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Gay & Bisex

Orgia di muscoli


di crigio
10.05.2013    |    29.410    |    1 9.6
"Non me lo faccio ripetere due volte..."
I
SMS: “Ci sono”.
SMS: “OK. Arrivo.”
Mi do un’ultima occhiata allo specchio dell’ingresso e prendo la porta.
Una volta in strada, cerco la C3 rossa di Andrea. Bene: eccola!
Mentre la raggiungo, vedo che il mio amico si sfrega le mani gelate: sicuramente ha il clima a palla!
Entro in macchina: cazzo! Avevo ragione!
“Andy: ma quante volte ti devo dire che poi quando esci senti ancora più freddo?”.
Lui non risponde. Avvia la macchina e si immette nella corsia di marcia.
Mi volto, lo guardo e noto che è leggermente accigliato. “Che succede?”, gli chiedo.
“Devo dirti una cosa che non ti piacerà. Marco non viene”.
“CHE COSA? E perché non me lo hai detto prima? Da quanto lo sai? Quando ti ha chiamato?”.
“Mi ha mandato un messaggio mentre venivo a prenderti”.
“Cazzo! Porca puttana! Ma che troia! E ora come si fa? Dimmi cha hai qualcun altro!”.
“No, mi spiace, non ho nessun altro!”
“Ecco, lo sapevo: un altro ultimo dell’anno di merda. Io e te a farci le pippe!”.
Mentre continuavo a imprecare e a dargli addosso, Andrea cercava di scusarsi: diceva che non era mica colpa sua, che quella puttanella aveva avuto un contrattempo con la sua famiglia, che non gli avevano concesso la macchina perché era troppo tardi, o qualcosa del genere.
Poi mi fa: “Ma tu, una volta, non avevi detto che a certe condizioni ti saresti prestato a…”.
“CHE COSA! Io??? Ma quando mai?”.
“Me lo ricordo benissimo: lo dicesti proprio a me”.
“Dovevamo essere ubriachi. Anzi: TU dovevi essere ubriaco. Chissà che hai sentito?”.
“Ti assicuro che me lo ricordo bene”.
Dopo aver riflettuto un po’, ribatto: “Se anche fosse, MA SE PROPRIO ANCHE FOSSE, lo sai che si deve trattare di tipi che mi piacciono, ma che mi piacciono come dico io”.
“Sì, lo so bene, e secondo me nella compagnia di stasera ce ne sono almeno un paio che fanno al caso tuo”.
Lo guardo: sembra serio. Sembra avere abbandonato già l’idea di cercare un’alternativa. O meglio, sembra avere già concluso che l’alternativa a quella troietta del cazzo che ci ha dato buca debba essere proprio io.
“Dimmi che stai scherzando!”.
“Ma no! Perché? Dai! Fidati di me! Siamo amici o no? Non succederà nulla che tu non voglia, te lo prometto”.
Cazzo! Sta pensando davvero quello che temevo!
Mentre rifletto, arriviamo sotto casa sua. E allora i miei pensieri si fanno più confusi: non mi va di perdere la serata, ma allo stesso tempo non mi va di cedere così facilmente: devo difendere una certa reputazione, io!
“Ascolta”, dico. “Semmai, e dico semmai, dovesse esserci, come dici tu, qualcuno che mi piace in quella marmaglia di amici tuoi, comunque deve avere altre caratteristiche particolari”.
“Cioè?”.
“Non mi faccio fare da chicchessia, io!”.
“E quali sarebbero queste caratteristiche particolari, sentiamo!”.
“Oltre alla bella presenza, ma bella come la intendo io, devono avere… ecco… diciamo…”.
“Eddài, Giò! Mica possiamo farli aspettare tutta la notte!”.
“Ok ok! Ecco: devono avere un cazzo come dico io!”.
“E come dici tu?”.
“Ecco: deve essere… vediamo… intanto non troppo grosso… e poi… e poi… deve essere leggermente curvo all’in su… e poi… deve avere una bella cappella che si veda, non come quelle piccoline che confrontate con il resto dell’affare impallidiscono!”.
“Senti: io mica gli ho fatto un check up a questi qua prima di invitarli! Dai, andiamo su, e se almeno quelli che dico io ti piacciono cominciamo a fare qualcosa e poi vediamo che succede”.
Io sbuffo e risbuffo, ma intanto scendiamo dalla macchina. Sbatto la portiera incazzato nero e Andrea mi fulmina con lo sguardo. “Scusa, guai a chi te la tocca questa macchina del cazzo, eh?”.
“Muoviti, dai!”, mi fa e ci dirigiamo verso il portone del suo palazzo.
Prendiamo l’ascensore, piano 3°, e arrivati alla porta di casa sua sento già del trambusto dentro. Pare che la marmaglia abbia già iniziato la festa. Andrea gira la chiave nella toppa, apre la porta e ad accoglierci troviamo una decina di maschi distribuiti in ogni angolo del salotto.
Io mi guardo intorno velocemente e devo ammettere che, nel complesso, il mio amico ha avuto gusto.
