Gay & Bisex

Roma (3)


di crigio
12.12.2013    |    6.316    |    3 9.5
"“Oh, merda!”, esclama di nuovo Andrea..."
Usciti dalla dark room, io ed Enrico cerchiamo Pino, ormai ubriaco e anche strafatto di qualche roba, e torniamo in hotel. Knut deve rimanere finché tutti sono andati via, perciò non lo aspettiamo neanche.
Una volta in camera, ci facciamo una doccia e ci abbandoniamo sul letto, stremati per la sconvolgente serata.

Il mattino seguente andiamo a fare colazione fuori e, approfittando della bella giornata, facciamo un giro per la capitale. Non ho dimenticato quello che Pino mi ha detto ieri nella stazione della metro: stasera ci aspetta una delle sue sorpresine e non vedo l’ora di scoprire di che si tratta.
La giornata passa lenta e noi ci gustiamo tutte le bellezze che Roma ha da offrire. Giunta la sera, ceniamo in hotel e poi ci ritiriamo in camera. Quando Knut sta per proporci di uscire di nuovo, Pino salta su e annuncia il programma della serata.
“State buoni lì, voi due stalloni! Per questa sera vi ho organizzato un dopocena con i fiocchi. Vedrete che meraviglia: da leccarsi i baffi!”. Di lì a poco si sente bussare alla porta della camera. Lui va ad aprire e dietro l’uscio c’è un ragazzo che indossa jeans, maglietta e un giubbino, e sulle spalle ha uno zaino. È piuttosto anonimo, niente di eccezionale, ma il biondino sembra tutto gasato, quindi suppongo che il nuovo arrivato abbia qualche asso nella manica. Ci saluta e si presenta.
“Piacere, Andrea!”, dice con voce maschile. “Vado un momento in bagno e torno subito”.
Dopo cinque minuti, mentre Pino continua a sorridere già sapendo cosa ci aspetta, Andrea riappare sulla soglia della camera. Con nostro profondo stupore, quello che fino ad un attimo prima era in tutto e per tutto un maschio, si presenta adesso in una mise del tutto particolare: è completamente nudo, a parte una guepiere che regge due calze a rete tirate su sopra due gambe depilate e lisce. Ai piedi porta un paio di scarpe da donna col tacco, non molto alto.
Rimane qualche secondo lì, per farsi ammirare, e poi sfila per la camera, mostrando di essere esperto nel muoversi sui tacchi. Knut si infila due dita in bocca e lancia un fischio assordante di apprezzamento. Quando Andrea arriva in fondo alla stanza, possiamo vedere anche il suo didietro. Stupore nello stupore, il ragazzo ha un culo che fa provincia! Due chiappe grosse, sode e così rotonde che non ne ho mai viste di uguali! I tacchi, poi, le esaltano maggiormente, perché le tengono alte e fanno risaltare anche il solco che le separa e in mezzo al quale immaginiamo esserci un buco voglioso e appetitoso.
Sposto lo sguardo su Enrico e ha la bocca semiaperta e sta quasi sbavando. Abbasso gli occhi sul suo pacco e sotto il cotone dei jeans qualcosa preme, pulsando. Torno a guardare Andrea, che nel frattempo si è piegato in avanti appoggiando le mani al muro e divaricando le gambe, cosicché il suo culo si apre leggermente e si offre a noi in tutta la sua meraviglia. Gira il capo nella nostra direzione e ammicca con la lingua e con gli occhi. Si porta una mano tra le cosce e si accarezza la rosellina, respirando profondamente al contatto. Poi, solleva una gamba e mette il piede su una sedia lì vicino: le natiche si spalancano e il suo buco si apre come un’ostrica.
Enrico sembra sconvolto: si passa una mano sul viso come per asciugarsi del sudore. “Amico!”, gli fa Knut. “Questo troione lo apriamo in due, che dici?”.
“Oh, sì! Ha tutta l’aria di non aspettare altro!”, risponde il gigantone.
“Calma, calma!”, interviene Pino. “Arriverà anche il vostro turno. Ma prima tocca a me e a Giò: ve lo scaldiamo un po’, così poi darà il meglio di sé con voi. Che ne dite?”.
