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Il maestro di sci (3)


di crigio
06.05.2014    |    8.809    |    2 9.5
"“Dai, fottimi! FOTTIMI!!!”, mi urla, assatanato, e allora inizio a sbatterlo così come mi chiede lui..."
I bungalow si trovano intorno al lago e d’inverno vengono riservati al personale. I clienti preferiscono stare vicino alle piste da sci, perciò vengono ospitati negli chalet.
Il problema, adesso, è riuscire a trovare quello del maestro! Mi guardo un po’ intorno e cerco di individuare un segno. Non ci vuole molto: lui è proprio lì, sulla veranda, a fumare una sigaretta (e, forse, ad aspettare me). Mi avvicino e lo saluto.
“Ehi!”, gli faccio.
“Ehi!”, risponde lui, e, con un cenno del capo, mi fa capire di seguirlo dentro. Getta la sigaretta e mi fa accomodare nel suo alloggio.
“Io mi chiamo Ivan”, si presenta senza che gli abbia chiesto niente. Maestro di sci mi andava più che bene.
“Giò…”, ricambio la cortesia.
Mi stringe contro la parete dell’ingresso e mi sussurra: “Ho l’impressione che con te ci si può divertire alla grande!”, e mi affonda la lingua in gola, mentre con una mano mi agguanta il pacco. Sgrano gli occhi per la sorpresa e assecondo il bacio. Poi, si stacca un attimo e aggiunge: “Prima mi scopi tu e dopo ti fotto io!”, e, senza lasciare che risponda, incolla nuovamente le sue labbra alle mie.
D’improvviso, mi abbandona e si dirige lungo il corridoio. Lo seguo. Entra in una porta. Dallo spiraglio che lascia aperto capisco che si tratta del bagno. Schiudo l’uscio e vedo che si sta spogliando. Una volta nudo, si infila nella vasca, si stende e mi ordina: “Pisciamo addosso!”. Comincio a spogliarmi e lui intanto si lecca i palmi delle mani e si spalma la saliva su tutto il corpo, fino ad arrivare alle cosce. Una mano si intrufola sotto lo scroto e si accarezza il buco del culo inspirando profondamente. “Dai, che ho voglia!”, mi esorta.
Mi tolgo tutto e mi avvicino alla vasca. Mi concentro per urinare e, dopo qualche secondo, lo innaffio di calda pioggia dorata.
“MMMMMMMMMM!!! Sììììììììììììì!!! Quanta!!! MMMMMMMMM!!! Slurp!... Glough!... Slurp!...”, commenta lui, mentre mi svuoto la vescica lungo tutto il suo corpo e anche sulla sua faccia. Quando il getto arriva alla bocca, Ivan la apre per bere e il sapore acre del mio liquido lo esalta parecchio. Ne ingoia un po’ e un altro po’ lo sputa e gli cola lungo il mento e sul petto. Con una mano se lo sparge dappertutto facendosi una doccia di urina. Si contorce e geme e il suo cazzo prende vigore. Il pissing lo eccita molto e ancora una volta si trasforma in una troia navigata.
D’un tratto, si tira su, mi agguanta la minchia e se la inghiotte, iniziano a spompinarmi, mentre sono ancora lì che piscio. La mia nerchia si indurisce e smetto di urinare. Le sue guance si incavano nell’atto di succhiarmi avidamente. Alza lo sguardo verso di me e ammicca come una vacca in calore.
“Sì! Lo voglio duro! Hai anche delle palle belle piene, eh?”, mi fa, e con lingua guizzante me le titilla, passando poi a stuzzicarmi anche il frenulo. La mia asta si incurva verso l’alto ad ogni colpetto e il mio respiro comincia ad appesantirsi. Con voracità, lui ingoia ancora il mio cazzo e mi pompa come un forsennato. Faccio fatica a trattenermi, ma Ivan è bravo a capire fin quando posso resistere e, nel momento in cui si accorge che la mia mazza si gonfia, la lascia andare e si dedica ai miei coglioni.
“Vieni! Entra nella vasca con me!”, mi invita, girandosi a pecorina. Mi accovaccio dietro di lui e mi chino sul suo solco. Tiro fuori la lingua e comincio a leccarlo. Le mie papille gustative mi restituiscono il sapore della mia urina e della sua saliva, tutte sparse sulla sua rosellina cicciuta. “MMMMMMM!!! Sì! Così! Ancora, ancora!”, mi incita, con voce da porca.