Due stanno al buffet a bere dello spumante e a piluccare degli stuzzichini: mori entrambi, capelli corti, ma alti diversi. Direi intorno alla trentina e tonici.
Sul divano ne vedo tre: uno castano chiaro, quasi biondo, capelli lisci e lunghi fino alle spalle, ma profilo mascolino. Un altro un po’ più robusto, ma dai lineamenti decisi, quasi greci, e gambe lunghe: direi che è molto alto, almeno 1,90 m. Il terzo, invece, è proprio tarchiato: non è affatto il mio genere e quindi passo oltre.
In piedi davanti al televisore ne vedo altri tre che giocano alla Play Station: o meglio, due giocano e l’altro assiste. Non ho mai tollerato quell’aggeggio infernale! Anche loro sono mori: il tipo che guarda è più basso di me ma carino. Gli altri due noto che hanno la stessa pettinatura, non particolare, ma con capelli corti e scarmigliati, entrambi spalle larghe e gambe leggermente curve all’in fuori: penso che se questi due hanno un bello cazzo devo essere due tori da monta! Ci avviciniamo a loro. Andrea li chiama e quando si girano, sorpresa! Cazzo! Ma sono gemelli! Wow! E, come pensavo, anche dei gran bonazzi!
“Franco, piacere”, “Giulio, piacere”.
“Giò… cioè, Giovanni, piacere”, rispondo io un po’ imbarazzato.
Andrea nota la mia tensione e, lo stronzo, capisce di aver fatto centro.
Mentre mi trascina in cucina, mi sorride: “Allora? Non avevo ragione?”.
“Cazzo sì! Ma non mi avevi mica detto che c’erano anche due gemelli!”.
“Certo che no! Altrimenti mi sarei bruciato l’effetto sorpresa”.
“E se non sbaglio avevano anche una bella protuberanza là dove dico io. Speriamo che non sia un calzino arrotolato…”.
“Non credo proprio”.
“Che te li sei già fatti?”.
“Già…”.
“Che puttana! E allora? Come sono”.
“Sono due stalloni, fidati!”.
“Ah, io mi fido. Amico, non avrei voluto ammetterlo, ma mi hai convinto!”
“Di già? Aspetta, ne mancano ancora due”.
Ah sì? E dove sono?”. E mi porta in cucina dove troviamo due tipi. Il primo stava preparando un cocktail. Non potevo credere ai miei occhi: era una montagna di muscoli! E che figo! Solo a guardarlo sentivo la libidine crescere. Andrea conosce alla perfezione i miei gusti, ho pensato. È davvero uno stronzo!
L’altro, invece, era mingherlino, e non mi ha colpito proprio per niente, salvo che, guardandogli le mani mentre affettava un ananas, il mio sguardo è andato oltre, a quel promontorio che spuntava dai jeans che deve avermi fatto cascare la mascella, perché Andrea, tutto d’un tratto, mi dice “Riprenditi! E chiudi la bocca! Guarda che stai sbavando!”.
“Cazzo, Andy, ma dove li hai trovati questi qua?”.
“In chat. È una settimana che li tampino. Non avevo la minima intenzione di farmeli sfuggire. Sai che figata guardare quello scricciolo di Marco farsi sbattere da questi energumeni? Solo che quella troia all’ultimo minuto ha pensato bene di darci buca!”.
“Beh, peccato per lui!”.
“Bene, vedo che ti sei convinto!”, e mi guarda in quel modo furbetto che mi fa tanto incazzare, perché purtroppo devo dargli ragione.
“Ok, mi sono convinto, però bisogna vedere anche il resto, e comunque non mi va di fare la troia. Stasera dirigo io, ok?”.
“Ok, ok!”.
Quindi, mi presenta la montagna. “Raoul, piacere”. E come altro poteva chiamarsi?, penso. “Giovanni, piacere”.
Nello stringermi la mano, me l’ha letteralmente stritolata, ma non ho sentito dolore, ma solo una scossa che mi ha pervaso da capo a piedi. Credo che se ne sia accorto, perché mi ha sorriso in modo intrigante.
A quel punto ci portiamo tutti in salotto e Andrea annuncia a tutti che la puttanella della serata non verrà. Si solleva allora un brusio di delusione e di irritazione: alcuni protestano e inveiscono contro il mio amico, ma lui prevarica le loro voci annunciando che ha già trovato una soluzione. E si volta verso di me presentandomi a tutti.

II
All’annuncio di Andrea si sentono delle urla e dei fischi di giubilo. A quanto pare suscito ancora qualcosa nei maschi, nonostante i miei 35 anni. D’altra parte, pur non essendo una bellezza ho delle caratteristiche interessanti: sicuramente un bel culo e un bel cazzo, quest’ultimo non eccessivamente grosso, ma di sicuro effetto, almeno a detta delle mie vittime.
