Racconti Erotici > Gay & Bisex > A volte ritornano (Igor)
Gay & Bisex

A volte ritornano (Igor)


di crigio
20.07.2013    |    9.152    |    4 9.7
"Non vorrai farmi venire subito!”..."
“Pronto!”.
“Ti ho procurato un appuntamento. Devi trovarti al Bill’s all nove stasera, al tavolo d’angolo. Lui ti aspetterà lì”.
“Hey! Aspetta un attimo! Andrea, ma che credi? Che sono la tua puttana? Non puoi continuare a trattarmi così! Questo gioco deve finire!”.
“Certo che sei la mia puttana! Non l’avevamo già chiarita questa cosa? E poi: quando mai le situazioni che ti ho organizzato ti hanno deluso, dai dimmelo?”.
“Ma che c’entra questo adesso? Non è questo il punto! Un conto è divertirsi insieme e cercare situazioni eccitanti, un altro è farmi gestire da te come se fossi il mio pappone!”.
“Allora: ci vai o no?”.
“Oddio! Ma allora non mi ascolti! NO, NON CI VADO!”.
“Ah! Certo che ci andrai. E vedi di fare il tuo dovere, come sai bene tu! Poi domani raccontami tutto, ok? Ciao!”.
“Oh cazzo! Asp…!”.
CLICK!
Ma porca vacca! Ma dove l’ho trovato sto stronzo? Non era mica così quando ci siamo conosciuti! Quando è successo che è cambiato? Oh, certo: quando io ho cominciato a farmi scopare il culo! Ecco, lo sapevo: come al solito è colpa mia, quindi di che mi lamento?
“Certo che ci andrai!”. Pu-pu-pu, ci-ci-ci! Crede di sapere tutto quella mezza sega… Uff! Però, non nego che un appuntamento al buio mi stuzzica. Cazzo! Alla fine vuoi vedere che mi convince? La verità è che Andrea ha ragione: sono una gran troia!
Ma sì, dai! Dopotutto il mio amico mi conosce talmente bene che le sue idee mi soddisfano sempre appieno. E poi, da qualche giorno ho un certo prurito…

Alle nove puntuale arrivo al Bill’s. Entro, saluto il barista, un vecchio amico. Mi guardo intorno e punto al tavolo angolare in fondo alla sala. Vedo una figura corpulenta, ma nella penombra del locale non riesco a distinguerla bene. Mi dirigo verso di lui e quando sono a due tavoli di distanza lui alza il braccio per salutarmi.
Ma… ci conosciamo??!!
Solo quando sono ad un passo da lui riconosco il buttafuori energumeno del locale del blind party, quello che mi aveva scopato nel bagno.
“Igor, piacere”.
“Giò, piacere. Cioè: Giorgio, ma tutti mi chiamano Giò… Quindi sei tu?”.
“Eh, sì. Andrea non te l’ha detto?”.
“No, non me l’ha detto”.
Ancora una volta Andy ha colpito nel segno. Dovrebbe aprire un’agenzia di appuntamenti. Capisce al volo la sintonia tra le persone. Nonostante quella sera si fosse lamentato della mia prestazione con questa montagna di muscoli, giudicandola troppo sdolcinata, comunque ha percepito la mia forte attrazione per lui e non ha perso tempo a farmelo rincontrare. Temo che alla fine dovrò anche ringraziarlo. Che palle!
Ordiniamo due birre medie e cominciamo a chiacchierare del più e del meno. Poi, finalmente, arriviamo al dunque.
“Sai, l’altra sera tho osservato anche dopo che noi abbiamo fatto… insomma… quello che abbiamo fatto…”.
È incredibile come una roccia come questa possa essere così timido. Non riesce neanche a chiamare “scopata” una scopata! Mi fa una tenerezza! Mi piace!
“Sì: e allora?”, chiedo.
“E allora… ho visto che ti piace davvero tanto, farti… Ehm…”.
“… scopare?”.
“Sì… quello…”.
“Beh, sì. Devo ammettere che è una bella esperienza”. E, cercando di metterlo in imbarazzo (quanto mi piace quando si imbarazza!), lo provoco: “Anche quando mi hai scopato tu mi è piaciuto molto”.
