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Lo stripper e il buttafuori (Enrico) (3)


di crigio
06.12.2018    |    4.896    |    3 9.1
"Spalmo la saliva ben bene e poi punto all'ingresso del suo sfintere..."
Usciamo dalla stanza e ci leviamo tutto. Andiamo in bagno e lui apre l'acqua calda nella doccia. Il piatto è molto grande. "Dai, vieni!", mi fa, dopo esserci entrato. Nonostante io non sia per niente basso né esile, lui mi sovrasta di almeno dieci centimetri ed è molto più grosso di me. Mentre il getto ci scroscia addosso, mi stringe tra le sue braccia e mi infila la lingua in gola. Mi bacia come se volesse succhiarmi l'anima e, dopo aver visto cosa riesce a fare con la sua bocca, temo per la mia incolumità.
Ci insaponiamo a vicenda e lui si lava bene soprattutto tra le chiappe. Ci risciacquiamo e rimaniamo a crogiolarci sotto l'acqua, continuando a limonare. La cosa non mi dispiace: anzi il mio cazzo risponde immediatamente alle attenzioni del buttafuori e anche il suo non è da meno. Devo ammettere che anche lui è ben dotato! Li strusciamo uno contro l'altro e tra i nostri ventri; poi lui si inginocchia lentamente e impugna il mio. Lo lecca un po' e poi lo inghiotte cominciando a spompinarmi. Nel frattempo mi soppesa i coglioni con una mano e sollevando lo sguardo mi fa capire che è soddisfatto della loro consistenza. L'esperienza di pochi minuti fa li ha caricati di tanta buona sborra e al momento opportuno la sua bocca o il suo culo verranno farciti a dovere. Anche lui pregusta la cosa, visto come li tasta.
Dopo qualche minuto di massaggio orale, si alza in piedi e si gira di schiena. Si inarca e preme il culo contro il mio ventre, infilandosi la mia asta tesa tra le chiappe. Chinandosi in avanti comincia a twerkare e praticamente mi fa una spagnola con le sue possenti natiche. Gliele agguanto e le stringo per aumentare la pressione intorno alla mia verga e anch'io mi muovo in su e in giù per accrescere il mio piacere. Quindi, mi inginocchio alle sue terga e affondo la faccia nel suo solco, allungando la lingua sulla rosellina. Ne percorro il perimetro con la punta e ne sento ogni più piccola grinza. Ogni volta che il mio organo fa attrito contro quelle minuscole incavature, il buttafuori geme e si divincola. Con una mano gli impugno il cazzo e lo masturbo, ma lui subito me la afferra e se la porta al petto affinché gli titilli la punta del capezzolo. Deve piacergli proprio tanto questa carezza, visto come li stimola bene e spesso. Allora, uso anche l'altra mano sull'altra tettina e, in tutta risposta, lui protende di più il culo, fagocitandomi la testa tra le natiche. Indurisco la lingua e inizio a fotterlo: lui sospira e mi tiene il capo premuto contro le sue intimità.
"Dammelo, ti prego! Dammelo! Ho voglia di sentirti dentro!", mi chiede con ardore. Allora, mi tiro su e mi sputo sulla verga. Spalmo la saliva ben bene e poi punto all'ingresso del suo sfintere. Ovviamente non devo premere più di tanto, anche se, con mia enorme sorpresa, non è così largo come mi aspettavo. Dopo il mio braccio e quel dildo smisurato avrei detto che non lo avrei sentito per nulla, e invece le pareti del suo budello mi avvolgono la minchia quasi massaggiandomela mentre gli scorre dentro.
"Oh... come sei caldo...", sussurra.
"E tu non sei così aperto come mi sarei aspettato", gli rispondo.
