ordine di Michel, e si siede sul divano. Schiaffeggiandomi una chiappa mi dice di sedermi su di lui: lo scavalco e mi impalo. Hans mi compare alle spalle e smanetta col suo affare tra le mie chiappe, mentre Gerry mi punta la telecamera in faccia. Scendendo sull’asta del mio boy, gemo di piacere e socchiudo gli occhi. La bocca si schiude e sbavo da un lato.
E siamo arrivati al punto in cui è iniziata questa storia.
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