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Gay & Bisex

Un nuovo stallone e una nuova (vecchia) troia (2)


di crigio
29.05.2014    |    7.557    |    1 9.3
"Il suo glande entra a contatto con il mio buchino e solo ora mi accorgo che il mio sfintere si sta contraendo ritmicamente..."
Uscito dalla doccia, mi rivesto e poi chiamo Enzo e Seby per avere notizie di questo nuovo stallone.
“Ma ciao, bel troione!”, mi saluta entusiasta Enzo. “Sei tornato, finalmente!”.
“Ciao, caro! Come stai!”, ricambio.
“Bene bene! Devi raccontarci quello che hai combinato all’isola! Chissà quanti te ne sei fatti!”.
“Sì, non mi posso lamentare…”, scherzo.
“Che vacca!”, mi apostrofa il mio amico. “Noi nel in tua assenza non abbiamo perso tempo e abbiamo trovato un tipo molto interessante. Te ne ha parlato Enrico?”.
“Mi ha detto solo che avete conosciuto qualcuno e che vorreste presentarmelo. Niente di più!”.
“Meglio così! La sorpresa sarà maggiore!”. E a queste parole la mia fantasia comincia a cavalcare. “Quando sei libero per noi?”, mi chiede, poi, Enzo.
“Facciamo domani sera?”, rispondo.
“Ok! Organizzo tutto per domani sera allora! Salutami il tuo bel ragazzone e digli che ci vediamo presto anche con lui! Ciao!”.
“Ciao…”. Ma che avrà voluto dire? Ha qualcosa in mente anche per Enrico? Mah!
Per tutto il giorno e fino all’indomani sera non sto nella pelle. Immagino a che cosa andrò in contro ed il mio corpo freme ogni volta. Quando finalmente arriva l’ora, mi preparo al meglio e vado a casa dei due fratelli. Mi fanno accomodare in una delle loro solite camere da letto comunicanti e iniziamo a chiacchierare del più e del meno. Mi chiedono della mia vacanza a Malta e racconto loro tutto quello che ho fatto.
“Ma grosso quanto?”, mi chiede Enzo curiosissimo, quando accenno alle dimensioni del cazzo di Luc.
“Beh, sicuramente più grosso e più lungo di quello di Enrico…”, rispondo, cercando di descrivere il più possibile la dotazione di quel gigante d’ebano.
“Davvero??!! Ma allora sarà stato enorme!”, esclama il biondino, basito, ma al tempo stesso con l’acquolina in bocca. Seby, invece, ascolta in silenzio elaborando nella sua testolina quello che sto dicendo. Se quell’acqua cheta avesse avuto Luc sotto le proprie mani lo avrebbe spolpato vivo!
“Te l’ho detto che era enorme!”, ribadisco.
“Cazzo! Mi hai fatto eccitare!”, borbotta Enzo, tastandosi il pacco. Poi alza lo sguardo verso di me e aggiunge con un sorrisetto malandrino: “Che ne dici se ti teniamo in caldo mentre aspettiamo che arrivi Vic?”.
“Perché no!”, ribatto, iniziando subito a spogliarmi. Loro fanno lo stesso e mi fanno stendere a cosce larghe sul lettone. Si inginocchiano davanti al mio culo e, alternandosi, immergono la faccia tra le mie chiappe leccandomi la rosellina.
“Merda, amico… slurp!... Ma che hai fatto al buco del culo?... slurp!”, mi domanda d’un tratto Enzo, bofonchiando mentre mi ripassa l’anellino.
“Anche Enrico mi ha chiesto la stessa cosa… uff!... Credo sia stato… ah!... quel toro di Luc… mmmmm!... a ridurmi così… uff!”, rispondo ansimando.
“Sembra quasi una fica… slurp!”, dice Seby, sostituendo suo fratello nell’anillingus.
“E a quanto pare ti fa godere molto più di prima!”, aggiunge Enzo.
“S… sì… ah!... è proprio vero… mmmmmmmmmm!!!”, gemo. Continuano così per un po’, mentre io mi gusto il loro servizietto contorcendomi sul letto ad occhi chiusi. D’improvviso, le loro lingue mi abbandonano, sebbene il mio corpo non smetta di restituirmi sensazioni di godimento ed io continui ad agitarmi e a fremere.