Lui si ritrae e sgrana gli occhi, dà un colpo di tosse e distoglie lo sguardo. Io sorrido, avendo capito di averlo destabilizzato.
“Su, sta’ tranquillo”, lo rassicuro. “Sappiamo tutt’e due perché siamo qui, perciò non c’è di che imbarazzarsi. E anche tu sei consapevole di piacermi molto, non è vero?”.
“Sì, forse sì”.
“Bene, allora possiamo anche pagare il conto, che dici?”. Mi guarda di nuovo stupito. Forse ho affrettato le cose. Lui però risponde “Ok” e si alza, dirigendosi verso la cassa. Appena si solleva dalla sedia, non posso fare a meno di notare che il suo pacco presenta una rotondità già abbastanza voluminosa: già solo con le mie parole e i miei sguardi sono riuscito ad accenderlo. La serata si prospetta molto interessante.
Usciti dal Bill’s, mi fa: “ Ascolta: io abito qui vicino, quindi puoi lasciare la tua macchina nel parcheggio del locale. Dopo ti riaccompagno io, ok?”.
“Ok”.
Saliamo sulla sua auto, avvia il motore e facciamo rotta per casa sua. Mentre guida dirigo lo sguardo tra le sue cosce e mi sembra di scorgere come una pulsazione: il cazzo deve fargli proprio tanto male, così rinchiuso. Decido allora di fargli una sorpresina: allungo la mia mano e al primo contatto sobbalza. Guarda in giù e poi guarda me. “Scusa”, dice. “E di che?”, chiedo. “Della brusca sterzata”. “Sto bene, tranquillo. Tu, piuttosto: è tutto ok?”. “Sì… sì… certo”.
Nonostante la virilità che trasuda, non deve avere molta esperienza. Eppure, da quello che ricordo, ci sa fare!
Ad un tratto parcheggia: siamo arrivati. Scendiamo, apre il portone. Chiama l’ascensore, schiaccia il 4 e saliamo. Mentre siamo dentro, mi avvicino a lui, languido. Gli faccio un lingua-in-bocca e lui mi stringe a sé, afferrandomi con le sue manone che piano piano scendono lungo la mia schiena fino al culo, dove si fermano per palparlo pesantemente. Quando l’ascensore si ferma, si stacca di colpo da me.
Usciamo, apre la porta di casa e ci ritroviamo in un open space arredato con gran gusto.
“La mia vera professione è arredatore d’interni, ma non si guadagna tanto, perciò arrotondo con le serate nelle discoteche”, ci tiene a precisare, in risposta ai miei complimenti.
Mi fa accomodare sul divano e mi chiede se gradisco qualcosa da bere. Io gli rispondo con un sì sussurrato e lui capisce che non è di un liquore che ho sete. Quindi, si siede accanto a me e cominciamo a pomiciare.
Mentre ci baciamo profondamente, con le mie mani gli massaggio i possenti pettorali attraverso la camicia: sento i suoi capezzoli indurirsi. Sollevo una gamba e struscio il ginocchio sulla stoffa della sua patta. Il suo cazzo sta ancora pulsando e allora decido di liberarlo da quella prigione.
Sbottono i jeans e lo accarezzo attraverso il cotone dello slip. Una goccia di liquido spermatico ha inumidito la stoffa: deve essere davvero molto eccitato. Lo capisco anche dal suo respiro che adesso si è fatto più frequente e rantoloso. Sollevo l’elastico e quella che ricordavo essere una vera e propria lattina di Coca Cola, quanto a dimensioni, schizza in alto in tutta la sua potenza.
Un membro da favola: grosso, leggermente ricurvo all’insù, con un glande più grosso dell’asta, che sembra invitarmi a prenderlo in bocca. Io non mi faccio attendere e mi chino su quella meraviglia cominciando a dare dei colpi di lingua sulla cappella. Quelle frustate sono come scosse per il corpo di Igor, per non parlare di quando inizio a darle sul frenolo: mi tira su la testa, per baciarmi, forse pensa di non resistere e ovviamente non intende venire subito. Probabilmente, vuole calmarsi un po’: è troppo eccitato.