"Eheh!", sghignazza. "Tesoro, non sei l'unico ad avere una certa esperienza", mi schernisce tirandosi un po' su e cingendomi il collo con un braccio. Solleva la gamba destra ed io gliela sorreggo con un braccio, mentre allungo la mano sulla rosellina profanata e con le dita gliela solletico. Lui aggrotta la fronte, mostrando di gradire particolarmente questo massaggio. "Sei un diavolo!", mi insulta bonariamente quando inizio a titillargli la mucosa protrusa. Quindi, mi muovo dentro di lui e la sua reazione è immediata: geme e rantola e si gode ogni centimetro della mia asta. Inizio un movimento così cadenzato che la sua faccia sembra chiederemi di fotterlo con violenza: la lentezza del mio andirivieni accresce la sua bramosia, tanto che la gamba che lo regge comincia a tremare.
"Oddio... Oddio...", si lamenta, perché, nonostante la possente muscolatura di quell'arto, lo stesso rischia di piegarsi e di farlo cadere, tanto vibra percorso da brividi di piacere.
In verità, tutte le sue membra sono tese come corde di violino: me ne accorgo dal capezzolo destro, che riesco a vedere per la torsione del suo busto mentre mi cinge col braccio. Vorrei succhiarglielo ma non ci arrivo. Alla fine dobbiamo rinunciare a questa posizione perché il povero buttafuori non si regge più in piedi.
"Andiamo di là", mi dice. Ci asciughiamo e mi porta in camera da letto. Si mette supino ed io gli sollevo una gamba e lo monto a forbice, infilandomi l'altra tra le mie. Lo penetro e mi chino su di lui, raggiungendo finalmente l'oggetto dei miei desideri. Pistonandogli lo sfintere, mi avvento sulla tettina turgida e gliela mastico, succhiando con voluttà. Lui infila una mano tra i nostri ventri e si massaggia nervosamente la passerina violata, come se si stesse stimolando un clitoride immaginario.
"MMMMMM!!! Che troione! Dai fammi vedere come schizzi, puttana!", lo insulto, vedendo quanta lena ci mette in quel movimento scattoso. "Lo so che puoi godere di culo! Dai, fammi vedere!". A queste mie ultime parole lui sgrana gli occhi e mi fissa.
"In che senso...?", mi chiede, rallentando con la mano.
"Beh... lo hai fatto prima... di sotto... No?".
"Ma quello non è godere di culo, ma di testa!", ribatte lui.
"Non dire stronzate! Non hai mai sentito parlare di orgasmo anale? Prima tu ne hai avuto uno, e anche molto potente! Fìdati! Sono un esperto!".
"Ma... davvero?", aggiunge lui incredulo.
"Oh, sì! E la prova è che sono io che ti sto facendo godere, non tu. Non la tua immaginazione, non la tua testa, ma il mio grosso cazzo che ti scorre in corpo, piano piano, lento lento, fino in fondo e poi tutto fuori. Di nuovo tutto dentro e poi ancora fuori". Le mie parole lo fanno smettere di accarezzarsi e, nonostante ciò, il suo piacere non diminuisce, anzi cresce. "Vedi: non ti stai più toccando, e allora perché ansimi così forte?".
"Non... lo... so...", singhiozza.
"Adesso proviamo così", gli dico ed estraggo l'asta tenendo dentro solo la cappella. Quindi, inizio a scoparlo velocemente solo con mezza asta. D'improvviso, affondo completamente colpendogli pesantemente la prostata. Il suo ventre spasima e e quelle contrazioni si riverberano su fino al petto facendogli inturgidire i capezzoli. Ripeto la pratica e stavolta, dopo l'affondo, il buttafuori getta la testa indietro, segno che stavolta l'effetto degli spasmi gli ha raggiunto il cervello.
"E allora? E' solo questione di testa?", gli chiedo. Lui risolleva il capo e mi fissa. Non sa che rispondere, però il suo sguardo sembra implorarmi di farlo ancora. Io sorrido e mi replico. Stavolta lo faccio temare da capo a piedi e il suo sfintere rilascia del liquido vischioso.
"Ma... mi sto bagnando... come una troia, cazzo! E non sto usando l'immaginazione, come prima, giù. Sei tu, merda! Sei solo tu a farmi godere così!". Si stupisce delle sensazioni che gli fa provare il suo corpo e non se ne capacita.
