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Gay & Bisex

Bordello (3)


di crigio
16.10.2015    |    8.860    |    1 8.9
"È una cosa che dà sempre una certa soddisfazione! D’un tratto, i sospiri del ragazzo diventano più frequenti e capisco che sta per svuotarsi le palle..."
“Che è successo tra te e Giulio?”, chiedo a Pino una volta che i quattro stalloni sono usciti dalla camera lasciandoci soli. Siamo abbracciati uno contro l’altro, a strusciarci per smorzare i reciproci piaceri.
“Niente, lascia stare!”, mi liquida il biondino.
“Dai! Lo sai che con me puoi parlare tranquillamente!”, lo esorto.
Lui mi guarda un po’ e poi si libera. “Quello stronzo mi soffocava! Ti ricordi che ci siamo sempre divertiti anche con suo fratello Franco, no?”.
“Sì. E allora?”.
“E allora, dopo qualche mese che stavamo insieme ha cominciato ad essere geloso. Tanto che il povero Franco ha deciso di allontanarsi. Sta di fatto che adesso i due gemelli non si parlano più!”.
“Cazzo!”.
“Già! Ed io mi sento in colpa! Terribilmente in colpa!”.
“Merda! E io che ero venuto qui per riportarti da lui!”, rifletto. “Mi spiace”.
“Non potevi sapere. E comunque non intendo più tornarci insieme. È così bello essere libero di scopare con chi mi pare!”, e mi fa un sorrisino da troia, mentre si accarezza il culo farcito da litri di sborra. Poi, con uno scatto scende dal letto e va verso il bagno. “Devo scappare! È tardi”.
“Sì, anch’io!”, dico. “Fa’ presto, ché usciamo insieme”. Pino si chiude in bagno e scendo dal letto per cercare i miei vestiti. Sennonché dal corridoio arrivano improvvisi schiamazzi che si fanno sempre più forti. Un ragazzo biondo e di una bellezza sconvolgente compare sull’uscio della camera e mi fissa con sguardo libidinoso. Quindi, si volta indietro e con una mano chiama qualcuno. Entra e viene seguito da altri tipi, anche loro sul biondo e sul castano, alti e atletici. Ne conto otto, tutti con i volti paonazzi, per l’eccitazione che provoca loro la mia nudità.
Il ragazzo che è entrato per primo si precipita su di me e mi infila una mano tra le chiappe, mugolando quando si accorge che sono fradicio. Due sue dita mi penetrano veloci ed io mi irrigidisco. Faccio per protestare, ma quello mi mette una mano sulla bocca e mi spinge sul letto. Cadendoci sopra le mie gambe si sollevano e lui, rapido, me le tiene aperte e ricomincia a palparmi le chiappe e a sditalinarmi. Alcuni suoi compari montano sul letto e si portano ai lati della mia faccia. Si sbottonano i calzoni e tirano fuori i loro cazzi ancora flaccidi. Si avvicinano alla mia bocca e mi costringono a succhiarli.
Parlano tra di loro in una lingua che sembra tedesco e che io non capisco. Si complimentano l’un l’altro e lanciano degli urli di soddisfazione e di piacere, quando le loro verghe mi entrano nelle fauci e aumentano di volume. Si alternano ai miei fianchi e si fanno spompinare tutti, mentre il primo non smette di lavorarmi il culo con le sue dita. Adesso usa entrambe le mani e mi trapana le viscere, ora con una ora con l’altra.
“Ma non posso lasciarti solo neanche un minuto!”, esclama Pino uscendo dal bagno. Lo dice per sfottermi, ma, non appena i ragazzi tedeschi che non si stanno occupando di me lo sentono parlare, lo assalgono e iniziano a frugarlo dappertutto. “Cazzo!”, continua il biondino. “Ma sono i giocatori del… glough!”. Non fa in tempo a finire la frase che quelli lo mettono in ginocchio e gli sfondano la gola con le loro nerchie. Anzi, uno si porta alle sue spalle, si accovaccia e, dopo essersi smanettato un po’ per diventare abbastanza duro, lo incula con violenza. La mazza affonda nello sfintere del mio amico senza difficoltà, considerato che da più di un’ora a questa parte non ha fatto altro che farsi fottere da stalloni di ogni sorta. Un urlo sottolinea la penetrazione e lo stallone si aggrappa ai fianchi di Pino e comincia a montarlo come un ossesso. Il biondino è aggrappato a due pali che masturba senza sosta, mentre la bocca è solcata da un’altra minchia che sta aumentando di dimensioni a vista d’occhio.
