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Gay & Bisex

Addio al celibato (2)


di crigio
10.07.2014    |    9.821    |    0 9.9
"Poi torna dal gruppo e si mette davanti al viso di Francesco, accanto a Paolo..."
“Ah… Ahah… Ahahahahahah!!! Che roba, ragazzi!”, ride Francesco, ancora sdraiato a terra, stremato per l’estremo godimento che Enrico gli ha procurato. “Bene: grazie a tutti! È stato davvero un piacere!”, aggiunge, mentre si rialza e raccoglie i suoi vestiti.
“Dove credi di andare?”, gli chiede Knut. Il nostro ospite si volta e gli lancia uno sguardo interrogativo. “Noi non siamo mica venuti!”, e con uno scatto felino, lo afferra per un braccio, gli dà un calcio dietro un ginocchio e lo fa ricadere a terra. Lo prende per i capelli e gli pianta in gola la sua mazza, scopandogli la bocca e facendolo strozzare. Il troione tossisce e subito il suo bel viso si impiastriccia della sua saliva. Due lacrimoni compaiono dentro i suoi begli occhioni neri e, dopo una strizzata di palpebre, gli rigano le guance fino al mento.
“No… couf!... lasciatemi andare, vi prego… couf!... couf!”, implora Francesco, in un momento di libertà.
“Non dire stronzate, puttana! Ora dobbiamo godere noi!”, insiste il tedesco, che gli riempie ancora le fauci con il suo nerchione. “Non immaginavo che fossi tanto troia! Allora, adesso ne approfittiamo un po’! Che ne dite, ragazzi?”, chiede infine agli altri tre, e urla di giubilo si levano in tutta la stanza. Knut si fa indietro e poi si sdraia sul pavimento, tirandosi su il cazzo. “Impalatemelo qua!”, ordina agli altri stalloni, e Tony e Paolo afferrano Francesco per le ascelle e lo fanno mettere sopra il ventre del tedesco. La minchia viene ingoiata senza alcun ostacolo dallo sfintere del puttanone e lo stallone inizia subito ad assestargli dei fendenti da paura dal basso verso l’alto.
Dopo un po’, Knut fa segno con il pollice a Tony di unirsi a lui nelle viscere di Francesco e allora questo si inginocchia dietro il troione e punta la minchia al suo solco. Gli afferra le caviglie e fa cadere anche lui in ginocchio. Poi spinge e anche la sua asta si fa largo nel budello.
“Wow! Che bei cazzoni!”, esclama Francesco, ormai rassegnatosi e, a quanto pare, di nuovo in preda al godimento. Io, naturalmente, provo un’invidia che non potete immaginare: vorrei essere al posto di quello stronzo, che stava andando via senza neanche assaggiare il frutto dei lombi di questi quattro stalloni. Non sa ancora che cosa si sarebbe perso! Tra un po’ verrà inondato da tanta di quella sborra che farà indigestione!
Questi pensieri mi eccitano un casino e i vestiti addosso mi stanno stretti. Mi levo tutto e comincio a masturbarmi. Enrico se ne accorge e mi sorride. Mi si avvicina e mi sussurra: “Sta’ tranquillo: non ti lasceremo a bocca asciutta!”. Poi torna dal gruppo e si mette davanti al viso di Francesco, accanto a Paolo. Entrambi offrono le loro mazze da succhiare al troione e quello non si lascia certo sfuggire l’occasione. Le agguanta e ne inghiotte una con voracità. Devo ammettere che, indipendentemente dalle dimensione del cazzo, sto puttanone riesce ad affondarselo fino in gola con una facilità incredibile. A quanto pare, non solo il suo culo è sfondato, ma anche la sua bocca. Per un ragazzo così giovane è una vera rarità!
Le verghe di Knut e di Tony gli pompano lo sfintere alternatamente ma non violenza, proprio come piace a Francesco, che comunque non fa una piega e passa a succhiare prima il cazzo di Enrico e poi quello di Paolo.
“Ragazzi, sta troia ha un aspirapolvere in bocca! Ed è almeno da 2500W! Io non credo di resistere ancora a lungo!”, bofonchia Paolo.
“E allora allattalo ben bene, amico! Non aspetta altro… uff!”, gli risponde Knut, che, invece, non desiste dal pompare Francesco nel culo.
