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Gay & Bisex

Un orgasmo per Knut (2)


di crigio
13.11.2013    |    6.405    |    2 9.4
"“Sì, brava puttanella!”, mi apostrofa..."
“Che ne dite di proseguire la serata a casa?”, chiede Pino dall’altra toilette.
“Buona idea!”, rispondo io con la bocca ancora impastata di piscio. Ci rivestiamo velocemente e, mentre usciamo dal bagno, due tizi entrano e ci guardano incuriositi. L’orgasmo ci ha provati e forse i nostri visi rivelano qualcosa.
Lasciamo la discoteca e saliamo in macchina. Durante il tragitto, Pino, seduto dietro accanto a me, mi racconta quello che Dmitri gli ha fatto: dopo che lui gli ha rintostato ben bene il cazzo, il russo lo ha lubrificato divinamente con la sua lingua e poi lo ha sfondato col suo palo da record.
Intanto, nello specchietto retrovisore il volto di Knut, che sta guidando, ha un’espressione nervosa, come se le parole di Pino lo stessero indisponendo. Sembra anche che respiri affannosamente, quasi fosse eccitato. Non riesco ad interpretare bene quella sua espressione.
Arrivati a casa, ci precipitiamo in camera da letto per iniziare una seconda manche. Ci spogliamo completamente e Dmitri si siede su una poltrona e si apre la patta mettendo in mostra il cazzo ancora duro: il racconto di Pino in auto ha risvegliato i suoi sensi, a quanto pare. Mi inginocchio e comincio a lavorarmelo. Knut si porta di lato a lui e, rimanendo in piedi, gli accarezza una spalla e, con l’altra mano, spinge Pino verso il basso perché gli faccia un bel pompino. Sollevando lo sguardo, vedo i suoi occhi fissi sulla mazza del russo, sgranati e iniettati di lussuria. Il suo respiro è corto, a quanto sembra più per lo spettacolo dell’attrezzo di Dmitri che per la ciucciata del suo amante.
E infatti, quando abbandono l’asta del russo per dedicarmi alle sue palle gonfie, Knut si fionda letteralmente su quella, inghiottendola imprudentemente. Eh sì, perché, non avendo calibrato bene l’affondo, inizia a tossire e a diventare paonazzo. Se ne libera e fa dei versacci provocati da conati di vomito. Tuttavia, tanta è la lussuria che lo avvolge, che, ancora scosso da rigurgiti, ingoia nuovamente la verga di Dmitri e la spompina come un ossesso. La sua bava e i suoi succhi gastrici colano lungo l’asta, mentre cerca di soffocare i colpi di tosse. I suoi occhi lacrimano. Se li asciuga e continua a succhiare. Ogni tanto si stacca e inspira profondamente, poi si rituffa sull’oggetto del suo desiderio, quasi temendo che gli possa essere sottratto. Lo impugna e lo masturba contemporaneamente. Si gira meglio verso Dmitri, togliendo il suo cazzo di bocca a Pino che, preso per i capelli dal suo uomo, viene costretto a leccargli il solco.
Il pompino di Knut è talmente partecipato che Dmitri rantola di piacere. Se il tedesco continua così, il russo rischia di sborrare anzitempo. Stavolta, però, Knut sembra rendersene conto e si stacca dall’asta tirandosi su e leccandosi le labbra sbrodolanti. È infoiato all’inverosimile e certamente avrebbe voluto assaporare la sborra del suo amico, ma forse, prima, avrà voglia di qualcos’altro. Non per niente si sta facendo lavorare il buco da Pino: per prendere nel culo l’obelisco di Dmitri, ovviamente. Poi, sposta lo sguardo sul volto del russo che, ad occhi chiusi, sta cercando di trattenere l’orgasmo, e si china a limonarlo.
“Hai capito cosa voglio da te?”, chiede il tedesco a Dmitri.
“Sì, certo. Ma sei sicuro di riuscirci?”, gli fa il russo.
