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Gay & Bisex

Confronto all'americana


di crigio
03.09.2015    |    11.469    |    6 8.9
"Uno degli energumeni è ancora sotto di me, nonostante non ce l’abbia più dentro..."
Mentre i miei amici sono ancora stravolti per la pesante esperienza di sesso che Roberto ha fatto vivere loro, il torello, uscito dal bagno, esplode entusiasta in una notizia: “Ho appena sentito un mio amico che ha un locale al Testaccio: domani sera lì si fa un bel giochino e allora… vi ho iscritto… ecco…!”. Poi, raccogliendo i suoi vestiti e reindossandoli alla bell’e meglio, precisa: “Alle nove!... Più tardi vi mando l’indirizzo esatto via Whatsapp!”. Quindi, afferra gli occhiali dal tavolino e scappa via sbattendo la porta.
Noi ci guardiamo un po’ storditi, come se fosse passato un tornado. Ignorando la comunicazione, gli stalloni si alternano in bagno e si rimettono in sesto. Quando anche l’ultimo (Faruk) torna in soggiorno, arriva il messaggio di Roberto con la via del locale. Lo dico agli altri e loro, freschi come rose, cominciano a fantasticare su questo “giochino”.
L’indomani mattina andiamo a fare colazione molto tardi, tanto che la sala dell’hotel stava quasi per chiudere: Ahmed ha corrotto un cameriere molto carino promettendogli una monta coi fiocchi, e quello ci ha lasciato rimanere ancora un po’.
In serata ci avviamo verso il locale, usando i mezzi. Il posto sembra deserto: non ha proprio l’aria di essere una discoteca. Suoniamo il campanello e la porta si apre. Un tipo abbastanza alla mano ci accoglie: “Voi dovete essere gli amici di Roberto… Bene bene…”, commenta squadrandoci da capo a piedi. “Io sono Alfio. Da questa parte, prego”, ci invita ad entrare in una sala nella quale sono già presenti altre persone. Per l’esattezza, si tratta di un ragazzino piccoletto, che indossa un paio di jeans molto aderenti che fanno risaltare un culetto molto appetitoso, e un t-shirt che mette in mostra i suoi muscoletti tonici ma non esageratamente grossi. Il ragazzino è attorniato da tre energumeni alti il doppio di lui, vestiti in giacca e cravatta, immobili a gambe leggermente divaricate: sembrano quasi le sue guardie del corpo. Il piccoletto ci osserva torvo e si sofferma soprattutto su di me, lanciandomi uno sguardo di sfida.
“Roberto vi ha spiegato come si svolgerà il gioco?”, ci chiede il nostro ospite.
“Veramente no…”, si affretta a rispondere Tony.
“Ok. Dunque: sapete che cosa è il confronto all’americana? È il riconoscimento del colpevole che viene fatta dalla vittima tra un certo numero di sospetti. Tra un po’ si aprirà quella tenda e dall’altra parte compariranno otto ragazzi. In questo caso voi non dovrete indovinare chi è il colpevole, ma chi è che… insomma… quello che lo prende nel culo… per capirci!”.
“Significa che sono tutti attivi e uno solo è passivo?”, chiede Luca.
“Esatto! E voi dovete indovinare chi è il passivo”.
“E che si vince?”, chiede, curioso, Ahmed.
“Il gruppo che indovinerà chi è il passivo vincerà una notte di sesso sfrenato, qui nel locale, con tutti i ragazzi che ci sono dall’altra parte della tenda”, annuncia il padrone di casa. Un brusio di stupore si leva nella stanza.
Il vociare viene interrotto dal ragazzino del gruppo nostro rivale: “E se dovessimo indovinare entrambi?”.
“Impossibile!”, risponde lapidario Alfio. “Non è mai successo!”.
“Ma se questa volta succedesse?”, insiste, impertinente, il tipo.
“Beh… allora direi che dovreste partecipare tutti all’orgia. Sarà un gran divertimento…!”, aggiunge ridacchiando.
