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Gay & Bisex

Passeggiata nel parco (2)


di crigio
18.09.2013    |    8.714    |    1 8.7
"Questa frase monta l’eccitazione di Dmitri, che mi assesta un colpo secco, così sprofondando nelle mie viscere..."
La sagoma si avvicina.
“Ciao, Dmitri”, lo saluta Pino. Io, guardandolo bene, mi accorgo che non è altri che il buttafuori della discoteca. Poi il tipo, rivolgendosi a me, dice: “Sei stato spettacolare! Ho il cazzo che mi scoppia! Potrei… anch’io…”.
“Eh no, amico! Adesso è il mio turno!”, lo interrompe Pino.
“Oh no!”, protesta lui. “Non potrei mai fare questo affronto a Knut! Mi ammazzerebbe!”.
“Tranquillo! Non è così geloso come sembra! E poi non è detto che debba venire a saperlo…!”.
“Sì, però…!”
“Oooohhhhh, smettila adesso”, conclude Pino e si precipita a sbottonargli la patta, curioso com’è di vedere cosa c’è dentro.
“Ok, ok!”, si rassegna Dmitri. “Allora facciamo così: vi scopo tutti e due, va bene?”. Pino mi guarda e poi risponde: “Ok, perché no!”.
“Magari prima lui, però…”, sibilo io, ancora provato dall’orgasmo appena cessato.
Allora Pino si avventa sull’energumeno e inizia a strusciarsi contro il suo corpo. Con un ginocchio gli massaggia il pacco e solleva la testa per raggiungere la sua bocca. Dmitri si china leggermente e i due cominciano a limonare.
Una mano di Pino va alla lampo dei jeans del russo, la abbassa e si intrufola dentro, ravanando alla ricerca del cazzo. Riesce, lo sbottona e si infila dentro i boxer. Gemono entrambi.
“Giò, sentissi quant’è grosso!”, mi sussurra Pino, e di scatto tira giù l’elastico delle mutande e spunta fuori un apparato genitale così gonfio da fare paura. Pino lo guarda vorace e si lecca le labbra, continuando a massaggiarlo. Quello comincia a svegliarsi e ad espandersi più in larghezza che in lunghezza. È mostruoso! All’inizio credo che sia la penombra a giocarmi un brutto scherzo, ma mettendomi a sedere sulla panchina e dopo essermi strizzato gli occhi, mi rendo conto che quello che ho visto poco fa è assolutamente reale. È grosso quanto i due cazzi dei neri messi insieme!
Nonostante l’orgasmo di poco fa, sono ancora eccitato. Allora alzo le gambe, appoggio i piedi sulla panchina e mi accarezzo il buco sporco dello sperma dei due stalloni di prima. Intanto, Pino si abbassa piano fino ad inginocchiarsi e si ritrova la bestia davanti al naso. Cerca di agguantarla con una mano, ma non ci riesce e allora ricorre anche all’altra, iniziando a masturbarla. I suoi occhi sono sgranati per la meraviglia e la libidine: sono sicuro che non vede l’ora di sentirlo nel culo!
Vi avvicina la bocca e, dopo qualche colpo di lingua, inizia ad ingoiarlo. La sua bocca si dilata sempre di più, fino ad assumere un’ampiezza innaturale. È pazzesco! Non credevo che ci sarebbe riuscito! È vero che il cazzo di Knut è molto grosso, ma questo lo è ancora di più! Probabilmente, l’esercizio con la mazza del suo ragazzo deve aiutarlo molto.
La scena mi eccita molto e mi infilo due dita nello sfintere, fottendomi piano. Quelle si infradiciano e allora me le porto alla bocca, assaporando l’aroma dei due neri. Poi torno a sditalinarmi il culo.
Ogni tanto Dmitri mi guarda e sembra che la cosa lo esalti molto. Mi piace che si ecciti guardandomi. Lo faremo impazzire!
Prima, però, devo aiutare Pino a ricevere la sua verga imponente, così scendo dalla panchina e mi inginocchio dietro il mio amico. Comincio ad accarezzargli il culo con le mie dita sporche di sperma. Lui gira un po’ il capo e mi guarda con occhi viziosi. Allora gli infilo le dita su per il culo e lui estrae il cazzone dalla bocca, pur restandovi legato con diversi fili di bava, gemendo di godimento. “Sì, amore! Aprimi bene!”, mi sussurra, e subito si riattacca a quell’enorme biberon.
