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Gay & Bisex

Calabria (3)


di crigio
15.10.2013    |    10.105    |    5 9.8
"Bene: forse ce la facciamo! Ad un mio cenno Enrico precipita letteralmente nelle viscere del piccoletto..."
Quando spuntiamo dal costone che delimita la nostra spiaggetta, Enrico e Knut non ci sono. Cerco meglio e mi accorgo che si sono appartati dietro un masso. Li raggiungiamo e vediamo il tedesco chino sul ventre di Enrico che succhia voracemente una mazza ormai enorme.
Knut alza lo sguardo e ci fa: “Ah, bentornati!”.
“MMMM!!! Vedo che mi hai tenuto pronto il ragazzo!”, e in un lampo mi levo il costume e mi impalo sulla verga di Enrico.
“E questa troietta si è comportata bene?”, mi chiede Knut.
“S… sì…!”, ansimo mentre mi muovo sul cazzo del mio amore. “Siamo riusciti ad arrivare alla meta, alla fine”.
“MMMMM! Vediamo un po’!”, aggiunge il tedesco e con uno scatto fulmineo abbassa lo slippino a Fabio, lo fa inginocchiare e gli affonda il viso tra le chiappette.
“Slurp… mmmm… com’è dolce! Slurp….!”, grufola Knut.
“MMMMM… oooohhhhhh… aaaaahhhh…”, geme Fabio.
Io mi piego sul petto di Enrico e limoniamo profondamente. Poi lui mi chiede: “E tu? Quanti ne hai presi? Hai goduto bene?”.
“Purtroppo solo due… Però sì: ho goduto tanto… oooo… oooohhhh…!!!”, mugolo intanto che Enrico affonda il suo cazzo nel mio sfintere.
“E sento che ti sei anche fatto innaffiare!”, aggiunge lui.
“Sì… sì… così il tuo palo può entrarmi meglio… ooooooooooohhhhhhhhhh!!!”, e continua ad assestarmi colpi profondi.
D’un tratto qualcuno mi sfila il cazzo dal culo. Mi giro ed è Pino che se lo sta già ingoiando tutto. Dopo qualche ciucciata e un sonoro risucchio, me lo restituisce ficcandomelo tutto dentro.
“MMMM, che buon sapore! Quanti ne hai presi, troietta?”, mi chiede.
“So… uff… solo due!”, rispondo a fatica, con Enrico che riparte a stantuffo.
“SOLO DUE??!!”, mi cazzia Pino. “Che ti è successo? Non ti riconosco più?”, mi provoca il biondino.
“Ho dovuto concentrarmi su Fabietto. Volevo che raggiungesse il suo primo orgasmo anale… ooooooohhhhh!!!”, gli rispondo. “E tu, invece?”.
“Ah, io ne ho presi ben quattro. E mi hanno sborrato tutti nel culo. Guarda!”, mi fa mettendosi di spalle davanti alla mia faccia. Il suo slip fluo e bagnato proprio all’altezza del buco, segno che lo sperma che gli hanno scaricato dentro è così tanto che non è riuscito a contenerlo. Do una leccata al costume e poi glielo calo. Lui se lo sfila completamente e si inginocchia, infilando il cazzo in bocca ad Enrico e ordinandomi di leccare e succhiare la sua rosellina. Pino allarga le chiappe e spinge in fuori e comincia a schizzarmi in gola la sborra che ha raccolto.
“MMMMMMMMM… slurp… glugh… glugh… quanta! Slurp… glugh… glugh…!”, mugolo e bevo a più non posso.
Un urletto alla mia destra mi distrae: Knut sta divorando il culo di Fabio e questo ha il viso rosso fuoco. Sembra che debba esplodere da un momento all’altro. A quanto vedo, il tedesco gli ha anche infilato due dita dentro e, mentre lo lappa, lo pistona a fondo. Poi lo fa girare sulla schiena e gli sale sopra a sessantanove e, mentre continua a torturagli la rosellina, gli pianta in gola il suo grosso cazzo, affogandolo e facendolo sbavare. Certo che l’immagine di quell’energumeno steso sopra quello scricciolo di ragazzo fa un po’ impressione, ma è anche eccitante. Se Knut decide di scoparlo, lo apre in due!
Continuo a bere la sborra che Pino mi sta donando e gli chiedo: “E hai goduto bene?”.
“Oh sì! Due volte!”, mi risponde.
“MMMMM, slurp… avrei voluto… glugh… essere lì… slurp… per guardarti… mmmm!!!”.
“Oh, ma a questo possiamo rimediare subito!”. Si rialza e va a stendersi su un telo, aprendo spudoratamente le cosce. Poi, rivolgendosi a Knut, lo prega: “Amore, dai, vieni a scoparmi, ché Giò vuole vedermi godere!”. Il tedesco solleva la testa e, quando vede il culo aperto di Pino, non ragiona più e si precipita su di lui affondandogli nelle viscere. La schiena del biondino sussulta per la sferzata e dalla sua bocca esce un lamento strozzato.
“Amore, ma sei enorme!”, sibila Pino.
“E’ tutta colpa del ragazzino: ha una bocca divina!”, risponde Knut. “E tu sei una voragine, brutta puttana!”.
