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Gay & Bisex

Big Bang (6)


di crigio
18.07.2016    |    5.916    |    3 9.3
"Tra l’altro, Saverio fa dei movimenti circolari per facilitare l’ingresso che si riverberano anche sulla mia ghiandola interna, che viene così stuzzicata da..."
“Enrico! Stanno salendo!”.
E’ passata una settimana dalla nostra incursione in quel di Berlino dove abbiamo esplorato anfratti nuovi, diciamo così. Adesso è il turno di Gerry e Michel venire a trovarci. Hanno appena suonato al citofono. Ieri hanno fatto un sopralluogo nel nostro appartamento per capire quali spazi poter sfruttare per girare la scena. Oggi, invece, è il grande giorno: con loro dovrebbe esserci anche Saverio.
L’ascensore tintinna: sono arrivati al piano. Corro alla porta e la spalanco: Gerry ha in mano tutta l’attrezzatura necessaria, cioè la telecamera e il laptop. Per le luci, hanno detto che si arrangeranno.
Dietro di lui, Michel col suo solito sorriso smagliante. Per ultimo, Saverio, l’energumeno che sarà protagonista di questa nostra nuova sessione di divertimento.
“Benvenuti, ragazzi! Accomodatevi!”, li accolgo.
“Ma noi non ci siamo già visti da qualche parte?”, mi fa Saverio.
“Sì. Al locale di Andrea, dove giravi un film con Michele e Silvia… Cleopatra…”, gli rinfresco la memoria.
“Ah, sì! Proprio una gran troia, quella lì! Una fica da far resuscitare i morti!”, aggiunge, e i due blogger scoppiano in una grassa risata.
“Ehi, salve!”, Finalmente Enrico si è degnato di raggiungermi. “Come state? Ciao: tu devi essere…?”.
“…. Saverio…”, completo la sua frase. Il solito smemorato.
“Sì, certo… Saverio!”, fa eco lui, e stringe la mano all’energumeno che ha di fronte. Il nostro nuovo ospite si è presentato in una forma smagliante: t-shirt stretta per far vedere bene tutto il suo torso ben disegnato e jeans aderenti per far risaltare pacco e glutei, con strappi orizzontali alle ginocchia.
“Piacere!”, replica il morone al mio boy, squadrandolo da capo a piedi. “E a te dove ti hanno nascosto fino ad oggi?”, continua, ammiccando in modo evidente. La cosa mi dà qualche fastidio. Tra l’altro, nel dire questo assume un atteggiamento leggermente effeminato che non gli si addice proprio. Si vede che si traveste da stallone o da troia a seconda di chi ha di fronte: nel suo mestiere può avere un certo vantaggio.
“Sono sempre stato qui!”, risponde Enrico, non cedendo alla sua provocazione per non dispiacermi. “Tu, piuttosto! Sei nuovo del mestiere? Abbiamo visto le tue foto sul book dei ragazzi: non sei niente male!”. Il mio ragazzone, da preda, è passato dalla parte del cacciatore. Ci sa fare!
“Grazie, tesoro!”. Saverio insiste nel suo comportamento lascivo e, nel pronunciare queste parole, sofferma un attimo di più lo sguardo sul pacco del mio gigantone.
“Bene!”, lo distrae, però, Enrico. “Avevamo deciso per la camera da letto, giusto?”.
“Giusto!”, conferma Gerry, e andiamo tutti verso quella stanza.
Io il mio boy restiamo indietro e lui mi stringe una spalla in un gesto di affetto. “Tranquillo!”, mi sussurra. “So gestire i tipi come lui!”, e mi fa uno sguardo sicuro, per tranquillizzarmi. E’ proprio un amore!
“Allora”, esordisce Michel una volta entrati in camera. “Come d’accordo, la scena è dedicata a te”, dice indicandomi, “e a Saverio. Pare che il tuo consorte ti abbia voluto fare questo regalo”, conclude, alzando le sopracciglia e alludendo alle mie preferenze in fatto di maschi. Ripensandoci, però, oggi forse non l’avrei più scelto: si è rivelato un grande stronzo. Comunque, ormai è fatta! “Vi spogliate, rimanendo in slip, e vi mettete in ginocchio sul letto. Cominciate a strusciarvi l’uno contro l’altro e a limonare. Quindi, darò il ciak”.