Così da più vicino il cazzo di Dmitri appare davvero grosso e allora decido di aumentare il numero delle mie dita nello sfintere di Pino: deve essere bello largo per accoglierlo tutto. Quindi, un terzo dito si fa strada dentro di lui, e il mio amico mugola di nuovo sonoramente. Le estraggo un momento per sputarci sopra, spalmo la saliva nel suo solco e stavolta provo ad entrare con quattro dita. Pino lancia un urletto, poi si rilassa e spinge in fuori per allargare lo sfintere. Quello si dilata ed io riesco a penetrarlo.
Inizio a rigirare le mie dite dentro il culo di Pino per allargarlo in ogni dove, mentre lui si sta gustando la bestia di Dmitri. Quando si sente pronto, si alza e va a sdraiarsi sulla panchina sollevando le gambe. Dmitri si posizione tra le sue cosce e inizia a spingere. La cappella entra facilmente, ma dopo la mazza si arresta, non riuscendo più a scivolare dentro. Allora io salgo sulla panchina e mi accovaccio a 69 su Pino. Gli sbatto il mio culo sulla faccia e lui comincia a leccarmi il buco, che si allarga e sputa lo sperma dei due neri che ancora ho nelle viscere.
“Bevilo tutto, tesoro. L’ho conservato per te!”, sussurro a Pino e lui, grufolando, succhia e ingoia il liquido vischioso che cola dalla mia rosellina. Questo sembra eccitarlo molto e le sue cosce si aprono di più. Dmitri, allora, ricomincia a spingere e il suo affare fa un altro passo avanti dentro Pino.
Sputo sull’anello del mio amico e con le mani spalmo la mia saliva tutta intorno al suo buco. Pino geme e si rilassa. Dmitri penetra ancora un po’: il suo cazzone è per metà dentro Pino. Io sputo dell’altra saliva sulla mazza di Dmitri e la spalmo di nuovo. Questa carezza provoca delle contrazioni al buco di Pino che, aprendosi e chiudendosi, ingoia letteralmente tutta la verga del russo. “OOOOOHHHHHH, bene!”, esclama l’energumeno, che inizia un movimento lento dentro il biondino per paura di fargli male. Io lo guardo e gli faccio capire che può anche andarci giù pesante e allora lui aumenta l’intensità dei suoi colpi.
“MMMMMMMM!!!!”, mugola Pino con la faccia stretta tra le mie chiappe. Poi Dmitri estrae tutto il suo cazzo, che appare avvolto dagli umori del culo del mio amico.
Pino geme di nuovo: ora il suo buco ha una dilatazione impressionante. “Tesoro, vedessi quanto sei aperto! Sei tutto slabbrato!”, gli dico io stupefatto, e gli infilo due dita dentro, anche se ci entrerebbe tutta la mano.
Dmitri riaffonda in lui e la schiena di Pino si inarca accompagnata da un suo nuovo urlo. L’eccitazione del biondino sta aumentando e me ne accorgo da come mastica il mio culo: mi sta succhiando tutta la sborra dei due neri, come un assetato nel deserto.
Tutte queste stimolazioni, orali, olfattive, gustative, tattili e visive, lo stanno portando all’orgasmo anale, lo sento. E infatti, le sue cosce si divaricano ancora, quasi volesse più cazzo. Poi una convulsione e lui sobbalza sulla seduta. Il suo ventre si contrae e il suo buco vorrebbe allargarsi ancora, ma è al massimo dell’estensione. Quindi, un’altra convulsione e lo sfintere si ricontrae di colpo, strizzando il cazzo di Dmitri. L’energumeno fa una smorfia: il culo di Pino gli sta divorando la verga, ma lui non vuole venire subito, perché vuole scopare anche me. E allora con uno strattone si porta fuori da Pino, sbragandogli la porta del retto. Subito, faccio la mia mano a cuneo e la infilo nello sfintere di Pino per permettergli di portare a termine l’orgasmo.
Lo fisto a fondo e il suo bacino sbatte violentemente contro la panchina, quattro/cinque volte. Poi un’ultima lunga contrazione, un rantolo ed il suo corpo si accascia stremato sulla seduta.
Io scendo da Pino che continua ad ansimare profondamente. Poi lui si mette seduto e si sdraia nell’altro senso: “Rimettiti sopra di me a 69 e apri bene le chiappe: preparati ad un’esperienza che forse non rivivrai più!”, mi dice.
“Pino… veramente io… non so se… se ci riesco…”, provo a protestare.