Noto che i ragazzi cominciano a scrutarmi e la cosa mi inquieta un po’: non ci sono abituato, anche se non posso negare che l’eccitazione cominciava a salire. Era però un’eccitazione di tipo diverso: di solito mi parte dal basso ventre, mentre stavolta mi prendeva dallo stomaco, forse perché sapevo che quello che mi aspettava non contemplava l’uso del mio attrezzo, ma di quello degli altri. Per fortuna sono sempre previdente, e quando so di dover avere un rapporto mi pulisco bene sia davanti che dietro.
Nonostante la libido in me crescesse, non intendevo farmi dominare e allora ho tenuto a precisare alcune regole.
“Calmate i bollenti spiriti e ascoltate: stasera non intendo minimamente sostituire la puttanella che non si è presentata…”, e qui parte un brusio di delusione e gli occhi si accigliano.
“… ma… MA… intendo solo godere bene e farvi godere come meglio posso. Preciso che sono molto egoista nei rapporti sessuali, quindi il mio godimento conta più del vostro. Questo non significa che ve ne farò mancare, ma solo che non tutti godranno con me nello stesso modo perché, mi dispiace, ma non tutti mi piacete. Ciò significa che, per essere schietti, mi farò scopare il culo solo da chi mi piace veramente”, e qui lancio uno sguardo veloce ai due gemelli e all’energumeno in modo che se ne accorgano solo loro ma non gli altri. Naturalmente, si sollevano voci di protesta, ma qualcuno assume uno sguardo interrogativo e di curiosità, come a dire “chissà cosa riesce a inventarsi questo?”. Avrei voluto rispondere: “Bello, non sai con chi hai a che fare!”, ma ho voluto dare tempo al tempo.
Dopo avere chiesto se era tutto chiaro e avere ricevuto conferma di questo, mi accomodo sul divano e invito accanto a me i due gemelli. Naturalmente, così si scopre chi sono i miei preferiti e qualcuno comincia a dire “Ecco, lo sapevo!”, ma io puntualizzo che verrà il turno di tutti, ma in modo diverso. “State tranquilli e fidatevi di me”. Anche Andrea li tranquillizza dicendo loro che io so il fatto mio.
I due gemelli si siedono a miei lati ed io poso le mie mani sulle loro cosce. Sento che si irrigidiscono, ma i loro sguardi dicono altro. Mi avvicino a quello di destra e comincio e stuzzicargli le labbra con le mie labbra e con la punta della lingua. Quindi, dischiudo la bocca e lo bacio profondamente penetrandolo con la lingua più affondo che posso.
Qualcuno comincia ad accarezzarsi il petto e il pacco per l’eccitazione. I respiri nella stanza diventano più affannosi ed io li sento tutti distintamente. La cosa eccita anche me ed il mio bacio si fa sempre più intenso.
Allora mi stacco dal gemello di destra e rivolgo il mio sguardo voglioso a quello di sinistra col quale faccio la stessa cosa. Nel frattempo accarezzo loro le cosce in su e in giù, fino ad arrivare al pube di entrambi. Sento che lì qualcosa si muove e il mio ego comincia a riempirsi di sé. Quindi, apro le mani e agguanto pienamente i loro pacchi. Questo li fa sobbalzare leggermente: si tirano indietro sul divano, allargano le cosce e si sistemano meglio per farmi prendere bene i loro gioielli di famiglia. Io comincio a massaggiarli bene e sento che i loro affari aumentano rapidamente di volume.
E che volume!
Allora anch’io comincio ad eccitarmi e a sistemarmi meglio sulla seduta. I miei due stalloni se ne accorgono e dopo uno sguardo di intesa, allungano le mani, uno sul mio pacco e l’altro sul mio petto.
Nel frattempo lancio un’occhiata alla stanza e vedo tutti su di giri in attesa del loro turno. In particolare, mi soffermo su Raoul, e lo vedo più desideroso degli altri. Ha capito che mi piace da morire, però lo tengo un po’ sulla graticola: voglio che sia animale quando mi prenderà! Andrea, invece, vedo che si tiene un po’ in disparte, con lo sguardo corrucciato e rosso in viso, ma non me ne curo e continuo a dedicarmi ai gemelli.
Mi volto verso quello di destra e gli sollevo la maglia: ha dei bei pettorali, non troppo sviluppati, ma si intravede bene il segno dei muscoli. Abbasso la testa e mi avvicino ad un capezzolo. Al contatto con la mia lingua lui si ritrae un po’, ma poi si lascia andare al piacere. Chiude gli occhi e reclina la testa sospirando. Sento che il fratello sorride e allora, richiamandolo all’ordine, do una strizzata al suo pacco che pulsa più forte. Con la mano comincio a slacciargli i jeans e gli accarezzo il cazzo da sopra lo slip per tutta la sua lunghezza.
Bella roba!
Non resisto e, distogliendomi dal capezzolo del gemello, mi rivolgo a quella che sembra essere una meraviglia.
