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Gay & Bisex

Quattro tori per due vacche (Bonus track)


di crigio
16.11.2014    |    7.618    |    3 9.5
"Le estrae dalla bocca e le punta all’anellino di Alfio..."
“E’ siciliano e ha 23 anni. Ha deciso di venire al nord per tentare la strada del porno. Direi che ne ha tutte le caratteristiche! Tu che ne pensi?”. Enrico mi parla di Alfio e mi racconta come si sono conosciuti. “Mi ha contattato tramite il mio profilo e mi ha chiesto se poteva esercitarsi con me in alcune session di sesso con i miei clienti. Mi è sembrato un tipo a posto e un gran bel ragazzo, così gli ho risposto di incontrarci per parlarne meglio. Questa è la seconda volta che lo facciamo insieme”.
Mentre lo ascolto, la mia mente torna a pochi minuti fa, quando quello stallone mi ha ripassato ben bene. E, se penso che adesso è a pochi metri da noi (Enrico mi ha chiesto di ospitarlo per la notte), il mio corpo si infuoca nuovamente. “Non posso che essere d’accordo con te!”, faccio. “Anche se non capisco quali case di produzione di film porno gay ci siano in Italia!”.
“Sì, hai ragione. Ma da qui può raggiungere più facilmente altre parti d’Europa, dove magari può realizzare il suo sogno”, aggiunge il mio ragazzone.
“Sì. Probabile…”. Poi, la stanchezza ci sopraffà e cadiamo quasi contemporaneamente in un sonno profondo.
Mi scuote uno stimolo fisiologico. Scendo dal letto e corro in bagno a fare pipì. Mentre ritorno verso la camera da letto sento dei brusii provenire dalla stanza in cui dorme Alfio.
“Avrà il sonno agitato”, immagino. Accosto l’orecchio all’uscio e i mugolii si fanno più forti. Scosto la porta già aperta e dalla fessura intravedo una scena inequivocabile. Lo stallone siciliano è sdraiato supino: le mani stringono la sponda del letto e il suo volto è contratto e paonazzo. Chino sul suo ventre a pecorina, Bruno, completamente nudo, gli sta praticando un pompino con masturbazione da gran professionista. Il suo capo sale e scende velocemente, mentre la sua mano scorre lungo l’asta. Dalla gola del pompinaro escono rigurgiti ad intervalli irregolari e la bava, che cola copiosa dalla sua bocca, lucida il cazzo.
Avevo intuito che tra i due era scoppiata un’attrazione fatale: forse Alfio lo ha fatto rientrare dopo che ci siamo salutati.
“Ah! Succhi da Dio!”, si complimenta lo stallone, ansimando pesantemente. Bruno stacca per un momento la bocca dal palo di carne e sfodera un sorriso smagliante verso il suo maschione, mentre la sua mano continua a massaggiare la verga. Poi, si rituffa sull’arnese del siciliano e riprende a ciucciarlo con gran foga.
Nel delirio del piacere, questo piega le ginocchia offrendo a Bruno le sue palle gonfie. Il pompinaro non perde tempo e scende a lappare anche lo scroto, allargando la lingua al massimo. Quindi, appoggia il dorso della mano al perineo dello stallone e comincia a massaggiarlo, spingendo con le nocche; smette di succhiare e continua solo a masturbarlo, torcendo l’asta in senso orario e antiorario, lentamente. Alfio sembra godere come e più di prima, nonostante non abbia più il calore della bocca di Bruno attorno alla minchia.
Ricordo che una volta Enrico mi ha parlato di un massaggio Tantra che può portare un orgasmo senza eiaculazione. Credo l’avesse chiamato massaggio Lingam, e non ho alcun dubbio che è proprio questo che Bruno sta praticando al siciliano. Le nocche, infatti, stanno torturando la prostata dello stallone dall’esterno, un po’ come succede quando io vengo scopato. Quello che ne scaturirà sarà una sorta di orgasmo anale provocato in modo diverso.
