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Il rosso e il nero


di crigio
27.05.2013    |    16.645    |    6 9.7
"Al banco c’è un energumeno che mi chiede € 15, 00 e mi dice che se voglio anche le tappine sono altri € 2, 00..."
Dopo un po’ che non mi divertivo, un sabato mattina decido di andare in sauna. Andrea me l’aveva descritto come un luogo di perdizione e la cosa mi aveva eccitato tanto che avevo in mente di andarci prima o poi.
Entro. Al banco c’è un energumeno che mi chiede € 15,00 e mi dice che se voglio anche le tappine sono altri € 2,00. Io gli rispondo che ho le mie e mi dirigo verso gli armadietti. Scelgo il 3, lo apro e comincio a denudarmi. Negli spogliatoi non c’era nessuno, il che non prometteva bene. Chiudo l’armadietto, mi cingo la vita con l’asciugamano e mi inoltro in questo girone infernale.
Inizio a girare per i corridoi, quasi tutti rigorosamente in penombra e pieni di cabine, molte con un piccolo televisore in un angolo in alto dove viene proiettato un film porno. Ogni tanto, dietro una porta chiusa, sento rantolare e capisco che lì ci stanno dando dentro. Quantomeno non sono da solo. Qualcuno rimane appoggiato alla porta della cabina invitandomi ad entrare con lui, ma nessuno di quegli esemplari di maschio era il mio tipo.
Alla fine decido di fare il loro stesso gioco, ma invece di rimanere sull’uscio, mi sdraio sul divano-letto dentro uno di quei cubicoli, sollevo le gambe piegando le ginocchia e mi godo la scena che danno sul televisore, dove ci sono due ragazzini che scopano a 69, tirandosi un pompino che sembra che si vogliano staccare i cazzi a vicenda. Tutto sommato è eccitante e quindi il mio membro comincia a diventare barzotto. Con una mano mi accarezzo il petto e mi strizzo un capezzolo, e poi scendo giù fino al pube, strofinando il palmo sul mio cazzo. Comincio ad ansimare un po’, chiudo gli occhi e reclino la testa.
Sono così preso da me stesso che non mi accorgo di avere già del pubblico. Guardo verso la porta della cabina e vedo due occhi neri su fondo bianco che mi scrutano: sembrano quasi fluttuare nell’aria, finché non capisco che appartengono ad un ragazzo africano. Infatti, aguzzando la vista scorgo i due labbroni, il naso grosso e un po’ schiacciato e i capelli ricci e crespi. Già solo gli occhi mi fanno capire che avrebbe voglia di unirsi a me, ma io faccio un po’ il prezioso e continuo a curarmi solo di me stesso. Ansimo più forte mentre una mia mano armeggia col cazzo e l’altra tortura il capezzolo. Ogni tanto do un’occhiata al morone e vedo che si passa la lingua sulle labbra, probabilmente secche per l’eccitazione.
Ad un tratto abbasso lo sguardo e, sorpresa!, mi accorgo della mostruosità che gli cresce in mezzo alle cosce. A quel punto non mi controllo più e lo invito a raggiungermi. Lui non si fa certo pregare e si avvicina con passo felpato fino ai piedi del lettone. Si inginocchia e infila la testa dentro l’asciugamano che ancora mi copre la vita e le cosce. Sento la sua lingua perquisirmi le pudenda: mi lecca l’interno di una coscia dal ginocchio fino all’inguine, poi si stacca e passa all’altra gamba facendo la stessa cosa. Questa seconda volta arrivato allo scroto comincia a leccarmi le palle: le prende in bocca una alla volta e poi tutt’e due insieme, le succhia e le rilecca. Quindi, passa al cazzo: gli dà una leccata abbondante e poi se lo ingoia, divorandolo. La mia schiena si contrae e la libidine comincia a prendere possesso del mio corpo. Il fatto di non vedere che cosa mi sta facendo sotto l’asciugamano aumenta la mia eccitazione.
Il nero continua a succhiarmi il cazzo, facendolo crescere dentro la sua bocca. Ogni tanto si scolla e dà dei colpi di lingua sul frenolo. Poi lo ingoia di nuovo, succhiando come un forsennato.