"Lo sapevo che prima ricorrevi all'immaginazione. E sai perché? Perché non mi hai fatto fare praticamente niente eppure hai goduto lo stesso. Non hai lasciato che fosse il dildo a farti provare il piacere estremo, ma i tuoi sporchi pensieri. Lascia che il tuo corpo comunichi col tuo cervello e non viceversa", gli suggerisco. "Siamo un fascio di nervi che, se stimolati a dovere, ci restituiscono un piacere che non possiamo nemmeno immaginare. E dico letteralmente immaginare. Capito?".
"Non so... forse...", ansima, mentre riprendo a stantuffarlo rapidamente con mezza verga per poi precipitargli in corpo tutto d'un colpo. La sua reazione è massima: sussulta sul letto che quasi mi sbalza via e rischio di sgusciare fuori da lui.
Con una mano strappa via le lenzuola e rantola: "Oh, meeeeerdaaaaaaa! Che roba, ragazziiiiii!".
Mi chino sul suo orecchio e gli sussurro: "Adesso ti metti a pecorina e ti scopo come un toro e tu godi come una vacca, chiaro?".
Già solo le mie parole lo fanno vibrare di nuovo, ma comunque mi risponde: "S... sì...". Si volta e si inginocchia, offrendomi le sue enormi chiappe. Io mi alzo in piedi sul letto e mi accovaccio alle sue terga, puntando il cazzo al buco. Gli scivolo dentro e mi piego in avanti appoggiandomi sulle mani. Quindi, comincio a pistonarlo con movimenti pesanti e profondi. Lui lascia andare giù il busto e rimane col solo culo sollevato. Un lamento continuo gli esce dalla gola e ad un certo punto si sgrava.
"Oh, merda! Mi sono cagato addosso!", sbotta.
"Non dire stronzate! Lo vuoi capire che stai godendo?", rimbrotto. Allunga una mano verso il suo solco e quando la riporta su si rende conto che quella che ha raccolto non è merda, ma umori. Li assaggia e ne prova gusto.
"E' buono... è buono... Ancora... ancora... per favore...", mi chiede.
"Che puttana che sei!", lo insulto.
"Oh, sì! Sono una puttanaaaaaaaaaaaa!", urla, e il suo sfintere si spalanca e gli precipito dentro, quasi scivolando dal mio appoggio. "Scusa... scusa..., ma credo di godere...".
"Finalmente l'hai capito", rimarco, mentre riprendo il mio assetto e ci do dentro di brutto. Sento il cazzo in fiamme per colpa della quantità di umore caldo che secerne la sua prostata. Mentre pistono, lo trascino fuori e schizzi si spargono sul lenzuolo. Non resisto, lo voglio assaggiare. Smonto dalla troia e mi precipito con la faccia sul sul solco. Lecco e succhio e mi inebrio coi suoi succhi. Quindi, mi riposiziono e ricomincio a fotterlo di gran lena. Nel naso mi è rimasto l'odore di lui e, inspirando, mi eccito all'inverosimile. Come un ossesso lo cavalco e lo apro. Sento che anche lui è ormai fuori controllo e, se all'inizio credevo che mi venisse incontro col culo, dopo un po' capisco che sono gli spasmi del piacere a far sì che le sue chiappone mi colpiscano violentemente il ventre.
D'improvviso, tira su il busto e, stracciando le lenzuola, lancia un grido spaventoso davanti a sé, mentre i suoi muscoli sfinterici mi stritolano la minchia. Faccio di tutto per non sborrare e, con mio enorme stupore, ci riesco. Non appena lui si rilassa, estraggo il cazzo e lo faccio rivoltare supino. Lo monto sulla faccia e gli infilo il cazzo in gola. Pistono un po' e mi scarico i coglioni tra le sua fauci. Lui gorgoglia, ma non si lascia sfuggire tanto ben di Dio, e mi tiene stretto per le natiche finché l'ultima goccia non stilla dal mio glande.
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