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Gay & Bisex

Glory hole (3)


di crigio
26.11.2013    |    7.794    |    5 9.4
"“AH! AAAAAAAHHHHHHHHHHH!!! AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! GOOOOOOOODOOOOOO!!!”, esplodo io, mentre lui, con il ventre incollato alle mie chiappe, si..."
Fatte le presentazioni, prendiamo le auto e ci dirigiamo verso casa di Pino. Arrivati, entriamo e ci accomodiamo in salotto, dove il padrone di casa ci offre qualcosa da bere per riprenderci un po’. Il mio sguardo non abbandona il pacco di Luciano, che non si è mai sgonfiato. Il suo cazzo deve essere rimasto duro da quando ha cominciato a strusciarsi contro di me nel cesso della discoteca fino ad ora. È pazzesco! Non vede l’ora di scoparmi!
Così distratto, non mi accorgo che Pino si è seduto accanto a Gigi e sta ammiccando come una troietta per provocarlo ed eccitarlo. Allora, mi accosto a Luciano e faccio lo stesso.
“Non hai bisogno di accendermi!”, mi fa lui. “Lo sono da un pezzo! E, dopo quello che ti ho fatto prima, anche tu!”, e con un scatto si alza e mi strappa letteralmente di dosso i vestiti. Mi fa scivolare verso il basso sul divano e mi solleva e apre le cosce. Ci sputa in mezzo e spalma la saliva. Poi si apre la patta e libera la bestia. Ci sbava sopra e si masturba per lubrificarla bene. Piega leggermente le ginocchia e, con un colpo secco, ce l’ho tutto dentro.
“MMMMMM, che stallone!”, ammicco come una gatta in calore.
“Ma guardala, la troia!”, sbotta Pino. “Non riesce a stare due secondi senza un cazzo piantato in culo!”, mi sfotte.
“Beh, puttanella! Dì’ quello che vuoi, ma non sai che cosa ti perdi! Ah!... Uff!... Ah!...”, rispondo, percosso dal ventre di Luciano. Lui, preso da un moto di invidia, alza la t-shirt a Gigi e comincia a leccargli i pettorali muscolosi.
“Dai, porcellino! Fagli vedere cosa sai fare!”, lo esorta il napoletano.
“Sta’ zitto e lasciami lavorare!”, lo rimprovera Pino.
“Ehi! Con chi credi di avere a che fare, puttana!”, si agita Gigi, che spinge il mio amico di lato e si tira su. Si avventa sul biondino e in pochi secondi gli leva tutto. Gli spalanca le cosce e si precipita a leccargli il buco. Pino geme, e poi si volta verso di me e mi sorride impertinente. Conoscendolo, non mi sbaglio se dico che lo ha provocato di proposito per scatenare la furia maschia del napoletano.
“Lo ha fatto apposta, vero?”, mi sussurra Luciano all’orecchio.
“Già!... Uff!... Oh!... Oh sì, così!...”, rispondo mentre mi fotte pesantemente.
“Ti piace il mio cazzo?”, mi chiede.
“MMMMMM, certo che mi piace! È duro. E grosso. Oh, sì: è proprio grosso!”, mugolo.
“Dai, leccami!”, fa Pino alla mia destra, che ora ha anche i capezzoli tartassati dalle dita del napoletano. Glieli sta svitando in una morsa stretta, tanto che gli sono diventati viola. Glieli tira verso l’alto ed il suo busto si solleva. “Che mani fantastiche!”, esclama. Poi, Gigi lo prende per i fianchi e lo fa girare. Pino si appoggia allo schienale del divano e protende il culo in fuori. Il napoletano si getta a capofitto tra le sue chiappe e riprende a grufolare.
“MMMMMMMMMMMM, sììììììììììììììììì!!! Che gran lesbica che sei!”, lo schernisce ancora il biondino.
“Aò, puttana! Lesbica a chi!”, protesta Gigi, tirando via la faccia dal solco. Con le sue grandi mani inizia a schiaffeggiargli le natiche che, in pochi secondi, diventano rosso fuoco. Pino sorride di nuovo: anche stavolta aveva previsto tutto. Gigi, allora, si alza in piedi, si sbottona i jeans e se li leva. Poi si incolla alle terga del biondino e gli fa scorrere la sua verga tra le chiappe, mentre i suoi palmi continuano a percuotergliele.
“Non riesci a fare di meglio di una spagnola?”, insiste il mio amico.
“Stai per pentirti di non aver tenuto la bocca chiusa, stronzetto!”, si incazza Gigi.
“Ne dubito!”, ribatte ancora Pino, e il napoletano non ci vede più. Senza neanche lubrificarsi il cazzo, glielo pianta in corpo con un affondo secco. Il corpicino del mio amico schizza verso l’alto e, quando ricade sul divano, si contorce impazzito. Un urletto acuto gli esce dalla gola e i brividi lo sconvolgono.
“Visto che ti conveniva tacere?”, fa Gigi.
“Non credo proprio”, risponde Pino con un filo di voce. Il napoletano, ferito nell’orgoglio, sale con i piedi sul divano, si carica sui fianchi del biondino e comincia a fotterlo con tutto il peso del suo corpo, lacerandolo in fondo agli intestini. Ad ogni colpo Pino emette un grido lancinante e, nonostante gli occhi gli si riempiano di lacrime, continua a sorridere beffardo.
“Torna da me!”, dice Luciano e, per riportare la mia attenzione su di lui, mi assesta un colpo secco.
