Gay & Bisex

Harem (2)


di crigio
02.05.2016    |    8.308    |    6 9.1
"Intanto, anche Seby scende dal letto e si avvicina sornione a Pino..."
“Anch’io voglio godere così!”, miagola Enzo, strusciandosi contro il corpo sudato di Hektor dopo aver gattonato sinuosamente verso di lui. Gli gira intorno, gli si mette sopra a cavalcioni e, impugnato il cazzo, ci si impala. Abbraccia lo stallone e inizia a limonarlo, mentre lo cavalca come fosse un toro ad un rodeo. Dal canto suo, il tedesco gli agguanta le chiappette e gliele scuote, massaggiandosi così contemporaneamente la sua asta, per la verità già sollecitata a sufficienza dal “su e giù” insistente di quella troia del mio amico.
Intanto, anche Seby scende dal letto e si avvicina sornione a Pino. Gli si inginocchia alle spalle e ammira il suo buco aprirsi e chiudersi al ritmo degli spasmi non ancora cessati. Sembra quasi che aspetti qualcosa.
Eh sì! Non mi sbagliavo! Il buco di Pino ricomincia ad aprirsi a dismisura e Seby si avvicina sgranando gli occhi e schiudendo le labbra, mentre la lascia penzolare la lingua giù per il mento.
“AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!”, urla ancora il biondino e, d’un tratto, spara uno spruzzo di umori dalla rosellina, che imbratta tutta la faccia di Seby. Il fratellino non si stupisce di certo e, anzi, con la mano raccoglie tutti quegli intimi succhi e poi si lecca le falangi ripulendole a dovere.
A quanto pare Pino è in preda ad un orgasmo anale multiplo, che non si arresta anche perché Seby, assaporato quello che gli era già stato regalato dallo sfintere del nostro amico, comincia a titillargli l’anellino con la lingua. Pino, però, non resiste davvero più e si ribalta, finendo supino sul pavimento. Ma Seby non si dà per vinto e, passando una mano sotto una coscia della povera troia, gli infila due dita nel culo, mentre, contemporaneamente, si tuffa sul suo petto addentandogli un’areola.
“Che stronzo!”. Pino insulta Seby, ma non si sottrae alle sue insistenti attenzioni. Il suo culo comincia a sbattere a terra e annuncia l’ennesima esplosione di piacere.
“Ma guardati! Sei fradicio!”. A parlare è Hektor che, liberatosi di Enzo (il quale ora corre su e giù per la stanza, colto da uno dei suoi eccentrici orgasmi anali), è di nuovo sopra il mio amichetto, pronto a deflorarlo ancora. E infatti, afferrato il polso di Seby, estrae le sue dita dallo sfintere di Pino, le succhia con gusto e poi infilza la puttanella tenendogli le gambe strette una contro l’altra. Suppongo che lo faccia perché, essendo Pino ormai aperto all’inverosimile, lui non proverebbe alcun piacere a penetrarlo.
Ovviamente, anche stavolta lo scopa senza riguardo: lo stallone ondeggia col suo bacino avanti e indietro, sbattendolo contro le chiappette del mio amico e tamburellandogli la prostata. Il biondino non geme più: respira a malapena e ha le dita rigide contro il pavimento, che sembra voglia strapparlo via. Scuote la testa da un lato e dall’altro e riprende a sbattere il sedere a terra.
Seby, intanto, ammira lo stallone fottere il suo amico: allunga una mano sul suo petto e lo accarezza, mentre lo guarda ammiccante. Si contorce facendogli capire che anche lui vuole essere scopato e con la lingua si lecca le labbra dimostrando di avere una gran voglia. Hektor recepisce il messaggio e sottrae la verga a Pino. Si sposta poco di lato e si intrufola tra le gambe di Seby, mettendosele sulle spalle. Appoggia il glande sulla rosellina del piccoletto e spinge.
La puttanella emette un gemito di piacere: gli occhi e la bocca gli sorridono. Ha finalmente raggiunto il suo scopo: ha conquistato il suo giocattolo e adesso se lo vuole godere il più possibile. Solo che, a differenza dell’impeto che il tedesco ha messo nel fottere Pino ed Enzo, con lui adotta tutto un altro ritmo. Si muove lentamente e gli fa sentire l’asta per tutta la sua lunghezza. A Seby, d’altronde, non sembra dispiacere questa flemma e, anzi, si lascia prendere dall’energumeno, abbandonandosi completamente a lui e alla sua esperienza. Hektor, inoltre, si china sulla troietta e la limona avvolgendo con le labbra tutta la sua boccuccia rosa. Sembra quasi che stiano facendo l’amore più che sesso sfrenato come quello a cui ho assistito fino a poco fa.
