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Gay & Bisex

Incesto, orgia e gagging (2)


di crigio
18.09.2016    |    13.461    |    1 8.8
"Infine, uno scossone all’indietro, la minchia di Enrico viene vomitata e di nuovo il culo si spalanca e ne esce una quantità impressionante di umori..."
Il pivello nel pubblico è stranito: si guarda intorno chiedendosi se è proprio lui che il manzo sul palco vuole. Gli altri lo esortano ad andare e quello, alla fine, si convince. Si fa largo tra la folla e salta su.
Saverio ha ricominciato a cavalcare Enrico, il quale, sollevate le braccia, massaggia il petto del suo troione. Questo, a sua volta, alza il busto, lo torce e si ritrova con la faccia davanti al pacco pulsante del ragazzino che ha invitato. E’ un vero sbarbatello, imbarazzato sia per il fatto di essere protagonista davanti a tanta gente, sia per essere oggetto delle attenzioni di un tale pezzo di maschio.
Con due mosse da maestro Saverio gli slaccia i jeans e l’uccello del ragazzino salta fuori, sull’attenti come un soldatino. Il troione ne soppesa le palle, mentre spalanca la bocca e lo inghiotte. Il pivello diventa di pietra e stringe i denti, mentre le guance di Saverio si incavano. I pugni del ragazzino si stringono forte e lui cerca di resistere alla potente suzione dell’insaziabile porco, il quale gioca con le labbra e con la lingua facendo dei volteggi intorno all’asta e succhiandola per tutta la sua lunghezza. Poi, si intrufola tra le sue cosce e ne sugge i coglioni: è allora che le gambe secche di quello cominciano a tremare, mentre le sue mani afferrano la testa del troione e ne accompagnano il movimento. I testicoli spariscono completamente tra le fauci di Saverio, che li gusta come se fossero il piatto più prelibato che abbia mai assaggiato, chiudendo gli occhi e poi facendoli roteare, come in uno stato di estasi sublime.
In tutto questo, il porcone non ha smesso per un attimo di montare il mio boy: deve avere lo sfintere fradicio, con tutti gli orgasmi che ha provato. Il cazzetto dal ragazzino non lo sentirà nemmeno!
E proprio mentre penso questo che sputa la verga che sta succhiando e torna a mettersi a pecorina, facendo capire al ragazzino che vuole essere scopato anche da lui. Quello si leva calzoni e mutante e, vincendo ogni inibizione, si posiziona alle terga del troione e, accovacciandosi, punta la minchia. La cappella viene inghiottita dalla rosellina slabbrata senza il minimo sforzo e poi lo sbarbatello precipita nelle viscere del porcone, perdendo per un momento l’equilibrio. Non si aspettava che fosse così facile, ma, quando ormai è dentro, ritrova il baricentro e comincia a montare la sua vacca.
Ha un culetto ossuto e pelosetto in mezzo alle chiappe, una delle quali viene subito agguantata da Saverio per dettargli il ritmo. Il porcone digrigna i denti e sembra esortare il ragazzino a darci dentro. Ogni tanto apre la bocca ed esorbita le pupille, esagerando un po’, allo scopo di eccitare il suo stalloncino. Sta recitando la parte della troia, anche se, alla fine, credo che avrà l’ennesimo orgasmo. Ormai ha capito come fare a raggiungerlo e, visto che è sempre una gran goduria, non vi rinuncerà finche ha un cazzo nel culo (anzi, due!).
Nel frattempo, dirige la situazione, divertendosi a stuzzicare il ragazzino, che si squassa tutto per scopare un culo che forse non rivedrà mai più nella sua vita, ma anche per evitare di venire troppo presto. Il rischio è alto, perché Saverio è pur sempre un gran bel manzo e avere a portata di mano e, diciamolo pure, di cazzo, quelle chiappe sode e accoglienti ti fa andare in visibilio con estrema facilità.