Come immaginavo, è davvero una meraviglia: gli slip avvolgono perfettamente quella massa perfetta di carne, dallo scroto alla cappella che, proprio come piace a me, è bella grossa, più del bastone. Apro la bocca per lo stupore e il tipo mi chiede se mi piace. Io lo guardo voluttuoso e faccio di sì con la testa, sorridendo come un ebete. Lui sorride a sua volta e mi chiede di dedicarmici completamente. Capisco cosa intende e allora mi abbasso sul suo ventre, sollevo gli slip e quel cazzo salta su come una molla.
Wow! Che meraviglia!
Avvicino le labbra alla cappella e ne assaggio il sapore: sa di buono, e di pulito. Tiro fuori la lingua e comincio a leccarla, poi la avvolgo piano con le labbra, e piano scendo giù finché riesco, quasi fino alle palle.
Nella stanza si sente un brusio di stupore ed approvazione e ci manca poco che scoppi un applauso. Il mio spettacolo piace molto al mio pubblico di maschioni arrapati. E piace anche a me: sento che il mio cazzo pulsa nei jeans e temo che possa esplodere.
Come se mi leggesse nel pensiero, l’altro gemello mi sbottona i pantaloni, mi apre la patta e infila la mano nei miei slip. Il contatto con quella mano più fredda del mio cazzo bollente mi fa sussultare, ma quando mi abituo alla temperatura, comincio a sentire tutto il piacere di quel tatto. È bravo il tipo: inizia a muovere la mano su e giù scoprendo e ricoprendo la mia cappella.
Così, mentre sto spompinando suo fratello, quello mi fa una sega con una mano e la fa a se stesso con l’altra. All’improvviso sento qualcosa di umido sulla mia cappella: è la sua bocca che mi avvolge il cazzo e lo sugge voluttuosamente. Cazzo! Questi due sono dei professionisti!
Quando ne ho abbastanza di succhiare salgo su e invito i due gemelli ad un bacio a tre. Le nostre lingue si contorcono una sulle altre e anche loro due finiscono per baciarsi. La cosa non li turba affatto: probabilmente lo hanno già fatto. Apro gli occhi per vedere la reazione degli altri e noto che sono eccitati all’inverosimile. Ormai si sono tirati tutti fuori il cazzo e si masturbano, alcuni lentamente, altri come degli ossessi. In particolare, il ragazzetto che era sul divano al mio arrivo sembra che se lo voglia staccare. E allora mi viene in mente di provocarlo ancora: vediamo se lo faccio sborrare senza toccarlo!
Avvicino le teste dei due gemelli e sussurro loro nelle orecchie che voglio che mi lecchino il buco del culo. Loro non si sorprendono affatto e mi dicono di inginocchiarmi sul divano dopo essermi tolto i pantaloni e gli slip.
Non me lo faccio ripetere due volte. Mi alzo, mi slaccio le scarpe, mi tolgo tutto e mi volto. Allora il ragazzetto sospira pesantemente: deve aver fatto un grosso sforzo per non venire. Sono contento che il mio culo faccia questo effetto!
Mi inginocchio sul divano, mi chino sullo schienale, inarco la schiena e tiro in fuori il culo, evidenziando tutta la rotondità delle mie natiche. Gli spettatori esplodono in sospiri di approvazione e stupore, si leccano le labbra e si smanettano più energicamente. Io spingo in fuori lo sfintere in modo da allargare ancora di più il buco e invito i gemelli a lavorarmelo ben bene.
Quelli non ci pensano due volte e allora a turno cominciano ad usare la lingua. Sputano sul buco e poi riprendono la saliva, usano la punta della lingua sul mio buchino, infilandola primo poco, poi di più fin dove riescono ad arrivare. Io allora mugolo di piacere e chiedo loro sempre più lingua. Poi passano alle mani: mi massaggiano le chiappe, me le schiaffeggiano e mi accarezzano il buco con le dita provando ad infilarle dentro finché ci riescono. E allora cominciano a scoparmi alternatamente con le loro dita: prima con uno solo, poi con due, poi ciascuno con un dito ma contemporaneamente. Io continuo a gemere di piacere e chiedo loro di scoparmi.
Anche stavolta non aspettano molto prima di passare all’azione. Uno tira fuori il preservativo dalla tasca, mentre l’altro continua a lubrificarmi con la sua saliva e ad eccitarmi con la sua lingua. Quindi, il primo si infila il profilattico e si posiziona dietro di me, mentre l’altro si alza, gira intorno al divano e punta la sua cappella contro la mia bocca. Poi, insieme violano i miei due pertugi, più facilmente davanti, con più difficoltà dietro. Alla fine però anche il mio sfintere si arrende, con mia grande soddisfazione. Il cazzone del tipo si fa largo tra i miei intestini piano piano, ma deciso, mentre lui si china sulla mia schiena facendomi sentire il suo rantolo di piacere. Mi sussurra nell’orecchio che sono caldo e sento il suo membro pulsare dentro di me. Spero che non venga subito: voglio godermelo il più possibile!