“AH! AAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!”, sbraita, all’improvviso, Alfio. E, a quanto pare, lo scopo è stato raggiunto. Lo stallone, infatti, inizia a contorcersi sul letto, senza staccare le mani dal ferro della sponda. Le sue gambe si allungano e si ritirano, ma neanche una goccia di sborra esce dalla cima del cazzo. Bruno sghignazza contento di avere fatto godere quel maschione solo con le sue mani. Chissà che cosa gli può fare col resto del suo corpo!
Non devo aspettare molto per scoprirlo, perché, non appena si esaurisce l’orgasmo, Alfio si tira su e si mette dietro Bruno. Gli solleva il culo e affonda la faccia nel suo solco, cominciando a grufolare come un maiale. Appoggiato sulle mani e con la schiena ben inarcate e le chiappe tutte in fuori, il poliziotto si volta indietro a guardare lo stallone che gli fruga la rosellina: si lecca le labbra e ride di piacere. Strofina il culo contro il viso di Alfio e si prende tutto il piacere che questo può donargli con la sua lingua.
Poi, il siciliano stacca un attimo la faccia e sputa contro il buco di Bruno; quindi, si rituffa tra le chiappe e riprende a lappare. La testa del poliziotto si reclina e un suo gemito di estremo godimento riempie la stanza. D’un tratto, Alfio si tira su, inghiotte due dita e le succhia per lubrificarle. Le estrae dalla bocca e le punta all’anellino di Alfio. Spinge e le falangi sprofondano nello sfintere del troione in un baleno.
“Cazzo! Quanto sei aperto!”, si meraviglia il siciliano, mentre il poliziotto continua a ghignare, un po’ per il piacere che prova, un po’ per il complimento ricevuto. Quindi, si volta di nuovo indietro e lancia un’occhiata maliziosa al suo stallone, che, eccitato da quell’espressione da gran puttana, comincia a stantuffare il culo aumentando via via la velocità e l’intensità. Ad un certo punto, anche Bruno si muove verso Alfio e si scopa con le dita di questo, dimostrando al siciliano di essere ancora più troia di quanto lui non pensasse.
Lo stallone, allora, ormai infoiato, aggiunge un altro dito: il corpo di Bruno si ferma per un momento e vibra tutto. Poi, ricomincia ad avanzare e indietreggiare. Con l’altra mano, intanto, Alfio si masturba per tenersi il cazzo in tiro, anche se, forse, non ce ne sarebbe nemmeno bisogno; finché, con uno strattone improvviso, estrae tutt’e tre le falangi dallo sfintere di Bruno, che rimane dilatato a mostrare la rossa mucosa di cui è fatto. In pochi istanti, lo stallone sostituisce le dita col suo attrezzo, che sprofonda, anche questo, nel corpo del poliziotto senza incontrare alcuna resistenza.
Le mani di Alfio agguantano i fianchi di Bruno e il suo bacino comincia a sbattere contro le terga del troione. “Che buttana! Che vacca, porca troia!”, impreca il siciliano, mentre fotte come un ossesso il poliziotto. Bruno continua a leccarsi le labbra, mostrando di gustarsi letteralmente la monta. Alfio, invece, si muove in modo sempre più scomposto, ma, a quanto pare, con grande efficacia, visto che il troione gode incessantemente.
Solo dopo diversi minuti Bruno manifesta segni di cedimento: la sua fronte si aggrotta e digrigna i denti, mentre la mani stringono il lenzuolo, come se volessero strapparlo via. D’improvviso, sgrana gli occhi e spalanca la bocca: non ansima più. È in apnea e le sue membra vengono percorse da un’intensa convulsione. La schiena si inarca e il suo petto viene tutto in fuori, tanto che riesco a vedere i suoi capezzoli raggrinziti per quanto sono duri. La punta esce completamente dalle aureole e anch’io mi sorprendo a leccarmi le labbra: ho l’acquolina in bocca per la voglia di succhiarglieli.
Nel frattempo, Alfio continua a sfondargli lo sfintere: sembra non essersi reso conto che il suo puttanone ha raggiunto l’orgasmo anale. D’altronde, la cosa non dà fastidio neanche a Bruno, il quale continua a prendersi i colpi di cazzo su per il culo fino alla conclusione dello spasmo. Anzi: dopo, esorta pure lo stallone a darci dentro, consapevole che la verga può regalargli ancora molto piacere.
