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Gay & Bisex

Un nuovo stallone e una nuova (vecchia) troia (5)


di crigio
07.06.2014    |    7.086    |    0 9.8
"Ancora non riesco a credere che lui sia proprio qui..."
“Andrea??!!”. Dico, incredulo.
“Ciao, bel troione! Vedo che non sei cambiato per niente!”, mi risponde. “Anzi, no! Sei un po’ invecchiato!”, e scoppia a ridere.
Ho fatto fatica a riconoscerlo, ma è lui, non c’è dubbio. Adesso porta la barba ed è sovrappeso e quasi completamente calvo. Indossa un abito gessato e stringe un sigaro spento tra i denti. La catenina di una cipolla fa capolino dal panciotto sotto la giacca, mentre le scarpe di vernice che porta ai piedi quasi mi abbagliano, tanto riflettono la luce dei faretti che illuminano la stanza dei monitor.
“Ma che…?”, biascico.
“Che ci faccio qui?”, completa la mia domanda, e, togliendosi il sigaro dalla bocca, indica con quello il monitor. Mi volto e vedo il ragazzetto nella camera da letto stretto tra le braccia di Enrico. All’improvviso capisco tutto: quel tipetto che mi sembrava di avere già visto è Marco, lo schiavetto che Andrea si è fatto quando l’ho mollato!
“Sì, è proprio lui!”, mi fa il mio ex amico, leggendomi nel pensiero. “Hai visto quanto è diventato figo! L’ho costretto ad andare in palestra e a mettere su qualche muscoletto. Così è molto più appetibile, no?”.
“S… sì… Credo di sì…”, rispondo ipnotizzato. Ancora non riesco a credere che lui sia proprio qui.
“Ma chi è questo qua?”, sbotta poi Knut, che, sgusciandomi da sotto si rialza e si riveste. Allora, anch’io mi accorgo di essere nudo e raccolgo i miei vestiti e li rindosso.
“E’ Andrea. Uno che conoscevo anni fa… che pensavo di conoscere…”, dico sottovoce, riflettendo bene sulle mie parole. Andrea fa un ghigno e poi si rimette il sigaro in bocca, posizionandosi davanti al monitor per godersi lo spettacolo.
“Sai”, aggiunge, sputacchiando il tabacco. “Marco non è solo diventato più carino. È diventato una vera puttana!”. Poi, voltandosi verso di me, precisa: “La mia puttana! Ti consiglio di guardare bene!”, e torna a fissare lo schermo. Io mi rimetto i vestiti e trovo un punto adatto dal quale guardare lo spettacolo. Accanto a me, Knut mi cinge la vita e mi stringe un fianco con la mano, in segno di protezione. Ha capito che Andrea è un tipo poco raccomandabile, oggi molto più che qualche anno fa.
Nella camera da letto Enrico abbraccia Marco e lo limona profondamente, mentre la puttanella gli si struscia contro con fare accattivante. Una mano del ragazzone scivola giù per la sua schiena e si insinua negli slip, dove una leggero movimento mi fa capire che sta titillando il buchino della troietta.
Marco, però, sfugge alla presa del suo stallone e si inginocchia lentamente. A mano a mano che si abbassa bacia il corpo di Enrico sul petto, sugli addominali e sul ventre. Una volta a terra, infila le dita nell’elastico delle mutande del ragazzone e tira in giù. L’asta fa capolino e Marco estrae la lingua e la lecca per tutta la sua lunghezza, mentre gli angoli della sua bocca si piegano in su.
Sorride, la troia, e lappa con gusto la nerchia del gigantone. Quindi, gli abbassa completamente gli slip e il cazzo gli sballonzola davanti al naso. Dà dei bacini alla cappella alzando lo sguardo e ammiccando al suo stallone. Poi inghiotte il glande e le sue guance si incavano. Enrico spalanca la bocca e ansima quasi subito. Le sue braccia si allargano e i suoi occhi si sgranano.
“Bene! Sta facendo tutto da programma!”, commenta piano Andrea. Io gli rivolgo uno sguardo interrogativo e lui risponde: “Gli sta succhiando il prepuzio e contemporaneamente gli stuzzica il frenulo. Lo fa con una tale velocità che potrebbe farlo venire immediatamente!”. Torno a fissare il monitor e vedo Enrico che prende la testa di Marco tra le mani e la allontana da sé. La troietta gli fa gli occhi dolci e sorride ancora, stavolta felice che il suo servizietto abbia sortito l’effetto voluto.