Noi annuiamo e, immediatamente, Saverio si toglie la maglia. Appena tirata su, lancia l’ennesimo sguardo d’intesa ad Enrico. Poi, si gira di spalle e, chinandosi a novanta gradi, si sfila i jeans, mostrandogli il suo enorme e sodo lato B. Il mio boy sghignazza divertito e, quando si accorge che lo sto guardando, fa spallucce e allarga le braccia.
“Scusate! Prima di iniziare vado un momento in bagno!”, fa lo stronzo, e uscendo dalla camera passa proprio davanti al mio gigantone. Gli si para davanti e gli dice qualcosa sottovoce: gli preme il petto con un dito, che poi fa scorrere giù lungo la sua pancia fino alla patta, che, con un gesto repentino, agguanta a mano piena. Quindi, se ne va.
Enrico è basito. Imbarazzato si gratta la nuca e mi fa un sorrisetto ebete. Io lascio perdere e mi spoglio a mia volta. Lui, però, mi compare alle spalle e mi abbraccia. “Ha detto che adesso ti scopa come nessuno ha fatto mai prima d’ora”, sibila al mio orecchio, “ma poi vuole essere trombato a dovere da me, anche fuori dalle telecamere!”, conclude. Questa sua rivelazione, più che farmi ingelosire, accende il mio desiderio. Enrico sa benissimo come dirmi le cose, anche quelle che potrebbero farmi incazzare. E’ unico!
“Eccomi!”, tuona Saverio rientrando in camera. Monta sul letto e mi chiama con una mano. Mi mette una mano sui lombari e mi stringe forte a sé respirandomi sulla faccia e ondeggiando il viso con fare lubrico.
“Ciak!”, urla Michel. Lo stronzo aggiunge, allora, anche l’altra mano, che si posa direttamente su una mia chiappa. La strizza senza alcun pudore e poi incolla le labbra alle mie e mi scava le fauci con la lingua.
Devo ammettere che ci sa fare: accoglie la mia bocca tutta dentro la sua e me la succhia, mentre mi perquisisce il cavo orale. Dietro, un suo dito preme tra le mie chiappe da sopra il cotone degli slip, raggiungendo ugualmente la mia rosellina. La stuzzica con piccoli movimenti circolari strappandomi un gemito ingolato. Lui mi fa eco dando al suo mugolio una cadenza interrogativa, come se mi chiedesse se mi piace. Intanto, l’altra sua mano si infila nelle mie mutande, da sotto. Stavolta il dito che arriva al mio buco non ha ostacoli e il contatto diretto col suo polpastrello mi provoca un leggero sussulto, sottolineato da un suo nuovo mugolio.
“Sei caldo e reagisci subito agli stimoli. Mi piace!”, mi sussurra, staccandosi per un momento dalla mia bocca. Ha cambiato comportamento: adesso è tornato ad essere l’uomo maschio che ho visto nella saletta del locale di Andrea, anche quando si faceva inculare da quel ragazzino spilungone e pallido. E’ un attore nato!
D’un tratto, mi tira giù gli slip: ho il culo completamente esposto all’occhio della telecamera. “Che chiappe morbide e burrose! MMMMMM!!!”, commenta il mio stallone. Me ne schiaffeggia sonoramente una e mi scappa un urletto. Poi, infila ancora un dito nel mio solco e stavolta preme più forte per penetrarmi. Nel subire questo, incollo il mio bacino al suo e percepisco l’impressionante gonfiore nelle sue mutande. Spontaneamente, mi sfugge un sospiro di apprezzamento e lui sorride da un angolo della bocca, soddisfatto per la mia reazione. Allungo una mano e vado ad accarezzargli il pacco: scorrendo il palmo, mi rendo conto che si fa fatica persino a stringerlo tutto quest’attrezzo poderoso di cui è fornito.