“Bene!”, mormora il ragazzino, soddisfatto della risposta.
“Bene… Cominciamo!”, fa Alfio, e si dirige sul lato sinistro della tenda. Tira una corda e quella si spalanca. Oltre, otto giovani maschi si ergono sull’attenti, uno accanto all’altro, con le mani intrecciate dietro la schiena. Due o tre sembrano insignificanti, almeno a miei occhi, mentre la mia attenzione viene catturata da un tipo col un cappellino da baseball alla rovescia e la barba, uno dalla carnagione cioccolato e le labbra carnose, un altro robusto, direi muscoloso, e basso di statura. Poi, c’è un energumeno in canottiera, peloso e apparentemente aggressivo ed, infine, un ragazzo sovrappeso ma dal viso curatissimo: ha la barba perfettamente disegnata e le sopracciglia spinzettate ad ali di gabbiano.
“Da questo momento, avete un minuto e mezzo per indovinare chi è la troia!”, dice Alfio, che immediatamente mette mano al cronometro. I miei amici iniziano a confabulare: c’è chi dice che il passivo deve essere il mulatto; un altro parla del grassoccio; Faruk pensa si tratti di uno dei tre ragazzi che io non ho neanche considerato. Io, invece, li scruto uno per uno e, quando arrivo all’ultimo, il mio sguardo prosegue in quella direzione fino a raggiungere il gruppo nostro avversario. Sono tutti e quattro fermi a braccia conserte, ma mi pare che solo il ragazzino stia studiando i sospetti. I tre maschioni alle sue spalle sembrano persi nei loro pensieri.
Improvvisamente, il suono di un gong ci annuncia la fine del tempo. “Allora: secondo voi, chi è il passivo?”, ci chiede Alfio. I miei amici mi suggeriscono questo o quell’altro ragazzo, ma io ho già la mia idea. Sollevo il braccio e indico uno dei sospetti. “Bene!”, fa il nostro ospite. Poi, voltandosi verso i nostri avversari, pone loro la stessa domanda. Il piccoletto alza il braccio e punta il dito.
No! Incredibile! Ha scelto lo stesso sospetto che ho scelto io! Mi giro verso Alfio e lo vedo atterrito.
“Non è possibile! Ma come avete fatto?”, sbotta, stupito. “Avete indovinato tutti e due!”. Guardo il mio contendente e scorgo sul suo viso un sorriso furbetto. “Fulvio”, prosegue Alfio, chiamando la troia, “ti toccherà soddisfare tutti questi maschi!”.
“Non c’è problema”, risponde l’energumeno in canottiera.
“Chi vuole, invece, potrà divertirsi con gli altri sospetti”. Non fa in tempo a dirlo, che quelli cominciano ad avvicinarsi a Luca e al nostro avversario. Io, invece, mi ritrovo circondato dalle guardie del corpo del ragazzino: i tre stalloni mi rinchiudono in mezzo a loro e incutono un certo timore.
“Tranquillo”, mi fa uno di loro. “Sarà uno spasso!”, e mi afferra per la nuca, attirandomi a sé ed infilandomi la lingua in gola. Gli altri due iniziano a spogliarmi fino a lasciarmi nudo come un verme. Quello che mi sta baciando, si slaccia la cintura e si cala le braghe; quindi, si stende a terra e mi trascina sul pavimento. Mi fa mettere a cavalcioni sul suo ventre e piegare su di lui. Immediatamente, una lingua mi invade il solco e mi titilla la rosellina. Poi, sento uno sputo e una mano che mi spalma la saliva. Un’altra mano mi spinge sui lombari per farmi posizionare bene sul cazzo dello stallone che ho sotto, poi gli afferra la nerchia e la indirizza al mio buchino. Qualcuno mi preme sulle spalle e mi costringe ad impalarmi su quell’armese. Solo quando inizia ad entrarmi dentro mi rendo conto che si tratta di una nerchia bella grossa: mi dilata l’anellino come poche altre minchie hanno fatto prima.
