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Gay & Bisex

Pornoattore per un weekend (3)


di crigio
09.09.2013    |    6.365    |    1 9.9
"“Sì, direi di sì”, dico guardando Andrea..."
Quando recupero un po’ le forze, vado in bagno a fare una doccia, mentre gli altri riguardano il materiale. Al mio ritorno Martin mi dice che, secondo Gerry, è già possibile montare un video decente con il materiale dei provini, senza che sia necessario fare una scena nuova di sana pianta.
“Peccato!”, scherzo io, e Martin mi dà una pacca sul culo. “Questo vuol dire che entro a far parte della squadra dei vostri attori?”, chiedo.
“Ma perché? Avevi qualche dubbio?”, ribatte Martin.
“Io nessuno!”, interviene Andrea.
“Bene... bene! Quando pensate che sia pronto il video montato?”, domando.
“Se Gerry ci lavora per tutto il pomeriggio, direi che domani mattina possiamo visionarlo. Che dici, amico?”.
“Sì, ce la posso fare”, risponde Gerry. “Adesso andiamo a mangiare qualcosa, però. Voi due starete morendo di fame!”.
Ci rivestiamo e andiamo a pranzo in un localino nelle vicinanze. Un cameriere prestante, moro, occhi verdi, intorno ai 25 anni, ci porta il menu. Dice qualcosa in tedesco e poi si allontana. Io lo seguo con lo sguardo e Martin se ne accorge e mi chiede: “Ti piace?”.
“Non è niente male!”, commento.
“E’ un nostro attore. Si chiama Hans. Se vuoi ti organizzo una scena con lui? Visto che sei rimasto deluso di non poterne fare un’altra con me, ne giriamo una con voi due. Voi quanto vi fermate a Berlino?”.
“Per tutto il ponte, quindi fino a domenica”, si intromette Andrea, che mi lancia un’occhiata complice. Naturalmente lui non vede l’ora di guardarmi tra le braccia di quel ragazzone. E soprattutto di vedermi impalato sulla sua mazza!
“Bene”, dice Martin. “Provo ad organizzare per sabato, ok? Poi, se non riusciamo a montare la scena in tempo, ve la mando via e-mail”.
“O… ok”, rispondo balbettando, e faccio una smorfia ad Andrea, che sorride, forse pensando: “Certo che sei proprio troia!”.
Pranziamo e poi facciamo un giro nei dintorni. Si fa più tardi del previsto e Gerry dice di voler tornare allo studio, altrimenti non riesce a finire il lavoro in tempo. Io e Andrea, invece, continuiamo a passeggiare per la città con Martin che ci fa da cicerone.
“Se volete, potete fermarvi a dormire allo studio, stasera. Abbiamo una camera per gli ospiti. Conoscendo Gerry, che è un perfezionista, lavorerà al montaggio per tutta la notte ed io dovrò restargli accanto per dargli una mano. Così, quando domani mattina sarà pronto il video, lo potremo guardare subito. Che ne dite?”.
“Ma noi abbiamo l’albergo…”, provo a dire, interrotto da Andrea che prosegue: “… sì, ma ci fa piacere stare in vostra compagnia, se non disturbiamo”.
“Ma quale disturbo. Dai, andiamo a vedere a che punto è il lavoratore!”, scherza Martin.
Rientriamo nel loft. Gerry è al computer a smanettare: “Bentornati!”.
“A che punto sei?”, gli chiede Martin.
“Eh, temo che ne avrò per tutta la notte”.
“Che vi dicevo?”, sottolinea Martin, rivolgendosi a noi.
“Conoscendoti, siamo passati dal cinese e ho preso qualcosa da mangiare per stasera”.
Dopo cena, io mi sento uno straccio e auguro la buonanotte a tutti. Quindi, vado nella camera degli ospiti, mi tolgo i vestiti e mi sdraio sul letto, cadendo in un sonno profondo.

… una sagoma in mezzo ad un cono di luce e ho le cosce bagnate. Il mio ventre si gonfia e pulsa… e poi il terremoto… il letto vibra ed il mio corpo trema… oddio, il terremoto! Di nuovo le cosce bagnate…
Un sussurro: “Avevi ragione! Ne ha uno ogni volta che lo prende nel culo! Che favola!”…
… e poi il buio…