Ho la conferma che questi due mi leggono nel pensiero, perché la scopata dura talmente tanto da suscitare in me una tale eccitazione come da tanto tempo non ne provavo. Quello che mi scopa lo fa dapprima con dolcezza, poi, quando si accorge che l’ano si è allargato e rilassato, mi penetra con più forza. Dà colpi secchi fino a sbattermi le palle contro le chiappe ed io sento la sua cappella in fondo al mio stomaco. Intanto, il gemello mi scopa la bocca fino in fondo: a volte mi strozzo con quell’enormità, e della bava mi cola dalla bocca, ma non mi formalizzo mica! Sto godendo come una vacca! E siamo solo all’inizio!
Eh sì! Perché i due gemelli, oltre che degli stalloni, hanno anche una gran fantasia. Quello che mi scopa si sottrae alla presa del mio sfintere e si siede sul divano. Porca puttana! Il suo cazzo adesso svetta verso l’alto come la colonna traiana e sembra molto più grosso di prima. Mi ordina di sedermici sopra ed io lo faccio immediatamente quasi ipnotizzato. Intanto, il fratello gira intorno al divano e si posiziona dietro di me. Sento che smanetta con un profilattico e capisco che cosa hanno in mente i due. Cerco di protestare, ma senza alcun risultato e forse anche con poca enfasi visto che comunque rimango con un cazzo piantato in culo e lo cavalco per tutta la sua estensione. L’altro si infila il cappuccio e indirizza il suo membro al mio buco: lo appoggia e piano piano preme per farlo allargare ulteriormente.
Forse a causa dell’eccessiva eccitazione, quello si allarga così come non credevo potesse fare e accoglie anche il secondo cazzo dentro di sé. E a questo punto si sentono nuovamente mugolii di sospresa e godimento: gli altri mi stanno tutti guardando e godono grazie a me. Io inarco di più la schiena e sento i due membri stantuffarmi dentro avanti e indietro uno dopo l’altro. Godo quanto e più di prima e credo anche di aver urlato di volerne ancora e sempre di più.
Ad un tratto cerco di tornare in me e mi guardo intorno. Vedo il ragazzetto ormai completamente ebbro di libidine e gli faccio cenno con la testa di avvicinarsi. Lui, incredulo, si guarda intorno, poi si volta di nuovo verso di me e annuisce. Mi viene davanti alla bocca col suo cazzo nervoso e glielo ingoio in un sol boccone. Lui trasale ma si trattiene cosicché io possa spompinarlo per un po’. Quando alzo lo sguardo, vedo che ha la bocca aperta, e bofonchia qualcosa. Mi dice: “Succhia, troia!”, e intanto un rivolo di bava gli cola dalla bocca.
Ogni tanto mi viene fuori un urlo perché i gemelli hanno deciso di iniziare a fare sul serio e mi stanno scopando il culo come se non gli importasse più di farmi male: adesso quello che cercano è solo il loro piacere. Il mio sfintere ormai è largo come una fica prolassata, ma chi cazzo se ne fotte! Io godo, godo, GODO!
All’improvviso il ragazzetto urla: “Cazzo, troia! Mi stai facendo sborrare!”, e non faccio in tempo a levarmelo dalla bocca che il primo fiotto di sperma mi arrivo fino in gola. Avrei voluto evitarlo, ma dopo averlo assaporato, non riesco più a farne a meno e allora succhio via tutto il latte che quell’ometto può darmi. Lo sento scuotersi ad ogni fiotto e rantolare come una piccola belva! Quando ha finito di usare la mia bocca si ritrae col cazzo mezzo moscio e gocciolante. Io allungo la lingua per cogliere anche quell’ultima stilla di sperma e lui stramazza letteralmente a terra, sopraffatto dal godimento.
Gli altri iniziano a ridere, mentre io sono ancora concentrato sul mio sfintere che, stranamente, nonostante il continuo sfregamento cui è sottoposto da ormai un quarto d’ora, non mi brucia, ma mi dà solo che piacere.
Capisco però che i due gemelli sono arrivati al capolinea. E infatti, quello alle mie spalle si china sulla mia schiena, dà dei colpi più forti dentro di me ed esplode il suo piacere nel preservativo. Probabilmente stimolato dalla pulsazione del cazzo del fratello, l’altro subito dopo fa lo stesso e ci abbandoniamo tutti e tre sul divano, tra gli applausi e i fischi degli altri maschioni.

III
Mentre i gemelli si sfilano dal mio sfintere e vanno in bagno a ripulirsi vedo che Raoul si dirige verso alcuni dei presenti e dice loro qualcosa all’orecchio. Va prima dal biondo e il suo amico, poi dai due che stavano al buffet e infine dal tipo che era con i fratelli alla Play Station. All’improvviso mi accorgo che i cinque mi puntano e si dirigono verso di me con i loro cazzi in tiro. Capisco immediatamente che Raoul sta prevaricando la mia autorità e vuole farmi usare da tutti prima di scoparmi lui. Deve aver capito definitivamente che lo sto provocando e lasciando per ultimo per montarlo ben bene e vuole vendicarsi. Che stronzo!
Infatti, mi sorride e mi dice: “Vediamo cosa ti inventi con cinque cazzi contemporaneamente”.