D’improvviso emerge dal telo, si alza e così da vicino riesco a vederlo in tutta la sua prestanza: è ben definito, non propriamente muscoloso, ma atletico, e quella mazza tra le gambe a quella distanza fa davvero impressione. Monta sul lettone a cavalcioni delle mie gambe e piano piano si avvicina alla mia faccia. Mi ritrovo con quella bestia sul muso e non posso fare a meno di tirare fuori la lingua per saggiarne il sapore. Cerco di percorrerlo in tutta la sua lunghezza, ma temo di non esserci riuscito davvero. E dire che non è ancora completamente duro! La cappella poi è bella turgida e lucida e invoglia a prenderla in bocca, quasi fosse una ciliegia gigante. Quindi, non perdo tempo e faccio esattamente così: con uno scatto improvviso ingoio quel frutto peccaminoso e la mia vittima ha un sussulto, forse pensando che volessi staccargliela. Quando si abitua al calore della mia bocca si rilassa e si gode uno dei più bei pompini che io abbia mai fatto. D’altronde, quando hai a disposizione un cazzo come quello non puoi non dedicartici anima e corpo!
La mia testa fa su e giù e le mie papille gustative si godono quel ben di Dio. Comincio a produrre saliva in quantità esagerata, tanta è l’eccitazione e la voglia. Il negrone comincia a rantolare, tanto che temo possa già venire, ma in realtà è solo preso dall’eccitazione. Resiste ancora, e accompagna la mia suzione con un movimento del bacino: praticamente mi scopa la bocca.
Va sempre più a fondo e sento che la bestia comincia a crescere. Temo che non riuscirò a contenerla tutta, ma allo stesso tempo non voglio lasciarla andare. Ormai me la sento arrivare fino in gola e ogni tanto tossisco e innaffio di saliva quel membro meraviglioso.
Forse per aver raggiunto il limite, il nero tira fuori il membro dalla mia presa e me lo mostra in tutta la sua lunghezza: non credo di esagerare se dico che sarà stato almeno 27/28 cm. Mi immaginavo già che avrebbe voluto possedermi e avevo paura che la serata sarebbe potuta finire male. Intanto, però il tipo deve aver gradito molto la mia pompa, perché torna a spingermi il cazzo in bocca e a fottermi fino in gola.
D’un tratto avverto una carezza al basso ventre: il negrone avrà deciso di dedicarsi anche lui un po’ a me. Però mi accorgo che le sue mani sono lungo i suoi fianchi, quindi quel tocco non può essere suo. Scosto un po’ la testa e vedo una chioma rossa che si infila sotto l’asciugamano. Sobbalzo quando sento titillarmi le palle. Sorrido per il solletico, ma subito dopo ansimo per il piacere. Credo di avere anche stretto i denti in quel momento, perché il nero ha protestato in una lingua incomprensibile.
La leccata di palle accentua la mia voglia, tanto che la mia pompa si fa più intensa e il tipo che mi sta addosso si contorce sempre di più. Stavolta temo che spruzzerà la sua sborra da un momento all’altro, anche perché il suo membro comincia a pulsare. Allora mi preparo a ricevere il suo nettare.
Purtroppo non mi sono sufficientemente preparato, perché i fiotti iniziano ad arrivare potenti ed abbondanti e non riesco a contenerli tutti. La sborra mi cola dai lati della bocca e ho dei conati per il sapore nuovo di quella secrezione. È tanta la mia eccitazione, però, che afferro quel cazzone e lo meno per fare sgorgare tutto il latte di cui è capace. Spalanco la bocca e altri fiotti colpiscono il mio palato, la mia gola e le mie labbra. È un fiume in piena. Non smette più di sborrare! Ormai sono in un lago di sperma e la cosa mi eccita da morire. In più il rosso tra le mie cosce, non essendosi accorto che il nero è venuto, continua a torturarmi l’inguine e alla fine anch’io devo arrendermi alla libidine, e insozzo l’asciugamano con la mia sborra.
Finalmente il nero smette di spruzzare e si accascia su se stesso. Il suo membro però non abbassa la testa e svetta ancora sulla mia faccia come se non ne avesse avuto abbastanza. Il rosso emerge dalla mia asciugamano, si alza e viene anche lui sul divano-letto, inginocchiandosi accanto al mio viso. Mi sbatte la sua mazza sulla guancia e quella si sporca dello sperma del nero.