“Devo riuscirci! Voglio anch’io un orgasmo anale col tuo cazzone piantato nelle mie viscere, proprio come queste due puttane!”, risponde Knut con un rantolo di eccitazione nella voce, e con un gesto rapido, si mette a cavalcioni del suo amico e inizia a strusciarsi il cazzo tra le chiappe.
“Che razza di verga ti ritrovi, collega!”, sbotta il tedesco. Poi si volta verso Pino e lo strattona di nuovo per i capelli. “Continua a leccarmi, troia!”, lo richiama, tirandoselo verso il solco. Quindi, si gira verso di me e, prendendomi per il collo, mi costringe a leccargli i capezzoli. Vuole raggiungere il massimo stadio di eccitazione perché il suo buco sia il più rilassato possibile e possa così aumentare le chance di farsi penetrare da Dmitri.
Mentre io e Pino accresciamo la sua lussuria, Knut si struscia contro il russo e lo bacia con estrema voluttà. D’un tratto, si solleva un po’ e lascia che l’asta si insinui tra le natiche, puntandosi la cappellona al buco.
“E’ spaventoso!”, esplode, scollando per un momento le sue labbra da quelle di Dmitri. Mi afferra il capo e mi spinge verso le sue terga, ordinando: “Lubrificatemi bene, troie! Devo impalarmi su sto palo! Subito!”. Io e Pino ci inginocchiamo dietro di lui e sputiamo e spalmiamo saliva sull’asta e sul suo buco. Gli infiliamo uno, due, tre dita nel culo. Lui inarca la schiena e spinge lo sfintere in fuori, per aprirsi sempre di più. Dopo un po’ le tre dita scorrono facilmente e potrebbe essere pronto. Pino agguanta la mazza di Dmitri e la punta alla rosellina di Knut, che comincia ad abbassarsi per inghiottirla. Il glande passa, ma viene subito sputato fuori e lui impreca in tedesco. Allora Pino ripete l’operazione e stavolta l’anello di Knut trattiene quella pesca turgida. Il suo corpo vibra, probabilmente per il dolore della dilatazione. Infatti, emette un urlo lancinante che ci fa capire che sta soffrendo come un cane. Tuttavia, è tanta la sua voglia di farsi scopare dal russo che resiste stoicamente.
Io e Pino continuiamo a sputare saliva sull’asta e, piano piano, lo sfintere di Knut risucchia un altro pezzo di verga. Mentre il biondino lubrifica il cazzo, io mi rialzo e torno a stimolare i capezzoli del tedesco, che, in questo modo, sembra rilassarsi un po’.
“Sì, brava puttanella!”, mi apostrofa. “Adesso so cosa provate voi vacche con questi grossi calibri nel culo!”, aggiunge ansimando e pare che finalmente cominci a godersi la penetrazione. Si muove piano su e giù e la mazza gli entra dentro fino a metà. Poi Pino si alza anche lui e si avvicina a me iniziando a limonarmi. Vuole stimolare il senso della vista di Knut, che, infatti, ci esorta a darci dentro e si muove più velocemente sul suo amico. Quindi, il biondino si sdraia a terra in modo che il tedesco possa vederlo bene, e spalanca la bocca. Io mi accovaccio sulla sua faccia e spingo per scaricargli in gola la sborra che Dmitri mi ha sparato dentro quando eravamo nel cesso della discoteca. Pino beve e ingoia tutto e poi mi mangia letteralmente la rosellina succhiando come se ne volesse ancora. Per l’eccitazione, cado sulle ginocchia e mi chino a spompinare il mio amico, ma lui subito, con un colpo di reni, mi fa rivoltare e mi sale sopra, mettendosi nella stessa posizione in cui ero io poco fa. Mi soffoca con le sue chiappe, costringendomi a lubrificarlo e inizia a succhiarmi il cazzo come se volesse staccarmelo. Quando me lo ha ben rintostato, scivola sul mio corpo e mi si impala sopra, aprendo le cosce verso Knut, in modo che il tedesco possa guardarlo mentre mi cavalca.
La mossa funziona, perché Knut scende ancora un po’ sul cazzo di Dmitri. Ma il russo non ne può più di questa tortura e allora si carica tutto il peso del tedesco sulle braccia, si alza e lo porta fino al letto. Ce lo lascia cadere sopra e, piegando leggermente le ginocchia, inizia a fotterlo di peso.
