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Happy birthday, Mr President (Part 3)


di crigio
05.02.2022    |    2.964    |    5 9.5
"Amir, con una mano sul suo culo, gli detta il movimento, spingendolo ad affondare nella mia gola..."
Arriva il turno di Furio che, messosi alle mie spalle, spinge via Pedro e si sputa sul cazzo. Con un colpo secco mi invade lo sfintere e poi si accovaccia alle mie terga assestandosi bene sulle gambe. Appoggiato sulla mia schiena, comincia a trivellarmi le viscere stappandomi sonori lamenti.
“Cazzo, sì! Vai così, stallone!”, lo incita Edo.
“Le piace così, signor presidente?”, gli chiede il mio aguzzino.
“Merda, sì! Guarda come piace a lei!”, risponde, notando che le mie membra iniziano a tremare e i miei muscoli a cedere. Respiro a fatica e sono costretto a tenere la bocca spalancata. Ma mi viene subito riempita dalla verga nerboruta di Pedro che nel frattempo è passato davanti. Amir, con una mano sul suo culo, gli detta il movimento, spingendolo ad affondare nella mia gola. I colpi contemporanei alla prostata e alla glottide non tardano a sortire effetti: ormai non faccio più alcuna resistenza. I tre stalloni approfittano di me come meglio credono. Con le lacrime agli occhi cerco il presidente, affinché veda che sono sul punto di esplodere. Lui, con lo sguardo sgranato, annuisce lentamente, esortandomi ad abbandonarmi al piacere.
E allora lascio che il fuoco generato dalle spinte dei tre energumeni detoni in me: dal ventre risale rapido fino al petto e poi subito al cervello. Inarco la schiena, con dispiacere di Pedro e Amir, perché sono costretto a lasciare le loro nerchie. La mia bocca si schiude e la lingua penzola da un angolo. Le pupille esorbitano. Le mani stringono il lenzuolo e lo strappano via. Mi irrigidisco e vado in apnea. Schiumo dalle fauci e gorgoglio.
Intanto, Furio non smette di fare l’animale: il suo nome è una promessa, perché mi fotte come una furia. Lo sento rantolare alle mie spalle, forse consapevole di quello che mi sta succedendo.
Finora non ci avevo fatto caso, ma riacquistando per un momento le mie facoltà visive, scorgo sull’uscio Enrico che, con un sorrisetto soddisfatto, annuisce alla volta del mio aguzzino. Adesso ho la certezza che i tre sappiano che devono portarmi all’estremo e che cosa mi succede quando lo fanno. Per di più, Amir e Pedro incitano il loro compare con frasi come: “Dai che ci sei quasi! Ecco che arriva! Guardala, è cotta!”.
E infatti, ecco che d’un tratto dalla mia gola si solleva un lamento. Uno spasmo mi fa rinculare contro il ventre di Furio e il suo cazzo raggiunge spazi sconosciuti del mio intestino. “Ohmiodio! Ohmiodio! Oh… mio… DIIIIIIIIIIIIOOOOOOOOOOOOO!!!”, sbraito all’improvviso e lo scuotimento del mio corpo fa tremare tutto il letto.
Con la coda dell’occhio vedo il presidente sotto shock: ha lo sguardo attonito e un angolo della bocca luccica di bava. La sua nerchia è tesa all’inverosimile e la sua punta riluce di precum. Le sue mani stringono forte i braccioli della poltrona, mostrando la tensione in cui è avviluppato. Di colpo si risveglia dalla trance e mormora: “Godi, troia!”.
Il mio sfintere si contrae e si rilassa come un mantice, praticando un intenso massaggio a Furio. Ma lo stallone sembra preparato, perché rimane fermo e concentrato, anche se rantola e, come Edo, mi esorta a godere.
All’improvviso, però, succede qualcosa di strano: con un colpo di reni, lo stallone italiano fa in modo che rotoliamo di lato. Ancora percorso dell’orgasmo anale, mi ritrovo impalato sul cazzo di Furio e sdraiato sul suo corpo. Subito Amir si insinua tra le mie cosce aperte e, approfittando della lubrificazione favorita dai miei umori, mi penetra con la sua minchia africana, facendola scivolare sopra quella di Furio.