“Non è male, vero!”, mi fa. Io annuisco tra lo stupore e la voglia che ho di fare mia cotanta virilità. “Vediamo se riesci a prenderlo in bocca!”, aggiunge, e si scosta un po’ da me, premendomi la testa verso il basso. Io mi chino a pecorina e le mie chiappe esplodono in fuori, per il piacere di Gerry e dei futuri spettatori. Il blogger, poi, mi gira intorno e viene a riprendere il mio naso che stuzzica e annusa la prepotente protuberanza del mio partner. Do una lappata da troia, a lingua piena, al cazzo attraverso il cotone e poi inserisco un dito nell’elastico e apro e tiro giù gli slip. Tutto l’apparato genitale di Saverio precipita giù, non avendo più il sostegno delle mutande. Con la coda dell’occhio vedo l’espressione atterrita di Enrico: dalle foto sul book forse non si era reso conto che lo stallone fosse dotato di tanta roba, mentre io già sapevo che cosa mi aspettava, avendolo visto in azione, e, sinceramente, non vedevo l’ora di averlo tra le mani… e anche altrove!
Già solo così, molle e pendulo, è grosso come una lattina di birra. Tra un po’ diventerà anche lungo come una lattina di birra, e forse anche di più. Per il momento mi limito a leccarlo per tutta la sua lunghezza, senza peraltro trascurare lo scroto che è ripieno di due coglioni pesanti che definire carichi di sborra è poco. Chissà che cos’altro c’è dentro?
Il porcone geme per i miei colpi di lingua e allunga una mano sul mio culo proteso. Il dito che mi infila nel solco è umido: deve esserselo leccato e ora mi sta aprendo la rosellina e facendo un ditalino. Con una mano soppeso le palle di cannone di Saverio e me le porto alle labbra, succhiandone prima una e poi l’altra. A seguire, le accolgo insieme nella mia bocca e le gusto voracemente. Quindi, mi rassegno all’inevitabile: devo dare prova di riuscire a fare un pompino a questa enormità. Non è una cosa facile, ma devo provarci.
Con due dita indirizzo il cazzone alle mie labbra, le schiudo e stringo la cappella, iniziando a ciucciare. Poi, lentamente scendo giù verso la base e le mie fauci si sformano. Le guance si gonfiano e con le labbra non riesco più a stringere la nerchia.
La sento crescere e mi spinge la mascella verso il basso. Penso che me la slogherà! Con le narici prendo più aria che posso, visto che dalla bocca non passa altro che questo minchione elefantesco. Provo anche ad ingoiare la gran quantità di saliva che il buon sapore dell’uccello e l’eccitazione mi fanno secernere, ma mi riesce solo in minima parte: il resto cola dagli angoli della bocca insozzandomi il mento.
D’un tratto, sento che devo sporgermi indietro in una tensione generale delle mie membra: le mie chiappe si separano e la mia rosellina si allenta.
“MMMMM!!! Stai godendo, eh? Puttanella!”, mi apostrofa Saverio, che si rende conto del mio crescente piacere dalla facilità con cui adesso mi penetra il buco. Tanto che, estratto il primo dito e strofinatomi un po’ l’anellino, subito dopo mi apre il culo con due falangi, affondandomi dentro per intero.
“Glough… glough… glough… mmmmmmmm!!!”, gorgoglio e gemo, sbrodolando ancora dalla bocca, mentre le sue dita mi stimolano gli antri del mio sfintere e il suo cazzone quelli delle mie fauci. Peraltro, questo bell’arnese continua ad aumentare di volume, sia in lunghezza che in spessore. Ormai ho le guance deformate innaturalmente e sento anche il collo gonfio, visto che il grosso glande mi preme in fondo alla gola. Lui è tutto sommato cauto nel non spingere troppo a fondo, ma inevitabilmente sono sottoposto in ogni dove ad una pressione inaspettata e nuova.
“Cazzo se sei bravo!”, si complimenta lui, sinceramente sorpreso dalle mie abilità. “Dai: manca poco e poi lo ingoi tutto!”, aggiunge, considerando che ce l’ho in bocca per buoni tre quarti e, abbassando lo sguardo, posso vedere che sono lì lì dal raggiungere la meta della radice.
Ciò che mi fa tagliare il traguardo, però, non è la mia volontà, quanto uno spasmo a tradimento che, dal bassoventre, mi costringe sia a spalancare vergognosamente il culo, sia a protendermi in avanti di colpo. Così facendo, il glande mi colpisce la glottide e mi strozzo. Tossisco e sbavo ancora, ma stringo lo stomaco per non soffocare.
