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Gay & Bisex

Rivelazioni (2)


di crigio
06.06.2016    |    5.378    |    5 8.7
"Ed io gli ho detto che conoscevo qualcuno di fidato che poteva aiutarlo”..."
Il finesettimana successivo sono al locale di Andrea. E’ sabato sera ed è stranamente chiuso. La ragione di questo può essere una sola: stanno girando un film sul retro.
Suono e la porta si apre. Avrà visto che sono io attraverso la telecamera puntata sull’ingresso. Entro nella sala e lo trovo dietro al bancone del bar con un sigaro puzzolente tra i denti, mentre si riempie un bicchiere di whisky.
“Qual buon vento?”, mi fa. “Che fine hai fatto?”.
“Nessuna fine. Sono qui solo per chiederti una cosa”.
“Spara!”.
“Ti ricordi di Michel e Gerry?”.
“Sì”, risponde lui, aggrottando la fronte e aspettando di vedere dove voglio arrivare.
“Mi servirebbe il loro numero di telefono. Io non lo trovo più”, e mi guardo intorno per non tradirmi.
“Perché lo vuoi, troietta?”, mi insulta Andrea, sghignazzando e insinuando chissà che.
“Non pensare cose strane, come tuo solito!”. Cerco di essere più fermo possibile per evitare che intuisca qualcosa. “Enrico ha un collega interessato a… diciamo… allargare i suoi orizzonti. Ed io gli ho detto che conoscevo qualcuno di fidato che poteva aiutarlo”.
“Quindi, finalmente hai parlato al tuo ragazzo di questa cosa!”, si meraviglia.
“Sì, alla fine sì”.
“Bene. Si vede che siete molto affiatati”.
“Lo siamo”, e stavolta fisso Andrea senza tradire alcun dubbio.
“Sono contento per voi”. Poi, prende il suo cellulare e scorre la rubrica. “Te lo invio con un sms”.
“Grazie”. Un cinguettio annuncia l’arrivo del suo messaggio.
“Allora: come ti vanno le cose qua?”.
“Bene, bene. Stiamo girando sul retro. Ti va di dare un’occhiata?”. Faccio spallucce e lo seguo oltre la tenda. Percorriamo il piccolo corridoio e poi lui scosta l’altra tenda che ci separa dalla stanzetta. Già prima di questo, sentivo dei gemiti provenire da lì, ma erano diversi dal solito: più acuti. Quando finalmente riesco a vedere oltre, capisco il perché di quella sensazione.
Sul divano, una ragazza sdraiata con i piedi a terra e le gambe aperte, vestita, sembra, da Cleopatra, con un diadema in testa a forma di serpente e una veste leggera a coprirle la pancia, si fa ripassare la fica da altre due ragazze, una immersa tra le sue cosce, l’altra seduta sul divano e china sul suo ventre. Mentre la prima lappa ripetutamente la vulva, l’altra lecca e succhia il monte di Venere e il clitoride che spunta prepotente dalla fregna. Intanto, Cleopatra si palpa le grosse tette e ansima, guardando verso il basso le sue due compagne di scena che si trastullano con la sua intimità. Queste sembrano vestite da ancelle, anche se ben presto si liberano dei loro abiti rimanendo completamente nude.
“Ah! Fate anche questo genere?”, chiedo.
“Sì. Il regista fa un po’ di tutto e mi ha chiesto se poteva girare anche dei film etero”, risponde Andrea.
“Un momento!”, sbotto all’improvviso. “Ma io quella ragazza la conosco!”.
Il mio amico, ridacchiando accanto a me, fa: “Certo che la conosci!”.
Io mi volto verso di lui e poi torno a guardare la scena. “Ma certo! E’ Silvietta!”.
“Bravo! Allora te la ricordi! E’ diventata bella, mia sorella, vero?”.
“Cazzo! Ma che le stai facendo fare, stronzo!”.
“Ehi, ehi! Sta’ calmo! Io non le faccio fare niente! E’ stata una sua richiesta. O meglio: ha conosciuto Michele, il regista e si sono messi insieme. Quando lei ha saputo del suo lavoro, ha deciso di fare l’attrice porno”.
“Ma che è successo al suo corpo? Era… era…”.
“Grassa?”, Andrea conclude la mia frase. “Sì, lo era. Le ho pagato alcuni interventi e adesso è così. Non male, vero?”.
Per fortuna il viso è rimasto intatto, altrimenti non l’avrei mai riconosciuta. Per il resto, deve aver ritoccato un po’ tutto: addome, cosce, seno, culo. Da piccola aveva dei bei capelli biondi mossi; adesso indosserà sicuramente una parrucca, visto che, probabilmente per ragioni di copione, porta un caschetto nero.
Mentre io e Andrea parliamo di lei, Silvia/Cleopatra si contorce tutta sul divano per i colpi di lingua che riceve sulla e dentro la fica dalle sue ancelle. Una delle due si tira su e si china sul seno della sua regina, iniziano a leccare e ciucciare un’areola. Dopo un po’ anche l’altra fa lo stesso. Questo fa scoprire completamente la vulva della protagonista, che appare gonfia e pulsante. La osservo anche nel monitor, dove un primo piano stretto la riprende mentre palpita. Soprattutto il monte di Venere sembra sollevarsi e poi rilassarsi: sembra quasi che sia pronta ad eruttare. Mi aspetto che da un momento all’altro squirti.