“O… ok… aaaaaaaaaahhhhhhhhh… ecco che arriva, puttaaaaaaaaaanaaaaaaaaaaaaa!!!”, urla il mio amico, che si stringe forte l’asta e spara lunghi schizzi di sperma tra le fauci spalancate del troione, il quale sembrava non aspettare altro. Infatti, ingoia tutto senza lasciare cadere neanche una goccia. Il suo gozzo sale e scende nella gola e le sue guance si incavano. Si gusta quel nettare delizioso come fosse il suo ultimo pasto.
Le gambe di Paolo tremano e lui si appoggia al pouf e si trascina verso il divano. Enrico mi fissa e, con un cenno del capo, mi fa capire di avvicinarmi al nostro amico per prendermene cura. Io gli sorrido, quasi ringraziandolo: non ne potevo più di guardare soltanto. La mia voglia è cresciuta tanto che mi sembra di scoppiare!
Allora, mi alzo dalla poltrona e mi precipito vicino a Paolo. Gli massaggio e gli lecco il petto, scendendo via via fino al suo ventre. Il suo cazzo pulsa ancora e dell’altro seme si riversa nel suo ombelico. Con la punta della lingua lo raccolgo e poi lo inghiotto. Quindi, passo a titillare il glande ancora impiastricciato. Paolo ha un sussulto e protesta un po’, ma, quando avvolgo la cappella tra le mie labbra, una sua mano mi preme la nuca e mi costringe ad ingoiare tutta l’asta.
“D’accordo! Uff!... Fa’ di me quello che vuoi!”, mi fa, ansimante. Non me lo faccio certo ripetere e, agguantando la minchia, la masturbo e la succhio contemporaneamente. Il cazzo sembra rispondere subito alle sollecitazioni e anche lui se ne sorprende. “Porca vacca!”, sbotta. “Mi sta tornando duro! Di già!”, mormora, e il fatto che sia merito mio mi inorgoglisce e intensifico la suzione.
Nella stanza risuonano i gemiti di Paolo e di Francesco da un lato, e i rantoli di Enrico, Knut e Tony dall’altro. Con la coda dell’occhio osservo il troione che si fa montare da due dei più bei cazzoni che abbia mai visto, mentre succhia con voracità quello del mio ragazzone. Questo spettacolo mi manda su di giri e le mie guance aspirano con più forza l’asta del mio stallone che subito mi richiama all’ordine: “Vacci piano, Giò! Altrimenti me lo stacchi!”, e sorride bonario. Io abbandono un momento la nerchia e salgo a fargli un profondo lingua-in-bocca che lui sembra gradire parecchio.
“Tranquillo!”, gli faccio poi. “Non si stacca! Anzi,”, concludo, ammirando la splendida erezione che la nerchia del mio amico ha assunto, “che ne dici di farmelo sentire un po’?”. Allora, con un balzo Paolo si mette in piedi, mentre io mi ribalto sul divano sdraiandomi sulla schiena. Proprio quando le mie gambe si stanno per divaricare, Enrico afferra il capo di Francesco e lo costringe a girarsi verso di me. Le mie cosce si allargano e, contemporaneamente, anche le labbra del troione, stupefatto dalla stranezza e bellezza della mia rosellina.
“Wow! Che meraviglia!”, sbotta, ancora stantuffato in culo da Tony e Knut.
“Già, amico!”, si inserisce Paolo. “Allora è vero quello che mi diceva Seby!”.
“Vorresti assaggiarla?”, chiede Enrico a Francesco.
“Certo che sì… uff!...”, risponde senza esitazione il puttanone, che, portandosi in avanti, si estrae dal culo le due mazze e, gattonando, si precipita tra le mie chiappe. “Sembra un’ostrica!”, commenta, esaminandomi con attenzione. Poi, sputa contro il mio buco e un attimo dopo è lì che grufola con un maiale. Sento la sua lingua perquisirmi ogni antro della mia mucosa e queste carezze mi scatenano delle piccole scosse che si riverberano su su lungo le mie membra, fino al cervello. Mi contorco a destra e a sinistra, finché il mio naso sbatte contro la minchia di Paolo, che, nel frattempo, si è inginocchiato sul divano e mi porge la sua virilità perché continui il pompino prima interrotto. La impugno e la avvolgo tra le mie labbra, iniziando immediatamente a succhiarla con intensità. Il mio amico si irrigidisce e cerca di trattenersi: stavolta vuole resistere il più a lungo possibile e, magari, dopo aver visto il mio buco nuovo fiammante, vorrebbe anche deflorarmi.