“Ma che cazzo dici? Certo che ce la fai! Se l’ho preso io, puoi farlo anche tu. Dai, ti aiuto. Vieni qui!”, mi esorta lui.
Monto su di lui alla rovescia e protendo il culo inarcando la schiena. Le mie chiappe tonde si offrono alla vista di Dmitri e il mio sfintere spinge in fuori dilatandosi. La doppia penetrazione di poco fa lo ha allargato parecchio e tale è rimasto. Pino ci spalma sopra un bel po’ di saliva e poi ci infila due dita di una mano e due dell’altra divaricandolo ancora.
“AAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!”, urlo per il dolore. Poi mi rilasso e il mio culo si distende quasi spontaneamente. Dmitri approfitta dell’apertura per appoggiarci la cappella della sua bestia. Sorprendentemente, il suo cazzo entra in me quasi fino a metà e poi si blocca.
“Oh mio Dio! Ma è… mostruoso!”, sbotto io.
“Sì amore”, interviene Pino. “Hai visto che è entrato facilmente?”, e mi volto verso di lui per sorridergli, tranquillizzato dal fatto di non aver provato molto fastidio, tutto sommato. Intanto, lui spalma dell’altra saliva intorno al mio anello e sulla parte della mazza del russo che è ancora fuori. Dmitri spinge e il suo affare continua ad entrare.
Il mio culo si dilata ancora: “Oddio, mi sta spaccando tutto!”. Questa frase monta l’eccitazione di Dmitri, che mi assesta un colpo secco, così sprofondando nelle mie viscere. “Oh, merda, merda, MERDAAAAAAAA!!!!!”, urlo e un terremoto mi scuote dall’interno. Pino mi abbraccia per tenermi fermo e favorire Dmitri nella scopata. Dopo quell’affondo, infatti, il russo mi sta martoriando lo sfintere ed il mio corpo è percorso da un tumulto di esplosioni.
“Oh ch’è bello, tesoro! Stai godendo alla grande!”, mi fa Pino.
“Oh sì! Mi sento una gran porca così tutto aperto!”, e comincio a sbattere le mie chiappe contro il ventre si Dmitri per prendere più cazzo possibile.
Dimentico sempre che la stimolazione che mi provoca gli orgasmi anali più violenti è proprio la dilatazione dell’ano: più mi si allarga, più godo!
L’orgasmo arriva: l’eccitazione mi porta a spingere in fuori il mio retto e lo sfintere si spalanca all’inverosimile, così come la mia bocca, dalla quale esce un grido cavernoso. Una convulsione e il mio buco si stringe sull’asta di Dmitri. Il russo rantola.
Poi, alla terza convulsione, inaspettatamente il mio retto spinge di nuovo in fuori e mi dilato una seconda volta. Dmitri si rilassa un secondo, avendo temuto che il cazzo gli si staccasse dal corpo. Ma di colpo viene sorpreso da una nuova strizzata alla sua bestia e urla per l’arrivo dell’orgasmo. Il mio sfintere continua con quelle contrazioni esagerate, facendo una pompa rettale alla mazza del russo, che alla fine è costretto ad arrendersi e a scaricarsi nelle mie viscere.
“SBORROOOOOOOOO!!!!!!”, ansima. Abbasso la testa e Pino è già pronto con la bocca aperta per ricevere lo sperma che cola dal mio buco. Succhia sonoramente e ingoia ingozzandosi: “MMMMMMMM!!!!! Ch’è buono… slurp… una goduria… slurp… e che abbondanza…slurp… coff coff… mmmmmm… slurp… coff coff…!”.
Dmitri si sfila da me, il suo cazzo penzola gocciolante e Pino solleva un po’ il capo per inghiottirlo e ripulirlo. Poi si avventa sul mi buco slabbrato e lo divora assennatamente. Io stramazzo su di lui, scosso dagli ultimi spasmi.
“Tutto a posto, ragazzi?”, ci chiede Dmitri, un po’ preoccupato.
“Oh sì, stallone!”, rispondo io e mi struscio sul corpo di Pino, come una gatta in calore. Poi, il russo raccoglie i nostri vestiti e ce li porge perché ci rivestiamo. Anche lui si copre e, vedendoci barcollare, si offre di riaccompagnarci alla macchina e di seguirci con la sua fino a casa di Pino.
Una volta arrivati, entriamo e lasciamo cadere sul letto le nostre membra scosse e stanche.
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