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Gay & Bisex

Tutto dentro! (Enrico) (2)


di crigio
07.03.2017    |    9.470    |    3 9.7
"Quindi, invertono le posizioni e quello che prima lo fotteva ora si fa spompinare, mentre l’altro lo penetra da dietro strappandogli un sonoro singulto..."
Mentre sono in bagno a ripulirmi della mia stessa sborra, ripenso a quello a cui ho appena assistito: il mio boy che fa la troia, proprio come ho sempre sognato! E magari si è pure fatto pagare!
Mi asciugo e mi riabbottono i pantaloni: non vedo l’ora di tornare in camera e saltare addosso a Giò. Mi ha eccitato un casino guardarlo che si fa sbattere da un perfetto sconosciuto!
Esco dal bagno e delle voci stuzzicano le mie orecchie. Sembrano quelle di almeno tre persone. Una la riconosco: è la mia troietta. Poi ce ne sono altre due, gravi e maschie. Attraverso lentamente il corridoio e allungo il collo oltre l’angolo. La porta della camera è ancora socchiusa, proprio come prima. Lo specchio mi rimanda l’immagine di due energumeni, muscolosi e nudi, completamente depilati, un harness che cinge i loro petti possenti.
“Questi subito. Il resto dopo, se ci avrai soddisfatto a dovere”, dice uno dei due, e getta delle banconote sul comodino.
Ma allora è proprio come pensavo! Si fa anche pagare, la puttana!
Il mio cazzo riprende improvvisamente vigore e lo sento premere contro il cotone degli slip e dei jeans. “Merda!”, penso. “Qui mi sa che sborro di nuovo!”. Poi, i due uomini balzano sul letto: uno afferra per i capelli Giò, supino e appoggiato sui gomiti, e lo costringe a leccare e succhiare i suoi coglioni grossi e pesanti; l’altro si tuffa tra le sue cosce che sta tenendo ben divaricate, iniziando a grufolare come un porco in mezzo al suo solco. L’apparato genitale del primo è davvero impressionante: le palle sono enormi e il mio boy fa fatica ad accoglierne anche una sola tra le sue labbra. Il cazzo, poi, pur essendo ancora solo barzotto, è largo e ricade a peso morto sulla guancia incavata della troietta. Un attimo dopo, però, sparisce tra le fauci dell’altro stallone, il quale, emerso del culo di Giò, si sta ora dedicando a ciucciare come un forsennato la verga del suo compare.
“Oh, sì! Succhiate, da brave! Le mie due puttane! MMMMM!!! Che brave puttane!”, mormora l’energumeno, sorreggendo con una mano la testa di Giò e premendo con l’altra verso il basso quella del suo amico. Quest’ultimo, strozzandosi con quell’arnese spaventoso, dà dei colpi di tosse e sbava. Poi si divincola dalla morsa della mano pesante e ritorna a razzolare tra le chiappe del mio boy. Non appena l’asta dello stallone riaffiora dalla bocca del suo amico, appare dritta, grossa e pulsante, lucida di saliva e pronta per l’uso. Il tipo deve essere d’accordo con me, perché abbandona la nuca di Giò, che ricade sul materasso, e, scendendo dal letto, si mette alle terga del suo compare e si sputa su una mano. Passa le dita nel solco e, con un colpo secco, lo trapassa da parte a parte con il suo obelisco di carne.
Un rantolo soffocato risuona nella stanza: il porcone grugnisce e bofonchia qualcosa, mentre Giò si risolleva sui gomiti per godersi la scena. Due uomini ai suoi piedi che si fottono mentre uno gli divora la passerina deve essere uno spettacolo davvero eccitante. Ha gli occhi che strabuzzano dalle orbite e si ripassa la lingua sulle labbra, come per gustarsi il piacere che quei due stalloni gli stanno regalando.
“Oh… sì… fottimi… così…!!!”. Il porcone esorta il suo amico che, aggrappato ai suoi fianchi, lo sta montando. Come un ariete cerca di creare una breccia in una fortezza. Un mezzo sorriso impertinente orna il viso del mio boy, infoiato da tanta veemenza. Almeno finché lo stallone non decide di estrarre la minchia dallo sfintere del suo compare, balzare sul letto e piantargliela completamente in gola.
Seduto sul petto di Giò, l’energumeno gli trattiene il capo per i capelli e muove il bacino avanti e indietro, scopandogli le fauci. Le gote del mio boy si gonfiano e si sgonfiano al ritmo dello stantuffo, mentre fiumi di bava fuoriescono delle sue labbra vogliose. Inoltre, il tipo che fino ad un attimo fa veniva sfondato in culo, si tira su e, dopo essersi velocemente lubrificato il cazzo, grosso ma meno lungo di quello del suo amico, lo infila senza riguardo tra le natiche burrose della troia.
Un urlo da maialino sgozzato getta il terrore nella camera da letto: il mio boy viene letteralmente stuprato da questi due maschioni scatenati. Il suo corpo sobbalza sul letto sotto i loro colpi pesanti e le sue mani stringono le lenzuola strappandole via. D’improvviso, le sue pupille esorbitano e smette di aspirare il cazzo che gli pistona il cavo orale. Le sue braccia tremano e i gomiti si allargano. Lo tiene su solo la mano dello stallone che lo tira per i capelli. I due forse non si accorgono di quello che gli sta succedendo e continuano ad abusare dei suoi pertugi. O forse lo sanno benissimo e la cosa li eccita a tal punto che se ne infischiano.
“Che vacca!”, esclama, d’un tratto, quello che gli sta scopando il culo.