La penetrazione mi strappa un profondo sospiro e lo stallone che mi sta scopando mi sussurra: “Allora, che ne dici?”.
“E’… enorme…!”, rispondo, singhiozzando. Intanto, la lingua che prima mi ha lubrificato, riprende a leccarmi la parte alta della rosellina e questa stimolazione, insieme all’apertura esagerata delle mie pareti anali, mi fa provare sensazioni indicibili.
Peraltro, adesso che siamo a terra riesco a vedere bene tutta la sala. Luca è alle prese con ben cinque cazzi: è infilzato come me da un ragazzo steso sul pavimento, mentre un altro armeggia per entrargli dentro da dietro. La bocca e colma della verga del mulatto e le sue mani masturbano, una, il manzetto muscoloso e, l’altra, un tipo poco affascinante. Il cazzo del tipo dalla carnagione cioccolato ha un cazzo niente male: guardandolo meglio mi rendo conto che potrebbe essere sudamericano, magari brasiliano, il che spiegherebbe quella dotazione!
Più in là c’è invece il mio avversario di gioco, sbattuto come una vacca dal sospetto col cappellino alla rovescia, mentre il grassone con le sopracciglia spinzettate si sta facendo ciucciare la mazza. E che mazza! Chi l’avrebbe mai detto! E pensare che i miei amici credevano che fosse lui la troia!
Infine, in fondo alla sala l’energumeno peloso si sta dando da fare con i miei stalloni: accovacciato sulla faccia di Ahmed, si sta facendo ripassare il buco del culo dalla sua lingua, mentre succhia come un forsennato i cazzi di Tony e di Paolo. Faruk ed Enrico si smanettano accanto a lui in attesa del loro turno. Non sembra che il troione sia particolarmente stupito dalle dimensioni dei cazzi che sta maneggiando: forse è abituato ai grossi calibri. D’altronde, a vederlo, sembra proprio che non abbia fatto altro nella sua vita. Passando da una nerchia all’altra, bofonchia: “Sì… slurp!... datemi sti bei cazzoni, stronzi!... Slurp!... Glough!”, e subito ne ingoia un altro fino alla base. Quando finalmente afferra quello di Faruk, i suoi occhi si illuminano, ma non tradisce alcuna preoccupazione. Anzi, lo tira verso la sua bocca e lo inghiotte per una buona metà. Poi, continua ad ingurgitare l’asta finché non gli sparisce completamente tra le fauci. Il mio amico lo fissa con la bocca aperta e gli occhi sgranati, esterrefatto da tanta fame. Lo lascia fare e si gode la pompa. Quindi, il troione passa al cazzo di Enrico, certamente più corto, ma non meno interessante. Anche quei ventitré centimetri scompaiono in men che non si dica nella sua gola e il suono del risucchio si diffonde nella stanza.
“OOOOO… OOOOOOOOOHHHHHHHH!!!”, urla all’improvviso Luca. Mi volto verso di lui, mentre la lingua del mio stallone continua a torturarmi la rosellina e il cazzo dell’altro mi trapana con incessante flemma. Il corpo della puttanella e lucido di sudore: sta godendo come una vacca, adesso, con due minchie che lo sventrano e tre cazzi da succhiare a volontà.
“Sborro, cazzo! Sborro!”, esclama, d’un tratto, il tipo che lo sta scopando da dietro, e qualche secondo dopo si tira fuori e si allontana. Viene subito sostituito dall’altro ragazzo per me insignificante, il quale, infatti, dopo neanche quattro/cinque colpi, si scarica anche lui i coglioni nelle viscere del mio amichetto. Dopo, è il turno dello stallone sdraiato a terra, che, forse stimolato oltremisura dallo sfregamento degli altri due cazzi, deve anche lui sborrare. Rimangono il sudamericano e il manzetto muscoloso, che fin dall’inizio mi sono sembrati i più resistenti. Il mulatto dà un colpo su una chiappa a Luca e la troietta si gira di centottanta gradi, dandogli le spalle. Si sdraia un po’ indietro, appoggiando le mani a terra e mette i piedi sulle ginocchia piegate del ragazzo, rimanendo leggermente sollevato. Lo stallone, allora, comincia a fotterlo dal basso verso l’alto, inferendogli dei colpi da vero professionista, tanto che il mio amichetto inizia ad agitarsi scompostamente e a gemere come una vera puttanella.