Io però non ho intenzione di farmi scopare da questi: nessuno di loro mi piace. E allora mi inginocchio a terra e li invito a sbattermi i membri in faccia. Quindi, si avvicinano e cominciano a percuotermi il viso con le loro mazze. Io tiro fuori la lingua e comincio a inumidirli. Poi, ne ingoio uno lanciando uno sguardo intrigante a Raoul che annuisce di approvazione.
Fino a quel momento mi ero dedicato solo allo sguardo di quell’energumeno, ma mi ero soffermato poco sul suo cazzo.
CAZZO! Lo guardo e rimango basito. Non è molto lungo, ma è grosso più di quello dei gemelli. Penso che, pur essendo ormai dilatato dalla doppia penetrazione, comunque quando mi prenderà mi farà un male cane! Sì, però non vedo l’ora!
Ritorno a miei cinque cazzi e li spompino a turno, lecco le loro cappelle e le aste per tutta lunghezza, scendendo fino alle palle. Quando uso la lingua sullo scroto, quei maschioni si contraggono e godono più intensamente. Qualcuno mi chiama troia e mi ordina di succhiargli il cazzo. Qualcun altro mi afferra la testa e me la preme contro il suo ventre fino a farmi ingoiare completamente la sua asta. A volte ho dei conati di vomito ma mi riprendo subito. Loro mi scopano la gola e rantolano di piacere.
Poi, uno ad uno si liberano del loro sperma su di me. Ne viene fuori un bukkake coi fiocchi. Chi mi sborra sulla lingua, chi sugli occhi, chi sul petto, chi nelle orecchie. Uno esplode mentre è ancora nella mia bocca, e ormai, dopo il ragazzetto, non mi formalizzo più, e succhio tutto quel nettare e lo assaporo, ingoiandolo voluttuosamente. La cosa fa gridare di gioia i miei stalloni che si riversano soddisfatti sul divano.
Io, invece, guardo sorridente Raoul, e lo vedo pomiciare con lo smilzo con cui stava in cucina al mio arrivo. Cazzo! Quello lo avevo dimenticato! Lo squadro bene, scendo con lo sguardo e noto che il suo membro è tra le mani dell’energumeno. Nonostante quelle mani siano enormi, il cazzo del piccoletto viene fuori per almeno cinque centimetri. È lunghissimo! Non particolarmente grosso, ma almeno 25 cm, forse anche di più. Non corrisponde al mio tipo di cazzo ideale: è tutto dritto, sottile e con la cappella piccola, ma devo ammettere che fa impressione. Mentre si baciano, Raoul mi lancia delle occhiate: vuole ingelosirmi e farmi capire che non è mio, e che lui può fare quello che vuole con chiunque. La cosa mi eccita e allora mi avvicino a loro e cominciamo a pomiciare in tre.
Naturalmente, io sono tutto sporco si sperma, ma a loro non importa. Anzi, mentre mi baciano lo leccano via e lo gustano. Che porci!
Quindi, Raoul, con la sua forza bruta, mi spinge giù: vuole che spompini i cazzi. Io non faccio certo resistenza, e mi abbasso velocemente agguantando i due membri e cominciando e masturbarli. Mi dedico prima a quello dello smilzo: voglio ancora montare lo stallone. Lui lo capisce e scuote la testa, come a dire: “Sei un grandissimo stronzo!”. Io gli sorrido e ingoio, per quanto possibile, il cazzo del ragazzo.
Mentre loro continuano a limonare io succhio quell’enormità e dove non arrivo la masturbo con la mano. Ad un tratto il ragazzo sembra avere le convulsioni: probabilmente il mio pompino misto allo strizzamento e mordicchiamento dei capezzoli cui Raoul lo ha nel frattempo sottoposto ha aumentato troppo il suo piacere, e non ha resistito. Così, esplode nella mia gola e sulla mia faccia.
Allora, Raoul lo molla, si cala sul mio viso, tira fuori la lingua e mi lava via tutta la sborra che ci trova.
Questo accresce il mio desiderio di lui. Oltre ad essere un bonazzo pazzesco, è anche un gran porco, e ciò non può che darmi solo l’idea di quello che mi aspetta. Non vedo l’ora di farmi chiavare da lui!

Non impiega molto ad intuire i miei desideri. Mi tira su per le braccia, mi gira e mi spinge sul divano. Io ci cado come un sacco di patate. Lui arriva di scatto, mi afferra le gambe e me le apre con forza. Quindi, infila la sua faccia tra le mie chiappe, penetrando con la sua lingua il mio sfintere ormai dilatato all’inverosimile. Io mi godo quel cunnilingus e lo prego di non smettere.
Ormai nella stanza non è rimasto più nessuno. Sono tutti in bagno a pulirsi, tranne Andrea, che continua ad avere una faccia strana e non si è nemmeno slacciato la patta. Vedo però che il suo cazzo preme sotto i pantaloni. E non sembra neanche piccolo!