D’un tratto, però, succede l’imprevisto: il pivello scivola, forse sul piccolo lago di umori che si è formato sul palco. Cade in avanti sulla schiena di Saverio e la sua verga curva ne arpiona l’anello, dilatandolo oltremisura. Il troione perde il controllo: abbandona la chiappetta del ragazzino e si appoggia a terra con entrambe le mani. Col volto deformato inizia a sbraitare e sfiatare davanti a sé, mentre lo sbarbatello cerca di riprendere l’equilibrio. Ormai, però è troppo tardi: il porcone comincia a muoversi come un forsennato avanti e indietro, cavalcando tutti e due i cazzi che ha in corpo e, dopo pochi secondi, si scuote tutto proprio come prima. Il ragazzino viene scaraventato di lato, mentre Saverio continua a twerkare sull’obelisco del mio boy per procurarsi un altro orgasmo anale.
Le sue natiche sussultanti sono forse uno degli spettacoli per i quali i presenti hanno pagato il biglietto stasera. L’altro è sicuramente l’effluvio di secrezioni prostatiche che ne segue. E stavolta il godimento del suo corpo (e forse anche del suo cervello) è davvero devastante. La sua schiena si inarca e si rilassa a scatti come se una forza sovrumana la costringesse a quei movimenti quasi innaturali. Il collo si torce a destra e a sinistra con la lingua che penzola fuori dalla bocca. Infine, uno scossone all’indietro, la minchia di Enrico viene vomitata e di nuovo il culo si spalanca e ne esce una quantità impressionante di umori. La sua gola si gonfia come se stesse per rimettere e gli occhi strabuzzano come in chi sta per svenire.
E di fatto è così: il quarto orgasmo è troppo anche per lui che, a quanto ne so, negli ultimi giorni si è allenato parecchio per questo spettacolo, anche con Enrico e i suoi amici. Purtroppo non abbastanza. Quel manzo di ragazzone si accascia sul petto del mio boy e ci rimane, esanime. Enrico lo spinge via e si divincola, alzandosi in piedi con la nerchia ancora in tiro. Un boato si solleva dalla platea non appena l’uccello del mio ragazzone si offre alla vista dei presenti. Enrico si china per controllare lo stato di Saverio e poi, accertatosi che stia bene, si volta per uscire.
“Adesso tocca a noi!”, urla qualcuno dal pubblico. L’uscita del gigantone è stata interpretata come un via libera per approfittare del troione e così diversi ragazzi saltano sul palco e lo afferrano. Lui si ridesta e non capisce che cosa succede.
“Oh mio Dio!”, esclama Pino, accanto a me, mettendosi una mano davanti alla bocca. “Ora lo violentano!”, aggiunge, non so se spaventato o eccitato dall’idea. Intanto, il ragazzino che stava scopando Saverio, terrorizzato da quella marea di uomini, scappa letteralmente dal palco, raccogliendo la sua roba e inciampando ripetutamente.
Un tipo massiccio strattona Saverio per i capelli e gli struscia il suo pacco sulla faccia; si leva la maglia e si apre i calzoni, tirando fuori una nerchia di tutto rispetto. Stringe le narici del troione e gli riempie le fauci con quel suo gran bel pezzo di carne. Il porcone tossisce ed emette muco dal naso, visto che la bocca è più che ostruita.
Qualcun altro, però, esige le sue attenzioni e, dall’altro lato, lo fa voltare a forza offrendogli la propria virilità. Saverio si mette in ginocchio per potersi muovere più agevolmente tra tutti quei maschioni, che adesso lo circondano, ciascuno in attesa del proprio turno. D’un tratto, però, viene spinto indietro e uno dei ragazzi gli scavalca il petto e gli affonda il cazzo in gola. Una mano si allunga sul sospensorio del troione e lo strappa letteralmente via, scoprendo il suo sorprendente apparato genitale. Un altro sbarbatello, più troia di quello di prima, si getta a capofitto su cotanta roba e la inghiotte in men che non si dica. La sua testa si alza e si abbassa a velocità impressionante e presto la verga di Saverio assume le dimensioni che gli sono proprie. Il ragazzino non riesce più a contenerla tra le sue fauci e, quando la vomita, sgrana gli occhi spaventato nel vedere che cosa è diventato quel cazzo che fino a pochi secondi fa era più piccolo e floscio.