Una nuova pressione alla rosellina mi riporta a me stesso: il secondo stallone che mi sta alle spalle ha deciso di unirsi al suo compare dentro il mio budello. “No! Siete troppo grossi!”, provo a protestare.
“Con una fregna come questa fai anche la preziosa? Ce ne stanno pure tre, dei nostri cazzi!”, rimbrotta il tipo che mi sta sotto, e il suo amico spinge finché la cappella viene ingoiata dal mio sfintere. Adesso la dilatazione si sente, eccome! L’asta mi scivola in corpo e più avanza più mi apro.
Il mio buco cede senza sforzo. “Visto!”, aggiunge lo stesso stallone. “Hai un culo da favola, tesoro! Quasi più bello del nostro padroncino”, fa, riferendosi, a quanto capisco, al ragazzino che li accompagna. A questo proposito, mentre loro due si danno da fare col mio culo, alternandosi dentro e fuori il mio sfintere, alzo lo sguardo verso il mio avversario: ora è il tipo grassoccio che se lo sta sbattendo, e lui si prende il cazzo chiedendone sempre di più. Quello col capellino alla rovescia gli sta in ginocchio sulla faccia e si fa leccare le palle. Il manzo sovrappeso, però, sembra avere qualche cedimento: il suo viso si contrae e le sue labbra sembrano dire qualcosa. Solo dopo qualche secondo capisco che sta borbottando “Vengo… vengo…!”, e, dando un colpo secco e profondo alla troietta, rimane fermo e tremante a scaricarsi i coglioni dentro di lei.
Allora, l’altro stallone, che non vuole essere da meno, si spinge la minchia verso il basso e la infila tra le labbra del ragazzo. Si muove un po’ avanti e indietro e poi anche lui annuncia il suo orgasmo.
“NO!”. E’ di nuovo Luca ad urlare e a distrarmi. Sposto lo sguardo su di lui proprio mentre le sue gambe si serrano forte e il suo corpicino vibra di piacere. Poi, uno spasmo lo costringe a spalancare le cosce e a reclinare la testa. “Go… do…!”, singhiozza, e diversi rivoli di umore segnano verticalmente la verga del sudamericano, raccogliendosi sul suo scroto e finendo per gocciolare sul pavimento. Esauritosi l’orgasmo anale, Luca si riversa di lato, ma subito, ancora in preda alla libido, si mette in ginocchio e gattona verso il ventre dello stallone. Afferra il suo cazzone con una mano e, con uno scatto repentino, si ingozza facendo contrarre il povero ragazzo che non si aspettava una mossa del genere.
“Che troia succhiacazzi!”, lo insulta quello, tenendogli poi una mano premuta sulla nuca. Il volto di Luca diventa paonazzo, ma non si scompone minimamente. Anzi, sembra che la nerchia, così ben piantata in gola, prolunghi il suo orgasmo e lo amplifichi. Infatti, il suo buchino rimane aperto e pare quasi un invito per l’altro tipo, il manzetto muscoloso, il quale si tuffa nel solco e comincia a lappare. Al primo sfiorare le labbra anali, Luca vomita il cazzo del sudamericano e si gira indietro, sorridendo all’altro. Quindi, torna sul ventre del primo e ne ingoia di nuovo il cazzo, cominciando un su e giù da paura. Quello si agita e rantola, mentre il secondo stallone si dà da fare con la rosellina del mio amichetto, smanettando nel frattempo tra le sue cosce. Quando si stufa, si mette in ginocchio e, con un colpo secco, impala la troietta, che sorpresa da questa mossa, sputa ancora l’arnese che gli riempie le fauci e urla di godimento. Il sudamericano, però, non vuole dargli tregua, forse perché è sul punto di venire, e allora lo prende per i capelli e gli sbatte in bocca la sua minchia, iniziando a fottergliela.