“Ah, per me va bene!”, fa Knut. “Più è rodato, meglio è!”. Il biondino mi fa un cenno e comincia a spogliarsi. Io lo seguo a ruota e, una volta nudi, ci avviciniamo ad Andrea, ancora nella stessa posizione. Pino si intrufola tra le sue gambe, si siede a terra e si inghiotte il suo cazzo, iniziando a spompinarlo. Io mi accovaccio alle spalle del troione e inizio a leccargli le gambe da sopra le calze fino a raggiungere il solco tra le chiappe, prima da un lato e poi dall’altro. Quando arrivo a stuzzicargli l’anellino, lui si irrigidisce ed inspira di piacere. Dopo aver percorso la seconda gamba, mi concentro sul buco, aprendogli il culo con le mani. Sotto i palmi, quelle natiche enormi fanno un certo effetto: sono davvero eccitanti e non resisto a non morderle. Ogni tanto mi volto verso i nostri stalloni per vedere la loro reazione e Knut, ipnotizzato dallo spettacolo del troione sotto le nostre grinfie, ha una mano sulla patta di Enrico e gliela strofina piano. Poi, la infila nei jeans e inizia a masturbare il gigantone. In ultimo, gira la testa senza spostare gli occhi da noi e comincia a limonare il mio ragazzo che, attonito, si lascia fare di tutto.
Enrico è davvero su di giri e temo che stasera squarterà letteralmente il malcapitato Andrea. Intanto, Pino si è alzato in piedi tra il muro e il troione: lo sta baciando e gli sta strizzando i capezzoli nella morsa delle sue dita. Allora, io estendo le mie attenzioni anche allo scroto e al cazzo di Andrea: con una lunga leccata, percorro tutto il tratto che va dal buco fino al frenolo e torno indietro, più e più volte, mentre lui comincia a tremare e a sudare di godimento.
“Mi state infuocando, brutte troie!”, ci apostrofa.
“Tesoro!”, ribatte Pino. “Qui l’unica troia sei tu! Vedrai quello che ti succederà tra poco! Quei due lì non si risparmieranno di certo con un culo come il tuo!”.
“MMMMMMMM!!! Non vedo l’ora!”, mugola Andrea.
“Non ancora! Non ancora! Lasciamoli cuocere un altro po’!”, aggiunge il biondino, guardando oltre la spalla del troione. Anch’io giro lo sguardo nella stessa direzione, dove adesso Knut a estratto il cazzone di Enrico e lo sta massaggiando da cima a fondo con grande perizia. Devo dire che il gigantone ha un’erezione impressionante e l’asta è anche più grossa del solito, perché il tedesco non riesce a chiuderci la mano attorno completamente.
“Oddio! Ma è enorme!”, dice una voce sopra di me. È Andrea che, voltatosi verso la coppia di energumeni, si stupisce per le dimensioni della verga di Enrico.
“ Sì, lo è davvero! E quando ce l’hai in corpo lo è ancora di più!”, gli sussurra Pino.
“Ah! Che stronzo!”, urla il troione, per i pizzicotti alle aureole che il biondino continua a dargli.
“MMMMM!!! Slurp! Slurp!”, gemo io, nel frattempo: Andrea sta sbrodolando dal culo, tanto è eccitato, sia per le nostre carezze che per la vista dell’attrezzo del gigantone.
“Oh, merda!”, esclama di nuovo Andrea. Stavolta, la meraviglia è per il secondo palo, quello di Knut che, sebbene non sia lungo quanto quello di Enrico, è però altrettanto se non addirittura più grosso. Infatti, il tedesco si è anche lui slacciato i pantaloni e mostra la sua prorompente erezione.
“Li vuoi assaggiare, eh?”, chiede Pino ad Andrea.
“S… sì…!”, ansima quello.
“Allora sfila verso di loro, inginocchiati e spompinali!”, gli ordina il biondino. “E mi raccomando: muovilo, sto culo!”.
Andrea tira giù la gamba dalla sedia, mi scavalca e si dirige verso gli stalloni, sculettando e strusciando le chiappe una contro l’altra. Giunto al traguardo, si accovaccia tra le cosce di Enrico, gli agguanta l’obelisco e, tirando fuori tutta la lingua come una cagna in calore, inizia a leccare l’asta partendo dai coglioni belli gonfi e risalendo fino alla cappella turgida e rossa per il sangue che vi affluisce.
“MMMMMMMMMMM!!! Cough! Coff! Coff!”, si strozza quando ingoia quel frutto proibito. Ma non desiste: anzi, ci si dedica con sempre maggiore desiderio. All’inizio non riesce a scendere oltre la metà della mazza, ma con un po’ di esercizio alla fine la inghiotte quasi completamente. Le sue labbra si dilatano a dismisura e si stringono intorno alla verga. Il suo volto si arrossa e una lacrima gli solca la guancia.
D’un tratto, Knut lo prende per i capelli e gli spinge il capo sempre più a fondo, imponendogli di accelerare il pompino.