Dopo avere limonato un altro po’, mi rispinge il capo in giù, verso la sua virilità: è l’autorizzazione a dare il meglio di me. E allora protendo le mie labbra e vi lascio entrare solo il glande, che succhio avidamente. Dopo averlo inzuppato bene, in modo che la saliva coli anche lungo l’asta, comincio a scendere giù per tutta la sua lunghezza e fino a che riesco a ingoiarlo. Non è facile, ma la voglia che mi ha preso fa sì che riesca ad arrivare fino alle palle. Tossisco, ma non demordo. Lui mi spinge la testa, scopandomi la gola, piano ma deciso. D’un tratto devo aprire la bocca per respirare, mi tiro su e la mia saliva inonda la sua mazza incandescente. Così luccicante, il suo cazzo è una meraviglia. Torno giù per impossessarmene. Lo ingoio di nuovo, stavolta con più facilità, e inizio una pompa da professionista. Mentre percorro su e giù la sua verga, lo sento godere rumorosamente: le sue mani premono e stringono i cuscini della seduta del divano, e le sue gambe si allungano e si irrigidiscono.
Io, memore delle raccomandazioni di Andrea, faccio del mio meglio per soddisfare il mio stallone. Ogni tanto rimango su a succhiare solo la cappella, e a volte sento un sapore aspro in bocca: sono le sue secrezioni prespermatiche che mi fanno capire che il mio lavoro di bocca è molto efficace.
D’improvviso, mi afferra il capo e mi dice: “Fermati, fermati, per carità! Vieni qui. Non vorrai farmi venire subito!”. Io sorrido, contento di avergli donato tutto quel piacere. “Adesso voglio ricambiare”.
Ci alziamo, mi leva la t-shirt e inizia a massaggiarmi il torso. Con i pali delle mani stesi fa un movimento circolare sui miei capezzoli, senza premere troppo. Quel contatto risveglia i miei sensi: i capezzoli sono una delle mie zone erogene più sensibili, ma quel massaggio è del tutto nuovo e piano piano mi manda in estasi. Quando sono completamente duri e svettanti, li afferra tra pollice e indice, strizzandoli come in una tenaglia. Io caccio un urlo, di dolore e di piacere insieme. Lui, contento di avere avuto successo, mi stringe a se e con una mano scende lungo la mia schiena fin dentro i miei bermuda. Un dito si allunga sul mio buco e comincia a titillarlo. Io allargo le gambe per riceverlo meglio e lui preme per entrare. La mia eccitazione è tale che riesce anche senza inumidirlo, e inizia a stantuffarmi. Dopo un po’, tira fuori la mano e mi sbottona i bermuda, me li toglie e si avvinghia nuovamente a me. Io gli salto addosso: adesso la mia intimità è completamente aperta a lui. Igor mi infila due dita in gola per farsele inzuppare e poi le dirige minacciosamente al mio sfintere. Lo penetra con forza: la mia schiena si contrae e il mio capo si reclina. Lui mi scopa il culo con due dei suoi salsicciotti e contemporaneamente si attacca con la bocca e con i denti ad un mio capezzolo. Nel frattempo, avverto il suo cazzo indurirsi e colpire il mio scroto: “Adesso, scopami adesso”, lo imploro.