“Oh sì! Oh sì!”, mugola, nel frattempo, il mio rivale. Ahmed si è staccato dal gruppo che si trastulla col pelosone e si è immerso nel solco fradicio di sperma del ragazzino. Il suo anilingus non dura molto: dopo qualche secondo si rialza e, facendo mettere il ragazzino a pecorina, lo penetra lentamente ma fino in fondo, senza pause. Man mano che l’asta percorre il suo budello, il mio avversario solleva il capo e spalanca le labbra, emettendo un sibilo quasi impercettibile, se non fosse che è proprio rivolto con la faccia verso di me. Mi fa un sorrisetto ebete, da chi è in estasi, e poi un affondo improvviso del turco gli strappa un grido spaventoso. Il suo corpo viene spinto in avanti e cade pericolosamente sulla faccia. Riesce a frenarsi solo all’ultimo momento. Si rialza ed più vicino a me. Un altro colpo e la scena si ripete. Quando si risolleva è a pochi centimetri dal mio viso. Tra il mio naso e il suo si inserisce la nerchia dritta, dura e vibrante della sua terza guardia del corpo (o dovrei dire schiavo?). La lingua del ragazzino viene fuori dalle labbra e raggiunge l’asta, leccandola dallo scroto al glande. Faccio lo stesso: estraggo la mia e assaporo quell’ennesimo cazzo, mentre gli altri due non mi danno tregua nello sfintere. Si muovono con tale lentezza che non raggiungo mai l’apice del piacere, pur mantenendolo sempre ad un livello stabile. Sento delle vampate di calore invadermi il corpo e risalire dal culo fino alla gola, ma non mi esplodono mai nel cervello.
“Quanto sei morbido!”, mi sussurra all’orecchio lo stallone che ho alle spalle. “E ti stai anche bagnando! Che troia!”.
E’ vero: avverto delle gocce di umore colarmi giù per l’interno-cosce e le mie ginocchia che vibrano. I due cazzi mi scorrono dentro facilmente, tanto sono fradicio. Poi, lo stallone che mi sta dietro estrae il suo affare e cede il posto a quello che io e il ragazzino stavamo leccando. In questo frangente mi si libera la visuale e vedo il pelosone impalato sulle minchie di Tony e Paolo. I miei due amici sono sdraiati a terra con le gambe intrecciate. I loro bacini incollati permettono alle loro verghe di unirsi e di formarne una sola, doppia. L’energumeno rimbalza sui loro ventri e geme di piacere, mentre lappa come una puttana i cazzi svettanti di Faruk ed Enrico. Con le dita si pizzica i capezzoli e nel frattempo lancia sguardi di fuoco agli stalloni che lo sovrastano, accendendo ancora di più la loro voglia. Si capisce da come si impennano le loro aste ogni volta che la sua lingua le sfiora. Il turco e il gigantone non riescono a togliergli gli occhi di dosso. Sono come ipnotizzati da quel torello che nessuno di loro avrebbe mai pensato fosse tanto troia.
D’un tratto, non vedo più di nuovo. Mi si è messo davanti lo stallone che poco fa avevo nel culo e che ora vuole farsi succhiare da me e dal suo padrone, mentre la mia rosellina sta per essere violata dal terzo palo.
“Sei un fuoco, cazzo!”, sbotta l’energumeno che mi sta penetrando. “Me lo cuoci così!”. Effettivamente, sento la temperatura del mio corpo aumentare a vista d’occhio, ma non c’è verso di scoppiare in un orgasmo. E’ la flemma dei loro movimenti ad impedirlo ed io non ci posso fare niente. Sono imprigionato tra di loro e non riesco a muovermi.