Mentre la mia lingua si occupa della parte superiore del suo anellino, lui si passa una mano tra le cosce e si titilla la parte inferiore, muovendo il dito medio sempre più veloce e strofinandolo ossessivamente.
“OOOOOHHHHH!!! Io godo così! Dai, leccami tutto! MMMM, come godo!”, mugola. Poi, il suo dito gli sparisce in corpo, come un coltellino nel burro. Lo ritira fuori e me lo infila in bocca, facendomi assaggiare l’aroma delle sue viscere. Quindi, lo immerge di nuovo nella sua mucosa e si spara un ditalino profondo, godendosi anche il mio anilingus.
“Scopami! ORA!”, mi ordina, all’improvviso, tenendosi sempre il dito nello sfintere. Io mi tiro su e punto il cazzo al suo buco. Ivan lascia la falange dentro e allora capisco che vuole che lo penetri così. Incredibilmente, la mia nerchia gli scivola in corpo senza difficoltà, nonostante lo spazio disponibile sia già parzialmente occupato. “Oh, sììììì!!!”, rantola. “Dai, fottimi! FOTTIMI!!!”, mi urla, assatanato, e allora inizio a sbatterlo così come mi chiede lui. Il suo dito sguscia fuori e le sue braccia si appendono al bordo della vasca. Dall’alto vedo la sua schiena allontanarsi e riavvicinarsi a me: oltre a subire i miei colpi, asseconda il mio movimento venendomi incontro, affinché il mio cazzo gli arrivi fino in fondo. Mi piego su di lui e porto le mie mani al suo petto. I suoi capezzoli sono durissimi: glieli stringo tra due dita e glieli strizzo forte.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!”, grida, e il suo sfintere si contrae di colpo intorno alla mia asta. “MMMMMM!!! Che stronzo che sei! Però mi piace così! Dai, strapazzameli!”, geme, ed io continuo a scoparlo e lavorargli le aureole contemporaneamente. Il suo anellino si rilassa di nuovo, piano piano, e adesso riesco a scorrergli dentro più facilmente. Degli umori iniziano a fuoriuscirgli dal buco e a insozzarmi la minchia. Ne raccolgo un po’ con le dita che poi gli infilo in bocca. “MMMMMMMM!!! Slurp!”, mugugna lui, leccandole e succhiandole. “Che porco che sei! Ancora, ancora!”, mi chiede, e di nuovo prendo i suoi umori e glieli faccio mangiare.
All’improvviso, si fa in avanti e si estrae il mio cazzo. “Adesso tocca a me!”, dice. Esce dalla vasca ed entra nella doccia. “Vieni qua!”. Ci laviamo per ripulirci dell’urina e delle altre secrezioni e poi ci asciughiamo. Quindi, mi trascina verso la camera da letto, mi fa sdraiare e mi apre le cosce con le mani, tuffandosi in mezzo per leccarmi e ciucciarmi la rosellina. La sua lingua è molto ruvida e, mentre mi scorre su per l’anellino, mi stimola esageratamente. Poi, infila la punta nel buco e la muove velocemente cercando di farsi strada il più possibile. Quando è dentro per metà, incolla le labbra alla mia mucosa e, continuando a stuzzicarmi, ciuccia rumorosamente.
“Oddio!”, esclamo istintivamente, e i suoi occhi sorridono di soddisfazione. Un brivido mi corre lungo tutto il corpo e mi esplode nel cervello. La mia schiena si inarca e mi apro maggiormente alle sue carezze. Lui, con le mani sulle mie chiappe, allunga i pollici e, continuando a leccarmi, mi accarezza la rosellina con le dita accentuando il mio piacere. Inevitabilmente mi contorco e le mie mani corrono al suo capo. Me lo premo contro il solco, costringendolo a proseguire il lavoro.
D’un tratto, la mia pancia si svuota e sento che Ivan succhia qualcosa. “Slurp! Che bontà!”, sbotta, mentre si beve i miei umori. “Dammene ancora!”, mi chiede e mette una mano sul mio ventre premendo verso il basso. Il mio sfintere spinge in fuori e sputo altre secrezioni. “MMMMMMMM!!!”, mugola lui, strofinando il muso contro il mio buco e raccogliendo ogni singola goccia del mio liquido vischioso.