E infatti, sul volto del poliziotto si dipinge di nuovo un largo sorriso, mentre con una mano si massaggia il petto per smorzare un po’ la libido. D’improvviso, afferra Alfio per una chiappa e, con un colpo di reni, fa sì che entrambi si ribaltino cadendo di lato e assumendo la posizione a cucchiaio. Bruno tiene una gamba sollevata, sotto la quale lo stallone mette una mano per sorreggergliela, e, una volta sistematosi, lo il siciliano ricomincia a pistonare. Così sdraiati, posso vedere perfettamente la minchia entrare ed uscire dall’anellino del poliziotto, tutto incorniciato da un schiuma bianca, un misto di bava e di secrezioni anali.
Bruno si porta una mano allo scroto e, allungando le dita verso il perineo, se lo massaggia, proprio come ha fatto poco fa con quello di Alfio. A quanto pare, questa stimolazione amplifica il suo piacere, tanto che si struscia contro il corpo del maschione come una gatta in calore, contorcendosi e mugolando. Nell’estasi in cui è sprofondato, il troione estende ancora un dito e se lo infila su per il culo, unendolo alla mazza che glielo sta già perforando. Lo piega ad uncino e tira verso l’esterno.
Proprio come succede a me, anche per lui questa ulteriore dilatazione è devastante. Il suo corpo comincia, infatti, a scuotersi di brutto, tanto che Alfio rallenta la scopata, forse perché spaventato. Stavolta si accorge della reazione del poliziotto e teme che si stia sentendo male.
“NON… FERMARTI… CAZZO!!!”, gli ordina però Bruno, e lui riparte più veloce e più potente di prima. Del dito rimane dentro solo il polpastrello, che si muove rapidamente contro quello che potrebbe essere un clitoride immaginario. L’altra mano di Bruno, stesa in avanti sul letto, stringe il lenzuolo, mentre la sua bocca si spalanca. Si sditalina il culo come un ossesso e il cazzo lo sfonda con inaudita veemenza, finché smette di massaggiarsi l’anellino e agguanta una chiappa dello stallone attirandoselo contro per piantarsi tutta l’asta in corpo. Spasmi ripetuti lo fanno sobbalzare sul letto, e con lui salta anche Alfio, incastrato nel suo sfintere. Lo stallone abbraccia la troia e gli accarezza il petto affettuosamente, non sapendo che le carezze che le sue dita fanno ai capezzoli non fanno che accentuare il piacere di Bruno. Le aureole sono talmente intirizzite che anche solo sfiorarle deve provocare delle scosse elettriche alle membra del poliziotto.
Bruno respira a fatica e la bava che gli cola da un angolo della bocca sta impiastricciando il lenzuolo. Passano almeno due minuti prima che questo secondo orgasmo anale si esaurisca. Poi, il troione si rigira a pancia in giù sul letto, affondando la faccia nel materasso.
“Oh mio Dio!”, bofonchia, mentre il suo corpo continua a salire e scendere a causa del fiato corto. Quindi, si tira su e scende dal letto, mettendosi in ginocchio. Chiama Alfio con una mano e quello balza davanti a lui e lo afferra per le orecchie, piantandogli in gola tutto il suo attrezzo e iniziando a scopargli le fauci. La saliva insozza in men che non si dica il muso di Bruno, il quale non si scompone e subisce i colpi di cazzo contro ogni parte della sua bocca. Dopo alcuni secondi, il liquido che fuoriesce dalle labbra del troione diventa più denso e Alfio comincia a rantolare e a pronuciare parole indecifrabili. Oltre che di bava, il mento del poliziotto si lorda anche della sborra dello stallone, che, non riuscendo a contenere nel proprio cavo orale, Bruno deve per forza sputacchiare fuori.
“Sììììììììììììì!!! Svuotami i coglioni, cazzo! Mungimi!”, blatera Alfio, accompagnando la sborrata con volgarità anche peggiori. Il sapore dello sperma dello stallone inebria Bruno, che inizia a masturbarsi di gran lena, fino a schizzare quintalate di seme sul pavimento e sui piedi del siciliano, che dopo si affretta a ripulire con lappate vogliose e affamate.
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