Ahmed, invece, sta sbattendo il mio avversario senza alcun ritegno. Non si risparmia e quello non sembra soffrire per tanto impeto. Piuttosto, pare trasformarsi sempre più in una bagascia da strada. Adesso ha una mano tra le cosce e si strofina forte la rosellina slabbrata. Poi si porta la stessa mano alla bocca, la succhia e quindi la rimette tra le gambe, sgrilletandosi forte. Con le labbra succhia il suo schiavo e dopo un po’ mi cede la minchia sporca della sua saliva.
“Hai un buon sapore!”, mi dice mentre succhio il suo amico. Ha assaporato i miei umori da quel cazzo e deve avere gradito. “Il tuo maschione mi sta distruggendo, sai?”, continua, poi, riferendosi a come Ahmed lo stia scopando.
“OH! Tutto dentro, dai! Così!”, sbraita, all’improvviso, il pelosone dal fondo della stanza. Lo stallone che sto succhiando si sposta un po’, forse anche lui distratto da quelle urla, e riesco nuovamente a vedere quello che succede. L’energumeno è sdraiato a terra e Faruk lo sta infilzando col suo obelisco, che trapassa quel buco villoso inesorabilmente. Il troione si massaggia il perineo e accoglie tutta l’asta, senza battere ciglio, mentre dal buco sembra uscire della sborra. Evidentemente, Paolo e Tony devono avergli schizzato dentro senza che me ne accorgessi. Enrico, invece, si mette accanto alla sua faccia e si fa ciucciare la mazza e le palle.
Ogni tanto, il troione solleva il capo e cerca di guardarsi il buco. “Mi arriva fino in gola, cazzo!”, esclama rivolto al turco, quando questo gli è completamente dentro. All’inizio, Faruk procede piano, ma quando capisce che quel puttanone è in grado di prendere anche un treno, comincia a stantuffare con maggiore decisione. “Sì, così! Bravo! E che aspettavi a darmelo così! Io godo se mi sfondi! Dai, sfondami, stronzo!”, delira il pelosone, che riceve in corpo l’alabarda spaziale del mio amico godendo sempre di più.
“Non ce la faccio più!”, sbotto io d’un tratto. Il calore è diventato esagerato e mi stringe la gola. Faccio fatica a respirare.
“Ora, ragazzi!”, fa il mio rivale, rivolto ai suoi schiavi. I due che mi stanno penetrando estraggono lentamente le loro verghe, mentre quello che io e lui stavamo spompinando si ritrae e sparisce dalla mia vista. Sento il mio buco rimanere dilatato all’inverosimile: una spinta forte dal bassoventre mi costringe a tenerlo aperto. Poi, due mani mi premono sui lombari e la cappella del tipo che ho sotto si accosta nuovamente alla mia rosellina spampanata. Subito dopo lo fa anche un’altra e, con mio enorme stupore, a seguire una terza attraversa il mio anellino. Escluso quello sotto, gli altri due stalloni sono alle mie spalle e, non so come, mi stanno penetrando entrambi, insieme al loro compare. Solo un paio di volte sono riuscito a subire una tripla e non credevo che anche stasera l’avrei fatta. Questi stronzi mi hanno stimolato a tal punto da farmi rilassare completamente e adesso ben tre aste mi scorrono in corpo, con mio e loro indicibile piacere.
“Devo essere sincero, Lu!”, borbotta uno. “Non credevo che ce l’avremmo fatta! È stupendo!”.
“Sì, è proprio una figata!”, rantola un altro.
“Cazzo se godo!”, annuncia il terzo. Le loro nerchie solcano il mio retto e scivolano le une contro le altre. Si danno piacere a vicenda e ne danno a me contemporaneamente.