Poi, si sdraia sulla schiena e appoggia la testa alla sponda alta del letto. “Siediti qua, dai!”, mi invita, tirandosi su il cazzo con due dita. È duro e vibrante e molto invitante, quindi non me lo faccio certo ripetere. Mi accovaccio sul suo ventre dandogli le spalle e, afferrandogli la nerchia, me la infilo in corpo. Quindi, mi appoggio indietro sulle mani, leggermente di lato, e comincio a cavalcarlo, fissandolo per godermi l’espressione estatica del suo volto. Lui mi agevola mettendo le sue mani sulle mie chiappe, mentre la sua bocca corre a succhiarmi il capezzolo sinistro.
D’un tratto, una sua mano si sposta al mio interno cosce e un suo dito mi titilla la rosellina slabbrata dalla sua mazza, fino ad intrufolarsi dentro il mio anellino allargandomelo ancora. La doppia stimolazione e la dilatazione esagerata del buco del culo mi mandano in visibilio, e altri umori vanno a sporcargli la minchia.
“Slurp! MMMMMM!!! Sì, stai godendo, vedo!”, biascica Ivan, continuando a mordicchiarmi l’aureola. “Fammi sentire un po’”, aggiunge, e, sfilandomi il dito dal buco, lo succhia gustandosi i miei aromi. “Quanto sei buono!”, commenta, e di nuovo mi penetra con la falange. Io inizio a surriscaldarmi e l’eccitazione mi porta ad accelerare il ritmo della cavalcata, finché le gambe tremano e non mi reggono più. La mia testa cade indietro con uno strattone ed il mio petto spinge in fuori. Il mio sfintere si apre all’inverosimile per poi stringersi forte attorno all’asta di Ivan.
“Oh, merda!”, esclama lui, sorpreso dalle mie convulsioni. “Ma godi proprio di culo, eh?”.
“S… sì…!”, rispondo sibilando.
“Dai, stringi ancora, che ti sborro tutto!”. Non deve certo chiedermelo, perché ormai il mio orgasmo anale è partito e il seguito lo conosco bene. In pochi riescono a resistere alla morsa dei miei muscoli rettali tesi dal piacere estremo. E infatti, pochi secondi dopo Ivan comincia a rantolare e ad agitarsi cercando di sfuggirmi da sotto.
“AH! Ma che troia che sei! MI stai pompando il cazzo col culo! Me lo stai… ah!... staccando! Porca puttana! Devo sborraaaaaaaaaaaareeeeeeeeeeeeeeee!!!”, urla, e uno schizzo di caldo nettare irrora le mie viscere, seguito immediatamente da un secondo e da un terzo. Vedo le sue gambe muoversi scompostamente e sento il suo respiro farsi irregolare, finché il suo orgasmo non si esaurisce completamente.
“Che puttana! Che… uff!... puttana…!”, mi apostrofa, quando, sudato fradicio, si accascia stremato sul letto, mentre io mi sfilo il suo cazzo e mi sdraio accanto a lui.
Mentre riprende fiato, approfitto per chiedergli della gangbang con Enrico e Knut. “Una roba favolosa! Li ho spremuti come limoni e loro non si sono risparmiati! Sono stati ai miei ritmi e mi hanno fatto godere tantissimo! Alla fine, poveri, mi imploravano pietà, ma io sono riuscito a farli sborrare un’ultima volta!”.
“Che intendi quando dici che ti hanno fatto godere tantissimo?”, indago.
“Intendo dire che sentire i loro cazzi scorrermi in culo mi ha regalato un piacere enorme!”, risponde lui.
“Sì, ma che tipo di piacere?”, insisto.
“Ma… che vuoi dire?”, mi fa, perplesso, sollevandosi su un gomito.
“Hai mai provato un orgasmo anale?”.
“Ma figurati! Quelle sono leggende!”, sbuffa, rituffandosi sul materasso.
“Lo credi davvero?”.
“Perché? Tu no?”.
“Chissà…”, ribatto, lasciandolo col dubbio. Magari, prima di partire, ci sarà occasione di fargli cambiare idea.
Mi rivesto e vado via. Al mio rientro allo chalet, aprendo la porta sento delle voci che si sovrastano l’una con l’altra. Faccio capolino nella sala e ricevo un saluto corale. Tony, Paolo, Seby ed Enzo sono seduti sui divani accanto ad Enrico, Pino e Knut.
Avevo dimenticato che ci avrebbero raggiunti nel finesettimana. A quanto pare, la mia idea di fare provare qualcosa di sconvolgente al maestro di sci potrebbe realizzarsi…
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