“Bravo! Che campione!”, mormora Saverio. “Senti che apertura! Di questo passo non farò nessuna fatica ad impalarti!”. La traduzione in pensiero di queste sue ultime parole mi eccita ancora di più. Immaginare questa mostruosità tra le mie chiappe mi esalta e un brivido mi scuote tutto il corpo. “Ti piacciono proprio tanto i grossi cazzi! Che gran vacca che sei!”, mi insulta, e scava con maggiore intenzione nelle mie viscere.
“MMMMMMMMM!!!”, gemo quanto i suoi polpastrelli toccano alcuni miei nervi interni e quando dilata le dita allargandomi la rosellina. Volgendo lo sguardo indietro mi accorgo che Gerry è proprio lì, sulle mie chiappe: la cosa mi suscita una gran libidine e, istintivamente, mi sgravo. Emetto un gorgoglio dalla gola e dal mio anellino fuoriesce del liquido vischioso.
“Oh, buon Dio!”, esclama stupefatto lo stallone, che estrae le dita e, per quanto posso capire, le espone, lucide e gocciolanti dei miei umori, alla telecamera. Poi, mi spalma le mie secrezione sulla mucosa e mi penetra di nuovo. “Se ti bagni pure, siamo a cavallo! La mia verga ti scorrerà dentro come un pistone ben oliato!”, commenta. “Che ne dici di provare?”, mi chiede, infine.
“MMMHMMM… MMMMHHMMMM…!!!”, annuisco con la minchia ancora piantata fino in gola. Lui si ritrae e il suo arnese mi scivola fuori dalle fauci dandomi un certo sollievo alle giunture della mandibola. Rimaniamo però legati dai filamenti di bava che inevitabilmente escono dalla mia bocca e arrivano fino al suo glande. Succhio per aspirarli e li inghiotto, ansimando per la fatica di questo saziante pompino. Lo stallone mi gira intorno e si mette alle mie terga. Mi sputa della saliva tra le chiappe e la spalma col cazzo.
Già sentendolo così, ancora fuori da me, ho paura che non riuscirò mai a prenderlo. Fatica anche ad insinuarsi nel mio solco! Saverio, però, non si pone alcun problema e, dopo aver lubrificato sia me che lui, punta la cappella al buco, chinandosi un po’ su di me. Vista l’incurvatura verso l’alto dell’uccello, non riuscirebbe ad entrarmi dentro altrimenti. Quindi, si appoggia con una mano al letto e con l’altra manovra l’attrezzo.
La punta passa subito e già mi sento dilatato oltremisura. Arpiono le lenzuola e le stringo tra le mani, tenendomi pronto allo step successivo. Il porco non aspetta un secondo e subito comincia a spingere. Il cazzo mi entra in corpo inesorabile, senza incontrare ostacoli. D’altronde, non era questo che mi preoccupava, ma il dolore che avrei potuto provare. La settimana scorsa ho preso insieme le mazze di Hans e di Enrico prima e quelle del tedesco e di Michel dopo, quindi ho avuto la riprova di avere una rosellina e uno sfintere molto elastici. La domanda è: elastici fino a che punto?
La dilatazione dell’ano inizia immediatamente a provocarmi delle contrazioni ai muscoli interni. Queste pulsazioni hanno l’effetto di farmi ingoiare l’asta, un po’ come quando si inghiotte il cibo dalla bocca. Al tempo stesso spingo in fuori per tenermi il più aperto possibile e agevolare la penetrazione. A forza di essere spinto in avanti, il mio petto finisce a contatto con il letto, mentre il mio culo rimane sollevato a ponte: una posizione sicuramente molto eccitante per chi guarda! All’improvviso sento il collo gonfiarsi: è come se mi stessi strozzando e stessi soffocando, eppure il cazzo non sta passando da lì!
Le mie ginocchia scivolano verso l’esterno man mano che Saverio mi penetra: mi sto aprendo più che posso e, sorprendentemente, ancora non sento alcun dolore né fastidio. Anzi, più mi allargo più aumenta il godimento, come del resto sapevo già.