Ma il mio gigantone è un professionista e non si fa certo fregare dal primo venuto. Con pollice e indice stringe il naso di Marco e, afferrandosi la verga con l’altra mano, gliela pianta in gola, facendogli mancare il respiro. La puttanella tossisce e si agita, colta di sorpresa dalla mossa dello stallone, ma non può spostarsi, perché Enrico toglie la mano dal naso e gliela mette dietro la nuca, costringendolo a tenere tutta l’asta tra le fauci. Si muove avanti e indietro, il mio ragazzone, e scopa Marco in bocca.
“Merda! Ma che fa!”, sbotta Andrea. “Dovrebbe dirigere lui il gioco! Giuro che questa me la paga!”, bofonchia, digrignando i denti. Il povero Marco fa fatica a contenere la virilità di Enrico, soprattutto a causa della pressione del cazzo dello stallone contro la gola. Del muco gli esce dalle narici e della bava gli cola giù dalle labbra.
D’improvviso, Enrico sembra stancarsi di quella posizione e spinge via la troia, la quale non si dà per vinta e si rialza in piedi e sembra dire qualcosa allo stallone. Enrico, allora, si sdraia sul letto e quella gli monta sulla faccia e gli sbatte il culo sul muso. Via via che le sue ginocchia si piegano, le sue chiappe si aprono, finché è ad un centimetro dal naso di Enrico. Allora si ferma e il gigantone tira fuori la lingua e si gusta la rosellina della sua puttanella. Il bacino di Marco ondeggia avanti e indietro e struscia il buco contro le labbra di Enrico. La sua testa si scuote in ogni direzione, mentre si regge dalla sponda del letto per rimanere in equilibrio. Poi, una mano lascia il legno e afferra i capelli di Enrico: si preme il capo dello stallone contro il solco e i microfoni della stanza ci rimandano il rantolo cavernoso di piacere che emette la troia.
“Succhia, stronzo! Succhia e lecca!”, urla Marco, mentre Enrico gli lavora l’anellino. “Così, così!”, geme, e continua a strofinargli il culo contro la faccia. D’un tratto, gli lascia i capelli e, con uno scatto felino, si gira e si getta a capofitto sul cazzo dello stallone, ingoiandolo per intero, mentre le sue chiappe non smettono di strusciarsi contro il muso del gigantone. Una mano si unisce alla bocca e la troia pompa e masturba insieme Enrico, che sembra quasi in difficoltà, tanto è potente il risucchio di quelle fauci affamate.
Appena prima che la minchia esploda, Marca la abbandona, con la bava che gli insozza il mento e un filo di saliva che continua a legarlo all’asta. Veloce si sposta sul ventre dello stallone, stringe il cazzo con una mano e smania per infilarselo su per il culo. Ci riesce con abilità e poi si lascia andare indietro appoggiandosi sulle mani, mentre il suo bacino inizia a fottersi il palo. Le sue cosce sono perfettamente aperte in direzione della telecamera ed è bellissimo vederlo salire e scendere e muoversi sinuosamente sul corpo muscoloso di Enrico, che lo lascia fare senza intervenire in alcun modo.
“Cazzo! È davvero figo!”, esclama Knut.
Andrea sghignazza di nuovo di soddisfazione e poi dice: “Bene! E ora passiamo alla seconda posizione!”. Quasi l’avesse sentito, Marco si risolleva e si inginocchia sul letto. Il cazzo sguscia fuori dal suo culo e lui gattona un po’ in avanti. Gira la testa verso Enrico e lo chiama affinché lo monti a dovere. Il mio ragazzone è infoiato più che mai: il suo volto è paonazzo. Si tira su e corre addosso alla troia. Smanetta con la nerchia e la infila in fondo alle viscere di Marco, che reclina la testa indietro senza tradire alcuna espressione di dolore, ma ridendo e gridando: “Sììììììììììììììììììììììììì!!!”. Quindi, torce il busto verso Enrico, gli cinge il collo con un braccio e lo esorta: “E ora scopami, maschione!”, e lo stallone comincia a sbatterlo con violenza.
Dopo qualche colpo, Marco cambia ancora idea: sputa nuovamente la mazza e si mette a pecorina sul bordo del letto. Enrico scende e si posiziona alle sue spalle. Punta il cazzo e affonda in lui. La troia, allora, arpiona le gambe del ragazzone con i suoi piedi e con le mani si appende al suo collo. Si solleva dal letto e si lascia reggere da Enrico, mentre muove il bacino avanti e indietro fottendosi la sua asta. Il mio gigantone è esterrefatto: lo sta trattando come un palo da discoteca. Sembra che gli stia ballando intorno e non sa dove mettere le mani. Poi, decide di agguantargli le tettine e di strizzargli i capezzoli. La reazione della troia è immediata: un urletto acuto fuoriesce dalla sua gola e subito dopo un altro e un altro ancora ogni volta che Enrico gli pizzica le aureole.
L’eccitazione è tale che le mani di Marco scivolano via dal collo dello stallone e lui cade sul letto. Il cazzo sguscia fuori dallo sfintere, ma Enrico salta rapido addosso alla puttanella e la trafigge con la sua spada di marmo. Quella grida, stavolta di dolore, e stringe forte le lenzuola strappandole da sotto il materasso. Lo stallone si avvinghia alla vacca e la monta come un toro. Marco cerca di sfuggire al suo aguzzino, ma non ha scampo, dato il peso enorme del corpo di quello in confronto al suo.
“Mi sfondi così! AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!! Mi roviniiiiiiiiiiiiiiii!!!”, si lamenta la puttana.
“Non era questo che volevi, eh? UFF!... Mi hai provocato e ora ti apro in due!”, rimbrotta Enrico, il quale, con una mossa da maestro, si ribalta su un fianco trattenendo il cazzo nel culo della sua vittima. Gli solleva una coscia e continua a fotterlo così, nella posizione “a cucchiaio”.
Marco si agita e scuote la testa per ogni dove. Rivolgendosi ad un interlocutore indeterminato, grida: “Mi rompe tutto, merda! Così mi rompe! AIUTOOOOOOOOOOOOO!!!”. Forse, sapendo che Andrea lo sta guardando, cerca di chiamarlo perché lo soccorra, ma non sa che il suo pappone sta godendo più di lui nel vederlo tra le grinfie di Enrico. Infatti, il mio ex amico ha sempre quel suo sorrisetto di soddisfazione stampato in faccia e gli occhi iniettati di sangue, tanto deve essere eccitato dallo spettacolo.
Chissà come, quando torno a guardare il monitor, Marco si è svincolato dalla morsa dello stallone e sta scivolando di schiena sul letto, fino al bordo. Le sue spalle cadono giù e toccano il pavimento, mentre le sue gambe si ribaltano e il suo culo rimane spalancato verso l’alto. Con due dita si picchietta il solco e chiama Enrico perché lo riempia col suo attrezzo. Il gigantone si precipita addosso a lui e, sedendosi sul letto, si spinge il cazzo verso il basso e lo introduce nello sfintere della troia. Poi, afferra le caviglie di Marco e comincia ad andare su e giù e a scoparlo. La puttanella, invece, si impugna il cazzo e si masturba, finché, dopo un paio di minuti, si sborra in faccia. Le contrazioni del suo ano, provocate dal suo orgasmo, pompano la verga di Enrico che esplode in uno schizzo così potente che uno spruzzo di sperma salta fuori dal buco della puttanella. Poi, la nerchia sguscia dall’anellino e fiotta caldo e vischioso nettare su tutto il corpo di Marco, che lo raccoglie e spalma dappertutto come fosse unguento.
Enrico si abbandona sul letto, stremato, e la troia si inginocchia ai suoi piedi e inghiotte l’asta per ripulirgliela a fondo. Terminato il servizio, si alza ed esce dal campo dalla telecamera, mentre lo stallone rimane sdraiato a riprendersi dalle fatiche.
“Bene!”, dice Andrea a spettacolo concluso. Si avvicina a me e mi porge un biglietto da visita. “Se volete venire a trovarci, sarete trattati con i guanti!”. Imbocca il sigaro e se ne va.
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