È vero che ci conosciamo da un po’, ma non abbiamo mai fatto niente io e lui, né credo ne avrei voglia: non è esattamente il mio tipo. È un po’ robusto e troppo peloso per i miei gusti.
Intanto, Raoul si accorge che mi sono distratto e per richiamarmi all’ordine mi schiaffeggia le chiappe così forte che caccio un urlo straziante. All’inizio sento solo dolore, poi lui mi massaggia le chiappe e questo mi provoca del piacere, probabilmente perché la manata deve averle rese più sensibili. Quindi, mi rigira sul divano in modo che mi metta seduto e mi infila di prepotenza il suo cazzone in gola. Mi sbatte la faccia, facendomi affogare con quel membro da paura. Io protesto, tossisco, sgocciolo saliva dalla bocca, ma lui se ne fotte e continua la sua violenza.
A dire il vero, spero tanto che dopo faccia lo stesso col mio culo…
Dopo un po’, mi gira di nuovo e riprende a lavorarmi il buco, questa volta infilandoci anche le dita: prima uno, poi due, poi tre. Cazzo che male! Capisco però che per prendere quel cazzone devo essere allargato ben bene e allora cerco di rilassare lo sfintere per farmi aprire come si deve.
Mentre mi penetra ormai con quasi tutta la mano, vedo che allunga l’altra nella tasca dei jeans e tira fuori un preservativo. Quindi, abbandona il mio buco e si infila il cappuccio. Ci sputa sopra, si spalma bene la saliva, sputa anche sul mio culo e punta la cappellona turgida sul mio buchetto. Con un colpo secco entra dentro di me tirandomi fuori di nuovo un urlo straziante. Dà qualche colpo fermo e poi comincia a scoparmi velocemente e potentemente così come mi sarei aspettato da lui. Tutti i suoi muscoli sono in tensione. Mi sbatte come una vacca in calore e mi urla “Puttana, prendilo!”. Mi schiaffeggia le chiappe, poi si china sulla mia schiena e mi stringe i capezzoli tra le dita, sussurrandomi all’orecchio: “Ehi, troia! Era questo che volevi, vero? Mi hai provocato quanto e come hai voluto e adesso questo è quello che ti meriti!”.
Come avevo intuito, lui aveva capito perfettamente il mio giochetto, ed io ho ottenuto il risultato cui aspiravo. Sto godendo tantissimo, il suo cazzone mi apre tutto. Orma il mio sfintere è una cloaca: potrebbe entrarci un braccio intero!
Mi sbatte talmente forte che il divano sobbalza sotto i suoi colpi. Sentendo questo rumore, dal bagno gli altri ragazzi si precipitano in salotto e vedono il resto della scena, urlando, fischiando e incoraggiano il mio stallone a fottermi come una troia! Lui, sobillato dal tifo, mi scopa ancora più forte ed io temo che per almeno una settimana non riuscirò proprio a sedermi… Però! Che scopata!
Ma Raoul non è sazio della pecorina. Quindi, sfila il cazzo, mi gira sulla schiena, si inserisce tra le mie cosce e con un colpo secco mi penetra di nuovo. Non sa che non aspettavo altro! In questa posizione io godo ancora di più, ed infatti dopo pochi colpi comincio a tremare, di più e sempre di più. Non capisco: non sto sborrando, eppure ho uno scuotimento interiore che mi pervade tutto, da capo a piedi. Quando, più tardi, lo racconterò ad Andrea, lui mi chiarirà che si è trattato di un orgasmo anale.
Non ne avevo mai avuto uno. Sembra che sia provocato dalla stimolazione eccessiva della prostata e si manifesta con una contrazione dello sfintere che però non lo fa restringere ma, al contrario, dilatare ancora di più. E infatti all’improvviso ho avuto la sensazione che il megacazzo di Raoul mi arrivasse fino in gola, tanto andava a fondo. Naturalmente il mio stallone se n’è infischiato delle mie convulsioni e ha continuato a cercare il suo piacere scopandomi come un toro. Probabilmente, non si è nemmeno accorto del mio cambiamento: era infoiato a tal punto che digrignava i denti. Sembrava quasi incazzato. Forse non gli era andato giù il fatto che l’avessi preso in giro e ora sfogava la sua rabbia dentro di me. Certo, la cosa non mi dispiaceva affatto!
Ad un tratto, mi abbraccia, mi solleva e si alza in piedi, e dimostrando tutta la sua potenza, mi scopa così, con le mie gambe sulle sue spalle, io di schiena agli altri ragazzi e mostrando bene loro come e quanto il suo cazzone mi penetra il culo.
Essere così alla berlina di tutti mi ha eccitato ancora di più e a quel punto non ce l’ho davvero a fatta a resistere. Mentre Raoul mi dava colpi su colpi, io ho sborrato sulla mia pancia, senza un gran piacere al cazzo, ma con un godimento estremo dentro il culo che ho difficoltà a descrivere.
Ovviamente, lui, pur essendosene accorto, non si è fermato. Continuava a scoparmi come un ossesso.
