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Gay & Bisex

A caccia! (2)


di crigio
05.02.2014    |    8.392    |    0 9.6
"È ancora incredulo per l’esperienza vissuta..."
Nella stanza accanto Enrico, Knut, Tony e Paolo circondano la puttanella che hanno abbordato nel locale. Non appena si accorgono che le ante dell’armadio si sono aperte, Tony e Paolo si scostano un po’, di modo che possiamo vedere meglio la loro preda.
Con nostro enorme stupore si tratta di un ragazzo nero, già completamente nudo. Ha un fisico leggermente robusto, soprattutto in alcuni punti strategici, come il petto e il culo. Infatti, i capezzoli spiccano per prorompenza, mentre le chiappe sono grandi, alte e burrose. Per non parlare, poi, delle labbra, carnose e grosse: il solo pensiero di un cazzo avvolto da quei due canotti mi fa eccitare da morire!
I nostri stalloni palpano la loro troia dappertutto e quella si contorce e ride allegramente per quelle attenzioni.
“Ma… cosa…?”, borbotta Filippo, meravigliato.
“Vieni qua e leccaci il culo!”, gli ordina d’un tratto Enzo. Lui, ancora ansimante per la sborrata appena consumata, si inginocchia ai piedi del letto, mentre io, Pino e il nostro ospite ci mettiamo sopra a pecorina. Seby, invece, stremato per il violento orgasmo, si stravacca su una poltroncina e si gode l’anilignus.
Il primo a ricevere le attenzioni di Filippo è Pino: la faccia dello stallone si avvicina lentamente al suo solco e ne annusa l’aroma. Poi, la lingua spunta birichina dalle sue labbra e si insinua tra le natiche del mio amico. Non appena entra a contatto con la sua rosellina, il corpicino della troietta si irrigidisce e lui mugola. Quando Filippo inizia a frugare con più invadenza nella mucosa anale, la testa di Pino cade in avanti e la sua bocca e i suoi occhi si spalancano.
“Il tuo amichetto è proprio una vacca!”, mi fa Enzo, che subito dopo, scaldato dalla scena accanto a lui, mi fa un lingua-in-bocca da paura. Filippo, invece, infoiato dagli umori di Pino, gli percuote le chiappe a piene mani: quelle si arrossano immediatamente e il segno dei palmi vi rimane impresso anche quando smette. Poi, gliele afferra di nuovo, le stringe e le allarga. Il suo viso ci sprofonda completamente in mezzo e Pino lancia un urletto di godimento. Vedo il mento dello stallone muoversi velocemente su e giù: sta letteralmente masticando il buco del biondino, mentre la lingua lo ravana in ogni dove. Infine, gli assesta un ultimo colpo su una chiappa e passa a lavorarsi il culo di Enzo.
Capisco che la bocca di Filippo è entrata in contatto con l’anellino della seconda puttanella, quando le sue labbra avvolgono con maggiore desiderio le mie e lui inspira profondamente. Poi, si stacca da me e sbava.
“Oddio! Che… stronzo…!”, sbotta Enzo, e con la coda dell’occhio vedo la testa di Filippo roteare nel suo solco. Quindi, il corpicino pallido della troietta sussulta e subito dopo vibra. Il suo viso si contrae e si arrossa.
Un suono sordo indica che lo stallone ha infierito anche su una chiappa di Enzo: poi, abbandona il suo culo e si precipita sul mio.
“No! No! Ancora! Ancora!”, chiede Enzo ansimando, e si infila sotto di me, apre le cosce e le incastra nelle mie gambe. Così facendo, Filippo ha a disposizione due buchi di culo da leccare, uno sotto e l’altro sopra. Con la lingua percorre tutto il tragitto che parte dal solco di Enzo e sale fino alla mia rosellina, attraversando anche i nostri rispettivi scroti, che si sofferma a titillare per qualche secondo. Sentendosi escluso, Pino si avvicina a noi e si posiziona a quattro zampe sopra la faccia di Enzo, che immediatamente estrae la sua lingua e comincia a lappargli il buco. Anch’io, chinandomi leggermente, mi unisco al lavoro del nostro ospite sul culo del mio amichetto.
“Sì, dateci dentro! Fatemi godere, dai!”, ci esorta il biondino, e, ad essere onesti, non è necessario, perché lo stallone mi sta accendendo un fuoco in corpo. A dispetto della giovane età, ci sa proprio fare di bocca.
Di colpo, però, si guarda intorno e chiede: “Dov’è quell’altra puttana? Ah, eccola!”, e corre verso Seby.
“Non ti conviene… slurp!... stuzzicarlo ancora… slurp!... così presto… slurp!...”, lo richiama Enzo.
“Sta zitta, troia!”, lo insulta quello, e, rapido, afferra le caviglie del fratello minore, gli apre le gambe e si tuffa tra le sue natiche. Subito Seby inizia a contorcersi e a rantolare. Si accarezza nervosamente l’interno cosce e guarda verso il suo culo respirando affannosamente.
“Cazzo! Che traforo!”, esclama Filippo, ammirando la dilatazione della sua vittima. Non resistendo a quel buco che sembra chiedergli di essere riempito, lo stallone si alza, spinge il glande contro il solco di Seby e si appoggia con le mani ai braccioli della poltrona. Quindi, in un attimo è già dentro la puttanella.
“Ah!... Fratello…!”, geme il malcapitato.
“Se l’è voluta lui!”, aggiunge Enzo, che torna ad occuparsi della rosellina di Pino. Non capisco bene che cosa abbia inteso con quell’uscita e allora glielo chiedo.