“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, urla Knut. “Ma che cazzo fai, stronzo!!!”, si incazza col russo.
“Sta’ zitta, puttana!”, lo insulta, mentre lo sbatte ripetutamente. “Non era questo che volevi? EH?”. Dal basso riesco a vedere il palo di Dmitri affondare adesso completamente nelle viscere di Knut, squartarlo e fargli colare fuori la saliva che io e Pino gli abbiamo sputato dentro. Sembra una fica slabbrata che sbrodola umori. Avrei voglia di andare a leccare tutto, ma Pino mi monta come un ossesso, sovraeccitato dallo spettacolo del suo amante sfondato da quel toro di Dmitri. Di colpo, il russo, con uno strattone, estrae la mazza dal tedesco, gli spinge le gambe di lato, lo fa mettere a pecorina e poi monta sul letto accovacciandosi alle sue spalle. Quindi, affonda nuovamente nel suo sfintere ormai aperto, pistonandolo a più non posso. Knut urla e le sue mani cercano un qualche appiglio per sottrarsi a quelle percosse, ma Dmitri gli afferra i polsi e glieli ammanetta sulla schiena.
“Dove vuoi scappare, troia?”, lo provoca il russo. “Sei mio! MIO!”, aggiunge Dmitri, infoiato da pazzi. Il bacino di Pino si muove così velocemente sopra di me che non resisto più e gli scarico in corpo la mia sborra. Lui la raccoglie tutta e poi si alza a va verso il letto. Intanto, Dmitri fa voltare di nuovo Knut sulla schiena e lo penetra di brutto. Pino sale sulla faccia del suo amante e svuota gli intestini nella sua bocca, mentre gli svita i capezzoli con le dita.
Tra i colpi del russo, l’aroma del mio sperma e degli umori di Pino e la stimolazione al petto, Knut non ci vede più. D’improvviso, mi accorgo che il letto trema ancora più forte, e non solo per gli affondi di Dmitri nello sfintere del tedesco. Invece, è proprio quest’ultimo ad essere colto da convulsioni, di tale violenza e intensità che anche Pino viene sbalzato verso l’alto.
“Ecco, amore! Così! Così!”, sussurra il biondino, esortando Knut a godersi pienamente l’orgasmo. Scende dalla faccia del tedesco, che si tira su sui gomiti e sgrana gli occhi e spalanca la bocca, emettendo un urlo cavernoso contro Dmitri, che, mai stanco, continua a stantuffarlo profondamente. Poi, Knut si accascia sul letto, si irrigidisce e inizia a piegare la schiena all’indietro, sollevando i lombari dal materasso e stringendo e strappando via le lenzuola. Ora le sue terga sbattono di nuovo giù ed il suo sfintere sta cominciando a contrarsi, perché Dmitri urla: “Sì, puttana, dai! Fammi sborrare!”, e spinge il suo ventre contro le chiappe del tedesco, tenendole incollate a lui, mentre si svuota i coglioni nelle sue viscere. Con lo sguardo Knut sembra cercare aiuto: lo gira in tutte le direzioni e, quando trova Pino, lo implora con gli occhi di soccorrerlo. Interpretando quello che sta succedendo, credo che il cazzo di Dmitri, mentre fiotta sborra dentro il tedesco, si ingrossi ancora di più ritmicamente, prolungando così l’orgasmo di Knut, che, non essendo esperto della cosa, teme di non riuscire a riprendere il controllo del suo corpo.
Una volta esaurito lo sperma, Dmitri estrae la verga e il buco del tedesco rimane vergognosamente aperto. Il nettare del russo cola fuori, inzuppando le lenzuola. Knut si porta una mano tra le cosce e si impressiona per la dilatazione che ha assunto la sua rosellina. Pino si china a succhiare la sborra riversatasi sul letto e la sputa nella bocca del suo amante, mentre io mi intrufolo tra le gambe del russo e lo mungo, raccogliendo le ultime gocce di seme che stillano dal suo membro.
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