“Sì, così, vacca! Si vede che lo vuoi tutto, e allora prendilo! Non risparmiarti, tanto alla fine lo avrai tutto intero, no?”. Poi, strattonandolo, gli sottrae il cazzone e dalla sua bocca cola una quantità impressionante di bava. Il sapore della minchia di Enrico deve avergli stimolato le papille gustative e avergli fatto secernere tutta quella saliva. Intanto, così inginocchiato con la schiena inarcata, il suo culo punta verso l’alto attirando l’attenzione del tedesco che, in un attimo, si porta alle sue spalle e affonda la faccia in mezzo alle sue chiappe, facendocela sparire quasi completamente.
“MMMMMMMMMM!!! Coff! Coff!... Che… Coff!... Che linguaaaaaaaaaa!!!... Coff! Slurp! Coff!...”, bofonchia Andrea, mentre Enrico sostituisce la mano di Knut sopra la sua testa, tenendogliela giù sul suo ventre. Il gigantone gli fotte la bocca, incurante del fatto che non riesce a respirare regolarmente. Ma, proprio quando sembrava in difficolta, il troione appoggia le mani a terra e comincia a sbattere il culo sul viso di Knut, assecondando le lappate che questo gli sta dando.
Accanto a me sento il respiro di Pino farsi sempre più affannoso. Lo guardo e lo vedo ansimare. “Ehi, troietta!”, gli faccio. “Non è che te ne vieni così?”.
“Potrei, puttanella! Potrei! Quel culo eccita da morire anche me!”, mi risponde lui, con un filo di voce.
Poi, Knut sguscia via dalle chiappe di Andrea e porta il suo bacino a contatto col suo solco, cominciando a strusciargli in mezzo il cazzo. Nonostante sia bello grosso, il palo sembra impallidire di fronte alle dimensioni di quelle rotondità. Il tedesco fa colare della saliva tra le natiche, le strofina un po’ l’una contro l’altra per lubrificare il buco e infine ci punta contra il glande. Non appena avverte il contatto con la rosellina, assesta un colpo secco e profondo nelle viscere del troione.
“OOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH, Sììììììììììììììììììììììì!!!”, strilla Andrea, tirando su di scatto la testa e lasciando la verga di Enrico dondolare dura e lucida di bava. Un secondo dopo, la impugna nuovamente e ci si dedica con molta più passione di prima, tanto che il gigantone reclina la testa indietro e agita le gambe, quasi in preda all’orgasmo. In realtà, ha resistenza da vendere, e infatti si riprende subito e, digrignando i denti, rantola e impreca contro Andrea, incitandolo ad ingoiarsi tutta l’asta.
Knut, come al solito, non si risparmia: sta asfaltando lo sfintere del troione con affondi sempre più frequenti e potenti, mentre quello si è portato una mano tra le cosce e si sta strofinando il buco velocemente.
“Guardatela, la puttana! Ma cosa fai? Ti sditalini?”, lo stuzzica il tedesco.
“Sta’ zitto e fottimi!”, lo rimprovera Andrea, e allora Knut, ferito nell’orgoglio, si tira su, appoggia il suo peso sui lombari della vacca e la lacera con sonori fendenti. Sentiamo il rumore del suo ventre che sbatte contro le chiappe del troione, che ondeggiano in modo evidente. A terra, in mezzo alle gambe di Andrea si accumula del liquido, un misto dei suoi umori e della bava di Knut, segno che sta godendo.
D’improvviso, le sue urla si fanno più acute e il suo culo spinge indietro. Dalla nostra posizione, alle spalle del tedesco, io e Pino riusciamo a vedere la rosellina di Andrea aprirsi ancora e sbrodolare abbondantemente. Trema. Gode. Molla il cazzo di Enrico e si volta a cercarci, quasi chiedesse aiuto.
“Ma… che… mi… succede…??!!”, singhiozza. “AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!”, urla alla fine, lasciando che l’orgasmo anale lo domini completamente. Prima che l’anellino si restringa, Knut estrae la verga da lui e la sostituisce con tre dita, con le quali lo stantuffa a dovere.
Il buco si chiude intorno alle falangi: il tedesco non riesce più a muovere la mano. Andrea solleva bruscamente la schiena e cinge il collo di Knut con un braccio. I due limonano e il troione vibra tutto, mentre la sua pelle si imperla di sudore. Rimangono così, finché l’orgasmo non si esaurisce e Andrea si calma, accasciandosi sul pavimento ai piedi di un Enrico ancora infoiato e col cazzo svettante.
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