“Oh, cazzo! Sei sfondato!”, nota lo stallone. Ancora, però, non sento il suo ventre, né tantomeno il suo pelo pubico. Deve esserci qualche altro centimetro che separa le mie chiappe dal suo bacino, anche se io sento il glande già contro la mia prostata. La pressione che vi esercita sopra è molto stimolante. Tra l’altro, Saverio fa dei movimenti circolari per facilitare l’ingresso che si riverberano anche sulla mia ghiandola interna, che viene così stuzzicata da quel grosso frutto che sormonta la sua spaventosa asta.
Poi, un solletico nel solco: eccoli i peli! Lui, per arrivare in fondo, dà infine un colpo secco ed io mi sento squarciato dentro. E’ come se si fosse rotto qualcosa, ma non brucia e non mi duole, se non per un nanosecondo. Per il tempo successivo è tutto un salire e scendere di fiamme dal culo fino al cervello. Questi flussi vengono sottolineati dai miei gemiti, assolutamente spontanei e incontrollabili. Di fronte a me, fuori campo, con le spalle alla portafinestra, c’è Enrico a braccia conserte che mi osserva ammirato: lo provoco leccandomi le labbra lorde di saliva che non smetto più di produrre, e gli faccio un mezzo sorriso ammiccante.
Saverio comincia a muoversi nel mio sfintere: con le mani appoggiate al letto e con i piedi puntati sale e scende lentamente facendomi assaporare ogni centimetro del suo nerchione nerboruto. Con una mano mi aggrappo al suo collo, torco il mio ed estraggo la lingua. Lui si china e ci uniamo in un limone appassionato. La stimolazione orale mi fa sgravare di nuovo e così lubrifico ancora la verga, permettendole di scorrermi in corpo senza difficoltà.
“Sei una favola, cazzo!”, ansima lo stallone, che poi si solleva, si mette in ginocchio e con le mani mi strizza e mi apre le chiappe, continuando a scoparmi. Mi giro e vedo che si guarda la minchia che entra ed esce dal mio buco slabbrato. Ha la bocca aperta, in segno di estremo stupore e godimento. Dal labbro inferiore gli cola della bava, forse volontariamente, che cade in perfetto perpendicolo sulla mia rosellina, così inumidendola ancora. Con il pollice la spalma e mi procura una sensazione indicibile di profonda libidine. Il mio anellino così teso mi restituisce piacere amplificato ad ogni minimo sfiorarlo.
Poi, Saverio si fa indietro e mi priva del cazzo. Il mio sfintere rimane aperto per un momento. Si chiude e quindi si spalanca nuovamente. Lo stallone coglie l’attimo e mi torna dentro con un rantolo a piena gola. Riesce e approfitta per la seconda volta della mia successiva dilatazione per affondarmi in corpo.
Ripete l’operazione ancora e ancora, praticandomi un dentro e fuori da paura. Io, con il culo così dilatato, mi sento ormai un puttana navigata e come tale inizio a fare la mia parte. Mi infilo le tre dita centrali della mano destra in bocca e le insalivo ben bene. Poi mi passo il braccio sotto la pancia e arrivo a sfiorarmi la rosellina spampanata, massaggiandola con lenti movimenti. Nel fare questo, la mia faccia assume espressioni da troia: gemo a bocca aperta e con la lingua che penzola dal labbro inferiore; i miei occhi si chiudono e si riaprono mostrando tutto il piacere che sto provando.
Gerry, forse diretto da Michel, viene a riprendermi in primo piano e allora esagero un po’ le mie movenze. Ci aggiungo anche una leccata flemmatica delle labbra e dei sorrisetti appena accennati. Poi, ansimi emettendo dei lievi urletti, questa volta, però, provocati da Saverio che ha cominciato a fottermi più forte, tanto che il mio corpo viene sballottato avanti e indietro dai suoi colpi. Mi schiaffeggia violentemente una chiappa e mi insulta; poi fa lo stesso con l’altra e mi chiama “puttana, troia, vacca”.
“Come lo prendi bene il cazzo! Si vede che ti piace!”, dice, e Gerry solleva l’obiettivo per riprendere anche lui, che sarà eccitatissimo mentre mi monta come un toro scatenato. D’un tratto, vedo Michel alle spalle di Gerry che dà delle istruzioni a Saverio. Il mio stallone, allora, si ferma e mi libera lo sfintere. Mi volto e vedo che si sdraia sul letto tirandosi su fino alla sponda. Appoggia le spalle al ferro e si mette seduto. Il suo cazzo che punta verso l’alto appare come un brutto obelisco sformato, ma per la funzione cui deve assolvere è veramente bellissimo.