Preso ormai da una voglia sfrenata, ingoio anche quel secondo cazzo, succhiando contemporaneamente la sborra del nero, quasi stessi assaporando un cannolo alla ricotta.
Intanto, il cazzone del nero mi minaccia con il suo enorme glande: lo vedo allontanarsi e posizionarsi in mezzo alle mie cosce. Con un gesto violento il nero strappa via l’asciugamano, mi solleva le gambe e si tuffa tra le mie natiche, dandomi abbondanti colpi di lingua al buco del culo.
Mentre succhio il cazzo del rosso, mi sento colare la saliva del nero tra le gambe e la mia eccitazione si riaccende. Mi sento una troia in balia di quei due maschioni. La lingua del nero, poi, è quasi come il suo cazzo: grossa e potente. La sento introdursi dentro il mio buco e titillare l’anello del mio ano e l’interno delle mie cosce.
Quando ormai sbrodolo come una cagna, il nero si risolleva e punta la sua mazza contro la mia apertura. Sputa sulla cappella e la umidifica abbondantemente. La struscia un po’ sul buco e comincia a spingere. Io sono in brodo di giuggiole e quella cappellona non fa fatica ad entrare. Invece, è il resto che non riesce a scorrermi dentro.
Il tipo allora continua a sputarsi sul cazzo, rendendolo fradicio. Sarà che la sua saliva è molto grassa, ma quell’enormità così insozzata riesce a farsi strada rapidamente nei miei intestini. Io godo sempre più ad ogni millimetro che si introduce nel mio sfintere. Mi sento completamente aperto.
Quando il membro arriva a poco più di metà, il nero comincia a pomparmi il culo. All’inizio brucia un po’, ma poi mi rilasso e mi lascio lavorare da quel ragazzone esperto. Ad ogni colpo il mio corpo si contrae, i miei capezzoli mi fanno male per quanto sono diventati duri. Quasi accorgendosene, il rosso me ne afferra uno e me lo tortura, facendomi impazzire di godimento. Poi si china in avanti, si appoggia sui pugni e con secchi movimenti di bacino mi scopa la bocca.
Vengo stantuffato in entrambe le mie aperture da due cazzoni duri e possenti. Il rosso e il nero alternano la loro pressione nei miei buchi, causando al mio corpo diverse scosse: i colpi sulla mia prostata e la stimolazione delle mie papille gustative non tardano a provocarmi uno dei miei orgasmi anali. Come al solito parte dalla schiena, che si contrae: ho le convulsioni, sempre più frequenti. Il culo si apre di più e il nero riesce ad affondare meglio dentro di me. Mentre tremo ancora di eccitazione, sento che il suo membro entra ormai per intero.
Adesso sono davvero completamente aperto e non ho più la forza di resistere, semmai ne avessi avuto l’intenzione. Mi lascio violentare e mi abbondono a quei due stalloni. Il nero sospira di soddisfazione quando capisce che le sue palle ormai sbattono contro le mie chiappe. Il rosso comincia a rantolare e il suo cazzo a pulsare, finché non sfoga la sua eccitazione dentro la mia bocca. Anche lui spruzza abbondantemente, ma stavolta sono pronto e ingoio tutto quel succo senza perderne neanche una goccia. Anzi, succhio e succhio ancora come se ne volessi sempre di più, anche quando quel cazzone non sembra avere più nettare da darmi. Il rosso mi chiede di fermarmi perché non ce la fa più e ridacchiando di stacca dalla mia idrovora.
Il nero, invece, non sembra ancora sazio e mi sta praticamente sfondando lo sfintere. Sento che i colpi mi arrivano allo stomaco: fanno male ma non posso ribellarmi, perché lui è tutto sopra il mio corpo e mi possiede completamente. Adesso accelera e sembra finalmente pronto a donarmi la sua essenza. E infatti lo sento tremare e scaricare dei fiotti potenti nelle mie viscere. Continua a spingere finché non esaurisce tutta la sua riserva, e devo dire che ne aveva proprio tanta!
Quando esce da me, sento il suo sperma colarmi tra le natiche e non posso fare a meno di toccarmi, insozzandomi così le dita, che senza esitazione mi porto alla bocca per assaporare di nuovo quel sapore di maschio.
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