Il mio piacere, che si stava smorzando un po’, riaffiora potente. Sollevo il busto di scatto e spalanco gli occhi, inspirando con un rantolo. Alle mie spalle, però, Pedro mi strattona per i capelli e mi costringe a sdraiarmi di nuovo, a reclinare il capo e a ingoiare il suo uccello scuro. Le mani di Furio agguantano i miei seni e cominciano a titillare la punta delle areole. Soffocato da quel nerchione e dalla mia saliva, bofonchio qualcosa di incomprensibile.
Non sento più il presidente: sarà assorto nel godimento dello spettacolo che gli stiamo offrendo e nella visione del mio corpo sbattuto senza ritegno da questa tre possenti verghe.
In preda alla lussuria più sfrenata, stringo le chiappe del cubano e lo invito ad affondare maggiormente nella mia gola. Lo stallone esclama qualcosa nella sua lingua, e gli altri due in coro esultano. Furio mi sussurra nell’orecchio: “Enrico ce l’aveva detto che eri troia, ma… cazzo! Non credevo così…! Senti come entra il mio cazzo! Lo senti?”. Io annuisco e gemo, mentre lui, contento per la mia risposta, inizia a pizzicarmi i capezzoli. Lo stimolo mi fa inarcare la schiena e contorcere di piacere. Allora lui mi lecca il collo e poi si attacca al lobo del mio orecchio destro, leccandolo e masticandolo. “Apriti, dai!... Slurp!... Prendi sti cazzi, puttana!... Slurp!”, mi insulta.
Poi, Amir, ansimante, mi sottrae la sua minchia e si stende sul letto. Anche Furio mi spinge di fianco, facendomi cadere dal suo busto e si posiziona accanto all’africano. E così anche Pedro. Tutti e tre si prendono il cazzo e lo fanno dondolare, invitandomi ad impalarmici sopra. Tocca a me scegliere stavolta, e allora parto da Furio.
Lo scavalco e, voltatomi fronte al presidente, scendo sul suo ventre e mi sbatto quell’obelisco in corpo. Con le mani appoggiate dietro e le cosce ben aperte, offro a Edo una visione completa della mia rosellina violata da cotanta virilità. Inizio a rimbalzare sul mio stallone e ansimo e mugolo come una puttanella, ammiccando al nostro ospite. Ma, dominato dalla libido, do qualche colpo e passo subito a sinistra sul cazzo di Pedro. Anche qui, rimbalzo un po’ e poi salto su quello di Amir, il quale non si accontenta di subire i miei colpi ma mi sostiene le chiappe e inizia un movimento sussultorio di una tale velocità che mi sgravo di nuovo sul suo pelo pubico.
“Ma che cazzo!”, esclama apparentemente infastidito.
“Godi ancora, troia? Eh?”, mi chiede Edo, risvegliatosi dal sonno estatico.
“Sempre…”, rispondo sospirando. “Non ho mai smesso… AH!... Sono tutto un fuoco!”. Poi Amir mi spinge via e mi afferra Furio. Ritorno su di lui, ma stavolta dando le spalle al presidente, per fargli vedere come le mie chiappe sobbalzano mentre cavalcano lo stallone. Questo è il suo spettacolo preferito, perché prende la poltrona per i braccioli e la avvicina al letto, piegandosi in avanti.
“Che meraviglia!”, mormora, e intanto Furio mi agguanta le tette, le impasta e si tira su per succhiarle. Pedro e Amir mi mettono in piedi sul letto e mi danno le loro nerchie da ciucciare: io giro il capo a destra e a sinistra alternando la pompa ora a uno ora all’altro. Quando mi volto a destra, alle spalle di Pedro scorgo il mio boy, appoggiato all’uscio della stanza che si gode lo spettacolo. Il suo pacco è gonfio e il cazzo spinge contro i jeans. Anche lui è su di giri: gli faccio l’occhiolino e lui ricambia, accarezzandosi la patta per farmi vedere in che condizioni è. Mi strappa un sorrisetto, subito smorzato perché Furio, con un colpo ben assestato, riporta la mia attenzione su di lui e i suoi compari. È sotto il mio mento che, come un lattante, ciuccia il mio capezzolo sinistro. Nonostante le guance incavate, la sua lingua non smette un attimo di titillarmi la punta, mandandomi in visibilio. Mentre mi volto nuovamente a sinistra per spompinare Pedro, lancio una nuova occhiata al mio gigantone. Lui, con lo sguardo, mi interroga, ed io gli faccio capire che i tre stalloni che ha scelto per me sono fantastici. Con un movimento sinuoso della schiena gli mostro il piacere che mi stanno provocando e poi, spingendo il cubano verso di me, mi strozzo con la sua minchia per comunicare a Enrico quanto mi piacciono i loro cazzi. Lo vedo staccarsi dall’uscio, mettersi sull’attenti, schiarirsi la gola e sistemarsi il pacco: quest’ultima mia uscita deve avergli provocato uno sturbo.