“Quanto sei puttana!”, mi insulta il ragazzino, che ormai mi è vicinissimo. “AH!”, urla, poi, quando Ahmed gli affonda dentro per l’ennesima volta. “A loro piace tanto godere insieme e ho capito subito che tu… mmmmmm!!!... che tu… ah!... ah!... ah!... che tu saresti stato il tipo giusto… Cazzo come scopi bene!!!”. Il mio avversario mi rivela i suoi pensieri e insieme si rivolge al turco, complimentandosi per la monta. La sua mano continua ad alternarsi tra la sua bocca e la rosellina violata: gli piace accarezzarsi mentre una grossa nerchia lo trapana.
“Ti riempio… Ti riempio di latte caldo…!”, sibila il turco.
“Sì, dammi la tua dolce crema, stallone!”, lo esorta la troia, e, qualche secondo dopo, Ahmed sbraita in preda ad un violento orgasmo, mentre la frequenza dei colpi in fondo allo sfintere del ragazzino aumenta a vista d’occhio.
Anche i tre stalloni che ho dentro io accelerano via via l’andirivieni e iniziano a contorcersi per l’avvicinarsi del piacere estremo. “Arrivo, ragazzi! Io arrivooooooooooo!!!”, grida, d’un tratto, uno di quelli che ho dietro.
“Anch’io… anch’io…!”, ansima quello sotto.
“Che schiappe che siete!”, sembra protestare il terzo. “Proprio quando cominciava a piacermi. E va bene!”, e il cazzo che sta in mezzo aumenta la velocità della penetrazione. “Eccomiiiiiiiii!!!”, urla lo stesso stallone. Tre fiotti insieme mi colpiscono in fondo alle viscere, e poi molti altri schizzi seguono ai primi. I cazzi escono dal mio culo, ma quello non ne vuole sapere di richiudersi e, d’altronde, io non ho ancora raggiunto l’orgasmo anale, pur essendo quasi in preda ad una crisi isterica. Il mio corpo si contorce e non riesco a controllarlo. Con la vista annebbiata, vedo il sudamericano sgusciare da sotto la faccia di Luca, ancora sbattuto dal manzetto muscoloso, alzarsi in piedi e corrermi incontro. Mi gira dietro e, d’improvviso, il mio budello è di nuovo pieno di carne calda e dura. Il ventre del mulatto sbatte ripetutamente contro le mie chiappe e il suo glande colpisce senza tregua la mia prostata. Uno degli energumeni è ancora sotto di me, nonostante non ce l’abbia più dentro. Mi accascio su di lui e mi lascio pistonare dal sudamericano. Devo assolutamente godere, altrimenti divento pazzo!
Il calore che prima mi si fermava in gola adesso raggiunge tutte le estremità del mio corpo, ma soprattutto il cervello. La testa mi diventa leggera e perdo il lume della ragione. Gli occhi mi si devono rivoltare nelle orbite, perché dapprima vedo bianco e poi tutto nero.
“Puttana! Vacca di una troia!”, impreca il mulatto, quando uno spasmo mi costringe a chiudere di colpo il buco del culo e a stringere i muscoli dello sfintere, che gli staranno sicuramente succhiando l’asta con una potenza che neanche la bocca di Luca sa esercitare. “Ti inondo, stronzo!”, mi insulta lo stallone, e una quantità impressionante di sperma si riversa nella mia ampolla rettale. La sento, poi, colarmi giù per le cosce, soprattutto quando il sudamericano estrae il cazzo.
“Ti sborro tutta, troia!”. E’ la volta del manzetto muscoloso, che tirata fuori la minchia dal culo di Luca, si sta svuotando le palle nel suo solco. In fondo alla stanza, invece, il pelosone è inginocchiato con la bocca vergognosamente spalancata e la testa reclinata, la lingua penzoloni, in attesa che Faruk ed Enrico sputino il loro prezioso nettare. Neanche un secondo e, insieme, i due stalloni riempiono di seme caldo le fauci del troione. Lui ingoia tutto e ne chiede ancora e ancora. Impugna le mazze e le munge per estrarre anche la più piccola goccia, mentre i miei amici si contorcono per quel massaggio extra ai loro cazzi indolenziti.
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