Accanto a loro Pino è rigido come un ciocco di legno e vibra tutto da capo a piedi; Enzo, invece, è seduto sul bordo del letto e, mentre guarda il suo fratellino che viene posseduto da quella massa di muscoli, si strofina la rosellina per tenersela bella calda. Il tedesco, d’un tratto, si gira verso di lui e, con un cenno del capo, gli dice di avvicinarsi. Enzo si sdraia al fianco di Seby e solleva le gambe. Lo stallone gli infila due dita su per lo sfintere e gli ravana gli intestini con estrema sapienza. Lo stesso fa dall’altro lato con Pino, dopo aver costretto anche lui ad alzare le cosce. Considerando lo spessore delle falangi dell’energumeno, capisco bene perché i miei tre amici godono all’unisono sebbene scopati in modo diverso. Due dita di Hektor sono spesse quasi quanto il suo cazzo e, usando tutta la forza che ha nelle braccia, Pino ed Enzo possono avere la sensazione di essere sbattuti proprio come lo è Seby, che invece sta prendendo in corpo la virilità di questo raro esemplare di maschio.
La stanza è invasa dai gemiti delle tre puttanelle, che si dimenano, si agitano e si contorcono, un po’ simulando e un po’ godendo per davvero. Soprattutto di Enzo non si capisce mai quanto sia sincero il suo piacere e quanto invece sia solo una messa in scena al solo scopo di provocare lo stallone di turno. In ogni caso, le sue moine sortiscono sempre l’effetto voluto.
D’altro canto, il tedesco è padrone della situazione ed è eccitato dal fatto di riuscire a far godere contemporaneamente tre piccole vacche. Continua a penetrarle con le dita e con l’uccello ancora per qualche minuto, finché, spossato dalla fatica e dal sudore, si volta verso di me e mi chiede dell’acqua. Io, allora, vado in cucina e al mio ritorno lo trovo seduto su una poltrona, quasi tramortito, ma col cazzo ancora svettante tra le cosce, mentre i miei tre amici sono sdraiati sul pavimento a godersi gli ultimi sprazzi di piacere.
Quella minchia dritta, che pulsa al ritmo della pressione sanguigna, sembra quasi chiamarmi. Mentre Hektor sorseggia l’acqua, la fisso e non riesco a staccare lo sguardo da tanta imponenza, pur avendola già provata più di una volta. Quasi ipnotizzato, cado in ginocchio tra le sue gambe e chino la testa sullo scroto. Estraggo la lingua e solletico i coglioni. Lui sobbalza e si accorge di me. Sorride.
“Ah! Ne vuoi un po’ anche tu? Accomodati, prego!”, mi invita. Le palle sono dure, sicuramente piene di tanta sborra calda. Tuttavia, dall’espressione contratta del viso del tedesco capisco che non riuscirà a venire tanto presto. L’apparato genitale gli deve far male non poco: la sessione appena terminata con i miei amici ha richiamato in quelle zone molto sangue e molto sperma, quindi potrò divertirmi anch’io per un bel po’.
Con la lingua risalgo lungo l’obelisco, solleticandolo in diversi punti. Ogni tanto ciuccio l’asta con le labbra e, quando raggiungo la vetta, mi soffermo a succhiare il frenulo. Questo fa impazzire Hektor che, appoggiato il bicchiere a terra, si aggrappa forte ai braccioli della poltrona e ci si spalma sopra, lasciando che io mi lavori bene le sue intimità.
“Sei bravo, cazzo, con quella bocca lì! Anche più di Pablo! Uff!”, si complimenta. Quando finalmente mi decido ad ingoiargli la mazza, mi mette le mani sulla nuca e mi spinge la testa verso il basso, costringendomi a strozzarmi. Per evitare di soffocare, prendo aria dal naso e poi contraggo lo stomaco. Apro il più possibile la gola e la stringo di nuovo solo quando il glande è arrivato in fondo, in modo da pomparglielo con la glottide. “Oh, che meraviglia!”, ansima. “Ma come fai?”, mi chiede stupito, e muove lentamente il bacino per accompagnare la mia suzione. Quindi, mi lascia andare e vomito il cazzo, che adesso si presenta tutto lucido di bava e apparentemente ancora più grosso. “Credo che, prima di riuscire a venire, mi scoppierà!”, ride, notando anche lui che il suo affare ha assunto dimensioni spaventose.
“Io spero che mi scoppi dentro!”, lo provoco.
Lui si china su di me, mi prende per il mento e mi sussurra: “Tu sei più troia di loro tre messi insieme! L’ho sempre saputo!”. Io gli sorrido e mi gongolo per queste sue parole. “Succhialo ancora un po’, ché dopo ti faccio impazzire!”. Riprendo le mie pratiche e, intanto, lui si allunga sul mio sedere e mi sbottona i jeans, tirandomeli giù e scoprendomi il culo. Mi accarezza le chiappe, si sputa su una mano che poi mi infila nel solco per lubrificarmi e mi titilla la rosellina con un dito per stimolare la dilatazione, anche se io so già che non ce n’è bisogno. Del resto se ne accorge anche lui, quando mi penetra con la falange ed esclama: “Merda! Sei tutto aperto! Che vacca!”, e, mentre io continuo a godermi la sua minchia, lui mi lavora lo sfintere aggiungendoci anche un secondo dito.