Tutto perso nel mio mondo di lussuria, non mi accorgo di quello che succede nella stanza. So solo che d’un tratto il mio sfintere si riempie di tanta roba calda e dura, che in un attimo mi colpisce la prostata e mi fa sollevare il capo. Apro gli occhi e una pioggia di riccioli rossi mi cade sulla faccia. In mezzo, un viso angelico mi guarda estasiato, mentre il pistone che ho in corpo comincia a stantuffare con un movimento potente e profondo. Sto Vic sembrerà pure un angelo, ma fotte come un diavolo, cazzo!
“Che bella figa! È stupenda!”, biascica col fiato corto. È partito subito in quarta e non si risparmia per niente, tanto che le mie gambe svolazzano in ogni direzione sotto i suoi colpi animaleschi. La mia testa ricade indietro e ritrovo quello stronzetto di Enzo che, chino su di me, mi chiede: “Allora: che ne dici? Non è sensazionale! È un maiale, un porco, un toro!”.
“Sì, cazzo! Mi sta già facendo godere, merda!”, rispondo, confessando quello che sto provando. Non appena finisco di parlare, però, lo stallone estrae tutto insieme il suo arnese dal mio retto e rimane in piedi ad osservarmi. Nonostante non venga più scopato, continuo a provare lo stesso piacere di un momento fa: è come se Vic mi avesse dato la corda e adesso andassi in autonomia.
Rialzo il capo e lo guardo, mentre il mio corpo viene sconvolto da un fremito incessante. È ritto davanti a me, i riccioli davanti al volto, e ansima pesantemente. Scendo giù e vedo che dal suo inguine si staglia un palo perfettamente dritto, rosso e pulsante, dal quale cola un filo di precum. Poi, con un balzo felino, monta sul letto, spinge via Enzo, dandogli della “brutta troia”, e mi cade addosso a sessantanove, infilandomi la sua nerchia fino in gola con una precisione impressionante. Contemporaneamente, si tuffa tra le mie chiappe e raggiunge in un secondo la mia rosellina con la sua lingua. La lecca e la mangia: la divora letteralmente, e intanto mi fotte in bocca ondeggiando nervosamente con il suo bacino sulla mia faccia. Con la coda dell’occhio cerco il mio amichetto e lo trovo inginocchiato ai piedi del letto, i gomiti appoggiati sul materasso, che si gode la scena. Il mio sguardo implorante lo eccita, tanto che sorride di compiacimento per aver trovato l’ennesimo stallone che mi fa godere come una troia.
Mentre sono qui che fisso Enzo, un fiotto improvviso di sborra mi innaffia la gola, e poi un altro e un altro ancora. “Bevi tutto… slurp!... puttana!”, mi insulta Vic, senza smettere di lavorarmi l’anellino. Il sapore del suo sperma è inebriante: attraversandomi le fauci mi risveglia sensazioni forse mai provate prima. Più me ne dà, più ne vorrei, tanto che mi ritrovo ad incavare le guance e a succhiare per estirpargliene il più possibile. “Così, bella troia… slurp!... proprio così!”, mi esorta lo stallone, sentendo che lo sto ciucciando. “Questo buco è una fica! Slurp!... Guarda che labbra che ha… mmmmmmmm… slurp!...”, commenta, dedicandosi anima e corpo alla mia rosellina.
Poi, così come è saltato sul letto qualche minuto fa, vi scende con la stessa baldanza. Si rimette dritto in piedi e dice: “Venite qua, zoccole, e succhiatemi il cazzo!”. Con le mani chiama a sé Enzo e Seby e, premendo sulle loro spalle, li costringe ad inginocchiarsi ai suoi piedi. Afferra Seby per i capelli e gli pianta in gola la sua mazza, iniziando subito a scoparlo. “Tu, leccami le palle!”, ordina ad Enzo, e il biondino si abbassa di più per eseguire il comando. “Brave le mie troiette! Ah! Che brave! Uff!”, mugola, mentre si gode il pompino di Seby.