La luce che filtra dalla finestra mi colpisce gli occhi e mi sveglio. “Ma che ore sono?”. Guardo l’orologio sul comodino: “Oddio! Le dieci?”.
Mi tiro su, indosso lo slip e vado nell’open space.
“Oh, buongiorno! Era ora!”, mi salutano in coro.
“Buongiorno”, rispondo con la bocca impastata. “Scusate, ma dovevo essere proprio distrutto”.
“Dormito bene?”, mi chiede Gerry, guardandomi in modo curioso.
“Sì, grazie”, rispondo stranito.
“Vieni a fare colazione. C’è un po’ di tutto”, mi chiama Martin.
Mi siedo su uno sgabello, prendo del caffellatte e inizio ad inzupparci dei biscotti.
Mi sento osservato. “Che c’è?”, chiedo.
“Va tutto bene stamattina?”, è la voce di Gerry dal fondo del loft.
“Sì, perché?”.
“Sai”, interviene Martin. “Stanotte abbiamo voluto fare un esperimento. Il tuo manager ci ha dato il permesso e allora abbiamo osato. Volevamo avere la conferma che… insomma… ecco… del fatto che tu puoi avere un orgasmo anale ogni volta che vieni penetrato, e… dunque… beh… l’abbiamo avuta!”.
“Il mio manager…? Che avete fatto?”, chiedo, tenendo un biscotto sospeso davanti alla bocca.
“Ecco”, si avvicina Gerry, “ti ho scopato mentre dormivi! Ieri durante le riprese mi hai fatto eccitare talmente tanto che non ho resistito…”.
Mi strozzo col biscotto e tossisco. “Che hai fatto?”, urlo continuando a tossire.
“Dai! Non fare così. Ti è piaciuto, perché il tuo corpo ha reagito esattamente come durante la scena di ieri”, dice Andrea.
“Ma io ti…”, e tossisco ancora, senza riuscire a mettergli le mani al collo.
I tre se la ridono a crepapelle.
“Vaffanculo!”, sbotto quando mi riprendo. E la cosa finisce lì.
“La scena è venuta un capolavoro”, dice Gerry, distraendomi da quella storia. “E’ già tutto pronto per visionarla”.
Ci sediamo di fronte al televisore “grande schermo” e iniziamo a guardare. Gerry ha montato prima la parte in cui mi penetro col dildo. “Però! Ma quello sono io?”, domando stupito.
“Eh sì, eh!”, risponde Martin.
Poi uno stacco e si vede Martin che avanza. “Questo l’ho dovuto aggiungere perché non avevo una scena di collegamento tra l’autofellatio e il vostro ensemble. Comunque credo che sia venuto bene, no?”.
“Sì, sì”, confermo.
Poi un flash, e ci siamo io e Martin ai piedi del letto che limoniamo e a seguire tutta la scena del pompino e dell’anilingus. Intanto, Andrea mi prende una mano e se la porta al suo pacco per farmi capire che effetto gli sta facendo guardarmi.
Infine, un altro flash e la scena della scopata con orgasmi finali, sia il mio anale che quello di Martin con sborrata abbondante.
“Wow! Che figata!”, esclamo. “Siete bravissimi!”.
“Oh no!”, ribatte Martin. “Tu sei stato bravissimo! Credo che non sia mai successo che abbiamo usato il materiale dei provini per montare una scena definitiva, vero Gerry?”.
“No, mai”, conferma lui.
“Beh, grazie”.
“Allora. Se siete d’accordo, noi la pubblichiamo così sul blog”.
“Sì, direi di sì”, dico guardando Andrea.
“Sì, mi piace”.
“Il compenso arriverà sul numero di conto che mi hai dato non appena la fase della produzione sarà finita. Diciamo tra una settimana, più o meno”. Mi volto verso Andrea, pensando: “Quale numero di conto?”. Lui mi tranquillizza stringendomi il braccio e risponde: “Bene!”.
“Ieri prima di andare via dal ristorante ho accennato ad Hans di una eventuale scena con te. Dato che eri lì presente ti ho anche indicato, così ha potuto vederti di persona. Gli sei piaciuto, ma deve darmi conferma oggi perché non sa se riesce a liberarsi dall’impegno al locale per domani sera. Più tardi vi faccio sapere”.
Quindi, io e Andrea ci rivestiamo, raccogliamo le nostre cose e torniamo in albergo.
Entriamo in stanza e qualcosa mi colpisce la gamba da dietro, facendomi cadere in ginocchio. Subito Andrea si porta davanti a me, si slaccia la patta e tira fuori il suo cazzo già duro, infilandomelo in bocca.
“Merda!”, fa. “Com’è che l’ha chiamato Martin? Pompino di gola? E dov’è che hai imparato a farlo? E, soprattutto, perché a me non l’hai mai fatto?”.
Io sto soffocando, ma lui sembra non curarsene. Tossisco e lui estrae la sua mazza. “Dai, fammi sentire com’è!”.
“Ok, ok, Dammi un momento…”. Riprendo fiato, mi infilo tutto il cazzo in bocca, allargo le labbra, trattengo il respiro e contraggo gli addominali. Quindi, inizio a pompare.
Dopo qualche secondo rantola: “Oddio! Ma è sublime!”. Lo tiro fuori per riprendere fiato e poi lo rifaccio. Le sue gambe iniziano a tremare: “Ma quanto sei troooooia!”, mi sussurra con voce strozzata. Mi libero di nuovo la bocca e mi rituffo su quella mazza vibrante che sembra pronta a schizzare.
“Ancora, ancora, dai, puttana!”. Me la inchiodo in gola e quella comincia a gonfiarsi e a sparare sborra che mi finisce direttamente nell’esofago.
“OOOOOHHHHH Sìììììììììììììììì!!!!! Ingoia tutto, bella vacca!!!!”, mi insulta Andrea. Io inghiotto fino all’ultima goccia mentre continuo a torturarlo con la suzione delle mie fauci, finché lui, non reggendosi più in piedi, cade a terra tramortito.
Io mi alzo, mi pulisco le labbra con il dorso della mano e vado in bagno soddisfatto delle mie prestazioni di questi ultimi due giorni.
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