Quindi, si alza dalla poltrona e mi viene dietro. Non mi fa neanche togliere i calzoni che si accovaccia alle mie terga e punta dritto al mio buco. Mentre spinge per affondare dentro di me, mi infila due dita in bocca e mi tira le labbra. “Succhiale, puttana! Fa’ vedere alle tue amichette quanto sei vacca!”, mi insulta, e intanto la sua asta solca le mie viscere finché termina la sua corsa contro la mia prostata. Appena la raggiunge sobbalzo. “Eccoci!”, mormora lui, soddisfatto. Quindi, si posiziona comodo e comincia a fottermi di buona lena.
“Wow! Hai il culo più bello che abbia mai scopato! E’ così morbido! E sei tutto bagnato, cazzo!”. Mentre si muove dentro di me si lascia andare a tutti questi complimenti. Effettivamente, continuo a sentirmi ripetere da tutti che ho davvero un culo da favola, tanto che comincio a crederci. D’altronde, la mucosa leggermente fuoriuscita lo fa sembrare quasi una fichetta e agli stalloni che la provano piace leccarlo proprio per questo. Inoltre, mi bagno facilmente e questo favorisce la penetrazione perché produco da me tutto il lubrificante necessario. E poi, godo per davvero, non come Enzo! Mi piace da impazzire sentirmi attraversato da un pezzo di carne duro, caldo e pulsante, che gode del mio godimento, proprio come sta facendo adesso questo stallone alle mie spalle.
“Preparati, ché ci vado giù pesante ora!”, ci tiene ad avvisarmi Hektor, forse per l’amicizia che ha con Enrico.
“Sì, sfondami!”, lo rassicuro io, e lui inizia a montarmi con tutto il peso del suo corpo, che, considerati i muscoli che ha, non è certo poco. Peraltro, la forma del suo cazzo è così perfetta che colpisce esattamente la mia prostata, procurandomi soltanto un gran piacere e nessun dolore. Man mano che la libidine cresce, mi si annebbia la vista. Nel contorcermi a destra e a sinistra ho l’impressione che i miei tre amici mi siano attorno, ma non ne sono sicuro. Sono così stravolto dall’eccitazione che faccio fatica a distinguere le forme.
“Sento che stai godendo! Mi stai pompando il cazzo col tuo culo!”, mi sussurra il tedesco all’orecchio, chino sulla mia schiena.
“Sì… godo…!”, confermo senza troppa convinzione. Sono così preso dalle mie sensazione che rispondo automaticamente, quasi non prestando attenzione alle parole che dico.
“Il cazzo mi fa un male cane! Tra un po’ esplode veramente!”, mi annuncia lui.
“Sì… esplodi in me… tutto dentro di me… dai!”, lo esorto, semincosciente.
“Ecco… sì… arriva… arriva… arrivaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!”, sbraita alla fine, e la sua verga si dilata di colpo proprio quando un primo fiotto di sborra incandescente irrora le mie viscere. Ho l’impressione che nello sfintere mi si sia rotto qualcosa, ma non provo dolore, anzi. E poi il calore del suo nettare è un balsamo per i miei intestini martoriati. Il suo grosso uccello continua a sputarne in quantità industriale ed ora Hektor inizia a gemere ad ogni schizzo, finché, quando arriva al culmine dell’orgasmo, mi urla in un orecchio, tanto da non farmi sentire altro. Poi, si piega su di me e mi morde una spalla, mentre mi affonda completamente in corpo, invadendomi come mai prima.
Questa penetrazione profonda è la goccia che fa traboccare il vaso del mio piacere. Dal bassoventre comincio a spingere in fuori, tanto da eiettare la verga del mio stallone, e con essa anche tutto il seme che mi ha riversato in corpo. Sul pavimento si forma una pozza che è un misto di sborra e di umori prodotti da me. Rimango per almeno un minuto con le ginocchia divaricate e il culo leggermente abbassato in preda ad un orgasmo anale lungo e potente. Anche i miei capezzoli si inturgidiscono e mi regalano un estremo godimento, mentre le orecchie mi fischiano e per poco non svengo.
Hektor mi accarezza lentamente la rosellina per smorzare il piacere prorompente, ma non sa che, in realtà, così facendo, ottiene l’effetto contrario. E infatti, l’eccitazione rimonta e una nuova spinta mi fa aprire come non avrei mai immaginato, tanto che le sue dita vengono inghiottite dentro involontariamente.
“Cazzo! E’ tutto a posto?”, mi chiede lui preoccupato.
“Certo che è tutto a posto!”, lo conforta Pino. Io non riesco ad emettere alcun suono. Sono in apnea. “Togli solo le dita da lì, altrimenti non la smette più!”, gli fa notare.
E infatti, non appena si allontana da me, comincio a tranquillizzarmi e a respirare meglio, finché mi riverso sul pavimento all’ombra del mio possente stallone.
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