Intanto, Enrico accarezza con insistenza il solco del troione, a quattro zampe tra le mie chiappe col culo per aria. È un bocconcino troppo appetitoso per il gigantone che quindi si lubrifica il cazzo e lo punta alla rosellina di Francesco. Questo non fa una piega e continua a lavorarmi il buco mandandomi in visibilio. La sua lingua colpisce i miei punti più sensibili, tanto che avverto già qualche contrazione al bassoventre. Un secondo dopo sento lui che risucchia qualcosa: devono essere gli umori che ho rilasciato. Guardo verso il basso e lui mi osserva con occhi infuocati. È sovraeccitato, sia dal sapore delle mie secrezioni, che dai colpi alla prostata che Enrico gli sta inferendo.
“Devo scoparti!”, mi fa, d’un tratto, Paolo. “Ora! Altrimenti esplodo!”. Mi prende le gambe e, sottraendo al troione il suo pasto, mi fa ruotare sulla seduta e mi squarta di nuovo. Si afferra il cazzo e lo infila tra le mie chiappe. Spinge e la mia rosellina lo accoglie con gentilezza. Sospira di soddisfazione e un sorriso gli si dipinge in volto. “Mio Dio! Che roba! È così morbida e calda!”. Intanto, Francesco si avvicina ancora al divano finché il suo viso sovrasta il mio. Mi stringe il mento e mi costringe ad aprire la bocca, facendoci colare dentro della saliva mista ai miei umori. Poi, incolla le sue labbra alle mie e mi limona senza ritegno. “Ehi, amico! Dovresti provarla!”, continua Paolo, rivolgendosi a Tony che, nel frattempo, si è messo alle spalle del divano e si mena il cazzo proprio sopra di me.
Alzo un braccio e glielo agguanto. “MMMMMMMMM!!! Quant’è duro!”, gli dico, apprezzandone la condizione, in un attimo che Francesco mi lascia libero di respirare e di parlare. Lo masturbo e intanto subisco gli affondi sempre più penetranti di Paolo. Una mano di Tony si allunga sulla mia rosellina e, con due dita, inizia a strofinarmela sempre più velocemente, aumentando la stimolazione già esagerata del cazzo del suo amico.
In tutto questo non si vede più Knut. Allora, approfitto di uno spiraglio tra i corpi di Francesco e di Paolo per allungare lo sguardo oltre il gruppo del quale sono il centro e lo trovo seduto sulla poltrona a menarsi la minchia, mentre si gode lo spettacolo, paonazzo in volto e, apparentemente, pronto a sborrare da un momento all’altro. Le sue labbra si muovono: “Quanto sei troia!”, sembra dire, tra l’incazzato e l’eccitato. Probabilmente è anche geloso: vorrebbe avermi tutto per sé, ma sa che in presenza di Enrico è escluso che possa fottermi.
All’improvviso, Francesco abbandona le mie labbra e, facendo scorrere la lingua lungo la mia pelle, giù per tutto il corpo, arriva al mio inguine, supera il cazzo e si ferma sopra la mia rosellina piena della mazza di Paolo, dove le dita di Tony continuano a muoversi, adesso inforcando la virilità dello stallone.
Questo triplo massaggio è davvero troppo. “Così io muoio!”, mi lamento, senza molta convinzione. Giro il capo verso sinistra e vedo Enrico ansimante che sbatte come un ossesso il troione, mentre mi osserva godere. Una sua mano si allunga e si posa sul mio petto: con pollice e indice mi stringe un capezzolo e lo strizza e lo tira facendomi male. Il mio busto si solleva per affievolire la tortura del gigantone, ma le mie gambe cominciano a vibrare. Il mio sguardo cerca di nuovo Knut che, ancora seduto a masturbarsi, annuisce nella mia direzione, esortandomi ad esplodere definitivamente. Allora, una spinta mi parte dal bassoventre, il mio sfintere si dilata a dismisura e Paolo mi precipita dentro completamente. Subito dopo, i miei muscoli interni si stringono intorno alla sua asta e iniziano a pomparla, stimolati dagli spasmi che tutte queste stimolazioni mi provocano.