“Sì, merda!”, gli fa eco l’altro. “Prende cazzi a tutto spiano!”. Poi, quasi in contemporanea, gli stalloni estraggono le loro nerchie e si allontanano da Giò per riprendere fiato. Il mio boy trema e geme sul letto, scosso da un latente orgasmo, non completamente esploso. Spingendolo con le mani lo fanno rivoltare e mettere a pecorina. Quindi, invertono le posizioni e quello che prima lo fotteva ora si fa spompinare, mentre l’altro lo penetra da dietro strappandogli un sonoro singulto.
Una mano di Giò corre in mezzo alle sue cosce: si massaggia velocemente la rosellina violata e, piano piano, anche la sua schiena si rilassa. Poi, la stessa mano sale a massaggiare lo scroto del porcone che sta succhiando, il quale rantola mentre si gode incredulo la pompa insistente della puttanella. Si siede sui propri talloni e ammira a bocca aperta il saliscendi imperterrito del capo di Giò, che si pianta tutta la sua asta fino in gola senza battere ciglio.
“Che c’è?”, gli chiede il suo compare, che sbatte il suo ventre contro le chiappe del mio boy.
“E’ fa-vo-lo-so!”, scandisce quello, in tutta risposta.
“Direi che si merita una mancia”, aggiunge il primo.
“Oh sì!”, rantola il porcone, sbavando sul suo stesso ombelico.
“Ma prima deve esaudire un altro mio desiderio”, continua l’energumeno inginocchiato alle spalle di Giò. “Sdraiati!”, ordina al suo compare, e quello sfila controvoglia il cazzo dalla bocca della troietta e si stende sul letto. “Impalati su di lui!”, comanda, a seguire, al mio boy, e questo obbedisce. Quindi, si avvicina alle chiappe già allargate della puttana e ci appoggia in mezzo la sua grossa cappella, proprio sopra la minchia del porcone. Spinge, e Giò urla di dolore davanti a sé. Una mano dello stallone gli copre la bocca, soffocando altre reazioni sonore indesiderate, e comincia la monta.
Le due verghe si muovono dentro e fuori l’anellino del mio boy, ora in simultanea, ora alternate, generando un effetto acustico come di un lieve sciabordio. Gli umori nello sfintere della troietta vengono rimescolati da quei due portentosi mestoli e parte fuoriesce quando gli affondano di più in corpo.
“Sì! Questa mancia te la meriti proprio!”, sussurra l’uomo alle terga di Giò. “Però prima voglio sentirti godere come una vacca! Dai, godi, vacca che non sei altro!”. L’esortazione dello stallone viene accolta in men che non si dica. Il petto di Giò inizia a gonfiarsi e sgonfiarsi a frequenza sempre più elevata. Le sue mani stringono di nuovo il lenzuolo ed il suo capo si reclina indietro. Le labbra si schiudono e un rivolo di saliva cola dall’angolo sinistro.
“Mi sta succhiando il cazzo… col culo…!”, si lamenta il tipo sotto, incredulo.
“Sì, lo so!”, gli risponde il suo compare, che continua a stantuffare la troia. “Sta godendo, proprio come gli ho chiesto. Resisiti!”.
“Non penso di farcela… merda!”, sbraita ancora il porcone sdraiato, e subito dopo si irrigidisce tutto e dà dei colpi secchi di bacino verso il culo di Giò.
“Senti la sborra calda del mio amico che ti scivolo giù per il culo, troia!”, sibila ancora lo stallone all’orecchio del mio boy, ed il respiro di Giò si fa ancora più pesante. “Godi, dai, che ti regalo anche la mia!”, continua quello, e la testa della puttanella ricade sul volto dell’uomo sotto di lei contro il quale emette un grido di piacere che farebbe venire nelle mutande anche il più impotente dei maschi. E infatti il mio cazzo spinge più forte contro i calzoni, mentre la nerchia del porcone che ha già sborrato viene espulsa dallo sfintere di Giò.
L’altro, invece, non smette di fottere il mio boy e di incitarlo a sfogare completamente il suo orgasmo. Gli deve piacere un casino sentire la propria minchia pompata dai muscoli interni della vacca.
Dopo essersi goduto per un po’ quello stimolante massaggio, estrae il suo arnese e gira intorno al corpo del mio boy. Fa scivolare la verga sopra il viso del suo compare e sotto quello del mio boy. Spinge la testa di Giò verso quella del porcone e ci fa scorrere in mezzo l’asta. Quando è lì lì per esplodere, la impugna e la pianta tutta intera tra le fauci della puttana, sparandogli in gola proiettili di sperma. Il gozzo di Giò si gonfia ritmicamente ed il suo culo si protende indietro scuotendosi a destra e a manca. Una mano dello stallone si allunga sulla sua rosellina e la titilla col dito medio.
Giò mugola di godimento e assapora di gusto il succo dei lombi dell’energumeno, il quale adesso affonda la falange nello sfintere della troia, praticandogli un veloce ditalino e amplificando il suo orgasmo anale. Quando lo stallone ha sfogato tutto il proprio piacere, tira fuori l’asta e il mio boy si china sull’altro porcone per scambiare con lui il seme del suo compare. Le loro lingue si intrecciano e l’uomo ruba dalle fauci della puttana tutta la sborra che riesce.
Terminato di limonare, i due sconosciuti regalano al mio boy quello che gli avevano promesso e, dopo essersi rivestiti, escono dalla stanza e dall’appartamento, non prima che io mi sia nascosto bene in fondo al corridoio.
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