Quindi, sottrae la minchia al fratellino per darla in bocca al fratellone, che senza farsi pregare, schiude le labbra e inghiotte tutta l’asta, mentre il primo prende il suo posto sullo scroto. “Sì, così! Avete capito che cosa voglio! Devo tornare duro: voglio sbattermi ancora la vostra amichetta, perciò datevi da fare!”, sbraita, piantando il cazzo nella gola di Enzo e soffocandolo fino a farlo tossire e quasi vomitare. “Ok, sono pronto! Levatevi, stronzette!”, e dà un calcio ai due fratelli, che cadono a terra sulla schiena. Si avvicina a me e si intrufola tra le mie gambe, appoggiandosi sul letto con le mani. “Adesso vediamo se ho ragione: io non faccio niente! Tocca a te prenderti il cazzo!”.
Il suo glande entra a contatto con il mio buchino e solo ora mi accorgo che il mio sfintere si sta contraendo ritmicamente. Il mio anellino si apre e si chiude di conseguenza e in un attimo ingoia la cappella della minchia di Vic. “Sì, lo sapevo!”, si congratula con sé stesso. “Ora pompamelo bene, dai!”. I muscoli del mio retto, contraendosi e rilassandosi, risucchiano in dentro tutta l’asta fino in fondo e, quando arriva a toccarmi la prostata, la tengono ferma lì mungendola come fosse la tetta di una vacca. “Sei fantastico! Uff! In pochi riescono a fare questa cosa! MMMMMMM!!! Dai, fammi sborrare di nuovo, puttanella mia!”, mi sussurra all’orecchio, incitandomi a farlo venire.
Queste sue parole mi eccitano ancora di più e il mio sfintere risponde prontamente allo stimolo verbale. Le contrazioni accelerano improvvisamente e Vic digrigna i denti per resistere alla mia pompa. Dallo stomaco, un calore crescente risale fino alla gola e mi esplode in testa. Un fischio mi risuona nelle orecchie e non sento altro, nonostante veda le labbra di Vic muoversi nell’atto di dirmi qualcosa. Con le mani stringo le lenzuola e i miei talloni si piantano nelle chiappe dello stallone, tenendolo incollato a me.
“… orte, più forte! Di più, dai, di più! Pompa pompa, puttana!”, sento che mi urla Vic, quando finalmente mi torna l’udito. I muscoli del mio sfintere sono come impazziti: stringono e rilasciano il cazzo con una frequenza talmente elevata che tutto il mio bacino ne viene sconvolto, tanto che rimbalza sul letto come per riflesso di quello stimolo interno.
“Che c’è, troiette?”, domanda, d’un tratto Vic, e aprendo gli occhi, lo vedo fissare qualcuno alla sua destra. Guardo anch’io in quella direzione e scorgo Enzo e Seby in piedi davanti alla sponda del letto, abbracciati e che si strusciano uno contro l’altro, infoiati dallo spettacolo del mio corpo in fregola. “Tranquille!”, aggiunge lo stallone. “Tra poco scopo pure voi due, così… ah! Cazzo!... così replichiamo la monta di ieri, eh? Uff!”, dice loro Vic, mentre il mio sfintere non gli dà tregua, né la sua mazza ne dà a me.
Quindi, torna a dedicarsi al mio corpo: si china sul mio orecchio e mi sussurra: “Ora devi darmi tutto te stesso! Pompa al massimo, puttanella! Succhiami il cazzo e fammi sborrare, dai!”, e, non appena pronuncia l’ultima parola, le mie chiappe si stringono cosi tanto che quasi gli strappano via la nerchia dal ventre.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, grida lui, quasi fosse sotto tortura. “Ti sborro tuttaaaaaaaaaaaaaaaaa, puttaaaaaanaaaaaaaaaaaaaa!!!”, continua a sbraitarmi dentro l’orecchio, e sento del liquido bollente inumidirmi le viscere. “Che pompa favolosa, brutta troia! Hai un culo da oscar! Mi stai succhiando anche l’anima, merdaaaaaaaaaaaa!!!”, e altri schizzi mi colpiscono le pareti degli intestini.
Alla fine mi stramazza addosso, fremendo ad ogni ulteriore minima contrazione del mio sfintere. Lentamente la sua minchia mi scivola fuori dal culo, ma lui non sembra volersi rialzare. O forse non ce la fa.
D’improvviso, solleva la testa, mi guarda e, con un filo di voce, sibila: “Sei stato grande, cazzo!”, e scoppia in una risata isterica.
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