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Gay & Bisex

Magic massager & fuck machine (2)


di crigio
29.11.2013    |    9.751    |    3 9.5
"”, e sento il suo nettare allagarmi gli intestini..."
Mentre siamo ancora appesi con il buco gocciolante, Enrico e Knut spariscono dietro il paravento alle spalle di Pino. Io e il biondino ci scrutiamo in attesa che i nostri stalloni ci liberino dalle corde, ma non sembrano quelle le loro intenzioni.
E infatti, dopo qualche minuto spuntano fuori tenendo in mano ciascuno una specie di guinzaglio. No, no! È proprio un guinzaglio, perché subito dietro di loro appaiono due energumeni nudi e incappucciati, tirati dai nostri amanti attraverso un collare. Hanno scoperti solo gli occhi e la bocca e vengono condotti proprio sotto i nostri culi, dove vengono fatti sdraiare. Poi, Enrico e Knut ci fanno abbassare ancora un po’, in modo che siamo a portata di bocca dei nuovi arrivati, i quali sollevano leggermente la testa e si incollano alle nostre roselline.
“Merda, mi sta aspirando tutto!”, sbotta Pino.
“Cazzo, hai ragione!”, esclamo di rimando, mentre il tipo sotto di me mi svuota lo sfintere proprio come un’idrovora risucchia l’acqua da un pantano. La sua lingua si insinua dentro e percorre tutto il perimetro dell’anello: lo titilla, lo fotte e ne stuzzica le parti rese più sensibili dalla scopata di poco fa. Mi contorco nell’aria. Pino sbatte la testa in tutte le direzioni e gode sonoramente.
Knut si inginocchia ai piedi del tipo che sta leccando il biondino, si china sul suo ventre e comincia a spompinarlo.
La lingua nel mio culo aumenta l’intensità delle lappate e l’energumeno inizia a mugolare. Volto leggermente il capo e vedo Enrico tra le sue cosce che gli lavora il cazzo.
Mi sento il solco fradicio: quando il nettare che Enrico mi ha sparato dentro si è esaurito, devo aver ripreso a secernere umori che, uniti alla saliva dell’animale sdraiato, mi sta inzuppando tutto. Due dita si fanno strada nelle mie viscere, mentre l’energumeno non smette di torturarmi. Mi pistona e mi fruga gli intestini. Scosta un po’ il jockstrap e mi lecca anche le palle. Il mio cazzo schizza fuori e lui se lo inghiotte.
Dietro Pino, Knut si solleva, scivola fin sopra il ventre del tipo che stava spompinando e, agguantandogli il membro, se lo infila in culo. Mentre lo cavalca, con le braccia intrecciate si pizzica i capezzoli e scuote la testa, abbandonandosi al godimento. Il mio animalone, invece, scorre sotto di me e, con un movimento secco e deciso del bacino, mi impala con la sua verga.
Esplodo quasi senza rendermene conto in un “Oddio, quant’è gross…!”, ma non faccio in tempo a terminare la frase che l’obelisco di Enrico mi riempie la bocca. Gli stalloni mi stantuffano nei due pertugi: mi sento usato, e la cosa mi eccita da morire. Sono appeso ad una corda in balia di due cazzoni enormi che mi fottono a più non posso. Cosa c’è di meglio?
D’un tratto la mia bocca si svuota: Enrico si inginocchia sulla faccia del tipo e gli pianta la mazza in gola, mentre, chinato in avanti, mi morde i capezzoli. Poi si solleva e, fissandomi negli occhi, mi chiede: “Stai godendo, amore?”.
“Oh, sì! Sì!”, gemo, e, sentendomi così in fregola, l’energumeno comincia ad assestarmi colpi più profondi.
“E adesso? Godi di più?”, mi chiede di nuovo Enrico.
“Cazzo, sì! Mi sento così pieno!”, rispondo. La sua bocca si unisce alla mia e limoniamo con passione. Alla libidine si somma l’eccitazione del contatto con la persona che amo e vado letteralmente in estasi.
“Amore, sei così caldo!”, mi sussurra Enrico, accarezzandomi i capezzoli col dorso delle mani. Inizio a sudare e trattengo a fatica un nuovo dirompente orgasmo. Percependo le reazioni del mio corpo, il gigantone mi esorta: “Lasciati andare!”, e il mio corpo inizia a vibrare.
“Così, bravo!”, mi fa. Il cazzone nel culo continua a stantuffarmi ed Enrico mi lecca le labbra, mi bacia la punta del naso e mi succhia un lobo. Le vibrazioni diventano tremore. Mentre un brivido mi sale lungo la schiena, protendo lentamente le terga in fuori e lo sfintere si dilata.
“Dai, apriti, tesoro!”, mi fa ancora Enrico, e, quando mi inarco al massimo, lui si alza, mi gira intorno e torna ad inginocchiarsi alle mie spalle. Intrufola il cazzo tra le mie chiappe e mi scivola dentro scorrendo sopra la verga dell’energumeno.
“Sei tutta un fuoco, troia!”, bofonchia l’animalone sotto di me, mentre mi accarezza il petto. Intanto davanti a me, Pino ha il cazzo dell’altro tipo in corpo e Knut è alle sue spalle in procinto di entrargli dentro. Quando anche la seconda mazza si fa strada nel suo sfintere, i suoi occhi e la sua bocca si sgranano e il suo capo si reclina sulla spalla del tedesco in un’espressione di estremo godimento.
“Che… Ah!... Che puttana… Ah!... Che sei!... Uff!...”, lo apostrofo.