Allora si leva i bermuda e gli slip, lanciandoli lontano e infischiandosene di dove possano finire, si sputa su una mano e si passa il palmo tra le chiappe. Dà una sculacciata all’energumeno che sta soffocando Saverio e poi si mette a pecorina ordinando al porcone di scoparlo.
Questo, sconvolto per tutti gli stimoli che gli arrivano da ogni parte, obbedisce e incula la troietta, la quale, non appena quell’uccello spropositato comincia a dilatarlo, sembra che quasi pianga per il dolore, salvo riprendersi poco dopo, girarsi ed incitare lo stallone a fotterlo di brutto. Intanto, altri non perdono l’occasione di riempire la bocca sguarnita di Saverio, nonostante questo sia impegnato a montare un culo. Altri ancora, invece, si inginocchiano davanti alla troietta per farsi spompinare e lei diventa il centro della scena. Inghiotte succhia e sputa cazzi a tutta forza, senza risparmiarsi. Pare che non aspettasse altro, anche se non sapeva che cosa si nascondeva sotto il sospensorio di Saverio. Poi, si libera della nerchia dello stallone, si alza e, spingendolo dal petto, gli fa capire che deve sdraiarsi a terra. Quindi, lo scavalca e gli si impala sopra, dandoci le spalle. Il suo culetto a mandolino, glabro e bianchiccio, viene trafitto dalla mostruosità che il porcone si ritrova tra le cosce e il ragazzino inizia a rimbalzare sul ventre dell’energumeno aggrappandosi alle verghe di altri due maschi in piedi ai suoi lati. Si china da una parte e poi dall’altra ciucciandole alternatamente; qualcuno si siede sulla faccia di Saverio e si fa prima leccare il buco del culo e poi, facendosi un po’ indietro, spompinare l’uccello affondandoglielo fino in gola.
Le mani del porcone, intanto, si riempiono delle chiappette della troia che lo sta cavalcando, le aprono e le strusciano una contro l’altra, facendosi così anche una spagnola con quelle. Nel frattempo, i cazzi nella bocca dello sbarbatello vengono sostituiti da altri due, pronti alle spalle dei precedenti. Anzi, ai lati del ragazzino si sono create due file di maschi in attesa di essere spompinati; e così anche di fronte a lui, dove gli stalloni aspettano di essere succhiati da Saverio.
Qualcuno non resiste e sborra già dopo pochi secondi, altri invece tornano in fondo alla fila o cambiano fila, volendo assaggiare entrambe le bocche. D’improvviso, un brivido scuote il corpicino della troietta, che per un po’ smette di succhiare. Quando si riprende, si tuffa nuovamente su una minchia alla sua sinistra e incava le guance anche più di prima.
Le facce di Saverio e del ragazzino sono già due maschere di cera, perché diversi ragazzi ci hanno sborrato sopra. Uno si inginocchia alle spalle della troietta, tira fuori la verga di Saverio e infila la propria nello sfintere appena svuotato. Spinge il ragazzino verso il basso, affinché si metta a pecorina, e comincia a fotterlo come un ossesso. Un minuto dopo si agita tutto e si scarica i coglioni nel budello penetrato. Altri fanno lo stesso, finché Saverio e il pivello non rimangono praticamente soli sul palco.
Allora decidono di lanciarsi in un sessantanove: il ragazzino rimane sopra e si getta a capofitto sul nerchione di Saverio, mentre questo succhia il primo da sotto. Qualche ciucciata e le loro gole vengono irrorate di caldo e vischioso nettare.
“Ragazzi!”, fa Enzo. “Quest’orgia mi ha messo addosso una certa voglia. Vi va di venire da noi?”.
Prima che qualcuno si esprima, compare Enrico, rivestito, che risponde al posto nostro: “Andiamo! Devo svuotarmi i coglioni! Sono così pieni che mi fanno un male cane! Quello stronzo non mi ha fatto sborrare!”.
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