Invece, dobbiamo aspettare ancora, perché, mentre geme e si rigira a causa delle attenzione pressanti delle sue serve, Cleopatra si volta verso sinistra e sorride. Subito non mi rendo conto del perché, visto che ho ancora lo sguardo sul monitor. Poi, la telecamera allarga il campo e contemporaneamente abbandono lo schermo e mi accorgo che dalla porta che dà sui camerini è uscito uno pezzo di ragazzo talmente maschio da far venire la bava alla bocca alla più frigida delle fregne. E’ vestito da legionario romano, o meglio, come scopro dopo poco, si tratta di Marcantonio, venuto in visita a Cleopatra. E’ accompagnato da un ragazzetto dinoccolato, vestito di bianco, che sorregge impacciato le armi del suo padrone.
Marcantonio e Cleopatra si scambiano un paio di battute e poi lo stallone si avvicina alla regina: si inginocchia tra le sue gambe ancora aperte e le accarezza delicatamente la fica con due dita. Si succhia le falangi insozzate di umori e poi deflora Silvia immergendole nella sua intimità. Un flebile gemito si diffonde nella stanza: Cleopatra chiude gli occhi e schiude le labbra, inarcando la schiena, mentre Marcantonio le pratica un lento dentro-e-fuori.
“Niente male questo tipo, vero?”, mi chiede Andrea, a bassa voce.
“Direi proprio di no”, confermo.
“Ti piacerebbe fartelo?”, continua.
Io mi volto a guardarlo. “Ma se è etero!”, ribatto, e lui sghignazza.
Torniamo a guardare la scena e vedo Cleopatra che spinge via le due ancelle, le quali si allontanano da quel divano per andare su un altro. Una seconda telecamera è pronta a riprenderle, non prima, però, di aver fatto un primo piano al servo di Marcantonio che, nel fissare le due ragazze da dietro, sbava e quasi lascia cadere le armi del suo padrone. Marcantonio se ne accorge e, con un movimento del capo, autorizza il ragazzo a dedicarsi a loro. Quello, allora, ripone le armi a terra e, con un certo imbarazzo, si fa loro incontro, allunga le mani e comincia a palparle dappertutto. Le ancelle si inginocchiano sul divano e porgono le loro terga al loro nuovo amico, il quale si china ed inizia a lappare il solco di una delle due.
Intanto, dall’altra parte, il bell’Antonio ha sostituito le dita con la sua lingua e la regina gode di queste carezze molto più di quanto non abbia fatto prima, quando a leccarle la fica erano le sue serve. Anzi, una sua mano corre giù e massaggia il clitoride, mentre la bocca dello stallone si dedica alle grandi labbra.
“Prendimi, Antonio! Prendimi!”, chiede, d’un tratto, Silvia, e allora l’uomo si alza in piedi e solleva la sua veste. La telecamera riprende Antonio tra le cosce e quello che vediamo tutti è stupefacente: un cazzo spaventosamente grosso rispetto alla fica della povera Silvia, nonostante anche questa appaia non alla prima esperienza. Il glande si appoggia alle labbra e quella si schiude. Cleopatra inspira sonoramente e la minchia le affonda dentro.
Deve essere particolarmente bagnata per riceverlo così rapidamente ed Antonio ne sembra proprio soddisfatto. Tiene la regina per le caviglie e comincia a scoparla, muovendo il bacino avanti e indietro.
Dall’altra parte, il servo di Antonio imita il suo padrone: è già lì, tutto nudo, che incula una delle ancelle, la quale sta limonando con l’altra ancora inginocchiata sul divano. Il ragazzo è più trafelato del suo padrone: Antonio, infatti, è tranquillo e sicuro di sé. Il servo, invece, ansima e suda vistosamente, ma non sembra cedere ancora al piacere. Anzi, tira fuori il cazzo dal culo della prima ancella e, spostandosi leggermente di lato, lo infila in quello dell’altra, che mugola come una gattina in calore.
“Oh, Antonio! Quanto mi sei mancato!”, dice Silvia con voce stridula, provocata dalla monta del suo stallone. Una mano di Antonio si posa su un seno della regina e lo strizza con violenza, facendo sollevare il capezzolo in modo quasi innaturale. Lo stallone, allora, si china su di esso e lo avvolge completamente tra le labbra, succhiandolo con avidità, mentre il suo bacino non accenna a rallentare l’andirivieni.
“Sei bellissima, mia regina!”, rantola il bell’Antonio, e poi torna a ciucciare lo poppa di Cleopatra. Quindi, si tira su e, stranamente, si volta a guardare l’altra scena. Incrocia lo sguardo del suo servo e i due si sorridono.
“Sono complici in questa situazione”, penso. Ma, in realtà, non è così.