“Tu… Oh! Oh! Oh!... MMMMMMMMMM… Tu non sei certo… Oh!... una santa… CAZZO! CAZZO! CAZZO! Così mi sfondateeeeeeeeeeeeeee!!! Sìììììììììììì, datemeli tutti!!! MMMMMMMMMMM!!!”, risponde, e intanto Knut e l’altro stallone gli squartano l’ano.
“Ha ragione Pino!”, mi sussurra Enrico all’orecchio. “Sei un diavoletto infoiato! Se potessi toccarti tra le cosce, sentiresti quanto sei bagnato!”, e mi infila una mano nel solco e poi me la mette in bocca. “Bevi i tuoi succhi, amore! Sì, così. Bravo!”.
“MMMMM… slurp… slurp… slurp!...”, lecco e i due cazzoni si alternano nel mio sfintere, fottendomi senza sosta. Tengono il mio orgasmo sul filo del rasoio, cosicché il mio buco rimane dilatato.
“Ehi, troietta! Lì a terra hai fatto un lago!”, dico a Pino.
“Sta’ zitta, puttanella!”, mi risponde lui. “Parli proprio tu che sei una fontana spanata!”.
“Knut!”, Enrico chiama il tedesco. “Come facciamo a farle tacere queste due?”.
“Un’idea ce l’ho! Fa’ come me!”, e dalla spalla di Pino spunta il magic massager. Knut glielo infila in bocca e lo aziona. Il biondino emette un urlo stridulo e soffocato, come quello di un maiale sgozzato, e il suo corpicino viene sconvolto dall’elettroshock. Con la coda dell’occhio vedo che anche Enrico sta avvicinando il suo dildo alla mia faccia e cerco di protestare: “No, no! Sto zitto, sto zitto! Giuro, giur… cough! Cough!... mmmmmmmmmmmMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!...”, grido, mentre una scossa mi frigge le membra fino alla punta dei piedi.
“Allora! Vi è bastata la lezione? La smettete di chiacchierare?”, ridacchia Knut.
“Sì! Sì!”, rispondiamo io e Pino in coro. Ma loro non hanno certo intenzione di crederci e spostano l’attrezzo più in basso sopra i nostri capezzoli e il ronzio parte di nuovo. La mia aureola si inturgidisce rapidamente e la punta sembra voglia schizzare via. Pino abbandona la testa in avanti e sbava dalla bocca. Poi una convulsione lo fa irrigidire. Diversi spasmi lo sballottano in su e in giù.
“Cazzo! Così mi fa sborrare!”, esclama l’energumeno sotto di lui, che gli incolla il ventre alle chiappe e si svuota i coglioni.
Io non riesco più a deglutire: la saliva mi cola dalle labbra e cerco di raccoglierla con la lingua. Enrico sposta il magic massager all’altro capezzolo e anche quello si indurisce velocemente. Il mio sfintere spinge in fuori all’inverosimile. Improvvisamente, una convulsione e l’anello si restringe. I due cazzoni vengono strozzati da una morsa strettissima.
“Ma che minchia fai, zoccola!”, impreca l’energumeno sotto di me. “Ah, vuoi lo sburro! E allora toh! Toh! Toh!”, e la sua verga si gonfia ritmicamente, sparandomi dentro ripetuti fiotti di caldo e denso sperma.
“Dilettante!”, commenta Enrico, senza farsi sentire da lui, e intanto continua a fottermi approfittando del fatto che il seme del tipo ha lubrificato ben bene il mio sfintere. “Vediamo quanto riesci a resistere!”, mi fa, e, mentre il cazzo dell’animalone scivola fuori, lui comincia a penetrarmi solo con il glande, favorendo di nuovo l’apertura lenta della mia roselllina.
“Sì, sì! Ancora, dai, che tra un po’ te ne arriva un altro!”. E infatti, dopo qualche secondo, tra la stimolazione del buco e quella dei capezzoli, un ennesimo orgasmo anale prende l’avvio. E stavolta è un vero e proprio terremoto. I muscoli dello sfintere si contraggono e si rilassano spasmodicamente ed Enrico sbotta: “Merda, amore! Così me lo stacchi… Oh! Ah! Uff!... Non ce la faccio più… uuuuhhhh!!!...uuuuuhhhh!!!...”, e sento il suo nettare allagarmi gli intestini.
“AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!! Mi stai distruggendooooooooo!!!”, urla Pino di fronte a me, mentre Knut lo sta sbattendo talmente forte che lui si spinge in avanti per tentare di sfuggirgli. Ma, naturalmente, imbragato com’è, non può e deve sottostare ai colpi bestiali del tedesco.
Intanto, i due energumeni sono sgusciati via e stanno sdraiati a sessantanove, uno sopra l’altro, a ripulirsi a vicenda i cazzi dai loro e dai nostri succhi.
“No! Noooooooooooooooooo!!!”, grida ancora Pino, e stavolta è perché Knut ha spostato il dildo elettrico sul suo buco. Il biondino viene devastato da continui spasmi. Gode fino ad esaurimento. Poi si accascia sorretto dalla corda.
“Ma che sarà mai!”, esclama Knut mentre estrae la verga dal culo di Pino. “Voglio provare”, fa, e si sdraia a terra, allarga le cosce e si penetra col magic massager. Lo aziona: parte un lamento e poi, d’improvviso, il suo corpo comincia a sbattere violentemente contro il pavimento. Dopo qualche secondo, la sborra inizia a fiottare fuori dalla sua mazza ma lui non smette di contorcersi come fosse posseduto. Allora Enrico gli corre incontro, gli monta su per tenerlo fermo e gli tira via il dildo. Knut accenna a calmarsi e aprendo gli occhi sibila: “Grazie, amico! Uff! Cazzo! Che roba, ragazzi!”, e ride come un deficiente.
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