La troietta sbava e gode e i tedeschi sembrano divertirsi. Intanto, il tipo che sti sta trastullando col mio culo si leva i jeans e si inginocchia davanti alle mie chiappe. Sputa sul suo cazzo ben in tiro e poi armeggia per penetrarmi. Ci riesce agevolmente e sospira di piacere, mentre si china su di me appoggiandosi sulle mani. Il suo bacino inizia a muoversi avanti e indietro e la sua asta mi scorre in corpo, dura, pulsante e calda. È un bel cazzo, leggermente uncinato e più grosso alla base. Per quella sua forma curva, mi stimola con la cappella soprattutto la parte superiore dello sfintere e la cosa non mi dispiace affatto. Sento il suo sguardo allucinato su di me e capisco che mi sta insultando mentre, sfondato dai suoi colpi, continuo a spompinare i suoi amici.
“Tu puttana!”, mi apostrofa, d’un tratto. A quanto pare questa parola italiana la conosce bene. Con la bocca colma di una verga bella dura, io lo guardo e annuisco. Lui sghignazza e inizia a scoparmi con maggior foga.
“AAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!”, grida all’improvviso il mio amico. Torcendo un po’ il collo riesco a vedere che uno dei tedeschi, nel frattempo, si è infilato sotto di lui e lo ha impalato, mentre quello che gli stava dietro continua a stantuffarlo. La puttanella ha due cazzi che gli solcano le viscere e gli rimestano gli intestini. La sua bocca, invece, si alterna su tre minchie: le aspira con una voglia che gli ho visto raramente. Sembra quasi che gliele stacchi, tanto le sue guance si incavano nell’atto di succhiare. Gli stalloni sono tutti tesi, a cercare di trattenere l’orgasmo, e le loro teste sono riverse indietro e le loro bocche spalancate, mentre godono come porci. Con le mani appoggiate ai fianchi, si muovono avanti e indietro, fottendo le fauci del biondino. Uno cinge con un braccio le spalle di un altro e gli accarezza il petto, mentre Pino pompa come un forsennato la sua asta. Un rantolo esce dalla gola del povero stallone che ormai è arrivato al limite. E infatti, ritira su il capo e lo abbassa in avanti: il biondino si accorge che sta per sborrare e, tenendo la bocca aperta, lo masturba sempre più velocemente in attesa che gli schizzi in gola.
Non deve aspettare molto, perché dopo pochi secondi un fiotto potente gli lorda le fauci e il mento. Ne segue un altro e poi un terzo. Quindi, Pino inghiotte il cazzo e lo succhia ancora per estrarre il nettare che è rimasto sul fondo dei coglioni. Alla fine, il ragazzo indietreggia barcollando e asciugandosi il sudore dalla fronte col dorso di una mano. Sbuffa e si abbandona su una poltrona.
Viene immediatamente sostituito da un altro e il biondino non si fa certo pregare. Io, però, vengo distratto dal mio stallone, che estrae bruscamente la sua nerchia dal mio sfintere e cede il posto ad uno dei tipi che stavo succhiando. Questo mi fa ribaltare su un fianco e mi solleva la gamba, tenendola su col suo piede. Quindi, si impugna il cazzo e mi infilza in quattro e quattr’otto, cominciando a fottermi senza alcun ritegno. Davanti alla mia faccia due bei minchioni sono pronti a farsi spompinare, mentre il mio corpo viene scosso dai colpi che il tipo alle mie spalle mi inferisce senza sosta.
Istintivamente mi porto una mano tra le cosce perché sento che sto per godere. E infatti, appena le mie dita arrivano alla rosellina, si bagnano dei miei umori e una convulsione mi fa tremare da capo a piedi. Il ragazzo dietro di me non se ne avvede, tanto è concentrato a scoparmi, e continua la monta come se niente fosse.
“Giò… uff!”, ansima Pino. “Lo vedo che stai godendo!... mmmmmm… Sei proprio una gran troia!”, mi insulta.
“E perché… ah!... ah!.... ah!... Tu no?”, ricambio.
“Oh, sì!... Ooooooooohhhhhhh sìììììììììììììììììì!!!”, geme lui, che a quanto pare ha raggiunto un orgasmo anale proprio mentre mi sta rispondendo. I suoi lamenti, però, vengono immediatamente soffocati dalla prepotenza dei due ragazzi che gli stanno davanti, i quali gli riempiono ancora la bocca con i loro succosi cazzoni.