“AH! AAAAAAAHHHHHHHHHHH!!! AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! GOOOOOOOODOOOOOO!!!”, esplodo io, mentre lui, con il ventre incollato alle mie chiappe, si struscia ravanandomi dentro col suo cazzone. Mi aggrappo alle sue spalle piantandoci le unghie. La mia schiena si inarca ed il mio petto si solleva. La sua bocca si attacca ad un mio capezzolo e me lo lavora di brutto.
“Amico, facciamo vedere a queste troie chi comanda!”, dice Gigi rivolto a Luciano.
“E chi comanda? Tu?”, fa Pino, continuando a stuzzicarlo. Allora, il napoletano va in bestia: afferra il biondino per la vita e, tiratolo su, si rigira e si siede sul divano. Pino si ritrova a smorzacandela sopra di lui, che, tenendolo leggermente sollevato, inizia a sferzagli lo sfintere dal basso verso l’alto. Ad ogni colpo il mio amico viene scosso dalla convulsioni e, mentre le gambe si agitano per ogni dove, con le mani cerca un qualche appiglio.
“Allora: chi è che comanda?”, rantola Gigi.
“Tu! AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!! Tu! Tu! Oddio! ODDIO!!! ODDIOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”, gode, e la sua schiena si piega avanti e indietro come un fuscello mosso dal vento. Le pupille gli rientrano nelle orbite e inspira rumorosamente. Poi smette di respirare e trema. Quindi, emette un lamento e si porta una mano tra le cosce, stringendole forte. Gigi sa bene cosa succede adesso e, non volendo sborrare ancora a causa delle contrazioni dello sfintere di Pino, spinge in avanti il mio amichetto, lasciandolo cadere rovinosamente a terra. Il biondino si rigira tenendosi la mano sul buco del culo e mugola abbandonandosi completamente all’orgasmo.
“Ti piacerebbe avere lo stesso trattamento?”, mi chiede Luciano.
“N… no… no…”, rispondo, ipnotizzato dal corpicino straziato del biondino. Ma non devo essere stato molto convincente, perché il brasiliano, passandomi le braccia sotto la schiena, mi tira su e, voltandosi, si siede sul divano. Mi ritrovo accovacciato sul suo ventre col cazzo piantato dentro. Lui mi attira a sé e mi limona profondamente. Poi mi fa: “Preparati!”, e un secondo dopo il mio ano viene riempito anche dal palo di Gigi, che scorre velocemente sopra quello di Luciano.
“E’ bello, vero?... VERO???”, mi chiede Gigi. Mi volto e lo guardo con occhi di sfida.
“Sì! Sìììììì! Fottetemi, stalloni miei!!!”. Quando torno a guardare Luciano, Pino gli sta montando sulla faccia, dandomi le spalle, per scaricargli in bocca i suoi umori. Probabilmente, in discoteca deve aver fatto col biondino lo stesso gioco che ha fatto con me e si sarà bevuto tutte le sue secrezioni. Mi chino un po’ e lecco la schiena del mio amico, percorrendola lungo la spina dorsale dall’alto in basso e viceversa. Questa carezza mantiene acceso il suo orgasmo e aperto il suo sfintere, che continua a donare succhi alle fauci del brasiliano.
Intanto, Gigi mi cavalca come un toro, senza risparmiarsi. Sento, però, che il suo respiro si fa sempre più affannato e, nonostante continui ad insultarmi, la sua voce si fa via via più rotta.
“Cazzo! La troia mi sta facendo sborrare!!!”, esclama.
“No! NO!”, urla Pino, che in un attimo smonta dal divano, si porta alle spalle di Gigi e lo strattona indietro. La sua verga esce da me lacerandomi lo sfintere e mi abbatto su Luciano tremando di piacere. Girando un po’ la testa, vedo Pino in ginocchio con la bocca e gli occhi spalancati e la lingua penzolante che aspetta che Gigi spari il suo nettare.
“Pronto? Pronto? Ecco che arriva!!!”, e un lungo e abbondante fiotto finisce dritto tra le fauci del biondino. Il gozzo gli sale e scende in gola, segno che sta inghiottendo tutto. Quando lo schizzo si esaurisce, si lecca le labbra e allunga una mano per agguantare il cazzo del napoletano, ma questo gli schiaffeggia il palmo e si scarica una seconda volta. Pino viene colto di sorpresa e la sua faccia si insozza di sperma, ma subito riapre la bocca e ne ingoia un po’. Poi, Gigi corre alle spalle del divano e, portandosi davanti a me, mi sbatte in gola il suo cazzone che, un attimo dopo, si gonfia e spara un terzo fiotto caldo e infinito.
Col palo di Luciano ancora piantato in corpo e l’aroma della sborra di Gigi a stimolare le mie papille gustative, non impiego molto a raggiungere l’ennesimo orgasmo anale. Le intense contrazioni del mio sfintere ciucciano voracemente la verga del brasiliano, che, continuando a scoparmi, si svuota i coglioni emettendo un rantolo cavernoso. Inoltre, quando ormai sembrava che Gigi avesse esaurito le sue scorte di sperma, un nuovo schizzo, forse provocato dalla scena che ha sotto gli occhi, mi innaffia il cavo orale.
Il cazzo di Luciano scivola fuori dalle mie viscere: mi volto e Pino è accovacciato a ripulirlo ben bene. Poi, il biondino viene a leccarmi il buco che, dilatandosi, gli spara in gola il nettare del brasiliano misto ai miei umori.
Tremando ancora per l’orgasmo, Gigi viene a sedersi sul divano e, mentre si rilassa, biascica: “Che troie! Che vacche! Che succhiacazzi! Che scopata! E che spremuta di palle! Mai fatta tanta sborra!... Mai!...”.
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