Ancora una volta mi chiama a sé con la mano: vuole che mi ci impali. Allora gattono verso di lui e lo scavalco. Mi fa però capire che devo dargli le spalle. Mi torco e mi accovaccio sul suo ventre. Il glande tocca la mia rosellina sfrangiata e fradicia e la vìola. Mi siedo completamente sulle sue cosce e mi stendo sul suo corpo inspirando profondamente mentre l’asta mi scorre in corpo. Poi, pianto i piedi sul letto e spingo indietro sul suo torace, premendo con le mani sul materasso: comincio così a cavalcare il mio stallone tenendo le gambe ben spalancate di modo che Gerry possa riprendere la nerchia che compare e scompare nelle mie viscere. Una mano di Saverio spunta da sopra la mia coscia destra e si intrufola tra le mie chiappe, andando a massaggiarmi la mucosa estrusa dell’ano.
“MMMMMMM!!!”, miagolo, sempre come una puttanella soddisfatta, e ruoto in avanti il bacino per favorire la carezza del mio partner e anche il mio personale piacere.
“Mi fai morire, merda! Sei meglio di una femmina!”, mi sussurra il morone all’orecchio.
“E non hai visto ancora niente!”, rispondo sottovoce, fingendo di baciarlo. “Tu continua a stuzzicarmi e vedrai che ti succede!”. Provocato dalle mie parole, la sua verga sussulta dentro di me. Gemo per l’ulteriore dilatazione improvvisa e lui digrigna i denti. Quello che ho detto ha sortito il giusto effetto e ho acceso la sua curiosità.
Le sue dita smettono di frullarmi la rosellina: adesso indice e medio si sono posizionati ai lati del suo cazzo e stanno tendendo i lembi della mia mucosa. Gerry punta la telecamera proprio in quella direzione ed io faccio un movimento più profondo per colpirmi la prostata. Questo mi fa sgravare per la terza volta: con il buco tenuto aperto da Saverio i miei umori fuoriescono dall’anellino e colano giù per la parte di asta che si può vedere. Oltre la telecamera, Michel si passa una mano sulla faccia, quasi per smorzare l’improvvisa eccitazione che gli ha provocato questa mia uscita. Poi si volta verso Enrico e gli sussurra qualcosa.
Io sorrido ad entrambi e mi lecco i denti superiori con aria di sfida. Intanto, continuo a montare il mio stallone e, improvvisamente, succede qualcosa che non volevo. Iniziano gli spasmi.
“No! E’ troppo presto!”, mi dico. Enrico si accorge che ho l’aria preoccupata e aggrotta la fronte. Poi capisce qual è il problema e si tranquillizza. Anzi, ghigna contento. E accanto a lui Michel ha la stessa aria di soddisfazione.
Mi giro verso Saverio e gli dico: “Sto arrivando!”.
“Davvero?”, replica lui, senza squassarsi. Vorrei dirgli che cosa lo aspetta, ma non faccio in tempo: un’esplosione interiore al bassoventre mi fa vomitare tanti di quei liquidi dallo sfintere che lo scroto dello stallone si insozza tutto e si crea una pozza sul lenzuolo. Precipito sul palo completamente: sono talmente lubrificato che non riesco a stare su e a controllare il saliscendi. Il glande mi colpisce la bocca dello stomaco e un altro fiume di umori rompe gli argini della mia rosellina. Saverio se ne accorge subito, perché ha ancora la mano sulla mucosa.
“Oh, quanto godi, troia! Dai, non smettere, dai!”, mi esorta. Non sembra per nulla turbato dalle continue contrazioni dei miei muscoli interni che, in teoria, dovrebbero pompargli il cazzo e portarlo a breve a sborrare. Invece, è tranquillissimo e si muove lentamente dentro di me per aiutarmi a godere sempre di più.