Poi, il mio sguardo si sposta involontariamente sul ragazzo che ha già sborrato e che sta recuperando le forze sulla poltrona. Ha la minchia ancora in tiro e, anzi, se la accarezza lentamente mentre fissa i suoi compari in azione. La sua dotazione non è niente male e mi piacerebbe proprio provarla.
Non faccio in tempo a desiderarlo che lui balza in piedi e monta sul letto. Il mio sfintere si svuota e gli stalloni mi costringono a mettermi a pecorina. Il tipo che desideravo ardentemente si mette alle mie spalle e, afferrandomi per i fianchi, con un colpo secco affonda completamente in me. Questa volta non riesco proprio a soffocare un urlo ed è talmente straziante che accorre anche il buttafuori di piano.
Uno dei ragazzi tedeschi, però, si affretta a tranquillizzarlo parlando in inglese e quello se ne va. Avrei ancora voglia di gridare mentre l’enorme nerchia mi scava nelle viscere, ma adesso ho già la bocca piena di un altro cazzo che me lo impedisce e che dopo qualche ciucciatina mi spara in gola il suo succo. Devo aver aspirato troppo forte a causa della libido che mi è montata su quando ho subito la penetrazione e quel poveretto non ha resistito. Tant’è che sembra imprecare: forse non voleva venire in quel modo. Tuttavia, scende dal letto e va in bagno a darsi una ripulita.
“Questo è proprio grosso, Pino!”, dico al mio amico.
“Lo so… AH!... L’ho appena spompinato!”, mi risponde lui, proprio quando alle sue spalle un altro stallone prende il posto del precedente, facendo scorrere la sua verga sopra quella dell’altro tipo ancora sdraiato sotto il biondino. “Ma soprattutto… mmmmmmm… ha tanta sborra saporita!”, aggiunge. “Fatti schizzare in bocca, mi raccomando!”, mi suggerisce.
“O… ok…!”, approvo. Il mio stallone, nel frattempo, si è chinato sulla mia schiena e mi sta leccando il lobo dell’orecchio sinistro. Sento i suoi rantoli di piacere e la cosa mi manda in estasi. Ho nel culo un cazzo di proporzioni stupefacenti che sta godendo grazie a me. È una cosa che dà sempre una certa soddisfazione!
D’un tratto, i sospiri del ragazzo diventano più frequenti e capisco che sta per svuotarsi le palle. Allora mi faccio in avanti e mi volto, vedendo finalmente di che dimensioni è quella meravigliosa nerchia. La ingoio e la succhio con voluttà. Lo stallone si contorce tutto e, quando sta per arrivare, si lamenta come se stesse piangendo. Poi, uno schizzo abbondante ed infinito mi inonda le fauci: lo inghiotto e quel calore mi manda in visibilio. Tutte le mie membra vibrano e il tremore del mio corpo diventa sempre più forte. Non riesco a controllarmi: mi aggrappo alle chiappe sode del ragazzo e gli pianto le unghie nella carne. Un brivido scende lungo la mia schiena e, arrivato al culo, mi fa spalancare di colpo la rosellina. Qualcuno dietro di me se ne deve essere accorto, perché vengo immediatamente riempito da una nerchia anche questa non indifferente.
È la fine! L’orgasmo esplode per ogni dove. Non c’è un centimetro del mio corpo che non sia teso nell’atto di godere. Tra l’altro, lo stallone che sto succhiando non smette di sborrare e il suo nettare è come benzina che alimenta il mio piacere. Dopo qualche colpo, anche il tedesco alle mie spalle annuncia il suo godimento e si scarica nei miei intestini.
Altro calore e altro piacere che si somma al precedente. Questo orgasmo sembra non avere mai fine. Sono straziato e stremato, ma al tempo stesso non ne ho mai abbastanza. Nella stanza risuonano i gemiti anche di altri ragazzi che, probabilmente, stanno godendo grazie a Pino, ma io non ci bado più di tanto. Ormai tutti stiamo per venire e ognuno pensa a sé stesso.
Quando finalmente smetto di tremare, mi accascio sul letto in ginocchio, rimanendo con le chiappe per aria e respirando pesantemente. I nostri affanni sono gli unici rumori che si sentono. Poi, i tedeschi raccolgono i loro vestiti in tutta fretta ed escono trafelati, abbandonando me e Pino in una specie di dormiveglia.
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