“Merda, amico! Così io sborro!”, urla il mio stallone.
“Sì, sborra! Ma fuori… fuori…!”, gli chiede Francesco, pronto a bocca spalancata a ricevere il suo sperma. Quindi, Paolo estrae la verga dalle mie viscere, si mena un po’ e poi un fiotto abbondante va a lordare il viso del troione, che raccoglie tutto con una mano che poi si ripulisce con la lingua.
“Spòstati!”, ordina Tony a Paolo, che rapido scende dal divano e cede il posto al suo amico tra le mie cosce. Il secondo stallone infila con maestria il suo cazzone nel mio sfintere e mi sollecita ulteriori spasmi, prolungati dallo stantuffo intenso che mi pratica dentro. “Lèvati!”, comanda poi a Francesco, spingendolo via. Quindi, si sdraia su di me e muove il bacino su e giù, fottendomi sempre più veloce. “E’ proprio vero: sei così accogliente e caldo! Una libidine pazzesca!”, geme ad occhi chiusi, scopandomi ripetutamente dando sfogo alla sua eccitazione. Si avventa con i denti su un mio capezzolo e me lo dilania.
“AAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!”, grido in preda ad un ormai pieno orgasmo anale. Le mie unghie si piantano nelle sue chiappe e me lo tengo stretto a me in modo che la sua mazza mi arrivi fino in fondo.
Gliela pompo con i muscoli dello sfintere e qualche secondo dopo lui annuncia: “Veeeeeeeeeengooooooooo!!!”, e sento un fiotto potente percuotermi la prostata, e poi un altro e un altro ancora. Anche i miei talloni si piantano nelle sue natiche e lo intrappolo finché non si svuota completamente i coglioni.
“Che puttana! Che puttana!”, rantola Enrico alla mia sinistra, insultandomi, anche se tutti credono stia parlando di Francesco, il quale, senza colpo ferire, continua a prendersi il suo cazzone e ad esortarlo a fotterlo. Un attimo dopo anche il mio ragazzone esplode negli intestini del puttanone e questo si contorce tutto godendosi gli schizzi di sperma che lo inondano dentro.
Quando Enrico esaurisce l’orgasmo e si tira indietro, Francesco chiosa: “Bene! Ne manca solo uno!”, e si alza in piedi e corre da Knut. Si gira dandogli le spalle e monta sui braccioli della poltrona. Quindi, si accovaccia sul suo ventre impalandosi sulla sua asta dura come il marmo. Cavalca lo stallone e gli si struscia contro mugolando come una gatta in calore. La verga bianca di Knut infilata su per quell’anello di carne livida è un contrasto veramente eccitante e, ogni volta che il troione scende verso le cosce dello stallone, un rivolo di sborra (quella che Enrico gli ha riversato dentro poco fa) cola giù per le sue chiappe.
“Ah! Come sei duro, amico! Sei un vero maschione! L’avessi saputo prima, mi sarei fatto sfondare! Ma sai da quanto?”, bofonchia Francesco, mentre si agita sul cazzone di Knut, ormai al limite della resistenza.
“Beh… uff!... c’è sempre tempo… argh!... come vedi…!”, risponde il tedesco, digrignando i denti per non cedere all’orgasmo. Tuttavia, sembra proprio non farcela e, con un urlo da cavernicolo, ci annuncia la sua imminente sborrata. “Toh, stronzone! Toh! Prendila tutta, dai! Senti quanta ne faccio? Senti?”.
“MMMMMMMMMM, sì! Sei proprio uno stallone!”, geme Francesco, fermatosi a ricevere il frutto delle palle di Knut. Poi, si infila una mano tra le cosce e ne raccoglie un po’. Se la porta alla bocca e, con fare da gran puttana, si lecca le dita e ci guarda, ammiccando e muggendo di gusto. Ripete l’operazione un altro paio di volte e poi smonta dal tedesco. “Grazie, ragazzi! È stato un vero piacere!”, chiosa, strascicando la parola “vero” per sottolineare quanto gli sia piaciuto. “Se passate da Barcellona, fate un fischio, ok?”, conclude, facendo l’occhiolino. Quindi, esce dalla stanza e va in bagno a darsi una pulita, prima di uscire, forse per sempre, dalle nostre vite.
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