Il ragazzo si sgancia dell’ancella che stava sodomizzando e si dirige verso il suo padrone. Si mette alle sue spalle e lo abbraccia lentamente. Antonio torce il collo e cerca le labbra del suo servo: le trova e i due si scambiano un lingua-in-bocca da urlo. Il servo slaccia l’armatura del suo signore e gliela leva, lasciandolo del tutto nudo. Adesso riusciamo anche a vedere i suoi possenti glutei, che si contraggono quando affonda in Cleopatra.
La mazza del servo, più lunga ma più sottile di quella di Antonio, si insinua tra le chiappe dell’energumeno e ci scorre in mezzo, su e giù. Poi, lo stallone si china in avanti, apparentemente per baciare la regina, è il ragazzo prende le mira e spinge nel solco del suo padrone. La sua asta sparisce nello sfintere di Marcantonio che si volta verso di lui, gli sorride e si lecca le labbra. Lo stallone finisce in un sandwich che definire eccitante è poco. Mentre muove il bacino avanti e indietro scopa Cleopatra e, al tempo stesso, si fa scopare dal proprio servo.
Nel frattempo, sull’altro divano, le due ancelle si sono messe a sessantanove una sull’altra. Quella sopra ha due dita nella fregna di quella sotto e la sta sditalinando con veemenza. La poverina strilla e gode e, alla fine, spruzza umori su tutto il divano, mentre il suo ventre rimane sollevato e teso. Poi, è il turno di quell’altra, che, però, resta accovacciata sulla faccia di quella sotto e si fa ripassare la fica con la lingua, mentre si accarezza lentamente. Sul suo volto si dipingono le espressioni più strane, finché guarda verso il basso proprio quando sta sbrodolando tra le labbra della sua collega.
Torniamo sulla scena principale e i tre protagonisti si stanno separando uno dall’altro. Cleopatra si stende a terra su un fianco, il ragazzo le si mette alle spalle e la penetra, tenendole una gamba sollevata, mentre Antonio si sdraia dietro il proprio servo e, anche lui sollevando una gamba del ragazzo, cerca il suo buco. Lo trova e spinge. Il suo enorme arnese affonda tra quelle chiappette pallide e il povero servo digrigna i denti e sottostà a quell’imposizione. I due uomini iniziano a muoversi: Cleopatra, invece, ricomincia a strofinarsi il clitoride, accentuando il proprio piacere già provocato dalla penetrazione.
Il cazzo di Antonio fa fatica ad entrare nel culetto del suo servo e infatti non ci sparisce mai completamente dentro. Tuttavia, la scena è di sicuro effetto. E poi, il buco del ragazzo deve essere molto stretto, visto che dopo solo un paio di minuti, Antonio deve tirare fuori la sua verga per sborrare.
Allora, il ragazzo e Cleopatra si inginocchiano ai piedi di Antonio mentre questo si mena la mazza sulle loro bocche spalancate, finché non schizza fiotti e fiotti di sborra sulle loro lingue che poi si aggrovigliano l’una sull’altra per scambiarsi il seme del loro stallone.
Finito di eiaculare, Antonio fa cenno al ragazzo di alzarsi e stavolta è lui ad inginocchiarsi accanto a Cleopatra. L’energumeno annuisce e autorizza nuovamente il suo servo: questo comincia a masturbarsi e dopo pochi secondi schizza sperma sui volti dei due amanti.
“Stop!”, urla il regista. Gli attori si alzano e Silvia corre verso suo fratello.
“Ciao! Allora, ti sono piaciuta?”, gli chiede.
“Certo, amore!”, risponde Andrea, che le infila una mano tra le cosce e poi se la porta al naso. “MMMMM!!! Quanto hai goduto, piccola!”.
“Sì, tanto! IHIHIH!!!”, sghignazza lei, come un’oca giuliva. “Quello là ce l’ha proprio grosso!”, aggiunge, indicando col capo Marcantonio. Lo stallone si sta ripulendo con un asciugamano e chiacchiera col regista, che sembra molto soddisfatto della sua prestazione.
“Ti ricordi di Giò?”, chiede Andrea a Silvia.
“Giò… Giò…”, rimugina lei, tamburellandosi le labbra con l’indice. Poi lo sguardo le si illumina: “Ma certo! Giò!”, esplode, e mi butta le braccia al collo, strusciando il suo seno contro il mio petto. “Come stai?”.
“B… bene”, rispondo imbarazzato.
“Ok. Ora vado a ripulirmi. Ciao!”, e, scodinzolando, si dirige verso i camerini.
Io non riesco a distogliere lo sguardo da quel gran pezzo di ragazzo di Marcantonio, e Andrea, naturalmente, se ne accorge.
“Dai! Vieni che te lo presento!”, dice, e mi trascina dentro la stanza. “Saverio, ti presento Giò. Moriva dalla voglia di conoscerti!”.
Lui allunga una mano e sussurra: “Piacere, Saverio!”.
“P… piacere mio… Giorgio… Giò…”, balbetto. Lui, percependo il mio imbarazzo, sorride solo da un lato della bocca. Poi, lascia la mia mano e va verso i camerini.
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