Ad un tratto si sfila rapidamente, mi lascia cadere a terra, si toglie il profilattico, mi stringe il naso costringendomi ad aprire la bocca e mi infila la sua mazza in gola. Dopo pochi secondi, abbondanti fiotti di sperma calda inondano la mia cavità orale, mentre lui rantola pesantemente: ha un sapore strano, ma buono, stranamente buono. Io godo di nuovo, e stavolta non so dove, se nel culo o col cazzo. Ma chi se ne fotte! Ormai sono un concentrato di libidine!
Un nuovo applauso sottolinea il gradimento della scena da parte degli altri ragazzi.

IV
Semisvenuto sul pavimento, vedo Raoul che si alza e va verso il bagno per ripulirsi. Gli altri ragazzi lo seguono complimentandosi con lui.
In quello stato di semincoscienza non mi accorgo che Andrea si alza e mi si avvicina. Ad un tratto sento accarezzarmi le gambe e via via su fino ai glutei, alla pancia e ai capezzoli. Due dita mi strizzano una tetta e questo mi dà come una scossa. Mi scuoto e lo vedo: ha una faccia strana, da maniaco omicida. Mi spavento, ma non ho davvero la forza di reagire. Gli chiedo: “Cos’hai? Tutto a posto?”.
Lui non risponde. Mi prende una mano e mi fa afferrare il suo cazzo.
Mio Dio! È impressionante! Direi che è l’insieme dei cazzi dei gemelli e di Raoul. È grosso quanto quest’ultimo e ha la forma dei primi. Mi volto e lo ammiro. Poi guardo Andrea e vedo che è paonazzo: l’eccitazione deve averlo montato troppo. Si è trattenuto fino a quel momento e chissà perché.
Improvvisamente mi afferra la testa e mi infila in gola quella bestia. Io cerco di protestare, ma il mio corpo non riesce a resistere dopo la cavalcata con l’energumeno.
Ma che cazzo fai? Siamo amici, io e te! Io non scopo con gli amici!
I miei pensieri non lo raggiungono e lui continua a violarmi la bocca. Ha un ghigno da pazzo in volto: per la prima volta quella sera sono impaurito. Vorrei chiamare gli altri ragazzi perché mi aiutino, ma ho la bocca piena di quel gran pezzo di carne. Allora cerco di assecondarlo, sperando che non abbia cattive intenzioni.
Ad un tratto inizia a blaterare: “E meno male che tu eri solo attivo! Se qualcuno mi deve scopare deve essere come dico io – dicevi! I loro cazzi devono essere come dico io – dicevi! Che troia che sei! Che vacca! Una vacca imperiale! E adesso vuoi fare resistenza proprio con me? Eh? Sono anni che voglio scoparti il culo e ti sei sempre negato, ed io ti ho rispettato perché credevo davvero che fossi solo attivo! Ma adesso non mi ferma più nessuno. Girati, puttana, che ti faccio assaggiare la mia mazza!”.
Mi afferra con tutte le sue forze e mi rivolta sul pavimento. Si sputa sul cazzo e mi sputa sul buco. Ci infila due dita per testare la dilatazione, anche se non ce n’è proprio bisogno. Poi tira fuori le dita e se le porta al naso e annusa profondamente l’odore dei miei intestini. Sembra davvero un folle!
Quindi, indirizza il cazzo al mio culo e di peso mi si pianta dentro. Io inarco la schiena per il dolore e urlo. Ma lui mi chiude la bocca con una mano, mi si avvicina all’orecchio e mi intima di stare zitto, di non cercare aiuto, che tanto nessuno crederà che mi stia violentando, dopo tutto quello che ho fatto durante la serata.
Ebbene: è vero. All’inizio è stata una violenza, ma poi ha cominciato a piacermi, non posso negarlo, e perciò ho deciso di godermela. D’altra parte, la violenza sessuale è sempre stata una mia fantasia, ma non mi sarei mai aspettato che provenisse dal mio migliore amico. Questo però l’ha resa ancora più eccitante.
Mentre mi insulta, Andrea mi colpisce dentro con tutto il peso del suo corpo ed, essendo robusto, è un peso che si sente molto. In tutta risposta io allargo le mie cosce per farlo entrare meglio e questo lo esalta di più.
“Allora lo vuoi, sto cazzo!”, m’insulta, “Che vacca! Lo sapevo che lo avresti preso! Se ce ne fossero degli altri li prenderesti tutti, brutta puttana!”.
D’improvviso lo sento rantolare e capisco che sta per venire. Il suo cazzo dentro il mio culo aumenta di volume pulsando velocemente e mi provoca un nuovo orgasmo anale. Cazzo! Due in una sola sera! Bisogna provarlo per capire! È anche meglio di una sborrata!
Dopo aver esploso tutto il suo piacere dentro di me, Andrea si accascia sul mio corpo, mi dà dei baci sulle spalle e mi chiede scusa, quasi piangendo. Io gli afferro la testa in segno di comprensione, mi volto verso di lui e lo consolo con un profondo lingua-in-bocca.
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