“Io non credo di resistere ancora!”, sbotta all’improvviso il presidente, in estasi per lo spettacolo del mio culo che sussulta sulle cosce di Furio.
Mi giro indietro e lo redarguisco: “Stia buono, signor presidente! Tra poco sarò tutto suo!”. Sospiro e torno a dedicarmi alla verga di Amir, impugnandola alla base e ingoiandone più di metà. Poi, Pedro si porta alle mie spalle e mi spinge in avanti. Ben assestato sulle sue gambe, punta il cazzo contro il mio buco e me lo infila in corpo sopra quello di Furio. Si adagia sulla mia schiena e comincia a fottermi a pecora, tenendo il culo ben in alto per consentire a Edo di vedere la doppia penetrazione.
“Le piace, signor presidente?”, gli chiede Amir, strascicando la c. Adesso l’africano, che, per la posizione assunta, non riesco più a succhiare, sta sostenendo le terga di Pedro per favorire il presidente nel godimento dello spettacolo.
“Non si vede che mi piace?”, risponde Edo, un po’ indisposto. Probabilmente gli starà mostrando la sua eccitazione che, in tutta evidenza, prova che lo spettacolo gli sta proprio piacendo. “Anzi, direi che è arrivato il momento che sborriate, perché io non ne posso più! Dai, su!”.
E allora Pedro estrae il suo cazzo dal mio sfintere e Furio mi spinge via. Mi fanno mettere in ginocchio e si posizionano intorno a me in piedi sul lettone. Iniziano a masturbarsi e a rantolare sul mio muso. Io con il capo reclinato indietro e la bocca socchiusa, aspetto che i tre stalloni mi regalino i loro semi. Di tanto in tanto do una leccata ai loro glandi e li fisso negli occhi bramoso di ricevere i loro schizzi.
Il primo ad annunciare il proprio orgasmo è Furio, che, senza smentirsi, sbraita e mi insulta affinché spalanchi la bocca e ingoi tutto il suo latte caldo. Indirizza la verga in modo che gli schizzi mi finiscano direttamente in gola. Devo solo deglutire e inebriarmi con la sua essenza. Tra un fiotto e l’altro raccolgo con la lingua lo sperma finito sulle labbra e riapro le fauci per prendere il successivo. Alla fine divoro il glande e lo ripulisco e lo succhio avidamente facendo contorcere lo stallone.
Subito alla mia destra, però, rantola Pedro che mi spara un primo schizzo sulla guancia senza aspettare che mi volti. Il secondo mi tappa le narici e solo dal terzo in poi riesco ad assaporare anche il suo gusto. Esaurito l’orgasmo, lo stallone raccoglie con l’asta quello finito fuori e mi imbocca, facendosela ripulire.
All’improvviso, con uno strattone, Amir alle mie spalle mi fa reclinare indietro il capo e mi scarica una fontana di sborra direttamente in gola. Una colata infinita e abbondante di caldo e saporito seme nordafricano, che ingurgito voracemente, con sotto i commenti del presidente che si stupisce della mia sete insaziabile.
Per non deluderlo, terminato il flusso avvicino le labbra al glande e succhio per estrarre altra sborra. Poi ingoio la cappella e la aspiro incavando le guance. Quindi, inghiotto l’intera asta e la pompo con intensità, costringendo lo stallone a piegarsi su se stesso e a implorarmi di lasciarlo andare. Guardandolo con malizia obbedisco alla sua richiesta e, libero la nerchia con uno schiocco e un sonoro risucchio.
Una risata collettiva chiude questo eccitante siparietto.
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