“Dopo il primo orgasmo… slurp!... Seby non controlla più il proprio corpo, finché non si sfoga completamente. Scoparlo così presto è un errore madornale! A meno che… slurp!... non lo si faccia a ragion veduta!... slurp!... E quello stronzo non sa che cosa sta facendo! Il rischio è che i muscoli dello sfintere del mio fratellino… slurp!... gli divorino il cazzo e lo costringano a sborrare… slurp!... di nuovo… slurp!..., ma con una violenza straordinaria…”, ci spiega Enzo.
Mi volto verso Seby e lui è girato verso di noi, quasi in cerca di aiuto. Guarda anche verso l’altra stanza, forse a cercare il conforto del suo ragazzo, Paolo. Intanto, Filippo sta procedendo nella penetrazione e ormai la sua nerchia è quasi completamente dentro le viscere della troia.
“Bene: adesso ti scopo, alla faccia di quella vacca di tuo fratello!”, dice lo stallone, e inizia a muoversi lentamente. Le mani di Seby saltano su alle braccia di Filippo e gliele stringono forte. “Che c’è? Ti piace, vero?”.
“S… sì… Mi… piace… tanto…!”, mugola il fratellino.
“E adesso?”, chiede ancora Filippo, che piano piano aumenta la velocità dell’andirivieni.
“Sì! Di più! Di più!”, risponde quello.
“Che voleva… ah!... dire tuo fratello prima?”.
“Non so… non lo so… Zitto e fottimi, dai!”. Non capisco se Seby nasconda a Filippo quello che sta per succedere perché non ne è consapevole o perché vuole godersi quel minchione fino alla fine. Ma non importa: tra poco sarà tutto finito. Per entrambi.
“Ah! È questo che vuoi?”, fa Filippo, con un sorriso beffardo stampato in faccia. “Bene: eccotelo tutto! Tutto tutto!”, e il suo bacino sbatte con forza contro le chiappe della puttanella, che sta letteralmente stritolando i polsi del suo stallone, mentre digrigna i denti ed emette gridolini di sofferenza e piacere insieme. Le sue gambe si aprono e Filippo interpreta questo movimento come richiesta di intensificare i colpi.
“Ah, ne vuoi ancora, eh? È tutto tuo, te l’ho già detto!”, mormora. Poi, la situazione precipita in pochi secondi.
Il corpicino esile ed emaciato di Seby si fa duro come il marmo. In particolare, le sue chiappette si contraggono: ai lati si incavano, segno che lo sfintere sta stringendo forte l’affare che lo riempie.
“Ma che minchia fai?”, sbotta Filippo, che tuttavia continua a fottere la sua puttanella. L’incavo delle natiche di Seby diventa sempre più profondo. Poi, di colpo sparisce. Quindi, riappare, per scomparire subito dopo. E va avanti così per un po’. I muscoli esterni riproducono quello che sta succedendo dentro: lo sfintere sta masturbando e pompando la verga di Filippo, che piano piano rallenta il suo movimento, non riuscendo a capire che cosa stia accadendo.
D’improvviso, si piega in avanti e sfiata. Le chiappe di Seby si contraggono all’inverosimile. Filippo non riesce ad emettere neanche una parola: il suo cazzo deve essere stretto in una morsa ferina. Si guarda l’inguine con espressione interrogativa e prova a strattonare indietro. È immobilizzato. Strattona più forte, ma niente da fare: la sua verga non esce di un centimetro.
Poi, rialza la testa e spalanca occhi e bocca. Il suo viso si gonfia e diventa paonazzo. Gli tremano le braccia: una mano scivola da un bracciolo e lui cade su Seby. Si tira subito su e cerca ancora di divincolarsi dalla troietta, ma senza successo. Anche le gambe gli diventano deboli e le ginocchia si piegano.
“Nooooooooooooo!!! Nooooooooooooo!!! Non di nuoooooooooooovoooooooooooo!!!”, urla.
Sposto lo sguardo su Seby: è ancora rigido. Dalla bocca semiaperta esce della schiuma e gli occhi sono rivoltati nelle orbite. Si scuote brutalmente dall’apnea con un lungo e sonoro rantolo e con spasmi frequenti e potenti.
Tutto il corpo di Filippo si fa molle. Non si regge in piedi, mentre anche le sue chiappe si contraggono a ritmo serrato: si sta scaricando i coglioni negli intestini della puttanella. Un rivolo di sperma cola dal buco di Seby e insozza la poltrona e il pavimento. Un ultimo spasmo più lungo degli altri si accompagna ad una robusta strizzata di chiappe che spezza il fiato di Filippo.
“Me… lo… stacca…! Me lo stacca…!”, biascica quando riesce nuovamente a parlare, e si volta preoccupato verso di noi. Poi inarca di scatto la schiena e si svuota definitivamente le palle.
Quindi, il corpo di Seby si rilassa e le sue gambe si abbassano. Lo stallone, che non ha mai smesso di strattonare indietro per cercare di riprendersi il suo attrezzo, adesso può estrarlo con facilità. Se lo guarda per paura di avere subito qualche lesione. Indietreggia barcollando e fissando la puttanella. È ancora incredulo per l’esperienza vissuta.
Inciampa nel letto e ci finisce sopra a sedere. Sembra sotto choc.
“Gliel’avevo detto io… slurp!...”, biascica Enzo, mentre si lavora ancora la rosellina di Pino.
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