Gerry è praticamente immerso tra le mie cosce e non si perde nulla di quello che mi sta accadendo. Ogni tanto risale con la telecamera ad inquadrare il mio viso stravolto dall’orgasmo e poi ridiscende per cogliere l’effluvio di secrezioni dal mio buco. Anzi, d’un tratto, proprio mentre il blogger è infilato tra le mie gambe, Saverio tira via la mano dalla mucosa e poi le mette entrambe sotto le mie cosce. Me le solleva, privandomi della sua virilità ed espone al pubblico ludibrio le mie parti più intime che, ancora dominate da convulsioni, si spalancano davanti all’obiettivo e sputano umori in gran quantità. Senza alcuna vergogna, io mi porto la stessa mano con la quale prima mi stuzzicavo all’anellino spampanato e ci infilo dentro tre dita. Mi fotto un po’ e poi le conduco alla bocca succhiandole e ripulendole. Torno a sditalinarmi e poi ripulisco le falangi ancora una volta. Mi schiaffeggio il solco e raccolgo altri umori dei quali, senza indugio, mi nutro con gran gusto.
Mentre sono lì che me la godo, Saverio mi spinge di lato. Mi ribalto, ma lui mi viene subito sopra e mi fa mettere supino. Mi afferra le caviglie che mi stringe forte, strappandomi un urlo, mi squarta e, con un mira da cacciatore esperto, mi sfonda gli intestini con tutto il suo cazzone. Mi monta e gode senza sosta, sbattendo ripetutamente il suo ventre contro le mie chiappe e martellandomi la prostata. Così facendo ricomincia a stimolare la mia produzione di umori.
Uno spasmo mi fa spingere in fuori e vomito la nerchia, spruzzando liquidi dappertutto. “Oh, porca vacca!”, esclama lo stallone, che però è pronto a rinfilzarmi col suo obice. Mi cavalca come un ossesso ed io sollevo il capo e mi guardo tra le cosce: sono fradicio e riesco a vedere quel minchione nerboruto entrare ed uscire da me a velocità esagerata. Per diverse volte sento la mia pancia svuotarsi ed un secondo dopo secrezioni colarmi giù tra le chiappe. Sono un fiume in piena e sto provando l’orgasmo anale forse più lungo della mia vita. Eppure sono cosciente, a differenza di quanto mi succede di solito. Non sono andato in apnea e non sono svenuto. Sono pienamente consapevole di quello che sta accadendo al mio corpo e me lo sto godendo completamente. Finalmente sono arrivato al punto di godermi tutto il mio estremo piacere dall’inizio alla fine. E’ una sensazione bellissima!
“Dai, scopami... scopami...!”, incito Saverio, che di certo non ne ha bisogno. Ma ne ho bisogno io, perché questa partecipazione mi fa provare dei picchi di libidine che non ho mai raggiunto.
“Sì, ti scopo! E adesso… ah!... adesso ti inondo pure… mmmm… come hai fatto tu con me, zoccola!”, sbraita in preda alla follia. Affonda per altri trenta secondi in me e poi si fa un po’ indietro e il cazzo schizza fuori dalla mia rosellina. Salta su imperioso e, dal buco in cima al glande, fiotta un lungo, potente e abbondante getto di succosa sborra. Istintivamente apro la bocca e chino di più la testa per raccoglierlo, ma solo una minima parte arriva alle mie labbra. Allora, come impazzito, mi alzo e mi giro a pecorina precipitandomi sulla nerchia. La ingoio completamente, facendo imprecare Saverio, e mi faccio irrorare la gola da tutto quel ben di Dio che sta sputando. I suoi coglioni ondeggiano sotto le spinte che li portano a svuotarsi e a scaricarsi nel mio stomaco e, per far continuare un tale effluvio di seme, li massaggio con una mano.
“Quanto sei stronzo!”, mi insulta lo stallone, che ha capito la mia strategia. “E allora toh! Toh! Toh!”, e mi colpisce la gola con il glande, continuando a zampillarmi nelle fauci. Poi, mi strattona per i capelli e si piega su di me per limonarmi e assaporare il frutto dei suoi stessi lombi. Le nostre lingue si intrecciano e…
“Stop!”, strilla Michel. Saverio molla i miei capelli ed io rovino pesantemente sul letto, mentre lui ne scende e va in bagno a lavarsi.
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