“E’ tutta colpa… oh… oh… oh… così così COSì!!!... E’ tutta colpa dei quattro cazzi che mi hanno scopato: erano belli grossi!”, ansima il biondino.
Intanto, io mi chino di nuovo su Enrico e gli sussurro: “Ehi, ti va di farti Fabio?”. I suoi occhi si accendono e il suo cazzo ancora nel mio sfintere si gonfia per un momento. “Ah! Credo che questo sia un sì!”, scherzo.
“Ehi, piccolo!”, chiamo Fabio. “Vieni qui!”. Mi sfilo la mazza di Enrico e la tengo bella dritta: “Dai, monta su!”, esorto il ragazzino.
Lui, spaventato, balbetta: “N… n… no! È troppo grosso!”.
“Non è mai troppo grosso! Me lo ha insegnato quella troia là!”, gli dico, indicandogli un Pino in fregola. “Non vuoi godere come lui?”.
“Oh, sì che vorrei!”, risponde Fabio.
“Bene. Allora sdraiati qui nella sua stessa posizione… Enrico fottilo come Knut sta fottendo Pino!”, li istruisco. Fabio spalanca le cosce e devo ammettere che il suo culetto è molto appetitoso. A vedere il palo di Enrico accanto a quelle gambette non scommetterei una lira sul fatto che possa entrargli.
Mi siedo sulla faccia del ragazzino e gli ordino di leccarmi il culo. Poi sputo sia sul suo buco che sulla verga di Enrico e li lubrifico bene. Quindi, guardo il gigantone e gli faccio capire che voglio da lui colpi secchi e profondi, esattamente come quelli cha ha inferto a me la prima volta che mi ha scopato con Pino. Prima, però, infilo due dita nel buchetto di Fabio: entrano facilmente e l’anello è morbido e molto flessibile. Bene: forse ce la facciamo!
Ad un mio cenno Enrico precipita letteralmente nelle viscere del piccoletto. Subito non succede nulla. Dopo un paio di secondi il suo corpicino balza per aria e un urlo straziante rimane soffocato tra le mie chiappe. Enrico rimane piantato per un po’ in fondo allo sfintere di Fabio e poi, con uno strattone, tira via la sua mazza. Un nuovo sussulto e un nuovo urlo, così come quando Enrico sprofonda per la seconda volta dentro di lui e poi di nuovo estrae il cazzo.
Solo dopo cinque o sei volte Fabio smette di urlare e comincia a lapparmi il buco: forse sta cominciando a godere. Mi sollevo un po’ e mi volto a guardarlo, mentre viene ancora sballottato dai colpi di Enrico. Ha il viso stravolto e paonazzo e sorride quasi come un ubriaco: indubbiamente sta godendo! Allora smonto dal suo corpicino e mi inginocchio dietro di lui: voglio osservarlo bene mentre il suo orgasmo si sviluppa.
Enrico gli afferra i fianchi e lo dilania dentro, ma lui, ansimando, chiede sempre più cazzo. D’improvviso fa una smorfia e mi guarda impaurito: il piacere sta per esplodere, ma non sa gestirlo. Trema e si aggrappa alle mie cosce, come se cercasse aiuto. Stavolta, però, io non faccio e non gli dico nulla: ormai ha imboccato una strada senza ritorno e gli affondi di Enrico non gli permettono certo di trattenere il godimento che sta per esplodergli dentro. Poi, una convulsione e la sua schiena si inarca e il suo busto si solleva verso Enrico che, abbassando la testa, gli addenta un capezzolo. Un altro spasmo: le braccia avvinghiano il gigantone e le unghie si piantano nella sue spalle. Il bacino di Fabio sbatte convulsamente contro il ventre di Enrico e, poi, un terzo spasmo e la testa del piccoletto si reclina e la bocca si spalanca. Sbava e le sue pupille rientrano nelle orbite, ma Enrico non smette di percuoterlo dentro. Si riprende e inspira forte. Una smorfia di Enrico mi avverte della contrazione dello sfintere di Fabio.
“In bocca, in bocca!”, faccio in tempo a dire e il gigantone strappa via il suo cazzo dalle viscere del ragazzino e, risalendo lungo il suo corpo, gli pianta la verga tra le fauci. Fabio si aggrappa a quella con entrambe le mani e la masturba e la succhia energicamente, mentre il suo bacino sbatte ancora contro la sabbia.
Pochi secondi ed Enrico comincia a svuotarsi le palle. “Tutto! Bevi tutto!”, ordino a Fabio, ed il suo gozzo risale ritmicamente nella gola, mentre inghiotte fino all’ultima goccia di sborra.
Enrico, sudato e spompato, mi bacia appassionatamente. Poi sibila: “Cazzo! Che scopata!”.
Improvvisamente, un urlo poco distante mi ricorda che anche Pino ha un mazza piantata in corpo. Mi volto ed è già preso dall’orgasmo. I suoi occhi mi cercano: vuole che lo guardi mentre gode come una gran vacca.
Knut lo sta squartando ed entrambi sono scossi dal godimento. Della crema bianca spunta dall’anello di Pino: il tedesco sta sborrando e Pino è sudato fradicio e si contorce, sulla sabbia ormai, perché il telo è sprofondato e non si vede che qualche lembo.
Knut si svuota i lombi e si abbandona pesantemente sul corpo del suo amante.
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