Igor mi lascia andare sul divano, io mi metto a pecorina e protendo il culo. Si infila un preservativo, sputa sul mio buco e sulla sua asta, spalma bene la saliva e punta il glande al mio anello. Quindi, spinge piano per farsi strada. Ecco: la cappella è dentro! Il mio ano si dilata e comincia prendere confidenza con quelle dimensioni non indifferenti. Respiro profondamente, mi rilasso e lo lascio farmi. Lui sputa di nuovo sul cazzo ed entra un po’ di più. Scivola lentamente e, all’inizio, con difficoltà. Quindi torna un po’ indietro e riprova. Dopo alcune volte, si fa strada più agevolmente e il fastidio inziale si tramuta in piacere via via maggiore. Premendo sui miei lombi, mi pistona negli intestini, sempre più velocemente. I nervi del mio sfintere dicono al mio cervello di farmi godere ed il mio corpo risponde con tutto se stesso a quest’ordine. Il sangue mi va al cervello e mi fischiano le orecchie: devo avere la pressione a mille! I miei capezzoli svettano duri, il mio bacino è tutto inarcato per ricevere bene la mazza del mio stallone, che non si risparmia affatto. Sento cadere gocce di sudore (o forse di saliva) sulla mia schiena: Igor rantola rumorosamente. Adesso mi afferra dalle spalle e mi dà colpi più secchi e meno rapidi. Ad ogni sferzata il mio corpo è scosso per tutta la sua lunghezza. Forse felice delle sensazioni che riesce a darmi, Igor si china sulla mia schiena e mi abbraccia teneramente e con vigore. Io giro la testa e ci abbandoniamo ad un bacio appassionato, mentre lui continua a raggiungere ritmicamente la bocca del mio intestino. Poi, si solleva e mi scopa con frequenza sempre maggiore.
D’un tratto, esce da me, si siede sul divano e mi dice di impalarmi su di lui dandogli le spalle. Io mi infilzo come uno spiedo sulla sua magnifica asta, ingoiandola completamente dentro di me. Arrivato in fondo sospiro di soddisfazione e inizio a rimbalzare. Dopo qualche secondo, mi attira a sé e mi stendo sulla sua pancia. Lui mi afferra le cosce, me le solleva e me le allarga. Così aperto, adesso riesco a sentire la sua mazza in tutta la sua lunghezza.
Mentre continua il suo andirivieni nel mio sfintere, mi infila due dita in gola perché gliele inumidisca. Poi le punta al mio buco e, con ancora il suo cazzo dentro, mi penetra con quelle salsicce bagnate. Contemporaneamente, stringe nella morsa delle dita dell’altra mano un mio capezzolo. Io reclino la testa e chiudo gli occhi abbandonandomi al piacere. Il mio cervello si fa liquido e tutto succede in un tempo strettissimo: il mio corpo è scosso da spasmi orgasmici, Igor mi stantuffa ancora un po’ il culo con le dita, poi le tira improvvisamente fuori e il mio buco rimane dilatato come se fossero ancora dentro. D’un tratto, quel vuoto improvviso viene riempito nuovamente con qualcosa di più duro e più grosso e un corpo precipita sul mio.
Sollevo la testa di scatto e mi ritrovo il viso di Andrea ad un centimetro dal mio. “CHE BASTAAAAAAAARDIIIIII!!!!”, urlo, mentre vengo preso da un orgasmo anale di rara violenza: ad ogni spasmo vado in apnea, il mio sfintere si dilata ancora e i due stalloni affondano dentro insieme, sbattendomi, incuranti di me e preoccupandosi solo del proprio piacere. Nascosto chissà dove, il mio pappone avrà visto tutto il nostro amplesso e a quel punto avrà deciso di venire fuori.
Continuano a scoparmi e soprattutto Andrea mi violenta letteralmente. Quando poi è sul punto di sborrare tira fuori il suo cazzo, salta sul divano e mi soffoca la gola con la sua mazza, che inizia a fiottare innumerevoli schizzi di sperma che non riesco ad ingoiare completamente. Le mie guance vengono percorse da rivoli di seme che lui raccoglie e reindirizza alla mia bocca, piena ancora del suo cazzone.
Una volta svuotatosi, Andrea si riverse sul divano, mentre Igor continua a stantuffarmi il culo. Allora, visto che è quello che vogliono, decido di essere troia fino in fondo: non appena l’energumeno inizia a vibrare per il sopraggiungere del suo orgasmo, io mi sfilo il suo membro dalle viscere, salto giù dal divano, tiro via il preservativo e pompo avidamente quella mazza sempre dura. Forse perché colto alla sprovvista, la sua sborrata sembra ancora più intensa dell’altra volta ed io, senza batter ciglio, ingoio il suo succo, lasciandone colare un po’ dalle mie labbra sulla sua asta per poi riprenderlo giocandoci.
“Brutti stronzi!”, concludo.
“Bella troia!”, ribattono.
E scoppiamo in una gran risata.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per A volte ritornano (Igor):

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni